L'audizione in Parlamento
Giorgetti vede ‘rosa’: possibile una revisione al RIALZO del Pil
Il ministro dell’Economia mostra un cauto ottimismo sulle prospettive di crescita del Pil e non sarebbe “stupito” se venissero rialzate le stime di crescita. La manovra rende strutturali le misure che vanno a rafforzare il potere di acquisto delle famiglie con l’obiettivo di stimolare i consumi. E Giorgetti mette anche in chiaro che la politica industriale la fanno gli imprenditori e non deve farla lo Stato
IN SINTESI
“Un problema la propensione al risparmio e non ai consumi, misure per rilanciare la domanda”
“Risorse per rinnovo del contratti degli statali tra le misure di sostegno al reddito”
“Per gli investimenti spinta alle amministrazioni per l’uso del fondi Pnrr”
“Incentivi in edilizia, inderogabile il principio della differenza tra prima e seconda casa”
“Per quanto riguarda l’edilizia, tutti ci chiedevano di stabilire in proiezione pluriennale quali tipi di incentivi siamo disposti a riconoscere. Abbiamo distinto tra prima e seconda casa, questo mi sembra una cosa importantissima, questo sì è un principio irrinunciabile”, ha puntualizzato Giorgetti, il quale ha anche specificato come si possa discutere “se alzare o abbassare sulla prima o sulla seconda”. Ma mantenere una differenza tra prima e seconda casa “lo consideriamo come Governo un principio inderogabile”, ha insistito.
“La politica industriale la fanno gli imprenditori, non lo Stato”
Un terreno di scontro, nel corso dell’audizione, è stato il tema della politica industriale, completamente assente, secondo i rappresentanti delle opposizioni, dall’azione di governo. Tranchant è stata la risposta di Giorgetti: “la politica industriale la fanno gli imprenditori. Non la deve fare lo Stato. Lo Stato può intervenire quando serve e quando è necessario appoggiare dei fenomeni di transizione. Questa è la mia opzione ideologica”, ha affermato. “Le politiche di intervento dello Stato sono state fallimentari. Noi abbiamo bisogno di imprenditori”, ha incalzato per poi puntualizzare:“noi non tagliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire, ma tagliamo i fondi per le rottamazioni e per incentivi all’acquisto di auto prodotte in Cina e altri Paesi. Le risorse per gli accordi di sviluppo e per ogni forma di intervento che chi fa impresa in questo settore voglia fare ci sono e ci saranno. Ricordo che ci sono 700 milioni di residui che possono essere utilizzati da domani mattina per questo settore, oltre a quelli stanziati nella legge di Bilancio”.
“Per la Difesa l’obiettivo Nato del 2% del Pil non compatibile con le coperture”
Una puntualizzazione è arrivata da Giorgetti sulle risorse per la Difesa. “Preme evidenziare che nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati, l’obiettivo del 2 per cento del Pil richiesto dalla Nato risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo in particolare delle coperture con il quadro vigente della governance europea. Alla luce, infatti, degli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio arriveremo alla percentuale dell’1,57 per cento nel 2025, dell’1,58 per cento nel 2026 e dell’1,61 per cento nel 2027”.
“Manovra in direzione giusta, conferma da interesse per i titoli di Stato e calo dello spread”
“Il crescente e robusto interesse degli investitori per i nostri titoli di Stato, la significativa riduzione dello spread e le positive valutazioni delle agenzie di rating testimoniano l’importanza della stabilita’ politica e della prudenza nella politica di bilancio che il Governo ha saputo assicurare. Il Disegno di legge di bilancio conferma questa impostazione, continuando a sostenere il sistema economico e a ridurre l’impatto sulle famiglie dell’incertezza, con interventi coerenti con il percorso di aggiustamento fiscale che l’Italia si e’ impegnata a realizzare nel Psb. A fronte di dinamiche globali sempre piu’ forti, gli sforzi nazionali, per quanto utili e necessari, non sono sufficienti a garantire che le prospettive evolvano nelle direzioni auspicate”.
Le aperture a possibili modifiche del Ddl Bilancio
Come è emerso dalle risposte di Giorgetti ai parlamentari, ci sono possibili margini di correzione ad alcune misure del Ddl Bilancio. E’ il caso della norma sui revisori nelle aziende che ricevono contributi pubblici. “Sono apertissimo a qualsiasi tipo di proposta, però il principio deve essere mantenuto: chi riceve un contributo dello Stato deve rispondere di come lo utilizza”, ha detto il titolare del Mef. E, ancora, sulle criptovalute, “sono disponibile a valutare forme di tassazione diverse rispetto alla permanenza in portafoglio degli investimenti. Quella che va tassata di più è la speculazione, quello che va agevolato è tenere nel lungo termine una forma di investimento. Ci sono emendamenti che vanno in questa direzione, il sottoscritto è disposto a valutarli”.
“Sogno di avere il debito al 60%, così avrei 45 miliardi di interesse in meno da pagare”
“Io sogno di avere il debito al 60% come il mio ex collega tedesco Lindner. Perché avrei da pagare 45 miliardi di interessi in meno, e potrei darli alla scuola, alla sanità, ai pensionati”, ha detto Giorgetti concludendo l’audizione. “Questo è il problema di cui dobbiamo renderci conto. Il nostro bilancio e la fatica che facciamo ogni anno per chiuderlo, deriva dal fatto che noi abbiamo un fardello di debito e di interessi sul debito. E allora dobbiamo impegnarci prima di tutto a non farlo aumentare, per quanto possibile, e secondo sperare che la Banca centrale europea abbassi i tassi e lo spread si abbassi. Così facendo ci liberiamo almeno in parte di questo fardello, della spesa più odiosa e improduttiva che c’è, quella per gli interessi. Solo così facendo libereremo a mio giudizio spazi importanti per la spesa sociale”.