ARCHITETTURA

Guendalina Salimei curerà il Padiglione italiano alla Biennale: “Guardiamo l’Italia dal mare”. La centralità difficile per un tema svuotato dagli slogan della politica

24 Ott 2024 di Giorgio Santilli

Condividi:
Guendalina Salimei curerà il Padiglione italiano alla Biennale: “Guardiamo l’Italia dal mare”. La centralità difficile per un tema svuotato dagli slogan della politica

Guendalina Salimei, architetta

Sarà Guendalina Salimei la curatrice del Padiglione Italia alla 19esima Biennale di Architettura di Venezia, con il progetto “TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare”.

L’architetta romana – nota al grande pubblico per il progetto del Kilometro Verde al Corviale, rilanciato dal film “Scusate se esisto” di Riccardo Milani con Paola Cortellesi – è stata scelta dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha preferito la sua proposta a quelle di Massimo Alvisi e di Cherubino Gambardella, inclusi – come anticipato da Diario Diac il 3 ottobre scorso – nella terna finale selezionata dalla commissione valutatrice su dieci candidature ammesse.

Le parole di Giuli

“La proposta di Guendalina Salimei – ha detto Giuli motivando la sua decisione – mette al centro l’urgenza del mare come humus originario e destino comune, come occasione nomadica, frontiera mobile, paesaggio interiore dell’uomo che ridisegna architetture liquide e città sommerse. L’anima di Venezia che ne contiene il corpo sempre vivo”.

Le parole di Salimei

Salimei ha detto di voler proporre alla riflessione pubblica “il cambiamento di prospettiva” che implica “guardare l’Italia dal mare” e “la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua”. Un confine che è “sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio” e chilometri di coste “con centinaia di città portuali e un territorio che si spinge in profondità all’interno”. Ma anche, inevitabilmente, rapporto “strutturale” tra territorio e mare.

La sfida della centralità

Non sarà facile per Salimei guadagnare “centralità” culturale con queste parole correttissime politicamente ma non proprio fresche in un dibattito pubblico che un giorno sì e l’altro pure propone la riscoperta del Mediterraneo, buona per titoli di giornali e maquillage politico alimentato da slogan, senza poi costruire né una policy nazionale del mare al riparo dei campanilismi dominanti né una visione geopolitica realistica né un’idea condivisa di cultura dell’integrazione. Quanto alle coste, più che i progetti di valorizzazione del litorale tengono banco le concessioni degli stabilimenti balneari. Sarà anche interessante scoprire perché la riflessione di Salimei non si ferma al Mediterraneo ma si allarga “ai vicini oceani”.

I progetti degli esclusi

Curioso che anche Cherubino Gambardella proponesse, sia pure con un oggetto più definito, il tema del mare con “ITALIAMARE. Viaggio nell’architettura del razionalismo mediterraneo”, mentre ben più originale e politicamente spigoloso si presentava, almeno dal titolo, il progetto di Massimo Alvisi “Homeness: Abitare visibile per cittadini invisibili”.

La valutazione della commissione

Tornando a Salimei, la valutazione della commissione aggiunge qualche generico elemento sulle intenzioni della curatrice, in attesa di conoscere dalla sua voce i dettagli del progetto nei primi mesi del 2025.

“La proposta curatoriale – afferma la commissione – pone al centro della riflessione il tema del mare, la visione del Mediterraneo allargato ai vicini oceani, un elemento forte della cultura italiana che definisce le coste e il territorio. Particolare attenzione è dedicata alla sostenibilità delle trasformazioni, in linea con quanto proposto da Carlo Ratti. La selezione di architetti avviene attraverso una chiamata aperta volta a raccogliere contributi progettuali, teorici e multimediali sul ripensamento del rapporto tra terra e mare. Un comitato scientifico avrà il compito di selezionare le proposte da inserire all’interno del progetto espositivo. L’allestimento si articola in diverse soluzioni, interpretando il concetto di ‘soglia’.  Il percorso invita a riflessioni diverse affrontando la memoria del passato attraverso un censimento dello stato di fatto e sul futuro attraverso lo strumento della chiamata aperta; il dispositivo consente una lettura differenziata dei temi attraverso ambienti immersivi, strumenti multimediali e soluzioni interattive”.

La biografia

Guendalina Salimei è architetto e professore associarto in Progettazione Architettonica alla Sapienza di Roma. Tra i principali progetti del suo T-Studio l’ampliamento del Museo Egizio e il recupero di parti del Concentrico di Stupinigi a Torino, la riconversione dell’ex Convento di San Benedetto a Ferrara, il riuso dell’ex Chiesa dell’Annunziata in Museo d’Arte a Foligno, la riqualificazione della Crypta Balbi a Roma, la sistemazione della via Sparano a Bari, i water-front di Napoli Molo Beverello, Taranto Molo San Cataldo e Messina Area ex Fiera. Salimei pratica “progetto etico e ricerca sperimentale”, si richiama agli insegnamenti di Bruno Zevi e agli orientamenti della scuola di architettura di Roma, cercando di tenere nel progetto il rapporto con la storia, lo studio del contesto e delle relazioni spaziali, l’interpretazione dell’esistente e del nuovo.

Argomenti

Argomenti

Accedi