La conferenza stampa del ministro

Giorgetti punta tutto sulla ripresa dei CONSUMI. “Delusi i miei colleghi. Sacrifici per le banche, ma operai e pescatori sono contenti”

La parola d’ordine di Giorgetti è sempre prudenza. E’ questa la cifra che impronta, anche per il 2025, la manovra di bilancio incentrata sulle misure a sostegno dei redditi medio-bassi e a supporto delle famiglie. “Non abbiamo aumentato le tasse”, assicura. Ma il problema sono i consumi che non ripartono. Per le coperture degli interventi, ha chiesto sacrifici ai ministeri con tagli di spesa del 5% e alla banche e assicurazioni. Nessuna indicazione arriva sulle (annunciate) risorse destinate agli investimenti pubblici

16 Ott 2024 di Maria Cristina Carlini

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Giorgetti punta tutto sulla ripresa dei CONSUMI. “Delusi i miei colleghi. Sacrifici per le banche, ma operai e pescatori sono contenti”

GIANCARLO GIORGETTI, MINISTRO DEL MEF

E’ una manovra che genera “una delusione abbastanza diffusa tra i colleghi del governo” (“anche se il ministro Schillaci dovrebbe essere il meno deluso”), che scontenta banche e assicurazioni ma fa “contenti operai e pescatori”. E’ il quadro di sintesi che, con una battuta, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, traccia della legge di bilancio, approvata martedì sera dal Governo, insieme al Documento Programmatico di Bilancio, al decreto fiscale e al decreto legislativo sulle accise. Poche parole, le sue, che riassumono le direttrici di politica economica della terza legge finanziaria del Governo Meloni: una prudente navigazione a vista e sottocosta,  stretta tra i vincoli posti dall’Unione Europea e lo scenario di incertezza globale, che punta a mettere al sicuro, rendendole strutturali, misure come il taglio del cuneo fiscale e l’intervento sull’Irpef e prevedendo ulteriori misure a sostegno delle famiglie e della natalità. Prudenza, è il ‘mantra’ di Giorgetti. Perchè è grazie “alla prudente gestione della finanza pubblica nel 2024 che si sono creati gli spazi gli spazi finanziari e di bilancio per rendere strutturali delle misure che tanti pensavano potessero essere solo delle una tantum. E invece diventano realtà perché vengono replicate non solo per il 2025. Circa 18 miliardi, ben oltre l’ammontare delle risorse per il cuneo contributivo, derivano da questo atteggiamento”, ha sottolineato Giorgetti nel corso della conferenza stampa ieri a Palazzo Chigi, dove, prima di tutto, ha voluto anche annunciare il risultato ottenuto con la Ue sul Piano Strutturale di bilancio. “Abbiamo anche definito l’accordo con la Commissione europea, per quanto riguarda i contenuti del Piano strutturale, per l’estensione a 7 anni”, obiettivo temporale che si era posto il Governo nella definizione della nuova traiettoria di spesa del Psb.

Meloni: “è una manovra seria e di buon senso, teniamo i conti in ordine senza aumentare le tasse”

La premier Giorgia Meloni terrà una conferenza stampa sulla manovra lunedì prossimo. Ma da Bruxelles, dove è arrivata per il Consiglio Europeo, si è detta, intanto, “molto orgogliosa e soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto”. “E’ una manovra seria, di buonsenso, che concentra le non molte risorse a disposizione in quelle che noi riteniamo le priorità per la nazione. Ci concentriamo su lavoro, redditi, imprese, salute, famiglia, senza aumentare le tasse, pur in una situazione complessa, tenendo i conti in ordine”. E sulle polemiche scoppiate sulle risorse alla sanità, nel mirino dell’opposizione e dei medici che annunciano le barricate, Meloni ha assicurato che “non ci sono mai state così tante risorse sulla sanità». Il fondo sanitario «arriverà a 136,5 miliardi nel 2025 e a 140 miliardi nel 2026»

L’allarme di Giorgetti: “situazione complicata, il recupero del potere d’acquisto non si traduce in consumi ma in risparmio”

L’anima di questa manovra è, dunque, la priorità riaffermata da Giorgetti del sostegno dei redditi medio-bassi, nel solco delle precedenti leggi di bilancio. Ma c’è una domanda di fondo su quanto questa impostazione possa produrre effetti espansivi in termini di crescita, quanto il rafforzamento del potere d’acquisto si traduca in reale spinta ai consumi. Una risposta arriva, in qualche modo, dallo stesso Giorgetti, commentando i dati sull’inflazione di settembre diffusi ieri dall’Istat. Dati che “denotano – ha sottolineato – un azzeramento dell’inflazione: il che dovrebbe aprire la strada a una riduzione dei tassi ancora più sensibile di quella da noi auspicata. Ma – ha avvertito – probabilmente denota una situazione un po’ complicata per quanto riguarda la domanda. Io dico sempre quello che penso e confermo quello che ho detto in Parlamento: il recupero del potere d’acquisto non si traduce in consumi ma si traduce in risparmio. C’è qualcosa che non funziona nell’aria, c’è un sentimento di paura e di timore che deriva da tutto quello che vediamo tutti i giorni in televisione”. In questo quadro all’insegna dell’incertezza, rimangono poi coperte ancora le carte sulle leve, come gli investimenti pubblici, che potrebbero imprimere un impulso alla crescita.  Nella nota diffusa martedì sera al termine del Consiglio dei ministri, si parla dello stanziamento anche risorse per assicurare che, successivamente al termine del PNRR, l’andamento della spesa per investimenti pubblici sia coerente con i requisiti della nuova governance europea. In particolare, è previsto anche il potenziamento degli investimenti nel settore della difesa. Ma di questo non si è parlato in conferenza stampa.

“Il governo dura cinque anni. Se le cose andranno meglio, faremo tutto quello che abbiamo promesso”

Giorgetti è stato invece incalzato sul fatto che il passo di marcia del Governo non sia quello prospettato in campagna elettorale con la conseguenza che gli obiettivi più ambiziosi rimangono solo sulla carta. “Il mandato dura cinque anni. Abbiamo dato la dimostrazione in questi anni – ha puntualizzato rispondendo a una domanda-  di aver fatto cose che finora non erano state fatte: ci siamo concentrati chiaramente, giustamente e prioritariamente sui redditi medio-bassi dei lavoratori, dipendenti e autonomi, ora ci concentriamo sulla famiglia. Se poi le cose andranno meglio dal punto di vista generale, faremo tutto quello che abbiamo promesso. Onestamente, penso che, rispetto al contesto generale e a quello che fanno i colleghi in giro per l’Europa, stiamo facendo bene. Ma non sono io che devo dare  i voti a questo governo. Ci sono , osservo, i giudizi che dà la comunità finanziaria, che danno le agenzie di rating e la riduzione dello spread. Queste non sono valutazioni discrezionali ma oggettive. Poi il giudizio degli elettori è un’altra cosa e quando ci saranno le elezioni vedremo come si esprimono”.

 

Sul piatto della manovra, ha insisto Giorgetti, c’è il fatto che non ci sono nuove tasse (“mi dispiace deludere le attese”, ha ironizzato) e sacrifici ma non per tutti. Ci tiene particolarmente,  Giorgetti, alla parola “sacrifici”, che ricomprende alcune delle misure chiave previste dalla manovra. Ci tiene perchè, dopo le arroventate polemiche dei giorni scorsi, la legge di bilancio, a suo avviso, sgombra ora il campo dgli equivoci , indicando chiaramente a chi questi sacrifici sono richiesti: alla banche, alle assicurazioni e ai ministeri. E questo il titolare del Mef lo ha voluto rivendicare, non senza punte polemiche e toni piccati contro le strumentalizzazioni dell’opposizione sulla presunta ‘chiamata’ ai sacrifici da parte di tutti . “Qualcuno lo chiama extraprofitto, qualcuno lo chiama contributo, io lo chiamo sacrificio e spero che abbiate compreso adesso che cosa intendevo quando ho usato questo termine di cui si è purtroppo abusato in queste settimane. Lo capisco da parte dalle opposizioni e mi dispiace per loro, ma adesso diventa intellegibile a tutto il popolo italiano”.  “I sacrifici li fanno le banche, le assicurazioni e le strutture dei ministeri che sono chiamate a un importante contributo in termini di taglio. In tanti la chiamano spending review, è una riduzione media del 5% delle spese correnti delle amministrazioni dello Stato”.

Dai contributi di banche e assicurazioni, “è atteso un gettito di 3,5 miliardi di euro”, come aveva annunciato sui social la premier Giorgia Meloni spiegando che queste risorse saranno dirottate sulla sanità. In particolare, per quanto riguarda l’imposta di bollo sulle assicurazioni, l’importo stimato è intorno al miliardo di euro”. Come poi ha spiegato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, “per quanto riguarda le polizze abbiamo diversi rami. Il primo ramo sulle polizze vita non viene toccato. Il ramo tre e il ramo cinque sono dei rami che hanno come sottostante prodotti finanziari e anche su quello si applica l’imposta di bollo. L’imposta di bollo deve essere corrisposta alla scadenza della polizza. E allora anno per anno si comincia a effettuare il pagamento che dovrà essere seguito dall’istituto assicurativo in modo che non ci sia un effetto in capo all’assicurato nel medio tempore”.

A spiegare il meccanismo del taglio del cuneo fiscale è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: “Ci sarà un meccanismo fino a 20mila euro mantenendo l’impostazione del vecchio cuneo (ovviamente rimodulando l’aliquota fino a un certo ammontare e poi, da un certo ammontare in su, abbassandola). E poi, per evitare l’effetto perverso in base a cui al superamento dei 35mila euro si perdeva tutto il beneficio, abbiamo introdotto un meccanismo di detrazione per il lavoro dipendente con decalage fino a 40mila euro in modo da non penalizzare i contribuenti con reddito tra i 35mila e 40mila euro”. Partita aperta  sul secondo scaglione Irpef “per venire incontro al ceto medio”: si attende il gettito del concordato preventivo. ” Attendiamo il 31 ottobre. La palla di vetro non la abbiamo, ma vediamo che c’è entusiasmo, perché molta gente sta capendo che per il 2024-2025 definire il reddito con i parametri nella norma è sicuramente una misura di interesse che pone le basi per l’adeguamento per gli anni successivi. Quindi è una misura di interesse per i contribuenti e porterà una stabilizzazione del gettito anche per gli anni a venire. Sono fiducioso e ottimista”. Inoltre, “Stiamo studiando la flat tax, è una delle cose che si potrebbero fare se il concordato va particolarmente bene. L’aumento da 85.000 a oltre pone problemi sull’Iva e di compatibilità comunitaria che stiamo indagando”

Giorgetti e Leo hanno passato in rassegna anche altre misure previste dalla manovra. E’ confermata l’annunciata detrazione al 50% sulle ristrutturazione delle prime case. “Per quanto riguarda la ristrutturazione degli immobili facciamo chiarezza. Prevediamo una detrazione unica del 50% per la prima casa e resta invece la misura del 36% per le seconde case”, ha detto Leo. Resta invariato il bonus mobili. Per quel che riguarda il catasto, Giorgetti ha rimandato a quanto previsto dal Psb: chi ha usufruito del Superbonus deve fare l’aggiornamento delle mappe catastali.

C’è il tema pensioni con “la rivalutazione piena delle minime”.  Per quanto riguarda il canone Rai, “è quello dell’anno scorso, confermiamo quello che abbiamo fatto l’anno scorso”.

 

 

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