L’inchiesta sull’urbanistica, la Cassazione: no arresti per Catella
- Bce, crescita moderata, ferme Italia e Germania
- Ok Ecofin a dazi su piccoli pacchi, pronti ad anticipo
- Direttiva Due diligence, ok dal Parlamento Ue. Salta obbligo piano di transizione per aziende
IN SINTESI
La Cassazione, respingendo il ricorso della Procura di Milano, ha confermato i provvedimenti del Riesame con cui sono stati revocati, lo scorso agosto, per assenza di gravi indizi sulla presunta corruzione, gli arresti domiciliari per il Ceo di Coima, Manfredi Catella, e per uno dei componenti della Commissione paesaggio del Comune, Alessandro Scandurra, e la misura cautelare per il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, l’unico che era finito in carcere, a fine luglio, nella maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica.La sesta sezione penale della Suprema Corte, dopo l’udienza di ieri, ha depositato il dispositivo della sentenza con cui ha dichiarato “inammissibile” il ricorso della Procura milanese (motivazioni nelle prossime settimane), confermando di fatto la revoca delle ordinanze d’arresto, decisa dal Riesame, per Catella, difeso dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, per Scandurra, difeso dal legale Giacomo Lunghini, e per Bezziccheri, assistito dal difensore Andrea Soliani. Il sostituto pg di Cassazione Cristina Marzagalli ieri aveva chiesto di dichiarare infondati i ricorsi presentati dalla Procura contro i provvedimenti del Riesame per Scandurra e Bezziccheri e già nei giorni scorsi la stessa pg aveva proposto, con un intervento scritto, il rigetto dell’atto di impugnazione dei pm milanesi su Catella. Nell’atto del pg veniva riportato “che le risultanze in atti non dimostrano la formazione, né l’operatività di un accordo corruttivo tra Scandurra e Catella”, non potendosi sostenere che “i pagamenti delle fatture da parte” di Coima “siano riconducibili ad un accordo corruttivo anziché correlate ad attività professionale effettivamente prestata da Scandurra e regolarmente contabilizzata”. Stessa linea sulla posizione del costruttore Bezziccheri. I pm Petruzzella, Filippini e Clerici, con l’aggiunta Tiziana Siciliano, invece, hanno sostenuto che il Riesame non aveva preso in considerazione il “sistema” dell’urbanistica milanese, ma aveva portato avanti una “disanima atomistica” e così ha “giustificato a prescindere tutte le condotte di Catella e Scandurra”, non valutando la “correlazione” tra “l’esercizio della funzione pubblica e il conseguimento di vantaggi privati” nei rapporti corruttivi tra imprenditori e Commissione paesaggio, che col via libera alle operazioni immobiliari sarebbe stata al centro del meccanismo illecito. Il Tribunale, ha scritto la Procura, ha “smontato l’orologio per dimostrare che nessun singolo ingranaggio è un orologio”. A Milano, oltre alle indagini per corruzione, sono in corso già altri procedimenti e processi per i reati di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso, che hanno portato al sequestro di cantieri, grattacieli e torri.
“In 120 giorni 11 giudici, oltre alla stessa Procura Generale di Stato, hanno radicato progressivamente fino al livello massimo della magistratura la nostra estraneità a quanto contestatoci”, ha scritto il ceo di Coima, Manfredi Catella, in una lettera agli stakeholder. “Questa dinamica, a seguito di uno degli stress test più profondi che potessimo immaginare – ha aggiunto – equivale a un riconoscimento virtuoso dell’integrità, del rigore, della professionalità e della capacità di reazione e di tutte le persone di Coima. Sarà nostra premura aggiornare tempestivamente la data room attivata lo scorso 29 agosto al fine di consentire ogni più opportuna evidenza a beneficio dell’operatività in corso e prospettica” “Serve un dialogo vero con la Procura, perché così Milano resta in uno stallo”, ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine dell’Assemblea Anci, commentando la decisione della Cassazione che ha annullato le misure interdittive per l’ex assessore Tancredi, l’ex presidente della Commissione Paesaggio Marinoni e il manager Pella. “La Cassazione smentisce l’orientamento della Procura”, ha detto Sala. “Purtroppo quello che vedo è che la Procura continua ad andare avanti senza molto tener conto del fatto che il sistema giudicante non accoglie in parte significativa la sua linea e me ne dispiace. Quello che serve è parlarsi”.
Investimento mortale in Calabria, rete ferroviaria nel caos con ritardi fino a 8 ore
Treni con ritardi che hanno superato le otto ore e caos nelle stazioni. Un investimento mortale avvenuto in Calabria stamattina ha bloccato la circolazione ferroviaria per mezza giornata, provocando enormi disagi per migliaia di viaggiatori. In tanti si sono messi in fila alle biglietterie per chiedere informazioni e trovare soluzioni vedendo sui cartelloni luminosi slittare sempre più l’orario della partenza. Tra le situazioni più critiche quella nello scalo principale di Roma, la stazione Termini, dove in serata i ritardi hanno superato la soglia delle otto ore, con centinaia di persone ancora in attesa, in un mix tra rabbia e rassegnazione. Ma anche a Milano si sono registrati considerevoli ritardi su alcuni convogli in arrivo da Reggio Calabria. Ferrovie dello Stato ha reso noto che, a causa dell’investimento avvenuto intorno alle 8 all’altezza di Praia a Mare, i rilievi dell’autorità giudiziaria hanno richiesto la sospensione totale della circolazione fino alle 14.50, poi i convogli hanno ripreso a circolare gradualmente. Intanto sono in corso indagini dei poliziotti della polfer, coordinati dalla Procura di Paola, per fare piena luce sulla tragedia. A quanto ricostruito, la vittima è una donna ed è stata travolta da un Frecciarossa partito da Reggio Calabria e diretto al nord. L’ipotesi più accreditata al momento è quella di un suicidio.
Bce, crescita moderata, ferme Italia e Germania
“Nel quarto trimestre del 2025 il Pil in termini reali nell’area dell’euro è atteso espandersi moderatamente, in un contesto di andamenti settoriali divergenti”. Lo stima la Bce nel bollettino economico citando l’aumento dell’indice pmi composito preliminare in ottobre “coerente con una dinamica moderatamente positiva” del manifatturiero e un rafforzamento ulteriore dei servizi che stanno trainando l’economia. Tuttavia pesa il “calo delle aspettative delle imprese sui 12 mesi, desunto dall’indagine pmi, “particolarmente marcato per il comparto dei servizi e modesto per quello manifatturiero”. “Ci si attende – scrive la Bce – che l’elevata incertezza, l’aumento dei dazi effettivi, il rafforzamento dell’euro e la maggiore concorrenza a livello mondiale frenino la crescita nel quarto trimestre del 2025”. Nel terzo trimestre la crescita dell’area euro – pari a +0,2% – “ha continuato a essere caratterizzata da notevoli differenze tra le maggiori economie dell’area dell’euro”, con un +0,6% in Spagna, +0,5% in Francia e +0,4% nei Paesi Bassi, e un Pil “rimasto invariato in Germania e in Italia”.
“Sebbene la scomposizione della spesa non sia ancora disponibile, gli indicatori di breve periodo e i dati nazionali di cui si dispone segnalano un contributo positivo della domanda interna, mentre le esportazioni nette sono state più contenute”, si legge nelbollettino della banca centrale. La Bce “sottolinea l’urgente necessità di rafforzare l’area dell’euro e la sua economia nell’attuale contesto geopolitico e accoglie con favore la riaffermazione di tale ambizione da parte dei leader dell’Ue nell’ambito del Vertice euro del 23 ottobre 2025”. “Le politiche di bilancio e strutturali dovrebbero stimolare la produttività, la competitività e la capacità di tenuta dell’economia. È fondamentale dare pronta attuazione al piano per la competitività della Commissione europea. I governi dovrebbero dare priorità alle riforme strutturali e agli investimenti strategici che favoriscono la crescita, assicurando al tempo stesso la sostenibilità delle finanze pubbliche”. Il documento definisce poi “d’importanza cruciale promuovere ulteriormente l’integrazione dei mercati dei capitali, portando a compimento l’unione dei risparmi e degli investimenti e l’unione bancaria, secondo una tabella di marcia ambiziosa, nonché adottare in tempi rapidi il regolamento relativo all’introduzione dell’euro digitale”.
La Bce conferma la rotta sui tassi: le prossime decisioni verranno prese seguendo “un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione” e “non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”. “L’inflazione sui dodici mesi – prosegue il documento – è aumentata al 2,2% a settembre 2025, dal 2% di agosto, principalmente per effetto della minore diminuzione dei prezzi dei beni energetici rispetto al passato”. Gli indicatori dell’inflazione di fondo restano coerenti con l’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Se da un lato si assiste alla ripresa degli utili delle imprese, dall’altro il costo del lavoro dovrebbe moderarsi ulteriormente a seguito dell’aumento della produttività e di un rallentamento nella crescita delle retribuzioni”.
Ok Ecofin a dazi su piccoli pacchi, pronti ad anticipo
I ministri dell’Economia dell’Unione Europea hanno approvato nel corso della riunione dell’Ecofin la misura che abolisce le deroghe sui dazi per i pacchi extra-Ue di piccolo importo, sotto i 150 euro di valore. I ministri hanno anche concordato di prendere in considerazione misure precedenti all’entrata in vigore che è ora attesa nel 2028. Lo si apprende da un funzionario europeo. “Siamo soddisfatti per la misura che introduce la tassa sui piccoli pacchi che provengono dei paesi extra Ue, un fenomeno che sta distruggendo il commercio al dettaglio. Un accordo positivo, l’Italia ha sempre appoggiato questa misura, una delle prime in linea con la discussione sulla concorrenza sleale che si è fatta ieri all’Eurogruppo”, ha commentato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. “Bene anche l’accordo, sostenuto con forza dall’Italia, che prevede l’applicazione della misura già dal prossimo anno”.
Eni ed Enel sempre in testa alla classifica di Mediobanca
Poste, nei primi 9 mesi l’utile cresi e dell’11,2% a 1,77 miliardi. Del Fante: “risultati straordinari”
Poste Italiane chiude i primi nove mesi dell’anno con i migliori risultati dalla quotazione in Borsa nel 2015. Lo sottolinea il gruppo alla luce dell’approvazione dei dati al 30 settembre scorso. L’utile netto sale dell’11,2% a 1,77 miliardi. “Dopo cinque trimestri consecutivi con una performance a livello record – indica l’ad Matteo Del Fante – abbiamo nuovamente raggiunto risultati straordinari con ricavi nei primi nove mesi pari a 9,6 miliardi, in crescita del 4% su base annua, ed un risultato operativo (Ebit) adjusted in crescita del 10% a 2,5 miliardi”. E’ confermata la guidance 2025. “Confermiamo pertanto – dice l’ad – la piena fiducia nella guidance”, così come era stata rivista al rialzo a luglio. Nel terzo trimestre, i ricavi a 3,18 miliardi ed il risultato operativo (Ebit) adjusted a 856 milioni sono migliori del consensus. Nei primi nove mesi, commenta ancora l’ad Matteo Del Fante, “la solidità dei risultati raggiunti conferma ancora una volta la nostra capacità di generare una crescita sostenibile e redditizia in tutti i segmenti di business, grazie a una solida esecuzione commerciale e a un’efficace gestione dei costi”. Conferma quindi la guidance 2025 “che prevede un risultato operativo (Ebit) adjusted pari a 3,2 miliardi e un utile netto pari a 2,2 miliardi”. “Manteniamo un bilancio di gruppo solido, con un basso livello di indebitamento e un coefficiente di solvibilità assicurativa Solvency II pari al 312%, ben al di sopra delle nostre ambizioni manageriali, che ci garantisce una notevole flessibilità finanziaria”, indica, annunciando “un acconto sul dividendo record di 0,40 euro per azione, equivalente a 518 milioni totali, in crescita di un consistente 21% rispetto all’anno scorso”. “La crescita dei ricavi nel settore Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione è stata trainata dall’aumento dei volumi dei pacchi e sostenuta da una maggiore diversificazione della base clienti, con ricavi superiori a 2,8 miliardi nei primi nove mesi. I servizi finanziari “hanno registrato un aumento dei ricavi da terzi del 5% anno su anno, raggiungendo 4,2 miliardi nei primi nove mesi, sostenuti da una consistente performance del portafoglio di investimenti e da una solida performance commerciale”. I servizi assicurativi “hanno registrato una solida redditività sia nel comparto assicurativo Investimenti e Previdenza che nel business della Protezione, con ricavi in crescita del 10% nei primi nove mesi, che si attestano a 1,4 miliardi. I servizi Postepay “confermano la loro capacità di generare una crescita sostenibile dei ricavi e una solida accelerazione della redditività, con ricavi in crescita del 5% a 1,2 miliardi e il risultato operativo (Ebit) adjusted in crescita del 9% a 416 milioni nei primi nove mesi, sostenuti dall’aumento del transato del 9,3% e dalla crescita del numero complessivo di transazioni dell’ecosistema pari al 12,8%”. “La base clienti relativa all’offerta retail di PosteEnergia per luce e gas ha raggiunto circa 950.000 clienti, in linea con il raggiungimento dell’obiettivo di 1 milione di clienti entro la fine dell’anno”. “Ancora una volta, questi eccellenti risultati – conclude – testimoniano la dedizione e la professionalità di tutti i nostri dipendenti, il cui impegno quotidiano rimane al centro del nostro successo”.
Il cda di Poste Italane, anche “alla luce dell’andamento della situazione economica e finanziaria della società nei primi nove mesi del 2025, della prevedibile evoluzione della gestione, e delle relative prospettive economiche attese al 31 dicembre 2025” ha deliberato la distribuzione, a titolo di acconto, di parte del dividendo ordinario previsto per l’esercizio 2025, per un importo pari a 0,4 euro per azione. Sarà messo in pagamento dal 26 novembre, con stacco cedola il 24 novembre e record date il 25 novembre. L’azienda sottolinea i “livelli record”, “in crescita del 21% rispetto all’anno precedente”.
Iren, nei nove mesi l’utile netto +12%, aggiornato il piano industriale: investimenti a 6,4 mld
Iren ha chiuso i primi nove mesi del 2025 confermando “un solido trend di crescita”. Il margine operativo lordo, Ebitda, è di 1.003 milioni di euro (+9%), supportato dal contributo di tutte le linee di business, dal piano di sinergie e dal consolidamento di Egea Holding. L’utile netto di gruppo è di 219 milioni (+12%), grazie anche all’acquisto della quota di minoranza di IrenAcqua. I ricavi sono a 4.840 milioni (+16%). L’indebitamento finanziario netto è di 4.287 milioni (+5%), gli investimenti tecnici pari a 613 milioni (+10%), quelli finanziari di 511 milioni e includono principalmente l’acquisto della quota di minoranza di Iren Acqua per 283 milioni, oltre all’esercizio della call di acquisto del 100% e il consolidamento dell’indebitamento finanziario netto di Egea Holding. Gli investimenti sostenibili sono il 68%, in linea con il piano industriale, l’intensità carbonica pari a 320 grammi di anidride carbonica per kWh (-1%). La raccolta differenziata è al 70%, il numero complessivo dei dipendenti pari a quasi 12.000. “Confermiamo la guidance per l’esercizio in corso, prevedendo — come già anticipato — una crescita più moderata nella restante parte dell’anno – sottolinea Luca Dal Fabbro, presidente del gruppo -. In particolare, ci attendiamo un Ebitda 2025 di 1.350 milioni di euro, un utile netto di 300 milioni di euro e investimenti tecnici superiori ai 900 milioni di euro”. “I risultati ottenuti – ha aggiunto l’ad e direttore generale, Gianluca Bufo – rappresentano una base solida per proseguire nel percorso di sviluppo e nel raggiungimento degli obiettivi del nuovo piano industriale sostenuti anche da un miglioramento del rapporto tra indebitamento finanziario netto e Ebitda”. “I risultati in crescita – ha concluso il vicepresidente Moris Ferretti – confermano l’impegno e la professionalità delle quasi 12.000 persone che lavorano nel Gruppo Iren e che sono il vero motore dei successi che stiamo riportando”.
Acea, utile netto 9 mesi a 415 milioni (+46%), investimenti +6,1% oltre 1 mld
Acea ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto consolidato di 415,2 milioni (+46%): il risultato beneficia, tra le altre, dell’iscrizione della plusvalenza (109,2 milioni) realizzata a seguito della cessione della rete in Alta Tensione a Terna. L’utile netto ricorrente è pari a 301 milioni (+8%). I ricavi consolidati pro-forma si attestano a 2.208,2 milioni, in aumento del 7%, guidati dalla crescita tariffaria nei business Acqua Italia, Reti e Illuminazione Pubblica. Le attività regolate contribuiscono per l’89% al totale dei ricavi e registrano nel periodo un incremento di circa il 7%. L’Ebitda consolidato pro-forma raggiunge 1.083,9 milioni, in crescita dell’8,4%. Nei primi nove mesi il gruppo ha realizzato investimenti lordi pari a 1.009,7 milioni (+6,1%). Il gruppo ha rivisto al rialzo la guidance 2025 in termini di Ebitda pro-forma a +8%/+10% (precedente +6%/+8%). Gli ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti ammontano a 595,7 milioni, in aumento di circa il 13% rispetto al 2024 pro-forma a seguito degli investimenti realizzati e dell’entrata in esercizio di cespiti precedentemente in costruzione, in particolare nelle aree Acqua Italia, Reti e Illuminazione Pubblica. La variazione è influenzata inoltre – spiega la nota – dagli accantonamenti al fondo esodo e mobilità (30 milioni) riconducibili all’avvio dell’utilizzo dell’istituto dell’isopensione. L’Ebit consolidato pro-forma cresce del 2,7% a 488,2 milioni. Tale incremento è riconducibile alla crescita dell’Ebitda – si spiega -, parzialmente compensata dall’aumento degli ammortamenti, delle svalutazioni e degli accantonamenti. Gli oneri finanziari netti pro-forma sono pari a 97,2 milioni, dai 93,0 milioni dello stesso periodo del 2024. Al 30 settembre 2025, il costo globale medio del debito del gruppo Acea si attesta al 2,04% rispetto al 2,16% del 31 dicembre 2024. L’indebitamento finanziario netto del gruppo aumenta di circa 140 milioni, passando da 4.944 milioni del 31 dicembre 2024 a 5.083 milioni al 30 settembre 2025. Il gruppo Acea “conferma la strategia di focalizzazione sullo sviluppo di infrastrutture sostenibili in contesti regolati, con l’obiettivo di mantenere una solida struttura finanziaria e generare un impatto positivo sulle performance operative ed economiche”, si legge nella nota. In merito all’offerta ricevuta il 4 giugno da Eni Plenitude per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Acea Energia, il gruppo spiega che l’operazione, “coerente con la strategia delineata nel Piano Industriale 2024-2028, contribuirà al consolidamento del ruolo di Acea come operatore infrastrutturale, consentendo di reinvestire i proventi della cessione nello sviluppo di business regolati, con particolare attenzione al potenziamento degli investimenti per la messa in sicurezza della rete di distribuzione elettrica di Roma”. “Grazie al forte incremento dei risultati conseguiti nei primi nove mesi dell’anno, Acea conferma il percorso di crescita organica e sostenibile comunicato ai mercati, in virtù dell’ottimizzazione di processi, attività e prodotti. L’Ebitda ordinario e l’utile netto crescono, così come gli investimenti”, ha commentato l’a.d. di Acea Fabrizio Palermo nella nota con cui la società diffonde i risultati dei primi nove mesi. “Questi risultati dimostrano l’efficacia delle azioni manageriali: abbiamo reso l’azienda più solida dal punto di vista finanziario ed industriale. L’ampia visibilità che abbiamo oggi sulla performance del gruppo ci consente di rivedere al rialzo la guidance 2025 in termini di Ebitda”, ha aggiunto.
Terna, oltre 2 mld di investimenti nei primi nove mesi del 2025. Ebitda oltre i 2 mld
Il Consiglio di Amministrazione di Terna, riunitosi ieri, sotto la presidenza di Igor De Biasio, ha esaminato e approvato i risultati al 30 settembre 2025, illustrati dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Giuseppina Di Foggia.
Nei primi nove mesi del 2025, circa il 42,7% del fabbisogno totale di energia elettrica in Italia è stato coperto da fonti rinnovabili; nel periodo, la richiesta di energia elettrica è stata pari a 233,3 TWh.
In tale contesto, Terna ha registrato un miglioramento dei propri risultati economico-finanziari, proseguendo nella forte accelerazione degli investimenti a beneficio della transizione energetica, dell’efficienza e della sicurezza del sistema elettrico, e della sicurezza energetica del Paese: nel corso dei nove mesi gli investimenti hanno superato i 2 miliardi di euro, raggiungendo il valore di 2.087,5 milioni di euro, con un incremento del 22,9% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Si segnala inoltre che l’EBITDA dei primi nove mesi del 2025 ha superato i 2 miliardi di euro.
“I risultati dei nove mesi testimoniano la solidità del Gruppo Terna e consentono, ancora una volta, di creare valore per i nostri azionisti, ai quali oggi confermiamo un acconto sul dividendo in linea con la dividend policy del nostro Piano Industriale”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Proseguiamo con impegno il nostro lavoro, consapevoli che lo sviluppo della rete di trasmissione e tutte le iniziative intraprese da Terna diano un importante contributo alla transizione energetica e alla crescita del Paese. In tal senso, l’asta MACSE ha rappresentato un momento determinante: l’Italia è diventata un benchmark mondiale nella gestione del mercato dello stoccaggio elettrico. Gli accumuli contribuiranno alla sicurezza del sistema elettrico, a ridurre progressivamente la dipendenza dalle fonti fossili e a contenere il costo dell’energia. Reti, rinnovabili e accumuli sono capisaldi di un sistema elettrico sempre più sostenibile, dal punto di vista economico e ambientale, nonché strumenti per raggiungere l’indipendenza energetica dell’Italia”, ha concluso l’AD di Terna.
*Sussistendo i requisiti previsti dal principio contabile internazionale IFRS 5 i risultati complessivi dei primi nove mesi degli esercizi 2025 e 2024 attribuibili alle controllate sudamericane oggetto del progetto di cessione, avviato a fine 2021, sono classificati nella voce “Risultato netto del periodo delle attività destinate alla vendita” del prospetto di conto economico riclassificato del Gruppo. Le attività e passività al 30 settembre 2025 relative allo stesso perimetro sono classificate nella voce “Attività nette destinate alla vendita” del prospetto della Situazione patrimoniale-finanziaria riclassificata del Gruppo.
I ricavi dei primi nove mesi del 2025, pari a 2.882,3 milioni di euro, registrano un aumento di 234,9 milioni di euro (+8,9%) rispetto al corrispondente periodo del 2024. Tale risultato è dovuto prevalentemente alla crescita dei ricavi delle Attività Regolate, imputabile, in particolare, all’aumento del capitale investito riconosciuto (RAB) in ragione dell’entrata in esercizio dei nuovi investimenti, parzialmente compensato da una riduzione degli incentivi output based.
Significativo anche il contributo delle Attività Non Regolate, trainato principalmente dall’incremento dei ricavi nel business Equipment – Gruppo Tamini e Gruppo Brugg Cables – e nel business Energy Services.
Nel terzo trimestre dell’anno i ricavi sono cresciuti del 10,6% a 988,1 milioni di euro (893,0 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente).
L’EBITDA (Margine Operativo Lordo) dei primi nove mesi del 2025 si attesta a 2.026,3 milioni di euro, in crescita di 134,1 milioni di euro (+7,1%) rispetto ai 1.892,2 milioni di euro dei primi nove mesi del 2024, per il miglior risultato sia delle Attività Regolate sia delle Attività Non Regolate. Il dato dell’EBITDA relativo al terzo trimestre del 2025 mostra un incremento del 5,0% a 666,5 milioni di euro (635,0 milioni di euro nello stesso periodo del 2024).
L’EBIT (Risultato Operativo) del periodo, a valle di ammortamenti e svalutazioni, è pari a 1.347,8 milioni di euro, rispetto ai 1.256,8 milioni di euro dei primi nove mesi del 2024 (+7,2%). Gli oneri finanziari netti del periodo, pari a 131,7 milioni di euro, rilevano un incremento di 26,8 milioni di euro, rispetto ai 104,9 milioni di euro dei primi nove mesi del 2024, dovuto essenzialmente all’erogazione di nuovi finanziamenti e alla riduzione dei proventi finanziari rilevati nel periodo, parzialmente compensati dai maggiori oneri finanziari capitalizzati.
Il risultato ante imposte si attesta a 1.216,1 milioni di euro, in aumento di 64,2 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2024 (+5,6%). Le imposte del periodo sono pari a 362,4 milioni, in aumento di 23,7 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2024 (+7,0%), principalmente per effetto del maggior risultato ante imposte. Il tax rate si attesta pertanto al 29,8%, in crescita rispetto al dato dei primi nove mesi del 2024 (29,4%). L’utile netto di Gruppo del periodo si attesta a 852,7 milioni di euro, in crescita di 40,1 milioni di euro rispetto agli 812,6 milioni dei primi nove mesi del 2024 (+4,9%).
Nel terzo trimestre, l’utile netto di Gruppo è stato pari a 265,0 milioni di euro (267,8 milioni nello stesso periodo del 2024).
La situazione patrimoniale consolidata al 30 settembre 2025 registra un patrimonio netto di Gruppo pari a 7.768,1 milioni di euro, a fronte dei 7.524,2 milioni di euro al 31 dicembre 2024. L’indebitamento finanziario netto si attesta a 11.669,2 milioni di euro, rispetto agli 11.160,4 milioni di euro al 31 dicembre 2024, a supporto dell’importante crescita degli investimenti per lo sviluppo di un sistema elettrico sempre più sicuro ed efficiente.
Gli investimenti complessivi realizzati dal Gruppo Terna nel periodo sono pari a 2.087,5 milioni di euro, in crescita del 22,9% rispetto ai 1.699,2 milioni del corrispondente periodo del 2024. Tra i principali progetti si segnalano gli avanzamenti del Tyrrhenian Link, il collegamento elettrico sottomarino fra Campania, Sicilia e Sardegna; dell’Adriatic Link, l’elettrodotto sottomarino fra Abruzzo e Marche; del collegamento tra la Toscana, la Corsica e la Sardegna (Sa.Co.I.3); gli interventi per incrementare la sicurezza e l’efficienza della rete elettrica in alta e altissima tensione nelle aree interessate dai Giochi Olimpici e Paralimpici Milano Cortina 2026; quelli per accrescere la capacità di scambio fra la Calabria e la Sicilia (collegamento Bolano-Annunziata); fra le diverse zone del mercato elettrico in Sicilia (collegamenti Chiaramonte Gulfi-Ciminna e Paternò-Pantano-Priolo), a cui si aggiungono le attività realizzative dei collegamenti Colunga-Calenzano, fra Emilia-Romagna e Toscana, e Cassano-Chiari, in Lombardia. Prosegue inoltre il piano di installazione di apparecchiature, fra cui compensatori sincroni, resistori stabilizzanti e reattori, a beneficio della sicurezza della rete, per complessivi circa 88 milioni di euro investiti nei primi nove mesi del 2025.
Nel periodo sono proseguite anche le attività di rinnovo di linee aeree e dei macchinari di stazione che hanno visto, al 30 settembre 2025, la sostituzione di 767 km di terne e di 11 macchine, fra autotrasformatori e reattori.
Fs, Donnarumma a Bruxelles: investimenti, internazionalizzazione e innovazione per l’Av europea
A Bruxelles, presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia nel Regno del Belgio, Federica Favi, l’amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Fs, Stefano Antonio Donnarumma, ha presentato le linee guida della strategia di sviluppo in linea con il Piano Industriale 2025-2029. Al centro del dibattito ‘Lo sviluppo delle infrastrutture e l’espansione internazionale del Gruppo FS: i piani per un’alta velocita’ europea’ piu’ investimenti, una presenza internazionale sempre piu’ forte e un’attenzione costante a innovazione e sostenibilita’. ‘Fs e’ una delle maggiori aziende ferroviarie europee, con quasi 100mila dipendenti – di cui oltre 12mila all’estero – e un fatturato vicino ai 17 miliardi di euro, destinato a crescere fino a 20 miliardi l’anno. Ogni anno trasportiamo 570 milioni di passeggeri in Italia e 230 milioni all’estero’, ha dichiarato Donnarumma. L’incontro ha visto la partecipazione di stakeholder internazionali e autorevoli rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee. Tra gli obiettivi piu’ ambiziosi c’e’ quello di portare il Frecciarossa nel tunnel sotto la Manica, collegando Londra e Parigi, una delle tratte piu’ frequentate d’Europa, dove la domanda supera spesso l’offerta. ‘Siamo interessati a operare tra Londra e Parigi, anche perche’ i nostri treni gia’ arrivano nella capitale francese partendo dall’Italia’, ha spiegato Donnarumma. Un altro progetto riguarda la Germania, dove FS intende entrare nel mercato dell’Alta Velocita’, con possibili collegamenti tra Milano e Monaco, e in futuro Berlino.
Costruzioni, Di Franco (Fillea): “il governo rischia di spegnere il motore”
“Un piano casa annunciato ma di cui non si vede nessuna risorsa economica. Non sono previsti interventi per l’efficientamento energetico, solo tagli ad opere pubbliche, che impattano sulla vita di lavoratori, pendolari, pensionati a causa di gravi carenze su tramvie, strade statali, manutenzioni ferroviarie e sulle grandi città metropolitane di Roma, Milano. Detrazioni sulle ristrutturazioni insufficienti e limitate ad uno spazio temporale di un anno, che favoriscono lavoro nero e irregolare, bonus mobili prorogati solo per un anno, insufficienti rispetto all’effetto dazi”. E’ il quadro tracciato dal segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco, dopo l’improvvisa accelerazione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini su TU edilizia, piano casa e infrastrutture, che andrà all’esame del prossimo Consiglio dei ministri.
“Una rappresentazione aggravata dal mancato pagamento del caro materiali per opere già eseguite (relative all’ultimo trimestre 2024 e ai primi cinque mesi del 2025 previste dal Dl Aiuti) e dalla mancanza di liquidità (da giugno 2026) derivante dalla fine del Pnrr”, precisa il segretario. Tuttavia, “Stiamo registrando, anche nei cantieri PNRR, un rallentamento della produzione con difficoltà economiche nell’intera filiera degli appalti, che causano anche ritardi nei pagamenti dei lavoratori. Pertanto riteniamo che senza alcun intervento da parte del Governo le imprese sane rischiano di essere costrette a cedere il passo ad operatori economici meno qualificati, che si accaparrano lavori a costi bassissimi, generando spesso carenze in materia di salute e sicurezza e di diritti dei lavoratori”. “Lo scenario – aggiunge Di Franco – è reso ancora più grave se si considera che nel 2024 su 62 mila appalti di lavori pubblici per quasi 61 miliardi di euro, circa il 90%, è stato assegnato senza nessun confronto concorrenziale (dati Anac)”. In sintesi, “il Governo non paga quanto dovrebbe per il 2024-2025 e annuncia che per il 2026 quanto necessario per il caro materiali sarà a carico delle stazioni appaltanti, quindi a saldi zero per lo Stato. “Quindi – conclude il segretario della Fillea Cgil – per portare a termine i lavori in corso le stazioni appaltanti pubbliche (Enti locali, Rfi, Anas) dovranno rivedere i tempi di realizzazione di altre opere già programmate ma non ancora appaltate. Con una manovra di bilancio che non introduce elementi di crescita per il Paese, l’arretramento delle costruzioni rischia di essere il colpo finale all’industria già ferma da mesi. Pertanto sarà ancor più importante la discussione e il confronto allargato che come organizzazione sindacale, affronteremo con parti sociali e datoriali, partendo dall’indagine scientifica del Cresme: ‘COSTRUZIONI. Il valore dell’Industria Casa nell’economia italiana’. Una ricerca che presenteremo il 18 novembre Roma alle 10.30 al Centro Congressi di via Frentani”.
Direttiva Due diligence, ok dal Parlamento Ue. Salta obbligo piano di transizione per aziende
Via libera dalla plenaria del Parlamento Ue – con 382 voti a favore, 249 contrari e 13 astenuti, al primo provvedimento omnibus, per la semplificazione delle direttive CSDDD e CSRD sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale. Il provvedimento è passato, oltre che con i voti dei popolari, con i voti a favore di Ecr, Patrioti. Contrari S&d e Verdi. Mentre Renew Europe risulta diviso. Durante le votazioni sono passati infatti gli emendamenti del Ppe e molti emendamenti dell’Ecr. Adesso potranno iniziare i negoziati finali (triloghi) con il Consiglio Ue.
Il pacchetto prevede che la direttiva sugli obblighi di reportistica ambientale sarà applicata alle imprese con oltre 1750 dipendenti e con un fatturato netto annuo superiore a 450 milioni di euro. La stessa soglia si applicherebbe anche all’obbligo di pubblicare informazioni sulla tassonomia degli investimenti sostenibili. La proposta della Commissione riduceva l’ambito di applicazione alle grandi imprese con più di 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio superiore a 25 milioni di euro.
Le norme di rendicontazione saranno inoltre semplificate includendo meno dettagli qualitativi, e le relazioni settoriali, ad ora obbligatorie, diventeranno facoltative. Inoltre, tali grandi imprese non potranno più chiedere alle Pmi informazioni aggiuntive rispetto a quelle previste negli standard volontari. Gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità dovrebbero tenere conto delle difficoltà, comprese le limitazioni giuridiche derivanti dalla direttiva, che le imprese potrebbero incontrare nel raccogliere informazioni dagli attori lungo tutta la loro catena del valore. Le informazioni del report sulla sostenibilità dovrebbero essere “proporzionate e pertinenti alle capacità e alle caratteristiche delle imprese nelle catene del valore, nonché alla portata e alla complessità delle loro attività.
Le imprese non sono tenute a comunicare informazioni sul capitale intellettuale, sulla proprietà intellettuale o sul know-how, informazioni commerciali o tecnologiche che costituiscono segreti commerciali.
La Commissione, previa consultazione delle parti interessate, elabora linee guida volontarie specifiche per settore al fine di assistere le imprese dello stesso settore nella conduzione della loro valutazione di rilevanza. Tali linee guida forniscono un sostegno mirato per l’identificazione e la divulgazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità in materia di sostenibilità rilevanti per il settore, garantendo la coerenza e la comparabilità tra le imprese che operano nello stesso settore.
La Commissione istituisce un portale digitale dedicato alla rendicontazione che funge da sportello unico per le imprese. Il portale fornisce libero accesso a tutti i modelli, le linee guida e le informazioni relative a tutti gli obblighi di rendicontazione imposti alle imprese dal diritto dell’Unione, compresi gli strumenti volontari, adeguati alle dimensioni, al settore, ai prodotti e ai servizi dell’impresa e alla sua esposizione al rischio. Il portale fornisce inoltre accesso alle informazioni sulle opportunità di finanziamento e di appalto per aiutare le imprese ad attuare, rispettare e trarre vantaggio dai loro obblighi di dovuta diligenza. Il campo di applicazione delle direttiva CSDDD sugli obblighi di due diligence viene ridotto alle imprese con oltre 5000 dipendenti e un fatturato oltre 1,5 miliardi.
Queste imprese dovranno adottare un approccio proporzionato al livello di rischio (risk-based approach) per individuare e mitigare il loro impatto negativo sulle persone e sull’ambiente. Invece di richiedere sistematicamente informazioni ai loro partner commerciali più piccoli, tali aziende dovrebbero utilizzare solo le informazioni già disponibili, e potrebbero richiedere ulteriori informazioni ai loro partner commerciali più piccoli solo come ultima risorsa. Qualora non sia possibile per le imprese prevenire, mitigare, porre fine o ridurre al minimo tutti gli impatti negativi individuati con la due diligence, le imprese possano dare priorità agli impatti negativi più gravi e più probabili. Una volta affrontati gli impatti negativi più gravi e più probabili entro un termine ragionevole, la società affronta gli impatti negativi meno gravi e meno probabili. Le società non dovranno penalizzate per eventuali danni derivanti da impatti negativi meno significativi che non sono stati ancora affrontati. Inoltre, la cessione delle relazioni di una società madre con un partner che causa impatti negativi sull’ambiente o sui diritti umani diventa facoltativa. L’obbligo in capo alle imprese di presentare i piani di transizione climatica è stato eliminato.
Sulla responsabilità civile delle imprese, le imprese inadempienti sarebbero responsabili dei danni causati secondo le normative nazionali, e non a livello dell’Ue, e sarebbero tenute a risarcire integralmente le proprie vittime. La norma originaria puntava a introdurre per la prima volta un regime di responsabilità civile omogeneo in tutta l’Ue. Le aziende inadempienti per non aver rispettato gli obblighi di due diligence potrebbero essere soggette a una multa la cui entità sarà stabilita dalla Commissione e dagli Stati membri.
Due diligence, Ecco thin tank: persi obiettivi primari
Il voto sul pacchetto hashtag#Omnibus ha ridotto in modo sostanziale la portata delle direttive sulla finanza sostenibile su reporting e due diligence (CSRD e CSDDD). In particolare, l’indebolimento del perimetro di applicazione, che esenta molte imprese europee dalla reportistica, e la rimozione dei piani di transizione come requisito per le imprese compromettono la capacità dell’Europa di costruire un sistema finanziario realmente allineato agli obiettivi climatici. La scelta del Partito Popolare Europeo di votare insieme all’estrema destra segna un precedente pericoloso, che mette in discussione la capacità del Parlamento di difendere il quadro normativo del Green Deal. Oggi assistiamo alla prova che la semplificazione è in realtà deregolamentazione. Così, il think tank italiano Ecco. “Con uno scope così ridotto e senza piani di transizione si perdono gli obiettivi primari della CSRD e CSDDD. L’Europa non può permettersi di rinunciare agli strumenti che servono non solo a orientare capitali e imprese verso decarbonizzazione e competitività, ma anche a gestire i rischi economici finanziari legati ai cambiamenti climatici”, afferma l’analista Ecco Beatrice Moro.
Mappe catastali, ora i cittadini possono consultarle online. Al via il nuovo servizio gratuito sul sito dell’Agenzia
Consultare e scaricare le mappe del territorio italiano direttamente dal proprio pc. È ora possibile grazie al nuovo servizio gratuito messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate sul sito istituzionale e rivolto a tutti i cittadini. Per utilizzarlo basta accedere con le proprie credenziali Spid, Cie o Cns, selezionare i fogli di mappa di interesse e il formato desiderato. Si amplia così la gamma dei servizi telematici a disposizione dei contribuenti, in linea con le norme in materia di rafforzamento dei servizi digitali (Dlgs n. 1/2024). Finora l’accesso alla cartografia catastale era riservato ai professionisti tramite la piattaforma Sister. Per utilizzare il nuovo servizio di “Consultazione dei fogli di mappa catastale” basta accedere all’Area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate mediante SPID, carta di identità elettronica (CIE), carta nazionale dei servizi (CNS). Ciascun utente può scegliere tra due funzionalità: una permette di ottenere i file vettoriali dei fogli di mappa catastali aggiornati, in vari formati e nei diversi sistemi di riferimento; l’altra, invece, consente di ottenere i file immagine degli interi fogli Originali di Impianto della mappa (vale a dire gli esemplari unici disegnati a mano al momento dell’impianto del sistema cartografico catastale) o di un loro estratto, limitato ad alcune particelle di interesse. Il servizio è attivo in tutto il territorio nazionale, ad eccezione delle zone nelle quali il Catasto è gestito dalle Province Autonome di Trento e di Bolzano.
I file vettoriali della mappa possono essere scaricati nei formati CXF, CML, DXF e anche GeoJSON (un formato open di interscambio dei dati geospaziali), con le pertinenti informazioni di metadatazione (in formato TXT). Le mappe sono disponibili in diversi sistemi di riferimento: Originario Catastale, Roma 40 Gauss-Boaga ed ETRF2000. I file immagine degli Originali di Impianto, già oggetto di georeferenziazione e di recupero di eventuali deformazioni, sono rilasciati nel formato JPG, unitamente ai dati di georeferenziazione (in formato JGW) e di metadatazione (in formato TXT). L’estratto dell’Originale di Impianto è rilasciato nel formato PDF.
Saipem lancia LiSa Hyper Harness, l’imbracatura intelligente per la maggiore sicurezza dei lavoratori in quota
Saipem, in linea con il proprio impegno per l’innovazione e la sicurezza nei cantieri, presenta LiSa Hyper Harness, una novità tecnologica nel campo della sicurezza sul lavoro. Si tratta di uno smart safety harness,ovvero un’imbracatura intelligente salvavita che monitora l’applicazione della cintura di sicurezza dei lavoratori nelle operazioni in quota, contribuendo a proteggerli e a ridurne i rischi. Il funzionamento è semplice ed efficace: in caso di mancato o scorretto aggancio al sistema di protezione in quota, l’imbracatura emette un segnale acustico immediato, proprio come avviene per le cinture di sicurezza in auto. Inoltre, il sistema invia automaticamente una notifica ad un supervisore che può intervenire tempestivamente per verificare la situazione. Il nuovo smart safety harness è dotato di sensori intelligenti ed è collegato a una piattaforma centrale che raccoglie e analizza i dati, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia del dispositivo nel tempo e promuovere una cultura della sicurezza basata su comportamenti responsabili e consapevoli. LiSa Hyper Harness è stata ideata da Saipem e sviluppata insieme ad altre due realtà italiane: Confezioni Mario De Cecco, fornitore di dispositivi di protezione individuali che si occuperà anche della distribuzione commerciale del dispositivo, e la startup tecnologica R13 Technology srl, spin‑off accademico con base a L’Aquila. Il sistema è attualmente in fase di produzione e sarà introdotto progressivamente nei cantieri Saipem, in linea con il proprio Piano Strategico per la Sicurezza, che vede la sicurezza di tutto il personale e delle operazioni come principio fondante della cultura aziendale del gruppo, basata su formazione, prevenzione e miglioramento continuo. Saipem punta a estendere l’applicazione della soluzione anche oltre i propri cantieri, collaborando con clienti e partner per contribuire a rafforzare la protezione nelle attività in quota.
A Milano la seconda edizione degli Stati Generali del Rinnovamento Energetico di Rete Irene
Si è svolta ieri presso BASE Milano la seconda edizione degli Stati Generali del Rinnovamento Energetico, promossa da Rete Irene, network di 15 aziende italiane e 8 partner industriali specializzati nella riqualificazione energetica degli edifici. L’evento ha riunito istituzioni, imprese, professionisti e stakeholder del settore per affrontare in modo operativo le sfide della transizione energetica nel patrimonio edilizio esistente. “Agli SGRE 2025 ancora una volta Rete Irene ha assunto una posizione forte e chiara sul proprio mercato di riferimento, supportando professionisti ed industrie e mettendo al centro della propria agenda tutti gli elementi chiave per poter governare il mercato e trasformare le occasioni in opportunità: incentivi, conto termico 3.0, gestione dell’energia, direttiva EPBD, attenzione all’ambiente, cura del valore patrimoniale delle famiglie e strumenti di finanza innovativi” ha dichiarato Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene. “Questi gli argomenti principali trattati e approfonditi oggi con il chiaro ed unico obiettivo: il rinnovamento energetico e sismico del patrimonio edilizio esistente deve tornare al centro del dibattito e del dialogo con le nostre istituzioni. Oggi la filiera ha dato un segnale forte ed ha fatto comprendere la sua rilevanza a supporto del futuro dell’intero paese”. Dal canto suo, nel quinquennio 2021-2025 Rete Irene ha realizzato 230 interventi di rinnovamento profondo per un valore economico totale degli interventi di riqualificazione energetica e sismica pari a 297 milioni di euro, che producono ogni anno un risparmio complessivo di energia primaria da fonti fossili per 32,6 milioni di kWh. All’apertura dei lavori ha partecipato anche Enrico Zanetti, consigliere del Ministro dell’Economia e delle Finanze che ha dichiarato: «La proposta fatta da Rete Irene è seria, solida e può essere presa in considerazione perché si fa carico di trovare le risorse economiche per attuarla e certamente rappresenta un passo concreto verso una riqualificazione edilizia più efficiente e sostenibile. È una visione che coniuga innovazione e responsabilità, offrendo strumenti chiari per favorire interventi di qualità e garantire benefici reali ai cittadini e alle imprese, in un contesto in cui serve pragmatismo e un attento uso delle risorse disponibili». Nel corso della tavola rotonda si è parlato anche del tema dell’incapienza fiscale o funzionale e gli strumenti per superarla, tra i quali è stata citata la cessione del credito. Ciò che è emerso è che stante le attuali regole di Eurostat gli strumenti della cessione e dello sconto in fattura non saranno più recuperabili. Al contrario, si potrebbe pensare a un nuovo e diverso meccanismo per affrontare questa criticità che sia compatibile con i vincoli esistenti. La giornata è proseguita con un confronto, sulle condizioni sistemiche che impongono il cambiamento, sottolineando l’urgenza di superare l’attuale instabilità delle regole e di cogliere le opportunità offerte dalla nuova direttiva EPBD e dal Conto Termico 3.0. Quest’ultimo rappresenta una misura strutturale di sostegno agli interventi di efficientamento energetico, con contributi a fondo perduto destinati a pubbliche amministrazioni, privati e terzo settore, e massimali di spesa annua cumulata che raggiungono i 920 milioni di euro. “Il cambiamento – ha aggiunto Mario Tramontin, Vicepresidente di Rete Irene -non accade da solo, ma grazie a persone che credono nel proprio lavoro, nella collaborazione e nel futuro. Agli Stati Generali il nostro intento è quello di andare oltre la descrizione dei problemi: vogliamo costruire soluzioni concrete e condivise. Solo unendo competenze, visione ed entusiasmo possiamo trasformare le idee in risultati reali.” Durante i lavori sono stati presentati casi concreti di riqualificazione energetica sia nel residenziale privato sia nel terzo settore, con testimonianze di amministratori, tecnici e rappresentanti di fondazioni e associazioni. Gli interventi hanno evidenziato come la combinazione di detrazioni fiscali e incentivi possa rendere economicamente vantaggioso il rinnovamento degli edifici, generando risparmi energetici fino al 58% e migliorando il comfort abitativo. Ampio spazio è stato dedicato anche alla qualità degli interventi, certificata attraverso il protocollo CasaClima, che garantisce una riduzione significativa del fabbisogno energetico e la conformità ai criteri di sostenibilità europei. Un ruolo di primo piano è stato riservato agli interventi a favore del terzo settore, che hanno rappresentato una delle testimonianze più significative dell’edizione 2025. Fondazioni, associazioni e realtà non profit hanno illustrato come, grazie alla combinazione di detrazioni fiscali e incentivi, sia stato possibile realizzare interventi di riqualificazione energetica di grande impatto sociale ed economico. Tra i casi più emblematici, la RSA Bellani di Monza e la Croce Rossa di Bergamo hanno conseguito risparmi energetici superiori al 50%, con 4.890 metri quadri di superfici coibentate, la sostituzione di centinaia di serramenti e l’installazione di impianti fotovoltaici con accumulo. Anche la Casa Cambiaghi di Monza ha beneficiato di un risparmio energetico del 40%, dimostrando come la qualità degli interventi possa tradursi in un miglioramento concreto del benessere per le persone più fragili e per le comunità. Inoltre, l’intervento all’Istituto Geriatrico Vergani e Bassi di Gorgonzola, ha permesso una riduzione del fabbisogno energetico del 66% e un significativo incremento della sicurezza strutturale, migliorando la protezione di ospiti e personale in caso di evento sismico. “Gli Stati Generali della Riqualificazione Energetica 2025 hanno confermato che, nonostante il clima di instabilità e i ritardi che caratterizzano questa fase, nel Paese esiste una forte domanda di chiarezza, stabilità e visione. Il confronto tra mondo istituzionale, imprese e società civile ha mostrato che la transizione energetica non è in discussione: va solo rimessa sui binari giusti, con regole più stabili, strumenti più accessibili e politiche capaci di coinvolgere tutti, non solo chi può permetterselo” ha affermato Virginio Trivella, coordinatore del comitato scientifico di Rete Irene. “Dalla discussione è emersa una convergenza importante: servono proposte concrete e un approccio più equo e pragmatico per rilanciare la rigenerazione del patrimonio edilizio. La proposta di emendamento alla Legge di Bilancio 2026 che abbiamo illustrato va in questa direzione: costruire un quadro di incentivi e finanziamenti che renda finalmente possibile, per tutti, partecipare alla transizione energetica”.
Ita Airways e Assocamerestero insieme per sostenere le imprese italiane all’estero
Ita Airways, la compagnia aerea di riferimento italiana e Assocamerestero – l’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, hanno siglato un accordo volto a favorire la mobilità internazionale delle imprese che fanno parte del sistema camerale italiano nel mondo. L’intesa consentirà agli oltre 20.000 membri della rete Assocamerestero – presente in 63 Paesi con 86 Camere di Commercio Italiane all’Estero – di accedere a condizioni agevolate per i propri viaggi d’affari, rendendo più efficienti e accessibili gli spostamenti tra l’Italia e le principali destinazioni internazionali. In particolare, l’accordo prevede l’attivazione di tariffe corporate dedicate per tutti gli associati ad Assocamerestero, valide su tutte le rotte servite da ITA Airways. “Esprimo profonda soddisfazione per la sottoscrizione di questa partnership con Assocamerestero, realtà con la quale condividiamo valori e la missione di rappresentare e promuovere l’eccellenza del Made in Italy a livello globale – dichiara Joerg Eberhart, Amministratore Delegato e Direttore Generale di ITA Airways. – Questo accordo si inserisce coerentemente nella strategia di ITA Airways, volta a sostenere la competitività delle imprese italiane all’estero, favorendo una mobilità d’impresa sostenibile, efficiente e orientata allo sviluppo del tessuto industriale italiano. Siamo certi che questo rappresenti solo l’inizio di una proficua collaborazione che si consoliderà negli anni a venire”. Mario Pozza, Presidente Assocamerestero, dichiara: “La partnership con ITA Airways, ambasciatrice del Made in Italy nel mondo, si inserisce pienamente nella strategia di Assocamerestero volta a rafforzare le sinergie del sistema Paese. L’accordo non solo valorizza un’eccellenza del trasporto aereo nazionale, ma favorisce la mobilità dei rappresentanti delle business community italiane nel mondo, associate alle Camere di Commercio italiane all’estero, contribuendo così a rafforzare i legami tra l’Italia e i mercati internazionali”.
Aste immobiliari e servizi notarili, firmata la nuova Convenzione tra l’INPS e il Consiglio Nazionale del Notariato
Il presidente dell’INPS, Gabriele Fava e il Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Vito Pace, accompagnati dalle rispettive delegazioni, hanno sottoscritto una Convenzione triennale per la gestione delle aste immobiliari e i servizi notarili. La Convenzione – di durata triennale – rafforza la collaborazione fra le due istituzioni per la gestione delle procedure d’asta telematica, le procedure esecutive immobiliari, i contratti di mutuo con surroga, i rinnovi delle ipoteche e altri servizi notarili connessi alla valorizzazione e vendita del patrimonio immobiliare dell’Istituto. Avvalendosi della Rete Aste Notarili (RAN*), la piattaforma telematica del Notariato dedicata alle dismissioni immobiliari, e grazie al coordinamento dei Consigli Notarili Distrettuali, sarà assicurata massima efficienza, trasparenza e tempi certi nelle procedure di vendita. La selezione dei notai seguirà criteri di rotazione garantendo equità di accesso e tutela per tutte le parti coinvolte. La Convenzione fissa, inoltre, regole e garanzie per la protezione dei dati personali e il rispetto della normativa vigente sulla privacy, in modo da mantenere la riservatezza delle informazioni durante tutte le fasi procedurali.
Per Fava, “l’accordo con il Consiglio Nazionale del Notariato rappresenta un passaggio di alto rilievo nel processo di modernizzazione e semplificazione delle procedure esecutive immobiliari. È un’intesa che consolida il dialogo tra Istituzioni e professioni ordinistiche, riconoscendo al notariato il ruolo di garante della legalità e della fiducia, a beneficio dei cittadini e del sistema economico del Paese. L’INPS prosegue con determinazione nel percorso di razionalizzazione e valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare, in coerenza con il piano strategico definito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e con la cabina di regia istituita dal Ministro Giancarlo Giorgetti e coordinata dal Sottosegretario Lucia Albano. Questo accordo non è soltanto un passo tecnico: è l’espressione di una visione di governance pubblica fondata sulla responsabilità, sull’efficienza e sul valore sociale del bene comune.” “Questo protocollo – ha detto Pace – è particolarmente importante per il Notariato perché certifica quello che ormai da diversi anni è un rapporto di proficua collaborazione con l’INPS. Questa volta sigliamo una convenzione a 360 gradi volta a far sì che – attraverso la struttura e la funzione del Notariato – si possano dismettere sul territorio gli immobili INPS che non attengono al patrimonio strumentale, ma essa favorisce anche altri servizi integrativi come quello relativo alle procedure esecutive e i mutui con surroga. L’INPS e il Notariato sono due istituzioni dello Stato che collaborano insieme per svolgere servizi a favore della collettività rendendo così un contributo importante per lo sviluppo del “sistema Paese”.
L’INPS ha completato un’importante evoluzione nella gestione e valorizzazione del suo patrimonio immobiliare da reddito grazie a questa nuova Convenzione. L’accordo rappresenta il culmine di un percorso volto a ottimizzare l’attività di gestione patrimoniale dell’Istituto ed è stato concepito per facilitare l’INPS nella valorizzazione del patrimonio immobiliare, in particolare integrando una serie di servizi accessori che non erano previsti nella precedente Convenzione. Tali servizi aggiuntivi, forniti attraverso la funzione rogante dei notai, sono destinati ad agevolare significativamente i processi dell’Istituto. Questi includono, ad esempio, visure o verifiche relative ai diritti di proprietà, operazioni che in passato venivano richieste dall’Istituto singolarmente, comportando un notevole dispendio di risorse. Tali attività trovano ora un’allocazione più corretta e funzionale nella nuova Convenzione. Con questa collaborazione, si conferma l’impegno congiunto di INPS e Notariato per favorire cittadini, enti e operatori del settore tramite servizi innovativi, sicuri e sostenibili.
Crisi d’impresa: la composizione negoziata diventa lo strumento preferito
La composizione negoziata, introdotta per consentire il risanamento di aziende in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, dal 2025 è il principale strumento di soluzione della crisi di impresa. Oltre 3.600 istanze, 1.800 in più dello scorso anno; più di 2mila archiviate, di cui 423 con esito positivo che hanno coinvolto 23mila dipendenti complessivi; 320 i giorni necessari ad accompagnare le aziende in un percorso di risanamento e di soluzione della crisi. Sono i più recenti dati (aggiornati al 10 novembre) sulla composizione negoziata, elaborati da Unioncamere, e diffusi oggi in occasione del convegno “La composizione negoziata della crisi di impresa: il bilancio di 4 anni”. L’attrattività di questo strumento stragiudiziale si deve a una serie di vantaggi, tra i quali il carattere stragiudiziale e volontario, le tempistiche brevi stabilite per legge, le trattative riservate tra debitore e creditore, i costi contenuti e la salvaguardia della continuità aziendale, la gestione diretta dell’impresa e l’accesso alle misure protettive del patrimonio. “La composizione negoziata funziona sempre più: il numero delle aziende in difficoltà che vi ricorre cresce e gli esiti positivi sono raddoppiati rispetto allo scorso anno”, ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Questo strumento realmente contribuisce ad evitare la chiusura di tante aziende e a salvare decine di migliaia di posti di lavoro. Sono soprattutto le imprese più grandi a farvi ricorso. Servirebbe quindi rendere più semplici alcune procedure che facilitino in particolare le aziende più piccole”.