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Le imprese cercano più competenze GREEN: interessate 8 assunzioni su 10

Filiera dell’edilizia protagonista con i tecnici delle costruzioni civili (competenze richieste con elevata importanza al 66,6% delle entrate) e i tecnici della gestione dei cantieri edili (65,7%). Ma non solo, questa competenza è decisiva ai fini dell’assunzione anche di tecnici meccanici (67,1%), specialisti in scienze economiche (66,4%), ingegneri energetici e meccanici (65,6%).

22 Apr 2025 di Maria Cristina Carlini

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Le competenze green sono sempre più richieste dalle imprese, tanto che oggi interessano 8 assunzioni su 10. Nel 2024, infatti, la domanda di lavoratori con attitudine al risparmio energetico e formati alla sostenibilità ambientale è aumentata di 1,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, arrivando a riguardare oltre 4,4 milioni di assunzioni, pari all’80,6% del totale delle entrate programmate. Per il 42,9% dei profili ricercati la competenza green è ritenuta necessaria con un grado elevato. In particolare, l’attitudine green è necessaria per gran parte dei mestieri legati al comparto dell’edilizia, quali ad esempio i tecnici delle costruzioni civili (competenze richieste con elevata importanza al 66,6% delle entrate) e i tecnici della gestione dei cantieri edili (65,7%). Ma non solo, questa competenza è decisiva ai fini dell’assunzione anche di tecnici meccanici (67,1%), specialisti in scienze economiche (66,4%), ingegneri energetici e meccanici (65,6%).  Sono alcuni dei principali dati contenuti nell’ultima edizione del volume “Le competenze green” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, e realizzata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne. Il rapporto è stato diffuso ieri e coincidenza ha voluto nella Giornata mondiale della Terra.

In particolare, il possesso dell’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale è considerata fondamentale per l’assunzione a prescindere dal livello di istruzione: si osservano le richieste maggiori per il personale con una formazione tecnologica superiore (è necessaria per il 90,2% delle entrate con un titolo ITS Academy), ma la domanda rimane elevata anche per chi è in possesso di una qualifica e/o diploma professionale (85,3%), di una laurea (84,3%) o di diploma di livello secondario (82,7%). Tra gli indirizzi di laurea cui è associata una più elevata domanda di attitudine green si evidenziano gli altri indirizzi di ingegneria, scienze biologiche e biotecnologie, ingegneria industriale, ingegneria civile e architettura, agrario, agroalimentare e zootecnico e scienze della terra. Tra gli ITS sono più richieste le competenze green negli ambiti dell’energia, sistema casa e ambiente costruito, sistema moda, chimica e nuove tecnologie della vita.

Nel 2024 il 57,5% delle imprese investe in competenze green, valore che consolida un trend di crescita per questo indicatore nel triennio 2022-2024. Le imprese che investono in competenze green si confermano anche essere più dinamiche rispetto alle altre, in particolare, nel 2024, esse contribuiscono in modo più che proporzionale all’attivazione di domanda di lavoro, racchiudendo ben il 74,3% delle entrate totali, dato che consolida la performance del 2023 (74,6%). Nel comparto dell’industria, i settori più dinamici in relazione agli investimenti in competenze green sono quello delle costruzioni, con il 70,5% delle imprese del settore che investono in competenze green nel 2024, delle public utilities (69,7%), dell’industria chimica, farmaceutica e petrolifera (67,7%), dell’industria della gomma e delle materie plastiche (64,0%) e dell’industria metallurgica e dei prodotti in metallo (63,1%). Il quadro resta sostanzialmente immutato rispetto alla precedente rilevazione, con tutti i settori evidenziati che mostrano un trend crescente tra il 2022 ed il 2024 per quest’indicatore, trend relativamente più marcato per le costruzioni e l’industria metallurgica e dei prodotti in metallo, settori nei quali la quota di imprese con investimenti green nel triennio considerato è cresciuta rispettivamente di 4,7 e 4,2 punti percentuali. Stesse considerazioni possono essere fatte per il comparto dei servizi, dove ritroviamo rispetto al 2023 gli stessi settori leader per incidenza di imprese che investono in competenze green. Il primato resta al settore del trasporto, logistica e magazzinaggio, con il 69,8% di imprese che investono in competenze green nel 2024, mentre nel triennio 2022-2024 il settore dei servizi avanzati di supporto alle imprese fa registrare la maggiore crescita dell’indicatore, che aumenta di 4,6 punti percentuali.

Ma le entrate con competenze green sono caratterizzate da una crescente difficoltà di reperimento. Nel triennio 2022-2024 per le entrate nel complesso essa è passata dal 40,5% del primo anno di rilevazione al 47,8% del 2024. Questa problematica è indipendente dalla richiesta o meno di competenze green, infatti, il trend dell’indicatore cresce nel triennio sia quando le competenze green sono richieste sia quando non lo sono. Nello specifico, dal 2022 al 2024 la difficoltà di reperimento per le entrate cui non sono richieste competenze green è aumentata dal 36,5% al 41,1%. La difficoltà di reperimento delle entrate a cui sono richieste competenze green è salita al 49,4% dei casi a fine periodo, mentre per le entrate cui sono richieste competenze green con grado elevato ha raggiunto il 51,5% (rispetto al 44,0% del 2022). Il mercato del lavoro, in breve, è caratterizzato da una importante problematica di mismatch tra domanda ed offerta, probabilmente legata a molteplici fattori, tra cui l’esigenza di sviluppare competenze specifiche per assicurare la gestione delle transizioni digitale e green. L’analisi della difficoltà di reperimento del personale a cui viene richiesta attitudine al risparmio energetico e sensibilità alla riduzione dell’impatto ambientale per gruppo professionale evidenzia valori massimi nel gruppo degli artigiani, operai specializzati ed agricoltori, dove la difficoltà di reperimento interessa in misura pressoché uguale le entrate per cui la competenza è necessaria e quelle per cui la competenza è di importanza elevata (rispettivamente 65,5% e 65,2% dei casi). Valori minimi si riscontano nel gruppo delle professioni esecutive del lavoro di ufficio e nel gruppo delle professioni non qualificate dove, se la competenza green è richiesta con grado elevato, la difficoltà di reperimento coinvolge, rispettivamente, il 38% ed il 40% delle entrate.

Il rapporto dedica un approfondimento alla domanda di competenze green nelle costruzioni. Settore, sottolinea il rapporto, che in Italia vive un periodo di transizione. Da una parte, infatti, si è affievolito sul comparto l’effetto trainante dei bonus edilizi, specie il cosiddetto Superbonus, che avevano garantito crescita e commesse negli anni precedenti. Dall’altro, invece, si stanno iniziando a percepire gli effetti positivi della cantierizzazione delle grandi opere infrastrutturali finanziate con il Pnrr, specie nel settore ferroviario, opere che, insieme ad altri cantieri sempre finanziati dal PNRR, potrebbero garantire da qui al 2030 una forte crescita del comparto. In questo contesto, il settore continua a mostrare una solida propensione allo sviluppo ed alla crescita secondo un percorso virtuoso ed in linea con i principi della green economy. Il comparto, infatti, nel 2024 ha previsto entrate programmate per 539.290 unità, di cui l’83,6% con attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. L’esperienza specifica è richiesta al 77,3% delle entrate, mentre le imprese lamentano per queste stesse entrate difficoltà di reperimento nel 61,2% dei casi, principalmente per mancanza di candidati. Solo il 24,2% delle entrate con attitudine al risparmio energetico è destinato a under 30, mentre da un punto di vista territoriale il comparto è trainato dalla performance del Sud e le Isole, dove è concentrato il 35,8% delle entrate con competenze green del comparto, seguito dal Nord-Ovest (28,2%), Centro (18,8%) e Nord-Est (17,2%).

 

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