DEMANIO

Ischia, 11 milioni per riqualificare il complesso di Santa Restituta

Pubblicato il bando per individuare operatori economici per il Progetto di fattibilità tecnico ed economica (PFTE) per il miglioramento e adeguamento sismico del complesso edilizio nel comune di Lacco Ameno, che comprende la basilica, la casa comunale, la torre e un’area archeologica ipogea, chiusi al pubblico a seguito del terremoto del 2017.

27 Lug 2025 di Giusy Iorlano

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Tutela sismica, valorizzazione archeologica e accessibilità. A Ischia il complesso di Santa Restituta, chiuso al pubblico dopo il terremoto del 2017, entra in una nuova fase di riqualificazione strutturale e valorizzazione culturale.

Situato nel comune di Lacco Ameno, colpito anche dall’alluvione del 26 novembre 2022, è un complesso, di grande rilevanza storico-culturale, che si estende su circa 3mila mq e comprende la basilica, la casa comunale, la torre e un’area archeologica al piano ipogeo della chiesa.

I lavori di restauro ed adeguamento sismico costeranno 11.217.200 euro ed il progetto è stato finanziato dal Commissario Straordinario alla ricostruzione di Ischia Giovanni Legnini che presiede anche il tavolo tecnico permanente per la gestione dell’intervento. Del tavolo fanno parte la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, che coordina le attività nell’area archeologica, il comune di Lacco Ameno e la Diocesi di Ischia che sono i principali beneficiari della rifunzionalizzazione del museo archeologico e del miglioramento sismico della casa comunale.

Interventi di sicurezza sismica e rigenerazione del sito archeologico e della piazza

L’Agenzia del Demanio sarà il soggetto attuatore con un ruolo centrale nella progettazione, nelle indagini e nella redazione del PFTE per adeguare sismicamente gli edifici e trasformare l’area archeologica in un museo accessibile e integrato nel contesto urbano. In particolare, l’Agenzia del direttore Alessandra dal Verme, ha guidato un articolato percorso tecnico: dalla conoscenza approfondita del complesso, ottenuta tramite rilievi e indagini specialistiche, alla definizione del progetto di fattibilità.

Un intervento che integra l’adeguamento sismico della Casa Comunale con la valorizzazione dell’area archeologica, destinata a diventare un museo, e la rigenerazione della piazza come spazio urbano aperto, accessibile e connesso.

“Il sito di Santa Restituta, ripercorre la storia dell’isola, si interseca la narrazione della Santa arrivata a Ischia sotto il Monte Sammontano con l’origine antica dell’isola dalla preistoria al periodo greco ellenistico romano paleocristiano. L’intero sito è un perno dell’identità storica e culturale dell’isola. A noi contemporanei spetta oggi proseguire nell’impegno di valorizzazione che rigenera per rafforzare la memoria, l’appartenenza a una grande cultura mediterranea su cui pone le radici l’Europa intera”, ha dichiarato il direttore dell’Agenzia del Demanio, sottolineando come “l’intervento di oggi sia il frutto di un lavoro e un impegno congiunto del Commissario Legnini nella ricostruzione dopo il sisma 2017, della Sovrintendenza quale attore principale nella riqualificazione del sito archeologico, dell’Università di Milano con il suo contributo di ricerca e dell’Agenzia del Demanio come soggetto attuatore degli interventi di sicurezza sismica e rigenerazione del sito archeologico e della piazza. Una grande collaborazione istituzionale, sullo sfondo il Comune e la Chiesa sono gli attori quotidiani dell’operosità del sito, come ci tramandano i resti della cultura laboriosa che si è sviluppata sull’isola”.

I diversi ‘step’

L’operazione ha già previsto diverse fasi operative: il trasferimento dei reperti mobili nel complesso museale di Villa Arbusto a cura della Diocesi di Ischia, la messa in sicurezza provvisoria dell’area archeologica e l’esecuzione di indagini preliminari sui materiali.

Per avviare i lavori all’interno dell’ipogeo della Basilica di Santa Restituta sono stati, infatti, protetti circa 15mila reperti, risalenti a oltre 3mila anni, collocati in 750 cassette e trasferiti dalla Diocesi di Ischia al museo di Villa Arbusto, permettendo di iniziare le indagini preliminari e l’audit sismico ed energetico del sito al fine di conoscere il comportamento strutturale degli edifici.

Infine, seguirà la fase di progettazione che dovrà coniugare le strategie di adeguamento e miglioramento sismico della casa comunale con la rifunzionalizzazione dell’area archeologica da destinare a museo e la rigenerazione urbana della piazza adiacente, valorizzandone le connessioni e l’accessibilità.

Grazie ad una convenzione con l’Agenzia del Demanio, l’Università degli Studi di Milano fornisce  supporto e consulenza scientifica in campo archeologico.

I risultati confluiranno nel Dip (documento di indirizzo alla progettazione) per l’affidamento del progetto PFTE che dovrà definire la migliore soluzione progettuale per la definitiva messa in sicurezza sismica e riqualificazione del complesso edilizio. Non solo. Un DOCFAP (documento di fattibilità delle alternative progettuali) per la sistemazione della piazza, è stato già pubblicato sul sito dell’Agenzia del Demanio.

La storia del Museo archeologico

Sotto la Chiesa di Santa Restituta, intitolata alla martire cartaginese patrona dell’isola, è conservata un’area archeologica di primaria importanza. Frequentato dall’epoca della colonizzazione greca fino al periodo tardoantico e altomedievale, il sito ha giocato un ruolo chiave nella storia di Ischia e del Golfo di Napoli, oltre che nella vita sociale e religiosa dell’isola. La sua scoperta è avvenuta nella metà del secolo scorso da parte di don Pietro Monti, allora rettore della Basilica e archeologo: nel corso dei lavori di riparazione dell’antica cappella dedicata alla martire africana vennero ritrovata una cripta paleocristiana proprio al di sotto del pavimento mentre il successivo ritrovamento di una lucerna fittile datata VI secolo-VII secolo d.C. impresse una spinta propulsiva ai lavori di scavo, che in breve portarono alla scoperta di un antico cimitero cristiano ed in seguito di numerose tombe fenicie, puniche e greco-romane.

“La chiusura del Museo e dell’area archeologica di Santa Restituta ha privato la comunità di Ischia e i tanti turisti che visitano la nostra isola di un patrimonio storico prezioso, reso noto grazie alla passione di don Pietro Monti – ha dichiarato il Sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale – Con emozione si guarda alla sinergia tra le istituzioni che hanno partecipato al Tavolo tecnico e collaborato per avviare il progetto esecutivo di riapertura. L’area è cruciale per la conoscenza dell’insediamento greco pithecusano e per la diffusione del culto cristiano legato a Santa Restituta. Un sentito ringraziamento va a chi ha curato il trasferimento dei reperti, la messa in sicurezza e le indagini preliminari. Questo patrimonio tornerà fruibile, affiancando il Museo Archeologico di Pithecusae come testimonianza della millenaria storia ischitana nel Mediterraneo”

Per ammirare il sito archeologico nel periodo di chiusura è stato creato un virtual tour per un’esperienza immersiva anche con l’uso di visori 3D attualmente disponibili all’info point nella torre comunale.

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