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Il Real Albergo di Napoli, oggi ABDR consegna il progetto esecutivo. Ecco come sarà dopo l’intervento da 220 milioni

30 Ott 2024 di Giorgio Santilli

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Il Real Albergo di Napoli, oggi ABDR consegna il progetto esecutivo. Ecco come sarà dopo l’intervento da 220 milioni

ABDR - Il Reale Albergo dei poveri a Napoli, come sarà, visione dall'alto

L’investimento di 220 milioni (previsto dal Piano nazionale complementare al Pnrr) per la riqualificazione di due delle tre corti del Real Albergo dei poveri a Napoli fa passi avanti. Lo studio di progettazione ABDR, incaricato della progettazione nell’appalto integrato vinto dal raggruppamento guidato dall’impresa Cobar, consegnerà oggi il progetto esecutivo che dà seguito alla proposta contenuta nel Piano di fattibilità tecnica ed economica a firma del comune di Napoli. Le cantierizzazioni preliminari sono cominciate sei mesi fa, ora è prevista una forte accelerazione dei lavori.

Il PFTE prevedeva l’introduzione di “una strategia complessiva di sostenibilità per la rifunzionalizzazione dello spazio” attraverso dispositivi noti come box in the box quali contenitori di funzioni all’interno dell’involucro storico dell’edificio borbonico. Il progetto esecutivo di Paolo Desideri e soci reinterpreta l’installazione di questi elementi modulari indipendenti, veri e propri scatoloni che da un lato sono in grado di adattarsi al programma semplificando la presenza di impianti e funzioni accessorie e restituendo in ogni caso riconoscibilità e uniformità al nuovo intervento; dall’altro garantiscono la coesistenza del progetto contemporaneo con i vincoli diretti della Soprintendenza che limitano le trasformazioni dell’edificio originale. Il progetto è passato senza prescrizioni della Soprintendenza.

Il Real Albergo dei Poveri è considerato dal comune di Napoli uno degli interventi più significativi per la valorizzazione della città, stanziando i fondi per una parziale riqualificazione (due delle tre corti esistenti) attraverso un programma estremamente complesso. L’edificio a partire dal 2026 dovrà ospitare gli archivi e le sale di lettura della Biblioteca nazionale, gli uffici e gli spazi espositivi e congressuali del comune di Napoli, attività commerciali e per la ristorazione, parte della collezione del Museo Archeologico di Napoli (MANN), spazi polifunzionali per la collettività, aule e uffici amministrativi per l’Università, oltre a una foresteria con 180 posti letto per gli studenti. “Questa ambizione – dice Paolo Desideri (ABDR) – interpreta efficacemente le premesse compositive di Ferdinando Fuga, che immaginò nella complessità spaziale e funzionale la chiave configurativa del proprio progetto; dall’altra parte però le mutate leggi, consapevolezze e istanze contemporanee reclamano una soluzione formale per mettere a  sistema la multifunzionalità”.

Proprio Desideri ne aveva parlato nell’intervista che Diario Diac ha pubblicato lunedì scorso e che qui si può leggere integralmente.  “È un edificio storico immenso – aveva spiegato Desideri nell’intervista – di 90mila metri quadrati, il terzo edificio monumentale più grande d’Europa dopo Versailles e la reggia di Schönbrunn a Vienna, prima della Reggia di Caserta. Noi lavoriamo su 70mila metri quadrati perché nella terza corte ci sono ancora gli sfollati del dopoguerra. Nella parte che stiamo ristrutturando nascerà un polo di servizi gigantesco, dove andranno la Scuola Normale del Sud, alcuni edifici della Federico II, con uno studentato di 150 stanze, la Biblioteca Nazionale di Napoli, il raddoppio del Museo Mann, tutti i servizi culturali del comune di Napoli, cinque caffetterie, quattro ristoranti, tutti gli spazi pubblici interni saranno ristrutturati”.

Ma vediamo meglio, e con l’aiuto dei render, le varie funzionalità che saranno ospitate nell’edificio.

Università Federico II e Scuola superiore meridionale

L’Università Federico II prenderà i tre piani più bassi della facciata anteriore dell’edificio, mentre la Scuola superiore meridionale prenderà i cinque piani più alti della stessa facciata per una superficie totale di 13mila quadrati. Per la Federico II si tratterà di realizzare solo aule della capienza variabile da 20 a 100 persone, mentre per la Ssm saranno realizzati anche laboratori informatici e linguistici, cucine e uno studentato con 176 posti letto in 30 stanze singole e 73 doppie.

Museo Mann e ricostruzione del muro cantonale

Il Museo Mann sarà ospitato prevalentemente nell’ala sinistra  e occuperà una superficie di 10mila metri quadrati. La riqualificazione della facciata di sinistra prevede anche la ricostruzione del muro cantonale. “La cosa più interessante – è ancora Paolo Desideri che parla – è che ci fanno ricostruire i due muri crollati con un tufo napoletano che di giorno è completamente opaco e di notte diventa una lampada urbana. All’ultimo piano non abbiamo rimesso gli infissi ed escono fuori gli alberi che hanno tre secoli”.

Il materiale che sarà usato per ricostruire il muro cantonale sarà tufo napoletano (vista dal basso)
Il muro cantonale, sarà ricostruito come una “lampada urbana notturna”.
Nel piano alto della Biblioteca non sono stati reinseriti gli infissi e si fanno uscire dalle finestre piante che datano tre secoli

All’interno del Mann il problema più grande da risolvere – dice Desideri – “era come ospitare enormi impianti di condizionamento d’aria e la soluzione che ho adottato è di rialzare il pavimento di un metro per ospitare le vie di fuga e poi grandi armadi in cui ospitare gli impianti tecnologici che sputano l’aria. Le soluzioni creative, come dico io, servono per risolvere i problemi, non per crearli”.

L’ala espositiva del Museo Mann. Sulla destra sono visibili i box che contengono gli impianti di condizionamento d’aria.

 

La scala interna realizzata nell’ala espositiva del Mann

Biblioteca Nazionale

La superficie occupata dalla Bilioteca Nazionale nella facciata posteriore è di seimila metri quadrati. Vi sarà uno spazio per esposizione temporanee e aule per corsi e conferenze, mentre una quota consistente dello spazio occupato sarà destinata a magazzini librari. Nei render che seguono la veduta esterna e quella interna.

La Biblioteca vista dall’esterno
L’interno della Biblioteca

 

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