IL PATTO CON COMUNE E REGIONE
Il Demanio rigenera Udine con palazzi storici e CASERME della Guerra fredda
Si parte da un primo portafoglio di sei immobili con gli obiettivi di favorire la riconversione delle caserme e dei grandi compendi militari inutilizzati attraverso progetti di rigenerazione urbana sostenibili e di rivitalizzare il centro storico urbano attraverso il restauro e il riuso dei beni storico-artistici. La direttrice dell’Agenzia del Demanio dal Verme: “Il patrimonio immobiliare pubblico può essere strumento per sviluppare una rinnovata vitalità economica, sociale e culturale del centro storico. Gli interventi previsti renderanno Udine più inclusiva per cittadini e attrattiva per i visitatori”. Il sindaco De Toni: “Creare un rapporto di collaborazione in piena sinergia, facendo convergere le esigenze di tutti per il bene della collettività è il nostro obiettivo”.

Le ex caserme retaggio della Guerra fredda e i palazzi storici del centro città da rivitalizzare: sono le due tipologie di beni pubblici che l’Agenzia del Demanio ha inserito nel Piano città di Udine, firmato ieri dalla direttrice dell’Agenzia, Alessandra dal Verme, con il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, e l’assessore al Patrimonio della Regione Friuli-Venezia Giulia, Sebastiani Callari. “L’obiettivo comune è quello di lavorare per Udine, valorizzare le sue specificità, dalla struttura architettonica alla singolare bellezza dei suoi edifici che la rendono un vero gioiello – ha detto dal Verme -. Il patrimonio immobiliare pubblico può essere strumento per sviluppare una rinnovata vitalità economica, sociale e culturale del centro storico dando rilevanza al suo valore identitario e alla sua bellezza. Gli interventi previsti renderanno Udine più inclusiva per cittadini e attrattiva per i visitatori”.
L’attenzione massima di dal Verme è, come sempre in questi accordi interistituzionali, mettere al centro delle operazioni sul patrimonio pubblico i bisogni dell’utenza e dei cittadini, fornendo servizi innovativi per le persone e un ambiente logistico attrattivo per le imprese. Nello specifico, a Udine, questo si declina in una serie di finalizzazioni specifiche: valorizzare e far vivere il centro storico e la sua identità culturale attraverso usi temporanei, mix funzionali, eventi che enfatizzino la storia dei luoghi e la ricchezza architettonica della città; rigenerare importanti aree favorendo la riconversione delle caserme e dei grandi compendi militari non più in uso, limitando il consumo di suolo, creando nuovi spazi di aggregazione per giovani e famiglie; migliorare qualità dell’aria e sostenibilità ambientale progettando nuovi parchi collegati da corridoi ecologici e percorsi pedonali, potenziando la mobilità dolce; aumentare l’attrattività potenziando le strutture turistiche a impatto zero.
“La nostra città – ha detto il sindaco De Toni – possiede un importante patrimonio immobiliare afferente a diversi enti e istituzioni, purtroppo a volte inutilizzato. Creare un rapporto di collaborazione in piena sinergia, facendo convergere le esigenze di tutti per il bene della collettività è il nostro obiettivo. Quello di oggi è un ulteriore passo per la valorizzazione di ampie porzioni di città, sia in centro che nei quartieri: nuova linfa e nuove prospettive per Udine”. E l’assessore Callari: “Il patrimonio immobiliare del settore pubblico, centrale e territoriale, rappresenta un valore sociale ed economico di fondamentale importanza per il Paese e, attraverso l’avvio di concrete iniziative di valorizzazione, razionalizzazione e dismissione, può costituire un fattore di crescita per l’economia. Le potenzialità del patrimonio possono essere sfruttate al meglio se adeguatamente supportate da un’attività di concertazione istituzionale e da modelli operativi finalizzati al soddisfacimento di istanze sociali e urbane con ritorno economico e massimizzazione degli effetti che le iniziative di valorizzazione possono generare per lo sviluppo dei territori”.

Nel Piano città degli immobili pubblici di Udine è presente un primo portafoglio immobiliare composto da cinque importanti beni di proprietà dello Stato e l’Archivio di Stato di proprietà della Regione Autonoma, ai quali si potranno aggiungere altri immobili di proprietà statale, comunale o di altri enti pubblici. Obiettivo del Demanio sarebbe valorizzarli con specifiche progettualità, anche in partenariato con investitori privati. Questi i beni e le idee progettuali in campo:
- Ex Caserma Reginato, alloggio del Prefetto. Il complesso è situato nel centro storico della città di Udine, in un contesto caratterizzato da residenze e attività commerciali, vicino ad una struttura di senior housing e a una sede universitaria. La ex Caserma Reginato è stata recentemente ristrutturata dall’Agenzia del Demanio e destinata a nuova sede della Prefettura di Udine. Adiacente al complesso è presente un edificio di pregio storico artistico che sarà destinato ad alloggio del Prefetto. L’Agenzia ha affidato i lavori di ristrutturazione, di miglioramento sismico ed efficientamento energetico per un importo di 2,27 milioni di euro. Sono inoltre in corso i lavori per la realizzazione di tettoie fotovoltaiche con un investimento di 200mila euro.
- Ex Caserma Savorgnan. Il complesso è situato nel centro storico di Udine tra residenze e attività commerciali. L’Ex caserma (ex sede del Circolo Ufficiali) è articolata in un corpo centrale di impianto cinquecentesco con rifacimenti databili fino al secolo scorso e una serie di edifici secondari di epoca successiva che si sviluppano all’interno del muro perimetrale. Il complesso è in uso governativo al Ministero della Cultura ma potrebbe essere destinato a ricollocare gli Uffici Finanziari attualmente in locazione passiva.
- Palazzo ex Colombatti-Belgrado-Ciconi. Il complesso si trova in via della Prefettura, nel centro di Udine, alle spalle del parco Ricasoli e nei pressi di altri uffici pubblici. La Palazzina storica, sorta nei primi del Novecento su progetto dell’Ing. Oddone Tosolini, si sviluppa su quattro piani fuori terra e un piano interrato. La proprietà risulta condivisa tra Stato e Regione. Gli spazi che si renderanno disponibili saranno destinati a uffici pubblici.
- Ex magazzino viveri e casermaggio. Il complesso, attualmente inutilizzato, si trova nella zona est della città in prossimità del tracciato ferroviario, nel quartiere Laipacco. È composto da 13 fabbricati, tra cui un capannone originariamente destinato a magazzino, due palazzine alloggi e varie pertinenze. Un patrimonio edilizio significativo con un grande potenziale di recupero. Le nuove possibili destinazioni saranno oggetto di analisi da parte del tavolo tecnico operativo.
- Ex Caserma Cavarzerani. Il complesso di circa 150.000 mq si trova in un contesto residenziale nella periferia est di Udine, a pochi chilometri dal centro, nel quartiere San Gottardo. Edificato negli anni ‘20, è composto da sei fabbricati dalla caratteristica forma a «C» più altri edifici accessori. È stato dismesso dall’uso militare nel 2001 ed è parzialmente utilizzato dalla Prefettura per finalità di accoglienza. L’ex Caserma Cavarzerani è al centro di un importante progetto che prevede la realizzazione del nuovo Polo della Polizia di Stato, di un Polo archivistico per le Pubbliche Amministrazioni e di un parco pubblico. Il quadro economico complessivo dell’intervento per il Polo della Polizia di Stato, in corso di progettazione definitiva, ammonta a 59 milioni di euro con un finanziamento di oltre 41 milioni di euro a carico dell’Agenzia del Demanio.
- Archivio di Stato. L’Archivio di Stato di Udine, di proprietà della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, costruito in tipico stile razionalista nel 1955, conserva un ricco patrimonio documentario che occupa circa 15 km di scaffalature sulla storia della città e di tutto il territorio friulano. Custodisce atti databili dal XIII al XX secolo prodotti nell’ambito dell’attività di uffici pubblici o provenienti da enti e istituzioni private. L’Accordo per il Piano Città degli Immobili pubblici prevede di dare attuazione al Protocollo d’Intesa sottoscritto il 24/07/2004 tra la Provincia di Udine e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Direzione Generale per gli Archivi di Roma, con la realizzazione, a cura e con fondi della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, dei volumi necessari a consentirne l’ampliamento. Per il Polo Archivistico si è conclusa la fase di PFTE ed è previsto un quadro economico complessivo dell’intervento di 33 milioni di euro.