SI LAVORA SUI CONTENZIOSI IDRO

Friuli-VG, nuovo piano energia da 1,8 MILIARDI e 13mila occupati

Obiettivo net-zero anticipato al 2045 ma non solo. Sono 42 le azioni strategiche definite nel nuovo programma regionale presentato dall’assessore alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro. “Un programma trasversale a tutti i settori della nostra società e dell’ambiente. Vengono attuati – ha sostenuto l’assessore – i principi dello sviluppo sostenibile”. Intanto, ieri è proseguito il dibattito consiliare sul ddl aree idonee mentre sul fronte idroelettrico si sono svolti gli incontri con i sindaci dei Comuni interessati dalle grandi derivazioni per risolvere i contenziosi con A2a e Edison.

25 Feb 2025 di Mauro Giansante

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Non solo aree idonee. Il Friuli-Venezia Giulia presenta il nuovo piano energetico regionale e guarda alle prossime scadenze ambientali con target ambiziosi per una transizione verso le rinnovabili ma allo stesso tempo sostenibile in termini socio-economici.

A raccontarla è l’assessore alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro: “Investimenti per 1,8 miliardi tra pubblico e privato, circa 13 mila nuovi occupati”, ha messo subito in chiaro. “Il Piano energetico regionale è uno strumento strategico che guiderà il Friuli Venezia Giulia verso la transizione energetica sostenibile. Il programma definisce diverse azioni: oltre alla riduzione dei consumi e alla produzione di energie da fonti rinnovabili, il Piano punta ad attenzionare la situazione energetica del territorio montano, a formare e garantire nuova occupazione “sostenibile”, a ridurre il fenomeno della povertà energetica e a fornire supporto al territorio durante l’impegnativo processo di transizione cui la Regione è già avviata”.

Obiettivi net-zero anticipati al 2045, investimenti per 1.8 miliardi

Quanto alle scadenze e ai dettagli sugli investimenti, “Lo strumento prevede gli investimenti che saranno attuati da qui al 2030 in un settore sempre più strategico per attività imprenditoriali e cittadini. Circa 800 milioni di risorse pubbliche, quasi un miliardo di euro di interventi dei privati (Il 60% per l’incremento della sicurezza energetica e il 40% per l’indipendenza) e una crescita occupazionale di quasi 13mila addetti. Un programma trasversale a tutti i settori della nostra società e dell’ambiente. Vengono attuati – ha sostenuto l’assessore presentando il Per a Udine – i principi dello sviluppo sostenibile, che per primi abbiamo aggiunto alla nostra declaratoria, spinti dalla consapevolezza che solo politiche ambientali che contemplino lo sviluppo economico e sociale possano essere realmente efficaci. Oggi pare che, soprattutto grazie all’Italia e al Governo Meloni anche l’Europa stia finalmente virando in questa direzione”. Dunque, al 2030 “ci poniamo anche l’obiettivo di ridurre drasticamente l’uso dei combustibili fossili, incrementando il più possibile la quota di energia da fonti rinnovabili. Guardiamo poi al 2045, anticipando così il target europeo fissato al 2050, come momento per raggiungere l’autonomia energetica e una totale decarbonizzazione, come per altro previsto dalla legge regionale FVGreen”.

Ma cosa c’è nel dettaglio nel Piano? “Il Per della Regione Friuli Venezia Giulia si pone raggiungere il 2030 con circa 6720 GWh di produzione di energia elettrica da Fer (fonti energetiche rinnovabili), corrispondente ad una copertura del 79% (44% nel 2021) sul prodotta dalla Regione. Questo obiettivo – si legge nel testo – risulta coerente con la traiettoria assegnata al Friuli Venezia Giulia dal D.M. 21/06/2024 Aree Idonee che impone un incremento di potenza Fer installata al 2030 di 1,96 GW rispetto al 31 dicembre 2020. identificherà le aree idonee per la realizzazione degli impianti con la Legge Regionale, attualmente in fase di redazione, di recepimento del sopracitato D.M.. In tal senso, verranno confermati i contenuti all’art.20 comma 8 del d.lgs. 199/2021 e verranno altresì determinate le fasce di rispetto dei beni culturali sottoposti a tutela”.

Le due vie con cui verrà raggiunto il target sono quella diretta (cioè prettamente con il ricorso alle rinnovabili), per un totale di potenza installata di 1,16 GW e in maniera indiretta per i restanti 0,80 GW. Riguardo questo secondo caso, al settore civile è assegnata la quota 0,50 GW di nuova potenza Fer installata. In tutto, i consumi di energia termica nei settori Civile e Industriale saranno coperti nel 2030 per il 29% (20% nel 2021) da Fer termiche, sottolinea il piano, riducendo le emissioni per 2.336 kt CO2eq tenendo conto anche dei trasporti. Il consumo finale lordo regionale al 2030, per essere in linea con gli obiettivi europei del RePowerEu applicato agli obiettivi nazionali, dovrà invece raggiungere i 2,47 Mtep, constatando un consumo di circa 3,33 Mtep nel 2021.

Nel settore civile si punta a ridurre i consumi del 17% al 2030

“A livello regionale la tendenza di consumi finali per il settore civile dello scenario Ref (cioè Pniec) è stimata essere pari a 1210, 1199 e 1180 ktep per gli anni 2030, 2040 e 2045, rispettivamente. Questo si traduce in una riduzione percentuale, rispetto all’anno di riferimento 2021, del 6% al 2030 e dell’8% al 2045. Secondo, invece, lo scenario A, più sfidante, si prevede un consumo finale stimato di 1112, 1073 e 1028 ktep per gli anni 2030, 2040 e 2045, pari ad una riduzione del 14% (2030), 17% (2040) e 20% (2045) rispetto al 2021. Lo scenario B, scelto come base di policy, prevede invece quote di riduzione del 17% al 2030, al 25% al 2040 e al 28% al 2045, con un consumo stimato di 1066, 962 e 927 ktep. Numeri, quindi, ancora più restrittivi.

 

 

“Gli scenari relativi alle emissioni di CO2 implicano una sfida ancora maggiore in termini di riduzioni attese”, si legge poi nel piano. “Per il 2030 le emissioni dovrebbero essere ridotte del 15% per lo Scenario REF (1387 ktCO2), del 22% per lo scenario A (1275 ktCO2) e del 45% per lo scenario B (897 ktCO2) 2021, con 1634 ktCO2. Al 2045, le riduzioni stimate dagli scenari obiettivo comportano una riduzione del 35% per lo scenario REF (1058 ktCO2), del 44% per lo scenario A (922 ktCO2) e del 91% per lo scenario B (150 ktCO2).

Quali saranno, in questo senso, le linee d’azione della Regione? Rriqualificazione energetica degli edifici residenziali, , non residenziale, con il target prevalente delle imprese. E ancora, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici. A tal proposito opererà , lo sportello unico regionale per la riqualificazione energetica degli edfici.

Prosegue l’iter sulle aree idonee, dialogo sui contenziosi per l’idroelettrico

Intanto, ieri in Consiglio regionale si è parlato del ddl Aree idonee. Il Friuli dovrà raggiungere una potenza installata di 1960 MW al 2030 contro una quota attuale di 500MW. “Da qui in avanti, l’obiettivo sarà quello di gestire al meglio l’insediamento degli impianti”, ha spiegato ieri Igor Treleani di Fdi, rispondendo alle critiche sulle tempistiche di approvazione del ddl. Temi importanti legati al ddl 38, per Treleani “includono la situazione delle infrastrutture di rete, dei vincoli e del potenziale sviluppo della stessa e, non da ultimo, della dislocazione della domanda elettrica. Parallelamente all’attuazione di questa legge, la Regione dovrà quindi gestire anche i tavoli dedicati al potenziamento delle infrastrutture elettriche, attualmente non adeguate rispetto alle nuove esigenze e obiettivi prefissati”. E, secondo l’esponente della maggioranza, al netto del poco spazio di manovra per le Regioni, l’articolato proposto risulta essere un testo responsabile che tutela cultura, paesaggio e anche agricoltura del nostro territorio”. Sottolineando infine che sarà un problema pensare a “dove pensiamo di installare il doppio della superficie dei pannelli che oggi vediamo sul nostro territorio nei prossimi cinque anni. Le conseguenze – ha concluso – sono ettari di pannelli fotovoltaici nei nostri campi, dove siamo abituati a coltivare, nelle zone industriali dove siamo abituati ad insediare aziende e in luoghi e aree dove non siamo abituati a vederli”.

 

Aree idonee, Friuli-VG FEDELE al decreto Mase: 2GW al 2030

 

L’intera area di governo friulana ha difeso lo spirito del ddl, fedele al Dm di giugno del Mase, e anche dall’opposizione Andrea Carli (Pd) in veste di relatore per la minoranza ha auspicato “che si possa trovare un maggiore equilibrio per la tutela del paesaggio, in particolare limitando la vicinanza degli impianti di produzione ai centri abitati. In generale, esprimiamo un forte timore – ha rimarcato il consigliere – legato al periodo eccessivamente lungo con il quale si prevede la definizione delle aree non idonee: 12 mesi durante i quali si potrebbe determinare una forte accelerazione delle domande di autorizzazione per nuovi impianti prima della piena attuazione del ddl 38”.

Infine, sul fronte idroelettrico l’assessore Scoccimarro ha incontrato i sindaci dei Comuni interessati dalle grandi derivazioni idroelettriche. “Attraverso una serie di interlocuzioni con A2A ed Edison, stiamo lavorando per raggiungere importanti risultati a vantaggio dal nostro territorio. Proprio in virtù dell’approccio che abbiamo scelto, costruttivo e diplomatico, si intravedono importanti spiragli con entrambe le società”. Cioè A2a e Edison. L’esponente della Giunta ha poi ricordato che, insieme all’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, è stata predisposta una norma che anticipa ai Municipi 15 milioni di euro dei canoni di derivazione, nonostante i contenziosi in corso. Occorre, dai Comuni, “concepire, insieme alla Regione, una modalità di investimento delle risorse nel prossimo futuro, anche nel campo delle energie rinnovabili e dell’efficientamento energetico, ad esempio nel revamping del piccolo idroelettrico, con impianti fotovoltaici e a biomasse, per generare un ulteriore flusso di cassa per i Comuni in maniera controllata”, ha concluso Scoccimarro.

In ogni caso, nel piano energetico regionale – a proposito di idroelettrico – si legge che l’Amministrazione non considera strategico lo sviluppo del settore perché il territorio è già saturo. Meglio concentrarsi sul recupero idrico, su nuovi pompaggi, repowering, produzione a scopo irriguo e impianti mini inferiori a 3 megawatt.

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