La giornata / Bucci: "il rigassificatore può restare a Piombino". E Giani ribatte: "il Governo dirà dove andrà" Calderone: "la sicurezza è priorità, bene la patente a crediti". De Poli  (Udc): "vanno posticipati i termini, parlerò con i ministri interessati" Rapporto Acri:  quasi la metà delle famiglie riesce a risparmiare ma pochi investono Via libera alla piattaforma per il rinnovo del contratto del cemento Cdp si espande in Eurasia, 200 milioni con garanzia Sace alla banca kazaka DBK per progetti in energia e infrastrutture

Otto accordi Italia-Libia. A Todini l’Autostrada Costiera (2 lotti)

  • Bucci: “il rigassificatore può restare a Piombino”. E Giani ribatte: “il Governo dirà dove andrà”
  • Calderone: “la sicurezza è priorità, bene la patente a crediti”. De Poli  (Udc): “vanno posticipati i termini, parlerò con i ministri interessati”
  • Rapporto Acri:  quasi la metà delle famiglie riesce a risparmiare ma pochi investono

29 Ott 2024

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Cooperazione allo sviluppo, sostegno alle Pmi italiane e libiche, sviluppo delle relazioni commerciali e degli investimenti. Sono alcuni dei settori interessati dalle otto intese firmate, ieri, nel corso del Business Forum Italia-Libia, che si e’ svolto a Tripoli e al quale ha partecipato anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Nel dettaglio, il Memorandum of Understanding sottoscritto in materia di cooperazione allo sviluppo mira a regolare l’attivita’ dell’Aics (l’agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo) in Libia, legittimandone, secondo quanto spiegano fonti italiane, la presenza nello Stato e facendo si’ che possa intrattenere rapporti formali con le autorita’ libiche. Al momento infatti l’AICS vede fortemente limitata la propria capacità di operare in Libia, anche in ragione dell’impossibilità di avviare negoziazioni con le autorità centrali e locali libiche, firmare contratti di servizi, lavori e fornitura, gestire personale ed uffici in loco. In assenza di questo riconoscimento formale, inoltre l’AICS si vede preclusa la possibilità di essere autorizzata dalle autorità libiche alla realizzazione dei progetti di cooperazione delegata finanziati dall’Unione Europea.

Firmato il Memorandum di Intesa tra ill Ministero del Governo Locale (Molg) e la Camera di Commercio Paritetica Italo-Libica per il sostegno alle pmi italiane e libiche che “mira a facilitare lo sviluppo di joint venture, trasferimenti tecnologici e la creazione di un ambiente favorevole alla crescita delle pmi”. Simest ha poi firmato due accordi, rispettivamente con Libyan Foreign Bank e Camera di commercio Italo Libica. Con le rispettive firme, le parti intendono favorire la creazione delle basi per lo sviluppo delle relazioni commerciali fra Italia e Libia a favore di un aumento consistente degli investimenti bilaterali e in supporto della competitività delle imprese, sostenendo il processo di technology transfer. Gli accordi hanno inoltre la finalità di sostenere anche in Libia l’operatività della Misura Africa di SIMEST, strumento da 200 milioni a favore dello sviluppo delle relazioni commerciali fra Italia e Africa, previsto dal Piano Mattei.

Inoltre, Unioncamere ha siglato un Memorandum d’intesa con l’Unione Generale delle Camere di Commercio Libiche. Obiettivo quello di rafforzare le relazioni economiche e commerciali tra Italia e Libia, favorire opportunità di affari e investimenti. L’accordo stabilisce un quadro di cooperazione volto anzitutto a promuovere lo sviluppo delle piccole e medie imprese. A tal fine prevede lo scambio di informazioni e delegazioni imprenditoriali; la diffusione di competenze tecniche, know-how e opportunità di formazione; lo sviluppo di progetti e di iniziative comuni. Viene istituita una Task Force con tre rappresentanti per parte per gestire le attività previste dall’accordo. L’ICE Agenzia sottoscriverà un Accordo MoU di collaborazione con la corrispondente LEPC Libyan Export Promotion Center con l’obiettivo di incentivare l’interscambio commerciale e gli investimenti tra l’Italia e la Libya, in particolare, sostenendo le imprese italiane nella ricerca di nuovi potenziali partner commerciali, nelle principali aree di interesse: agroalimentare, energia e fonti rinnovabili, tecnologia sanitaria e industria farmaceutica, edilizia e infrastrutture, formazione manageriale per gli esportatori. L’attività di collaborazione avverrà attraverso un costante scambio di informazioni e di programmi di promozione congiunta (ad esempio: sessioni di presentazione degli investimenti, forum sul commercio opportunità sul territorio dei Partecipanti, convegni, seminari ed altri eventi volti a migliorare il clima commerciale e di investimento di entrambi gli Stati).

E’ stata poi siglata una letter of acceptance tra Emsaad Ras Ejdair Motorway Authority (Erma) e il gruppo Todini per i lotti 4.2 e 4.3 dell’Autostrada Costiera: l’ente libico, a valle dell’autorizzazione governativa libica, accetta formalmente l’azienda italiana come assegnataria del contratto, in previsione della successiva firma dello stesso una volta verificate le clausole di garanzia finanziaria e operativa, tutt’ora in corso di definizione. Altra firma quella del Memorandum di collaborazione in materia di salute tra Gksd Holding Group e il Dipartimento del sostegno e dello sviluppo di servizi medici libico. Con il testo,  il governo libico si impegnerebbe a sostenere la Gksd Holding nell’apertura di filiali in Libia per sviluppare collaborazioni in ambito sanitario (ospedali, centri di eccellenza, formazione e ricerca scientifica), nello sviluppo di infrastrutture e di progetti nel campo della generazione e trasmissione di energia elettrica oltre che nel campo dell’efficienza energetica e del trattamento dei rifiuti. E’ stato infine sottoscritto il programma di implementazione di un MoU Civil Aviation Authorities of Libya (Lycaa) ed Enac sull’inizio delle operazioni di Ita Airways in Libia (al Mitiga Airport). La compagnia italiana, ha annunciato Meloni, tornerà a collegare i due Paesi dal 2025.

Bucci: “il rigassificatore può restare a Piombino”. E Giani ribatte: “il Governo dirà dove andrà”

“Io ho fatto un discorso assolutamente tecnico: le due dorsali del gas sono una sul Tirreno e una sull’Adriatico. Un rigassificatore deve essere vicino alla dorsale altrimenti bisogna costruire un tubo apposta, una pipeline. Se mettiamo il rigassificatore a Vado ligure ci sono da spendere 450 milioni per la pipeline, penso che sia una spesa inutile. Il rigassificatore sta a Piombino, può restare a Piombino, non capisco perché dobbiamo spostarlo”. Lo ha detto ieri il neo presidente della Regione Liguria. Marco Bucci. Riguardo ad un parere diverso da parte del governo, “io non dico mai di no a nessuno, ci mettiamo attorno a un tavolo e vediamo qual è la soluzione migliore, si trova sempre una soluzione intelligente quando ci si parla in maniera corretta”, ha assicurato Bucci. E al Governatore della Liguria è arrivata, a stretto giro, la risposta a distanza del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: “al governo sarà chiesto, dopo i tre anni, dove andrà il rigassificatore” ora ormeggiato nel porto di Piombino, “perché l’autorizzazione ce l’ha, per quello che mi riguarda, per i tre anni”, ha puntualizzato. “E’ stato eletto ministro – ha chiesto Giani – o governatore della Liguria? Se è stato eletto ministro, io prendo atto che il governo non vuole dar seguito alle indicazioni che ho dato nell’ordinanza di tre anni a Piombino”. Per il governatore toscano, “la banchina del porto deve tornare alle sue funzioni che sono quelle di Piombino centro di scambi, di commercio, di attività sia da un punto di vista siderurgico, sia da un punto di vista strettamente inerente all’attività a vasto spettro di un porto”. A replicare a Bucci è stato anche il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo. “Sul rigassificatore a Piombino noi abbiamo preso l’impegno di un tempo limitato, questo è l’impegno che ha preso il presidente della Toscana Giani con il governo e con il soggetto attuatore. Ecco, noi quell’impegno vogliamo rispettarlo, non spetta a noi dire se il rigassificatore deve andare a Genova o da un’altra parte, noi la nostra parte e il nostro sostegno al Paese l’abbiamo dato, però basta. Ognuno si prenderà carico delle sue responsabilità”.

Calderone: “la sicurezza è priorità, bene la patente a crediti”. De Poli  (Udc): “vanno posticipati i termini, parlerò con i ministri interessati”

La tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è “una priorità imprescindibile”. A dirlo è stata la ministra del Lavoro Marina Calderone nel suo intervento alla Camera agli Stati generali della Sicurezza. “Ogni infortunio, ha spiegato Calderone, tocca l’intera società è una ferita che colpisce la persona insieme con le famiglie, i colleghi di lavoro, l’intero tessuto sociale”. Calderone ha posto l’accento sulla nuova patente a crediti  la cui introduzione nell’ordinamento costituisce “una modalità per la qualificazione delle imprese, un sistema di valorizzazione imprenditoriale. Il confronto e l’impegno comune possono permetterci di individuare ulteriori strategie”. Intanto, mentre si avvicina la scadenza del 31 ottobre, a partire dal quale perde efficacia l’autocertificazione e bisognerà aver presentato la richiesta sul portsle dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, tornano a levarsi voci dal fronte politico per chiedere un rinvio. Era successo a settembre quando i partiti della maggioranza avevano presentato un emendamento al decreto Omnibus per posticipare al primo gennao 2025 l’entrata in vigore della nuova patente. “Chiediamo al Governo di considerare il quadro attuale di difficolta’ delle imprese edili e di valutare il posticipo dei termini per la presentazione del Documento unico di regolarita’ fiscale, derivante dalla legislazione vigente sulla cosiddetta patente a crediti. Le tempistiche sono lunghe, la burocrazia rischia di trasformarsi in un ostacolo per le aziende del settore. Porro’ nelle prossime ore la questione sul tavolo dei ministri interessati”, ha dichiarato ieri  il senatore UDC Antonio De Poli. “Nei giorni scorsi – ha riferito –  ho ricevuto numerose segnalazioni da parte di Confartigianato. Dall’1 ottobre c’e’ una nuova legislazione che prevede che l’attivita’ lavorativa nei cantieri edili sia consentita solo a imprese e lavoratori autonomi in possesso della patente a crediti. Per rendere il provvedimento operativo, tuttavia, servono dei passaggi burocratici che richiedono tempo. Si tratta di un elemento che danneggerebbe negativamente le imprese in regola. Chi, infatti, non ha concluso l’iter non potra’ operare nei cantieri edili. Ai ministri del Lavoro, Marina Elvira Calderone e al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, certi della loro sensibilita’ sulla questione, chiedero’ di valutare nelle sedi competenti le opportune soluzioni a beneficio delle aziende nei territori”.

 CsC: a settembre  indice RTT +0,9% a settembre ma nel terzo trimestre -1,9%

L’indice RTT, Real Time Turnover, costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato, del campione di imprese clienti di TeamSystem, registra un moderato aumento a settembre (+0,9%), dopo il forte calo di agosto. E’ quanto emerge dalle rilevazioni del Centro studi di Confindustria. L’indicatore mostra un recupero nei servizi, un nuovo aumento nelle costruzioni, l’industria quasi stabile. Con l’ampia oscillazione di luglio-agosto e il lieve recupero di settembre, RTT suggerisce per il terzo trimestre una moderata dinamica negativa (-1,9%). Il dato appena negativo di RTT nell’industria (-0,2% a settembre) segue il forte calo registrato in agosto. Nei servizi invece si registra un moderato recupero (+1,9%), dopo una forte flessione. La variazione nel terzo trimestre è negativa per entrambi i settori (-2,7% e -3%).

Rapporto Acri:  quasi la metà delle famiglie riesce a risparmiare ma pochi investono

Una famiglia italiana su due riesce a risparmiare, in un clima di cauto ottimismo e con meno preoccupazioni che in passato, ma poi sono poche quelle che investono. E’ quanto emerge dalla 24esima edizione dell’indagine ‘Gli italiani e il risparmio’, realizzata da Acri e Ipsos in occasione della 100esima Giornata mondiale del Risparmio che si celebrerà domani, 31 ottobre. Aumentano le famiglie che, grazie al proprio risparmio, s dicono in grado di poter affrontare una spesa improvvisa importante e più di 3 famiglie su 4 (76%) ritengono di poter sostenere uns spesa improvvisa di media entità. Ma se poi si valuta la disponibilità a investire, l’approccio diventa decisamente più cauto. Circa due terzi degli italiani (63%) sceglie di non investire, prediligendo la sicurezza percepita della liquidità e un terzo investe solo una piccola parte dei propri risparmi. Si ridimensiona la crescita della propensione verso strumenti finanziari più sicuri, con una lieve crescita dei più propensi al rischio (9% rispetto al 7% del 2023), spinta da tassi di interesse in discesa per gli strumenti più conservativi, e dalle incertezze sulla resa dell’immobilitare. Aumenta quindi la necessità di valutare bene la rischiosità dello specifico investimento mentre la rischiosità del proponente sembra un tema oggi meno rilevante, coerentemente con la crescita della fiducia verso regole e controlli (39% rispetto al 36% del 2023)

Via libera alla piattaforma per il rinnovo del contratto del cemento

Approvazione all’unanimità da parte dell’attivo unitario dei delegati  del comparto cemento di FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale collettivo del settore cemento, calce, gesso industria. L’attuale testo, sottoscritto il 15 marzo del 2022, interessa circa 10mila addetti e scadrà il prossimo 31 dicembre. Per i sindacati “il settore sta attraversando un momento cruciale perché deve affrontare la complicata sfida della sostenibilità e della decarbonizzazione, ma è anche un momento favorevole per il comparto che, dopo un lungo periodo di difficoltà caratterizzato da ristrutturazioni, chiusure di impianti e sacrifici, vede crescere notevolmente il valore di produzione”.

“Con questa piattaforma – spiegano i segretari nazionali Mauro Franzolini – FenealUil, Claudio Sottile – Filca Cisl, Tatiana Fazi – Fillea Cgil, – abbiamo cercato di rispondere alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del settore con l’obiettivo di governare il cambiamento in atto nei luoghi di lavoro e di modernizzare ulteriormente le relazioni sindacali proseguendo il confronto sulla scia tracciata anche con l’ultimo ed importantissimo accordo siglato lo scorso 15 ottobre. Un accordo attraverso il quale siamo riusciti ad adeguare i salari all’aumento inflattivo dell’ultimo triennio 2022-2024, portando nelle tasche dei lavoratori un aumento di 239 euro, Per noi – aggiungono – è fondamentale recuperare il potere di acquisto dei lavoratori con un salario migliore ma anche attraverso azioni concrete che agiscano conciliando quanto più possibile vita e lavoro, valorizzando competenze e professionalità di chi opera in questo settore e migliorando la salute e la sicurezza. Si parte, dunque, dalla richiesta di aumento salariale pari a 220 euro al livello 140, tenuto conto dei valori inflattivi per i prossimi anni e dell’andamento positivo dei valori di produzione e si prosegue nel percorso storico della riduzione dell’orario di lavoro, da sempre un nostro cavallo di battaglia. Altre richieste centrali riguarderanno il rafforzamento della formazione professionale, obbligatoria per tutti, alla luce dei mutamenti del lavoro causati dall’innovazione tecnologica e dall’intelligenza artificiale in fabbrica, e gli investimenti in salute e sicurezza per la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali, senza perdere di vista il tema dei diritti, molto presenti nella piattaforma e collegati a quanto già stabilito in alcuni importanti accordi di gruppo sottoscritti recentemente. Per tutto questo – concludono le segreterie – riteniamo che la nostra piattaforma possa portare ad un ottimo risultato condiviso, non dimenticando temi quali la concorrenza leale tra le imprese, il sostegno alle questioni ambientali e, soprattutto, la difficoltà di reperire manodopera specializzata”. . Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro decorrerà dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2027. La piattaforma sarà ora sottoposta al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.

Cdp si espande in Eurasia, 200 milioni con garanzia Sace alla banca kazaka DBK per progetti in energia e infrastrutture

Ampliare lo spettro di risorse disponibili per progetti di sviluppo sostenibile in Kazakistan e incrementare l’interscambio commerciale tra imprese italiane e locali. Questi gli obiettivi principali del nuovo finanziamento da 200 milioni di euro concesso da Cassa Depositi e Prestiti  con garanzia Push Strategy di SACE a favore della banca di sviluppo del Kazakistan DBK (Development Bank of Kazakhstan). L’operazione, la prima nel Paese per CDP, consentirà alla banca pubblica kazaka di finanziare progetti strategici in settori cruciali come l’energia e le infrastrutture. In particolare, verranno sostenute iniziative nei settori delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, della sanità, della gestione delle risorse idriche e dei trasporti. Il finanziamento mira anche a rafforzare le relazioni economiche tra Italia e Kazakistan, favorendo opportunità di collaborazione tra imprese italiane e kazake con l’organizzazione di eventi di matchmaking e forum settoriali, al fine di incrementare l’interscambio commerciale tra i due Paesi in settori industriali strategici. Nel gennaio 2024 CDP e SACE, avevano già gettato le basi per una più intensa collaborazione tra i due Paesi in occasione della tavola rotonda italo-kazaka organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la visita in Italia del Presidente della Repubblica del Kazakhstan, Kassym Jomart Tokayev. Il gruppo CDP attraverso la sigla di un accordo con il Fondo Sovrano kazako, volto ad incrementare la collaborazione tra le aziende italiane e kazake e identificare nuove possibilità di investimento per i due Paesi. SACE firmando un Memorandum d’Intesa con la Development Bank of Kazakhstan (DBK) con il quale le parti si impegnano a organizzare eventi di Business Matching mediante la Push Strategy, il programma con cui SACE offre alle aziende italiane un passaporto per i mercati internazionali, garantendo per finanziamenti a controparti estere che si impegnano ad aumentare gli acquisti di beni e servizi dall’Italia.

Unirima: tassi record di riciclo al 92%, Italia eccellenza in Europa

Il settore italiano della carta da macero, malgrado gli impatti delle congiunture internazionali che influenzano i prezzi di mercato, si conferma come un’eccellenza nel panorama internazionale. È la fotografia che emerge dal Rapporto 2024 dell’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri (UNIRIMA), presentato oggi a Roma. La produzione nazionale di carta da macero nel 2023 ha raggiunto i 6,9 milioni di tonnellate (+5% rispetto al 2022), numeri che collocano l’Italia al secondo posto in Europa nella produzione di carta da macero, dopo la Germania e davanti a Spagna e Francia. L’aumento della produzione nazionale ha avuto un impatto positivo sul tasso di riciclo complessivo della carta, che nel 2023 ha raggiunto il valore record del 92,1%, mentre la percentuale di riciclo degli imballaggi cellulosici si è attestata al 92,3%, superando ampiamente l’obiettivo dell’85% fissato dall’UE per il 2030. Grazie a questi risultati, l’Italia si posiziona al secondo posto in Europa anche per il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici, dopo la Germania, e ben al di sopra della media europea del 79,3%. Le esportazioni hanno raggiunto il valore di 2,15 milioni di tonnellate nel 2023 (31% della produzione), registrando un incremento del 45,5% rispetto al 2022. Una tendenza positiva confermata anche nel primo semestre del 2024, con circa 1 milione di tonnellate esportate. L’export di carta da macero continua a rappresentare un fattore chiave per permettere di assorbire il surplus di produzione nazionale rispetto alla domanda interna, garantendo il raggiungimento degli obiettivi di riciclo (con un contributo di circa il 30%) e la tenuta economica della filiera grazie alla capacità degli operatori di individuare nuovi mercati di sbocco, soprattutto in Asia. Le quotazioni della materia prima carta da macero, dopo la forte contrazione registrata nella seconda metà del 2022, hanno ripreso a crescere fino ai primi sei mesi del 2024 arrivando, per la qualità 1.04 (cartone) di carta da macero, a 90,00 €/t (+52% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Da luglio 2024 la tendenza si è invertita con il valore delle ultime quotazioni di settembre per la suddetta tipologia in calo del 6,7% rispetto al mese precedente. In diminuzione anche i prezzi delle ultime aste di settembre (-10,5% rispetto a quella di giugno). Nell’ultimo anno anche a livello internazionale si rileva un generale calo del valore economico della carta da macero. Lievemente positive, secondo le previsioni contenute nel Rapporto di UNIRIMA, le stime di crescita al 2026 per il comparto settore della carta da macero, ma incombono le incognite delle crisi internazionali e il peso in costante incremento delle barriere non tecnologiche.

Confcooperative: investito 1,9 miliardi in sostenibilità, la burocrazia pesa per 360 milioni

«Ammonta a 1,9 miliardi di euro l’investimento delle nostre cooperative in sostenibilità, +26,6% rispetto all’anno precedente. Le cooperative sono pronte a fare di più, ma la spesa per norme e burocrazia supera i 360 milioni:1 cooperativa su 2 chiede di favorire gli investimenti green». Lo ha detto Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative  commentando i dati del Centro Studi diffusi nel corso della Quarta Giornata della Sostenibilità Cooperative,  organizzata da Confcooperative che ha presentato il nuovo bilancio di sostenibilità.  «Le principali voci di investimento delle nostre imprese riguardano il risparmio energetico e la riduzione dei consumi; l’utilizzo di materiali di minore impatto, la formazione e le nuove tecnologie. Sono questi – ha continuato Gardini – i numeri che sintetizzano l’impegno quotidiano delle nostre imprese piccole, medie e grandi nella transizione ambientale e riguardano il 90% delle nostre 16.500 cooperative». La sostenibilità per le cooperative non è solo transizione ambientale ma anche sociale ed economica.  «Oggi Istat e Censis fotografano numeri che ci impongono di cambiare modello di sviluppo per un Pil che generi benessere più diffuso – ha commentato Gardini – le famiglie in povertà assoluta sono 2,2 milioni, erano 800.000 nel 2005. Il 12% di italiani ha scelto di non curarsi per mancanza di disponibilità economica. C’è un gender gap occupazionale di oltre 17 punti percentuali (71% gli uomini e 53,6% le donne). Ci sono poi i danni dal climate change. Immagini di distruzione che impongono la necessità di investire in prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico. I danni da effetti climatici si attestano sui 20 miliardi l’anno negli ultimi 3 anni, pari a 1% di PIL. In Italia il consumo di suolo è tornato a crescere, sfiorando i 70 km² nell’ultima rilevazione Ispra con una media di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni. La cooperazione di abitazione sta offrendo un contributo importante per contrastare il fenomeno, privilegiando interventi di recupero di aree urbane degradate o dismesse. Anche le cooperative di comunità nelle aree interne sono impegnate, tra l’altro, nel contrasto al dissesto idrogeologico. È questa la strada da seguire».

 

 

M.C.C.

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