I dati Eurostat sul 3° trimestre
Eurozona: costo del lavoro a +4,6%, per le costruzioni l’aumento più alto
Cresce il costo del lavoro orario in Europa nel terzo trimestre dell’anno. E’ il settore delle costruzioni a registrare l’aumento più alto, +5% nella zona euro, rispetto a industria e servizi. L’Italia mostra un aumento del 5,4%, il valore più alto rispetto alle principali economie europee. Per le costruzioni, il dato italiano, +4,8%, è inferiore alla media europea ma è il dato più alto nel confronto con Germania, Francia e Spagna.
Sale il costo del lavoro nella zona euro. Nel terzo trimestre dell’anno, il costo orario è aumentato del 4,6% nell’Eurozona e del 5,1% nei ventisette Paesi Ue, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Guardando, nel dettaglio, alle due principali voci che lo compongono, le spese per salari e stipendi hanno registrato un incremento del 4,4% nell’eurozona e del 5% nell’intera Unione europea mentre la componente non salariale (contributi, tasse e costi indiretti) è cresciuta rispettivamente del 5,2% e del 5,3%. E’ nelle costruzioni che si registra l’aumento più elevato: il costo orario del lavoro registra un +5% nell’area euro rispetto a +4,6% dell’industria e a +4,5% dei servizi. Nella Ue a 27, l’incremento delle costruzioni è del 5,5% rispetto a +5,3% dell’industria e +4,9% nei servizi. E’ il quadro che tratteggiano le rilevazioni diffuse da Eurostat.
I Paesi che hanno registrato i più alti aumenti retributivi orari sono Romania (+17,1%), Croazia (+15,1%), Ungheria (+14,1%), Bulgaria (+12,7%) e Lettonia (+12,6%). Altri tre Stati hanno registrato incrementi superiori al 10% : Polonia (+12%), Lituania (+11%) e Austria (+10%). Unico Paese con il segno meno è la Grecia che ha registrato un calo del 2,9%. L’Italia registra un incremento totale del 5,4%, dove la componente salariale è aumentata del 5,2% e quella non salariale del 6%. Rispetto alle principali economie del Vecchio Continente, è proprio il nostro Paese a consuntivare il più alto incremento: la Germania +4,2% (+ 4% componente salariale e +4,8% non salariale); la Francia +3% (+2,7% e +3,8); Spagna +5% (+4,7% e +5,7%).
Come si è detto, nel terzo trimestre del 2024 è il settore delle costruzioni quello a registrare l’aumento più alto del costo orario del lavoro. Scomponendo il dato complessivo del 5% dell’area euro, la voce salariale mostra un aumento del 4,6% mentre la voce non salariale del 6,2% mentre nella Ue, le due componenti aumentano rispettivamente del 5,2% e del 6,3%. In questo settore, le costruzioni italiane mostrano un aumento inferiore alla media europea: il valore complessivo aumenta del 4,8% con le due singole componenti in crescita del 4,7% e del 5,1%. E’, invece, l’aumento più alto tra i principali partner europei: la Germania +4,7% (+4,4% e +5,7%), la Francia +3,7% (+3,2% e +5,2%); la Spagna +3,4% (+3% e + 4,3%).
Dall’istituto di statistica europeo sono arrivati ieri anche i dati relativi ai posti di lavoro vacanti, il cui tasso si è attestato al 2,5% in calo rispetto al 2,6% del secondo trimestre del 2024 e al 3,0% del terzo trimestre del 2023. Il tasso di posti di lavoro vacanti nell’UE è stato del 2,3% nel terzo trimestre del 2024, in calo rispetto al 2,4% del secondo trimestre del 2024 e al 2,7% del terzo trimestre del 2023. Nell’area euro, il tasso di posti vacanti è del 2,1% nell’industria e nelle costruzioni e del 2,7% nei servizi; nell’Unione a 27, i due valori si attestano, rispettivamente, al 2% e al 2,5%.