LA STRATEGIA DEL MIMIT

Imprese, IA ferma al 5% ma con le nuove tech impatto fino a 26 mld

Nel documento del dicastero guidato da Adolfo Urso anche il rilancio del Metaverso: “il contributo nel periodo compreso tra il 2024 e il 2029 raggiungerebbe un valore tra i 34,6 e 47,2 miliardi di euro”. Sono almeno dieci le piattaforme già presenti sul mercato per favorire nelle aziende l’implementazione delle tecnologie di realtà aumentata e virtuale. Il settore delle smart city e del monitoraggio delle infrastrutture e pianificazione urbana è tra i più interessati: “città come Roma e Bologna hanno iniziato ad utilizzare digital twin supportati da Ar e Vr per ottimizzare la pianificazione di interventi di riqualificazione”.

27 Apr 2025 di Mauro Giansante

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Non ci sono alternative. Le imprese italiane sono chiamate alla prova della digitalizzazione per innovarsi, rinnovarsi, funzionare meglio nel mondo che avanza. Intelligenza artificiale, realtà virtuale, realtà aumentata, ma anche il quasi dimenticato metaverso. Il mondo delle tecnologie è vastissimo. A proposito di metaverso: un report di Siemens dello scorso anno ha evidenziato un aumento degli investimenti nel Metaverso industriale, con il 62% delle aziende che ha incrementato i budget, in particolare tra le medie imprese. In Italia, invece, solo dal 2020 al 2023 sono stati registrati 482 progetti innovativi in realtà aumentata, mista e virtuale con un impatto economico stimato tra 18,8 e 25,7 miliardi di euro entro il 2029. Non male, tutt’altro. Ecco perché serve accelerare.

Di qui, la strategia appena varata dal Ministero delle imprese e del made in Italy per valorizzare le nostre imprese e aumentare il loro livello di competitività e di innovazione. Sei capitoli sui quali il dicastero guidato da Adolfo Urso ha appena aperto una consultazione pubblica fino al 24 maggio prossimo per inviare commenti e osservazioni al documento. “Le nostre aziende sono in ritardo nella digitalizzazione: stando all’indice Desi (Digital Economy and Society Index) sviluppato dalla Commissione europea, l’Italia nel 2022 si classificava al diciottesimo posto tra i ventisette Paesi europei”, ricorda amaramente il documento. “Molta strada resta ancora da percorrere per quanto riguarda la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, delle quali solo il 60,7% possiede un livello base di intensità digitale, di poco al di sopra della media europea (57,7%) ma con ampi margini di miglioramento”. E ancora “critica, specialmente alla luce dell’importanza che la tecnologia avrà in futuro”, è la situazione delle aziende in quanto ad applicazione di soluzioni di intelligenza artificiale: “scarsa”. Con un indice di diffusione del 5%, più basso di quello di Germania (11,6%), Spagna (9,2%) e Francia (5,9%). Stesso discorso preoccupante vale per i cosiddetti big data (grande mole di dati utilizzati dalla singola azienda), meglio nel caso del cloud, cioè l’architettura informatica che contiene dati, files, informazioni.

Intanto, il Mimit punta già da due anni a sostenere investimenti in blockchain e nel Metaverso e con 350 milioni di euro l’obiettivo è  potenziare i centri di trasferimento tecnologico specializzati in intelligenza artificiale, arrivando a creare 27 nuovi poli e rafforzare quelli esistenti.

Gli obiettivi della strategia e la situazione nelle imprese italiane

Gli obiettivi della strategia sono molteplici: anzitutto, attirare nuovi talenti puntando su programmi universitari innovativi e specifici nelle aree di computer science, intelligenza artificiale e design. Potenziando, inoltre, le partnership tra università e industrie. Operativamente, occorre poi “favorire e supportare le imprese sia nello sviluppo di tecnologie, soluzioni, prodotti, dispositivi, applicazioni relative al rafforzamento e alla diffusione del sistema dei mondi virtuali e del Metaverso, per esempio in use case come gemelli digitali, repliche virtuali di asset fisici che migliorano la progettazione, il testing e la formazione in tempo reale”. Ma per farlo, servirà “un’infrastruttura digitale robusta per supportare la crescita del Metaverso che richiede investimenti mirati a raggiungere una connettività ultra-broadband diffusa per servire le aziende e i consumatori in tutta Italia”.

Anche a livello regolatorio c’è tanto da fare perché sono coinvolte questioni di privacy, tutela dei dati, moderazione dei contenuti, identità virtuali, aspetti fiscali, concorrenza, proprietà intellettuale e cybersecurity. Ecco perché si punta a favorire un approccio transnazionale di cooperazione e sinergie di ogni tipo, di coerenza tra norme nazionali e le esigenze dell’uso di tecnologie nelle imprese, un approccio che sia anche etico nel contesto Ue.

Il settore delle infrastrutture tra i più coinvolti

Tra i settori più coinvolti in questa rivoluzione già in corso c’è quello delle smart city, del monitoraggio delle infrastrutture e della pianificazione urbana, dove – ricorda il documento – le tecnologie di realtà aumentata e virtuale  stanno rivoluzionando l’approccio alla gestione e allo sviluppo delle città intelligenti. Alcuni esempi: con queste tecnologie è possibile sovrapporre informazioni geospaziali e dati in tempo reale direttamente nell’ambiente fisico, come nel caso del monitoraggio strutturale dei ponti, dove i tecnici sul campo possono visualizzare dati relativi a tensioni, vibrazioni e degrado dei materiali, direttamente attraverso visori o dispositivi mobili. Ancora, con la realtà virtuale si possono effettuare simulazioni immersive di scenari urbani, come nella progettazione di nuovi quartieri o di infrastrutture di mobilità sostenibile, permettendo a progettisti e amministratori di testare diverse soluzioni in un ambiente virtuale prima di implementarle fisicamente. Su questo, il Mimit cita i casi di Roma e Bologna che hanno iniziato ad utilizzare digital twin supportati da Ar e Vr per ottimizzare la pianificazione di interventi di riqualificazione urbana.

Con il 3D smart city si producono, invece, tecnologie che implementano Ar e Vr per progetti come la gestione smart delle reti idriche e il monitoraggio delle infrastrutture energetiche, migliorando la sostenibilità e la resilienza delle città. Ma questi strumenti possono trovare applicazione anche nella gestione di emergenze urbane, come simulazioni di evacuazione o analisi predittiva di eventi meteo estremi, rendendo le città più sicure ed efficienti.

La digitalizzazione della Pa

Sul fronte della pubblica amministrazione, anche qui il lavoro da fare è enorme in termini di digitalizzazione. Il gap principale sofferto dal sistema italiano è infrastrutturale, poiché – si legge nella strategia Mimit – “l’aumento esponenziale della presenza su territorio di sensori con chip RFID o con connettività basata su 5G, necessario per l’integrazione tra mondo reale e mondo virtuale, dovrà prevedere di pari passo un’architettura in grado di produrre, anche simultaneamente, elevati picchi di trasferimento dati, copertura costante di ambienti e bassa latenza per un servizio affidabile”. Serviranno poi “notevoli investimenti in infrastruttura 5G e datacenter a supporto del Metaverso dalle telco e player specializzati nella trasmissione di dati internazionali, che anticipano
l’incremento dei volumi e dell’immediatezza richiesti”.

Gli altri settori e gli scenari

Per quanto riguarda gli altri settori maggiormente interessati dalle nuove tecnologie, la strategia del Mimit menziona al primo posto quello della space economy, includendo l’industria spaziale civile e militare, la difesa, l’automotive, il settore sanitario, ma anche la moda, il comparto audiovisivo, i beni culturali, l’istruzione, lo sport. Ancora, nei comparti dell’agrifood, della manutenzione stradale e del monitoraggio industriale “si registrano i progetti avviati da Realmore in collaborazione con ABB e quelli di Shin Software. I differenti ambiti di applicazione hanno come comune denominatore lo sviluppo di esperienze di AR e VR per dispositivi mobile e wearable di nuova generazione, che consentono di ricreare ambienti immersivi in grado di simulare l’interazione con gli oggetti circostanti”.

Insomma, come ammette lo stesso documento, “non siamo più nella fase sperimentale: si osservano casi d’uso avanzati in tutti i settori di punta in Italia, dove le aziende e le organizzazioni leader nel settore già utilizzano tecnologie e piattaforme AR e VR esistenti nel design, produzione, vendita e servizi inerenti nei prodotti venduti”. Adesso, quindi, è tempo di accelerare perché il futuro delle aziende è già diventato presente.

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