L'audizione in Parlamento

Giorgetti vede ‘rosa’: possibile una revisione al RIALZO del Pil

Il ministro dell’Economia mostra un cauto ottimismo sulle prospettive di crescita del Pil e non sarebbe “stupito” se venissero rialzate le stime di crescita. La manovra rende strutturali le misure che vanno a rafforzare il potere di acquisto delle famiglie con l’obiettivo di stimolare i consumi. E Giorgetti mette anche in chiaro che la politica industriale la fanno gli imprenditori e non deve farla lo Stato

07 Nov 2024 di Maria Cristina Carlini

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Dopo gli allarmi e i dubbi sulla crescita dell’economia italiana, risuonati negli ultimi giorni nel corso delle audizioni parlamentari, arriva dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, una ventata di ottimismo. Con la prudenza e la cautela che lo contraddistingue, il titolare del Mef rilancia e si mostra fiducioso: “non sarei stupito da una revisione al rialzo delle previsioni del Pil”, ha dichiarato Giorgetti, incalzato anche dalle domande dell’opposizione del corso dell’audizione in cui ha illustrato la manovra alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Negli ultimi giorni, dalla Banca d’Italia all’Ufficio Parlamentare di Bilancio, è stato tratteggiato un quadro complesso che vede allontantarsi gli obiettivi di crescita fissati dal Governo, alla luce delle più recenti revisioni dei conti nazionali. Secondo l’Istat, il terzo trimestre ha ristagnato e l’asticella della crescita acquisita rimane ferma allo 0,4%. Ma, appunto, Giorgetti ieri ha voluto rischiarare l’orizzonte con una piccola iniezione di fiducia. “Le prospettive di crescita a breve termine risultano, nel complesso, ancora incoraggianti. I modelli di previsione interni lasciano ritenere che, nel trimestre finale dell’anno, il pil dovrebbe tornare in espansione, grazie al recupero della domanda estera netta e al prosieguo della ripresa dei consumi. Promuovere la domanda in un contesto di grande incertezza è una delle chiavi cruciali per realizzare la crescita prevista nel 2025”, ha spiegato Giorgetti. A tutto questo si aggiunge “il notevole incremento dell’occupazione sin qui registrato” che rafforza le prospettive di crescita.

“Un problema la propensione al risparmio e non ai consumi, misure per rilanciare la domanda”

Cruciali, in una prospettiva di spinta ai consumi come leva per la crescita, sono le misure per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie.
“La prima cosa che ha fatto questo governo, ha messo risorse per le famiglie di reddito medio basso, qualcuno può discutere che sia giusto o sbagliato, sorprende che questo venga contestato proprio dai sindacati e da forze che dovrebbero difendere i lavoratori dipendenti. L’abbiamo messo sui lavoratori dipendenti, con lo scopo in qualche modo aiutare la crescita rilanciando la domanda e i consumi” , ha detto Giorgetti. Un intervento tanto più necessario quanto più quello dei consumi rappresenta un grande problema. E questo, ieri in audizione, Giorgetti è tornato a evidenziarlo con forza:  “il problema qual è? E’ che il quadro di incertezza complessivo fa sì che sia aumentata la propensione al risparmio e non al consumo e questo non è un fatto solo italiano. Che fare? Dare stabilità alle misure, cosa che abbiamo fatto nella legge di Bilancio, e sperare che le situazioni che tutti vedono in televisione vadano a soluzione”.
Insomma, ha rivendicato Giorgetti, la manovra dà risposte su questo versante: “in un quadro internazionale che continua a essere caratterizzato da incertezza, la gestione prudente e responsabile della finanza pubblica seguita finora, e in particolare nel corso del 2024, ha consentito di individuare spazi utili per confermare – e talora addirittura rafforzare – i principali interventi di sostegno ai redditi di lavoro dipendente medio-bassi già adottati nelle precedenti manovre, nonché a rendere per la prima volta strutturali alcune importanti politiche, finora rifinanziate annualmente. Tutto ciò in coerenza con il nuovo sistema di regole di bilancio che richiede una programmazione della spesa orientata al medio periodo, come mostra il carattere strutturale di molti degli interventi previsti dal disegno di legge di bilancio. Tale chiarimento è volto a sgombrare il campo dalle osservazioni di quanti ritengano che la manovra non abbia introdotto rilevanti novità rispetto alle politiche già adottate dal Governo. Al contrario, la conferma a regime e talora la modifica del perimetro e della configurazione, fermi restando gli effetti economici di determinate misure, può contribuire ad attenuare i timori degli operatori di mercato legati all’incertezza delle prospettive economiche”.

“Risorse per rinnovo del contratti degli statali tra le misure di sostegno al reddito”

“Tra le misure di sostegno ai redditi – ha detto Giorgetti –  non può non essere considerato il rinnovo dei contratti del settore statale. Intervento, quest’ultimo, che presenta importanti novità rispetto al passato. Per la prima volta, infatti, la manovra dispone il finanziamento dei rinnovi contrattuali relativi al triennio 2025-2027, in anticipo rispetto alla formale scadenza del triennio di contrattazione e non si limita solo al finanziamento del prossimo triennio bensì, in un’ottica di medio periodo come quella del Piano strutturale, provvede già ad allocare specifiche risorse per il rinnovo che riguarderà il triennio 2028-2030”.

“Per gli investimenti spinta alle amministrazioni per l’uso del fondi Pnrr”

Altra leva per la crescita è quella degli investimenti. Qui, “la scelta fatta è di costringere tutte le amministrazioni a spendere nel 2025-26 gli ingenti stanziamenti derivanti dal Pnrr, spostando gli stanziamenti per investimenti dal ‘27 in poi. La volontà è di far concentrare tutti i soggetti che dispongono di risorse e stanziamenti in conto capitale a spendere prioritariamente quelle risorse del Fondo di sviluppo e coesione e del Pnrr che alternativamente andrebbero perdute”. E, ha insistito Giorgetti, “quando le amministrazioni mi chiedono stanziamenti mi devono dimostrare che hanno il progetto esecutivo e che sono in grado di spendere”. Un esempio è quello della Metro C di Roma: “è un’opera meritoria” ma non c’è ancora il progetto esecutivo. “Manca la progettazione definitiva, magari si fa in 20 giorni ma temo di no. Il criterio che sta dietro le nuove regole è che bisogna stanziare delle spese quando si è sicuri che possano essere fatte, altrimenti quello spazio fiscale viene bruciato. Per la Metro C vediamo come organizzarci in modo che gli stanziamenti vengano fatti ma non si bruci spazio fiscale a scapito di altro”.

“Incentivi in edilizia, inderogabile il principio della differenza tra prima e seconda casa”

“Per quanto riguarda l’edilizia, tutti ci chiedevano di stabilire in proiezione pluriennale quali tipi di incentivi siamo disposti a riconoscere. Abbiamo distinto tra prima e seconda casa, questo mi sembra una cosa importantissima, questo sì è un principio irrinunciabile”, ha puntualizzato Giorgetti, il quale ha anche specificato come si possa discutere “se alzare o abbassare sulla prima o sulla seconda”. Ma mantenere una differenza tra prima e seconda casa “lo consideriamo come Governo un principio inderogabile”, ha insistito.

“La politica industriale la fanno gli imprenditori, non lo Stato”

Un terreno di scontro, nel corso dell’audizione,  è stato il tema della politica industriale, completamente assente, secondo i rappresentanti delle opposizioni, dall’azione di governo. Tranchant è stata la risposta di Giorgetti: “la politica industriale la fanno gli imprenditori. Non la deve fare lo Stato. Lo Stato può intervenire quando serve e quando è necessario appoggiare dei fenomeni di transizione. Questa è la mia opzione ideologica”, ha affermato. “Le politiche di intervento dello Stato sono state fallimentari. Noi abbiamo bisogno di imprenditori”, ha incalzato per poi puntualizzare:“noi non tagliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire, ma tagliamo i fondi per le rottamazioni e per incentivi all’acquisto di auto prodotte in Cina e altri Paesi. Le risorse per gli accordi di sviluppo e per ogni forma di intervento che chi fa impresa in questo settore voglia fare ci sono e ci saranno. Ricordo che ci sono 700 milioni di residui che possono essere utilizzati da domani mattina per questo settore, oltre a quelli stanziati nella legge di Bilancio”.

“Per la Difesa l’obiettivo Nato del 2% del Pil non compatibile con le coperture”

Una puntualizzazione è arrivata da Giorgetti sulle risorse per la Difesa. “Preme evidenziare che nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati, l’obiettivo del 2 per cento del Pil richiesto dalla Nato risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo in particolare delle coperture con il quadro vigente della governance europea. Alla luce, infatti, degli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio arriveremo alla percentuale dell’1,57 per cento nel 2025, dell’1,58 per cento nel 2026 e dell’1,61 per cento nel 2027”.

“Manovra in direzione giusta, conferma da interesse per i titoli di Stato e calo dello spread”

“Il crescente e robusto interesse degli investitori per i nostri titoli di Stato, la significativa riduzione dello spread e le positive valutazioni delle agenzie di rating testimoniano l’importanza della stabilita’ politica e della prudenza nella politica di bilancio che il Governo ha saputo assicurare. Il Disegno di legge di bilancio conferma questa impostazione, continuando a sostenere il sistema economico e a ridurre l’impatto sulle famiglie dell’incertezza, con interventi coerenti con il percorso di aggiustamento fiscale che l’Italia si e’ impegnata a realizzare nel Psb. A fronte di dinamiche globali sempre piu’ forti, gli sforzi nazionali, per quanto utili e necessari, non sono sufficienti a garantire che le prospettive evolvano nelle direzioni auspicate”.

Le aperture a possibili modifiche del Ddl Bilancio

Come è emerso dalle risposte di Giorgetti ai parlamentari, ci sono possibili margini di correzione ad alcune misure del Ddl Bilancio. E’ il caso della norma sui revisori nelle aziende che ricevono contributi pubblici. “Sono apertissimo a qualsiasi tipo di proposta, però il principio deve essere mantenuto: chi riceve un contributo dello Stato deve rispondere di come lo utilizza”, ha detto il titolare del Mef.  E, ancora, sulle criptovalute, “sono disponibile a valutare forme di tassazione diverse rispetto alla permanenza in portafoglio degli investimenti. Quella che va tassata di più è la speculazione, quello che va agevolato è tenere nel lungo termine una forma di investimento. Ci sono emendamenti che vanno in questa direzione, il sottoscritto è disposto a valutarli”.

“Sogno di avere il debito al 60%, così avrei 45 miliardi di interesse in meno da pagare”

“Io sogno di avere il debito al 60% come il mio ex collega tedesco Lindner. Perché avrei da pagare 45 miliardi di interessi in meno, e potrei darli alla scuola, alla sanità, ai pensionati”, ha detto Giorgetti concludendo l’audizione. “Questo è il problema di cui dobbiamo renderci conto. Il nostro bilancio e la fatica che facciamo ogni anno per chiuderlo, deriva dal fatto che noi abbiamo un fardello di debito e di interessi sul debito. E allora dobbiamo impegnarci prima di tutto a non farlo aumentare, per quanto possibile, e secondo sperare che la Banca centrale europea abbassi i tassi e lo spread si abbassi. Così facendo ci liberiamo almeno in parte di questo fardello, della spesa più odiosa e improduttiva che c’è, quella per gli interessi. Solo così facendo libereremo a mio giudizio spazi importanti per la spesa sociale”.

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