IN ARRIVO LE NOMINE DI DONNARUMMA

Fs: Lebruto all’Anas, Giaconia ad di Trenitalia (e Corradi va all’Autorità portuale di Genova)

Diario Diac anticipa alcuni nomi del pacchetto che sarà varato nelle prossime ore dal nuovo amministratore delegato di Ferrovie Donnarumma, al primo banco di prova del mandato. A lungo in discussione anche la sostituzione di Strisciuglio con lo stesso Lebruto, poi si è deciso di lasciare per il momento il numero uno di Rfi al suo posto. A fine anno il piano industriale con un nuovo accentramento e la cancellazione dei poli creati da Ferraris. La commissione Ue entra a gamba tesa con la richiesta di riforme per favorire le gare nel regionale, l’eliminazione del doppio macchinista e la valutazione preventiva dell’Autorità di regolazione sugli investimenti.

31 Ott 2024 di Giorgio Santilli

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Fs: Lebruto all’Anas, Giaconia ad di Trenitalia (e Corradi va all’Autorità portuale di Genova)

Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato del gruppo Fs

Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato del gruppo Fs

Vorticoso giro di nomine in arrivo a giorni (o forse a ore) per il pianeta Fs. È il primo vero banco di prova del nuovo amministratore delegato del gruppo, Stefano Donnarumma. La nomina più importante è la posizione di vertice dell’Anas dove sarebbe destinato, come amministratore delegato, Umberto Lebruto, attuale amministratore delegato di Ferrovie Sistemi Urbani, la società della rigenerazione urbana e capofila del polo Città.

Umberto Lobruto, prossimo ad dell’Anas

Il nome di Lebruto era stato fatto anche per sostituire il numero uno di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, che invece per ora resterebbe al suo posto. A Strisciuglio vengono imputati paradossalmente sia i ritardi dei treni causati dall’accelerazione dei lavori del Pnrr sulla rete, sia i ritardi dei lavori che comunque difficilmente, almeno per le grandi opere, arriveranno al traguardo nei tempi previsti (fa eccezione la puntualissima Brescia-Verona-Padova). Cambio a sorpresa anche a Trenitalia, favorito dalla partenza di Luigi Corradi (riconfermato diciotto mesi fa) che andrebbe nella sua Genova a fare il commissario straordinario all’Autorità portuale, chiamato dal neopresidente regionale Bucci, lasciando, a sua volta il posto alla guida di Trenitalia a Maria Annunziata Giaconia, che finora è stata la direttrice della direzione Business regionale della stessa Trenitalia.

Maria Annunziata Giaconia cresce in Trenitalia

Proprio la Giaconia, che negli ultimi mesi avrebbe intensificato il suo rapporto con il ministro delle Infrastrutture Salvini e il viceministro Rixi, spiccherebbe il salto maggiore nel quadro della dirigenza di vertice Fs.

Intanto Donnarumma lavora al nuovo piano industriale che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno. Sarà un piano all’insegna dell’accentramento, con la soppressione dei quattro poli che aveva creato il precedente ad Luigi Ferraris. Le funzioni fondamentali di coordinamento, delegate ai poli, tornano in capo all’amministratore delegato. La parola d’ordine del piano industriale sarà però efficienza, anche per preparare la eventuale privatizzazione qualora il governo dovesse decidere di andare effettivamente su quella strada.

Bisognerà capire, però, se sul piano industriale di Donnarumma potranno avere impatto le riforme che la commissione Ue ha fortemente richiesto al governo italiano nell’ambito dell’attuazione del Pnrr. A recapitare la richiesta, in termini piuttosto spicci al ministero delle Infrastrutture è stata la settimana scorsa la direttrice della Recovery & Resilience Task Force europea, la francese Céline Gauer, in occasione della verifica sullo stato del Piano europeo. Le tre principali richieste della Gauer sono state l’obbligo di affidare con gare europee i servizi di treni regionali e intercity, l’abolizione del doppio macchinista per migliorare la produttività del sistema e ridurre la “ridondanza” degli standard di sicurezza, l’affidamento all’Autorittà di regolazione dei trasporti presieduta da Nicola Zaccheo della valutazione preventiva sull’efficienza economica degli investimenti di Rfi. Se l’ultimo punto sarà contrastato in tutti i modi dal ministro Salvini che certamente non sarà disponibile a cedere i poteri di programmazione degli investimenti ferroviari, gli altri due punti potrebbero impattare molto direttamente sul business plan del gruppo Fs.

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