PROGETTO CORALE / 6
Falkirk Wheel, ascensore idraulico per navi e catalizzatore della rivitalizzazione dei canali fra Edimburgo e Glasgow
L’emozione della ruota panoramica unita alla magia di “volare” seduti in una barca che galleggia sull’acqua: questa è l’esperienza memorabile della Falkirk Wheel, che svetta con il suo curvilineo profilo chiaro nella verde campagna scozzese tra Edimburgo e Glasgow.
Per chi non fosse un appassionato di canali, la Falkirk Wheel è un ascensore idraulico per navi, inaugurato nel 2002, che nasce per collegare in pochi minuti due storici canali scozzesi, l’Union Canal e il Forth and Clyde Canal, scollegati dal 1933, quando vennero dismesse le 11 chiuse necessarie a superare il dislivello di 35 metri esistente tra le due vie d’acqua.
La ruota di Falkirk non è il primo ascensore per barche al mondo, ma, a differenza degli altri, questo è davvero un modello geniale per diversi motivi, primo su tutti perché è in grado di spostare barche fino a 400 tonnellate con l’energia usata per alimentare otto bollitori d’acqua.


La struttura si ispira alle forme di una doppia lancia celtica e alla spina di un pesce e funziona col principio di Archimede: quando una barca entra nella vasca, grazie a dei sensori di precisione, viene liberata una quantità d’acqua necessaria a bilanciare il peso della barca e del suo carico. In questo modo il peso complessivo è sempre lo stesso e la vasca resta in equilibrio, non si capovolge e fa da contrappeso all’altra vasca, sfruttando la forza di gravità. Ecco perché l’energia utilizzata è minima, precisamente appena 1,5 kWh per fare metà giro, e serve solo la “spinta” per azionare la rotazione e per frenare. Il movimento della ruota è azionato da dieci potenti motori idraulici sincronizzati, che la fanno ruotare di 180 gradi, permettendo alle vasche di invertire la loro posizione: una volta avvenuto lo scambio, le porte delle gondole si aprono e le barche possono proseguire il loro cammino.
La versione definitiva di questo immaginifico ascensore è stata progettata dall’architetto Tony Kettle, che, leggenda narra, per illustrarne il funzionamento creò un modellino della ruota con i Lego della figlia di 8 anni. Un team di progettazione integrata e investimenti di 84,5 milioni di sterline hanno poi permesso la realizzazione di questo unico elevatore di barche rotante, capace di trasportare barche e chiatte piene di passeggeri e merci, inaugurato il 24 maggio 2002 alla presenza di sua Maestà la Regina Elisabetta.
ll collegamento tra i due bacini della ruota è stato realizzato mediante un canale sospeso in cemento armato sostenuto da piloni, fino a sovrapporre i due corsi fluviali, punto in cui è stata installata la ruota.
Al di là della curiosità dell’oggetto e della sua efficienza energetica e funzionale, quale ragione ci porta però a parlarne in una rubrica che si occupa di Rigenerazione Urbana?
Nei fatti, la Falkirk Wheel è molto di più di una incredibile opera di ingegneria, è un potente catalizzatore all’interno di un processo di riattivazione di un intero territorio, che, a 23 anni di distanza dall’inaugurazione dell’opera puntuale, consente di riflettere in modo compiuto sull’efficacia e sulla sostenibilità di prassi, politiche e iniziative integrate di rigenerazione.
Innanzitutto, l’opera di ingegneria dell’ascensore, oltre a rispondere a una esigenza di carattere funzionale, si inserisce all’interno di una strategia territoriale più complessiva, nata in parte insieme all’opera e in parte sviluppata, potenziata ed ampliata in seguito, sulla scorta del successo dell’opera stessa.

Essa è infatti parte del più ampio progetto denominato “Millenium Link”, la cui origine merita una piccola digressione, soprattutto per chi sostiene che i progetti di rigenerazione non si fanno perché non si trovano i fondi…
In Gran Bretagna nel 1993 venne istituito il Lotteries Act, che portò alla creazione della Millennium Commission, pensata per distribuire i fondi raccolti dalla vendita dei biglietti della lotteria a “buone cause” selezionate attraverso bando pubblico, da realizzare in occasione del cambio di millennio. Nel 1996, una volta accumulati fondi sufficienti, la Commissione invitò cittadini, imprese e associazioni a presentare domanda per “fare tutto ciò che ritenevano opportuno … per sostenere cause meritevoli che avrebbero segnato l’anno 2000 e l’inizio del nuovo millennio”. Le condizioni erano che la Commissione non avrebbe finanziato più della metà del progetto, mentre il saldo rimanente sarebbe stato coperto dai finanziatori del progetto.
Il British Waterways Board aveva in precedenza già elaborato un piano per la riapertura del collegamento tra i due canali, per un budget di 78 milioni di sterline, e lo sottopose alla Commissione. Il 14 febbraio 1997, la Commissione annunciò che avrebbe sostenuto il Link con un finanziamento di 32 milioni di sterline, pari al 42% del costo del progetto. La Ruota e il relativo bacino furono valutati 17 milioni di sterline, oltre un quinto del budget totale. Altri 46 milioni di sterline dovevano essere raccolti nei due anni successivi prima che la costruzione potesse iniziare, con contributi di BWB, sette Comuni, Scottish Enterprise e donazioni private, a cui si aggiunsero 8,6 milioni di sterline provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale.
Il Morrison-Bachy Soletanche Joint Venture Team presentò un suo primo progetto originale, che assomigliava a una ruota panoramica con quattro gondole, nel 1999. Tutte le parti concordarono che il progetto fosse funzionale, ma non il fiore all’occhiello che la BWB stava cercando. Dopo essere stati invitati a riconsiderare il progetto, la British Waterways riunì allora un team di 20 architetti e ingegneri. Sotto la guida di Tony Kettle dello studio di architettura RMJM, i concept e le immagini iniziali furono rivisti e integrati con la progettazione ingegneristica di Butterley e M G Bennetts. Fu un periodo di lavoro intenso, con il concept finale completato in tre settimane durante l’estate del 1999, mentre il progetto finale fu uno sforzo cooperativo tra il British Waterways Board, i consulenti ingegneristici Arup, Butterley Engineering e RMJM. Il 24 maggio 2002, la regina Elisabetta II, nell’ambito delle celebrazioni del suo Giubileo d’oro, inaugurò la prima fase del Millenium Link, ovvero la Falkirk Wheel e il suo Visitor Center, nonchè tutte le opere correlate al suo funzionamento (canale sospeso, revisione delle chiuse nei km precedenti l’intervento, nuovo tunnel, ecc.).
Ma il British Waterways Board aveva una visione molto più ampia e vedeva in questo intervento solo il primo passo per una completa rivitalizzazione e valorizzazione del sistema dei canali di quella parte di Scozia, in sintonia con molte altre iniziative di quegli anni, che spingevano verso una riconversione turistica e per il tempo libero non solo delle vie d’acqua, ma anche di tutti i territori industriali dismessi da esse alimentate e decaduti insieme a loro. Per questo continuò a sviluppare progetti e a cercare opportunità per raccogliere fondi e accrescere la sensibilizzazione verso il tema, in primo luogo sfruttando il grande successo di pubblico riscosso da subito dalla Falkirk Wheel. Non a caso, nel 2003 si tenne proprio a Edimburgo la World Canals Conference, che raccoglie ogni anno centinaia di appassionati, associazioni, istituzioni e imprese da tutto il mondo, e che proprio alla Falkirk Wheel ebbe il suo momento più intenso.
Venne così sviluppato il progetto denominato Helix, concepito per trasformare un’area sottoutilizzata tra Falkirk e Grangemouth in un fiorente spazio verde urbano. Questo includeva un’area per spettacoli, in cui si possono organizzare eventi di grandi dimensioni, strutture per gli sport acquatici, garantite dalla costruzione di una grande laguna, il tutto circondato da aree gioco e percorsi di alta qualità. L’area centrale è nota oggi come Helix Park e l’intero complesso si estende su circa 350 ettari (860 acri). L’accesso all’Helix Park sarebbe stato garantito da 27 chilometri (17 miglia) di piste ciclabili e percorsi pedonali.
L’opportunità per attuare anche questa seconda fase di trasformazione è stata offerta dal programma Living Landmarks del Big Lottery Fund, che offrì 140 milioni di sterline di finanziamenti; nel 2005 il progetto Helix si è aggiudicato uno dei quattro premi principali, dando il via al progetto da 43 milioni di sterline. I piani includevano, oltre alle strutture descritte in precedenza e co-finanziate da operatori privati, anche opere infrastrutturali, come un nuovo tratto di canale di 870 metri e un nuovo tunnel sotto l’autostrada. I piani includevano anche la deviazione di due oleodotti ad alta pressione che attraversavano l’area per alimentare la raffineria di Grangemouth. Nel marzo 2009, il Consiglio di Falkirk ha approvato la creazione dell’Helix Trust, che si sarebbe occupato della supervisione del progetto. Ulteriori finanziamenti sono stati ricevuti da diverse altre fonti, tra cui il governo scozzese, Sustrans, Score Environmental e Forth Environmental Trust.
Per segnare anche questo step di trasformazione e legare, come già era successo per la Farlkirk Wheel, anche questa iniziativa alla storia del territorio e rafforzarne l’attrattività turistica e l’identificabilità con un elemento iconico, venne dunque creato il cosiddetto monumento The Kelpies, una coppia di monumentali teste di cavallo in acciaio alte 30 metri, che è posizionata nel parco Helix e costituisce l’accesso orientale del canale Forth e Clyde. Un kelpie, o kelpie d’acqua è, nel folklore scozzese, uno spirito mitologico mutaforma che abita i laghi. Viene solitamente descritto come una creatura simile a un cavallo grigio o bianco, in grado di assumere sembianze umane. The Kelpies rappresentano dunque la stirpe del cavallo di battaglia dell’industria e dell’economia scozzese, che trainava carri, aratri, chiatte e navi carboniere, elementi che hanno plasmato la conformazione paesistica, economica e sociale dell’area di Falkirk. All’interno della gigantesca scultura è ospitato un visitor center.
Avviata con successo la trasformazione turistica del territorio e recuperate numerose aree dismesse, con un effetto-catena si sono poi sviluppate numerose altre iniziative di rivitalizzazione. A Falkirk è sorto un Business Hub, per start-up innovative e esponenti della Creative Class.
Nel 2011 è stato approvato dal Falkirk Council il Falkirk Wheel Masterplan, ovvero un masterplan, ufficialmente denominato “Portdownie”, che delinea uno sviluppo immobiliare ad uso misto di 58 acri (circa 23 ettari) nei pressi della Ruota di Falkirk, con l’obiettivo di rivitalizzare l’area lungo il canale. Questo piano, frutto di una partnership tra il Falkirk Council e British Waterways, prevede la realizzazione di un vivace quartiere lungo il canale, con strutture residenziali, commerciali e ricreative, tra cui un hotel e un porto turistico. Il progetto è strutturato in tre distinte aree urbane: un polo ad alta densità, un’area residenziale a media densità e un’area residenziale a bassa densità con aree boschive. Il progetto sfrutta la cornice unica della Falkirk Wheel e del canale riqualificato, il nome “Portdownie” riflette il nome storico del bacino del canale, collegando la trasformazione al passato dell’area, e fa parte a sua volta di un più ampio sforzo per rivitalizzare il corridoio del Forth & Clyde canal, collegandosi al Progetto Helix e alla distilleria Rosebank.
Nella primavera del 2015, Scottish Canals, subentrato al British Canals Booard, ha lanciato un programma completo di miglioramento e rinnovamento, volto a ravvivare e l’offerta della Falkirk Wheel, incentrato sulla messa in luce dell’importanza dell’acqua per la Scozia e il ruolo che i canali svolgono in essa. Ne è scaturita una serie di interventi volti a migliorare l’edificio principale dedicato ai visitatori e la sua offerta commerciale interna, l’esperienza di navigazione in barca, l’offerta gastronomica esterna, la creazione di un centro di attività che promuovesse l’uso attivo della rete di canali e della rete verde circostante e, infine, il rinnovamento della segnaletica, dell’orientamento e del branding del sito.
L’area a oggi continua ad essere la seconda meta turistica più gettonata della Scozia, dopo Edimburgo, è diventata anche meta di trasferimento elettivo di coppie “senior”, che apprezzano la ruralità unità alla vivacità e che contribuiscono al recupero di villaggi e borghi storici un tempo abbandonati, sono fioriti i servizi, il piccolo artigianato e il commercio.
E’ chiaro che si è trattato di una trasformazione unica nel suo genere, ma la lezione – o le lezioni – che il Millenium Link ci lascia sono interessanti per molti altri contesti. In primis, la necessità di una visione da inseguire con perseveranza e creatività. Poi il bisogno di un soggetto trainante forte, motivato, radicato nel territorio (BWB), che sa fare rete e raccogliere idee e fondi. Infine, il ruolo dei catalizzatori. Se è vero, come già detto in questa rubrica, che una singola opera di architettura, anche spettacolare o unica, non fa Rigenerazione, è anche vero che un catalizzatore, che muove curiosità, persone, istituzioni, fondi e che ricollega il passato con il futuro di un’area, di una comunità, di un territorio, è un potente strumento per attivare la trasformazione, a qualsiasi livello, e, se ben inserito in una strategia più complessiva, può rappresentare una chiave di volta per il successo della Rigenerazione. Aiuta a volare, insomma, nell’aria, nell’acqua e nella Bellezza.