La giornata

Fs: rosso a 199 milioni, ricavi +13% Donnarumma: ora serve il rilancio

  • Gentiloni: bene la prudenza di Giorgetti ma non rinunciare a riforme e investimenti
  • Le patenti a crediti toccano quota 33 mila, oltre 272 mila le autocertificazioni
  • Verso la riunione della Bce del 17 ottobre. Lane: “non manca molto per raggiungere i target di inflazione di medio periodo”
  • Saipem accelera nella ricerca e sviluppo nel campo dell’energia geotermica
  • Adr e Lufthansa firmano un accordo per accelerare sull’innovazione aeroportuale

08 Ott 2024

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Fs spa archivia i primi sei mesi dell’esercizio con una perdita di 199 milioni di euro. Un risultato sul quale pesa l’accantonamento a fondo rischi – per un importo pari a 153 milioni di euro – connesso alla sentenza del Consiglio di Stato n. 6983 del 5 agosto 2024 relativa alla società Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici Srl. E’ quanto emerge dalla relazione finanziaria semestrale del gruppo al 30 giugno scorso, approvata ieri dal consiglio di amministrazione del gruppo, presieduto da Tommaso Tanzilli. I risultati del semestre mostrano un miglioramento dei principali margini economici rispetto al primo semestre 2023. I ricavi operativi sono pari a otto miliardi di euro (+13% vs il primo semestre 2023), l’ebitda a un miliardo di euro in crescita del 3% e un ebit a 109 milioni di euro con una crescita del 10%, trainati in particolare dai risultati di Trenitalia, con una forte ripresa dei volumi in tutti i segmenti di business, e dal perfezionamento della vendita da parte di FS Sistemi Urbani degli scali ferroviari di Milano Farini e San Cristoforo che hanno generato una plusvalenza di 118 milioni di euro. Grazie anche all’impulso del PNRR, gli investimenti raggiungono 7,4 miliardi di euro con un incremento dell’11%, in particolare di Rete Ferroviaria Italiana e Anas. La posizione finanziaria netta è pari a 13,2 miliardi di euro rispetto a 11,2 miliardi di euro di fine 2023. “Il gruppo Fs Italiane- ha sottolineato l’ad Stefano Donnarumma – continua a registrare una crescita dei volumi dei passeggeri che non corrisponde linearmente ad una crescita del risultato aziendale. Questo è dovuto a diversi fattori, quali l’incremento del costo del personale per sostenere il piano di investimenti, il mancato adeguamento di contribuzione per i costi di manutenzione di Rfi e dei contributi destinati ad Anas per le cosiddette strade di rientro. A questi si aggiunge la necessità di accantonare un fondo rischi su Fse a seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato. L’azienda è solida per competenze e patrimonio, ma necessita di un rilancio con un approccio industriale per migliorare i livelli di servizio e di soluzioni per garantire i livelli di equilibrio economico-finanziario attesi. In questa direzione – aggiunge il capo azienda – andrà il piano strategico in corso di elaborazione che sarà presentato entro l’anno”.

Gentiloni: bene la prudenza di Giorgetti ma non rinunciare a riforme e investimenti

La stima dell’Eurozona dello 0,8% non è “lontana dalla realtà” nonostante l’incertezza geopolitica sia “un vento contrario in una situazione in cui complessivamente nell’Ue abbiamo una crescita moderata”. E’ lo scenario prospettato dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, parlando ieri a margine della riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo. “Presenteremo le nostre previsioni a metà novembre, ma complessivamente pensiamo che le nostre precedenti previsioni di una crescita dello 0,8% non siano lontane dalla realtà, malgrado la situazione difficile in alcuni Paesi”. Parlando in particolare dell’Italia, Gentiloni ha detto di condividere la “prudenza” invocata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a condizione però questa comporti “rinuncia a riforme e investimenti”. “Penso che le dichiarazioni, poi precisate, del ministro delle Finanze italiano – ha detto Gentiloni- sono dichiarazioni ispirate ad una prudenza che è necessaria e allo sforzo, che la Commissione condivide, che la prudenza non significhi rinuncia a riforme e investimenti. Le due cose possono essere tenute insieme ed è lo sforzo di queste settimane, che la Commissione chiede a tutti i Paesi”.  Al centro della riunione dell’Eurogruppo, ha riferito Gentiloni, anche il rapporto sulla competitività dell’ex presidente della Bce, Mario Draghi.  L’esame, ha spiegato, verte “sul modo in cui possiamo lavorare affinché non sia dimenticato rapidamente, possiamo renderlo un progetto effettivo per il nuovo ciclo della Commissione europea: il clima politico è difficile , il problema è essere consapevoli dell’urgenza di definire una tabella di marcia, non sono convinto della possibilità di usare il rapporto Draghi a’ la carte, prendendo ciò che ci piace’.

Fs:  primo semestre in rosso per 199 milioni, ricavi +13% a 8 miliardi. Per Donnarumma ora serve il rilancio

Le patenti a crediti toccano quota 33 mila, oltre 272 mila le autocertificazioni

Sfiorano quota 33 mila le patenti a crediti emesse dal primo ottobre scorso, giorno in cui è scattato l’obbligo per le imprese e lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili di esserne in possesso. Secondo il ‘contatore’ del ministero del Lavoro, ieri mattina, erano state emesse 32.977 patenti e altre 5.491 risultavano salvate in bozza. Erano poi arrivate 272.497 autocertificazioni tramite Pec. Come è noto, secondo quanto previsto dalla circolare esplicativa pubblicata il 23 settembre scorso, fino al 31 ottobre è possibile usufruire di questo canale, attivato, in via transitoria, per evitare il rischio di sovraccaricare il portale dell’Ispettorato nazionale del Lavoro al quale va inviata la domanda per ottenere la patente. Con l’autocertificazione/dichiarazione sostitutiva, che attesta il possesso dei requisiti necessari, le imprese possono continuare a lavorare ma  dal primo novembre questa fase transitoria si chiude e non sarà ulteriormente possibile operare in cantiere senza aver ottenuto il rilascio della patente. Alla luce dei dati diffusi, le operazioni di “accompagnamento” dei potenziali titolari di patente a crediti si stanno svolgendo con regolarità, secondo le modalità e i tempi prestabiliti, sottolinea il ministero del Lavoro.

Verso la riunione della Bce del 17 ottobre. Lane: “non manca molto per raggiungere i target di inflazione di medio periodo”

Conto alla rovescia in vista della direttivo della Bce e del possibile, atteso, nuovo taglio dei tassi, dopo quello di settembre. “Non ci vorrà molto perché l’inflazione raggiunga l’obiettivo” di medio termine della Bce, ha detto ieri  il capo economista della Bce, Philip Lane, intervenendo a una conferenza ospitata dalla banca centrale a Francoforte sulla trasmissione della politica monetaria all’economia reale. Alla Bce arrivano  “segnali rassicuranti dal miglioramento di molti indicatori”, con un processo di disinflazione che procede “più veloce del previsto”. A settembre l’inflazione nell’eurozona è scesa all’1,8% su base annua, il livello più basso da 3 anni, dal 2,2% registrato ad agosto. Per il Governatore della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo della Bce, Francois Villeroy de Galhau, un nuovo taglio dei tassi a ottobre “e’ molto probabile”.  La ragione di un nuovo taglio – ha spiegato il governatore in un’intervista a La Repubblica – non sta tanto nella debolezza dell’economia quanto nel rapido progresso del processo di disinflazione. “La nostra bussola per la politica monetaria e i tagli dei tassi – ha spiegato – è  anzitutto l’inflazione, che ci ha di nuovo sorpresi al ribasso ed è caduta sotto al 2% a settembre: all’1,8%. E’ vero, l’inflazione core è ancora al 2,7% e quella dei servizi più testarda, al 4%. Ma anche la core dovrebbe diminuire gradualmente per avvicinarsi al 2% l’anno prossimo. I mercati si aspettano persino valori più bassi: per il 2025 prevedono un’inflazione sotto all’1,8%. Ciò significa che l’equilibrio dei rischi si sta spostando. Negli ultimi due anni il rischio che abbiamo corso è quello di un overshoot rispetto al nostro obiettivo del 2%. Adesso dobbiamo stare attenti al rischio opposto, a non mancare il nostro obiettivo a fronte di una crescita debole e una una politica monetaria troppo a lungo restrittiva”.

Saipem accelera nella ricerca e sviluppo nel campo dell’energia geotermica

Saipem ha siglato un Memorandum d’Intesa per esplorare soluzioni innovative per lo sviluppo dell’energia geotermica con Geolog, azienda leader nella valutazione di formazioni geologiche e in soluzioni di perforazione, e Ignis H2 Energy, azienda specializzata nell’acquisizione, esplorazione e sviluppo di fonti geotermiche. L’accordo rientra nel programma di ricerca e sviluppo di Saipem dedicato all’offerta di soluzioni tecnologiche per la transizione energetica, fra cui ricade la geotermia, una fonte di energia rinnovabile che sfrutta il naturale calore contenuto all’interno della sfera terrestre. L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni avanzate che possano consentire un maggiore utilizzo dell’energia geotermica, in Italia e a livello internazionale. In particolare, i tre ambiti principali di interesse di Saipem sono i sistemi geotermici di prossima generazione, l’energia geotermica offshore e la riconversione di pozzi oil&gas. Il Memorandum d’Intesa prevede che le tre società realizzino studi congiunti sull’energia geotermica non convenzionale, ovvero sorgenti di calore terrestre difficilmente accessibili e per questo ancora scarsamente sfruttate, e su quella offshore, di cui ad esempio è ricco il bacino del Mediterraneo. Saipem si occuperà dello studio della fattibilità di impianti geotermici, valutando le soluzioni tecniche ad oggi disponibili sul mercato e identificando eventuali gap tecnologici. Geolog e Ignis, grazie alle loro competenze, contribuiranno alla valutazione delle formazioni geologiche e delle soluzioni di perforazione, nonché all’analisi della disponibilità di risorse geotermiche. L’energia geotermica è una risorsa strategica nel processo di transizione energetica in quanto è una fonte di energia rinnovabile affidabile e continuativa, ma ancora poco utilizzata rispetto alle sue reali potenzialità. Saipem, grazie alle sue competenze specialistiche e alla capacità di innovazione, aspira a proporre soluzioni affidabili e innovative per supportare lo sviluppo di questo settore. La società può, infatti, contare sulla sua vasta esperienza nello sviluppo di progetti di geotermia convenzionale e pozzi geotermici realizzati in Italia e a livello internazionale sin dagli anni 70, nonché nei settori offshore, drilling e nella costruzione di impianti galleggianti.

Adr e Lufthansa firmano un accordo per accelerare sull’innovazione aeroportuale

Adr  Innovation Hub, l’acceleratore di startup dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino, ha firmato, attraverso il fondo di corporate venture capital di Aeroporti di Roma ADR Ventures, un Memorandum of Understanding  con Lufthansa Innovation Hub, il centro per l’innovazione del gruppo Lufthansa con sede a Berlino. La partnership si concentra su progetti di innovazione congiunti, condividendo approfondimenti, best practices e conoscenze tecnologiche. Da un lato, ADR Innovation Hub condividerà il proprio know-how sui processi di accelerazione delle startup realizzati grazie alle diverse edizioni di “Runway to the future” di ADR, Lufthansa Innovation Hub condividerà approfondimenti e opportunità sulle sue attività di ricerca, venture building e venture clienting. Il Memorandum definisce inoltre le aree-chiave della collaborazione: partnership per il programma di accelerazione ‘Runway to the future, dove un potenziale progetto riguarda, ad esempio, lo scambio di expertise sulla robotica, come nel caso di Ottonomy, startup deep tech che già collabora con entrambe le aziende e che, attraverso robot completamente autonomi, effettua consegne al gate in aeroporto. L’accordo prevede lo sviluppo congiunto di progetti pilota e la collaborazione in partnership con startup. Attraverso il proprio modello di Open Innovation, ADR, società del gruppo Mundys, supporterà Lufthansa Innovation Hub nei piani di rafforzamento delle attività sull’innovazione nel settore aeroportuale. Aeroporti di Roma ha infatti lanciato tre anni fa il programma di accelerazione “Runway to the Future”, che supporta le startup nello sviluppo di soluzioni all’interno dell’aeroporto per un periodo di 8 mesi. Fin dall’avvio, il programma ha attratto circa 1.000 startup da tutto il mondo, con il 60% dei candidati provenienti dall’estero: nell’edizione del 2024 le candidature ricevute sono state 716 da parte di 389 startup provenienti da 42 Paesi. ADR ha avviato sin dall’inizio 40 progetti-pilota con startup incentrate sull’IA, l’automazione e la robotica per affrontare le sfide operative e quelle sulla sostenibilità che incombono sugli aeroporti.

M.C.C.

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