IL DECRETO DEL MIM

Scuole, un anno e mezzo e 20mln a 57 comuni per RISTRUTTURARLE

Venti comuni coinvolti al nord, diciannove al centro e nelle isole, diciotto al sud. Il testo, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, prevede che “la rendicontazione dell’intervento – finanziato con le risorse della quota a gestione statale dell’otto per mille – deve essere conclusa entro tre mesi dalla data di conclusione dei lavori riportata nel certificato di ultimazione dei lavori”. La responsabilità degli interventi è esclusivamente degli enti beneficiari.

17 Dic 2024 di Mauro Giansante

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Parte il piano del Ministero dell’Istruzione e del merito per ristrutturare gli edifici scolastiche con le risorse dell’otto per mille. Il decreto, datato 22 novembre, è entrato ieri in Gazzetta Ufficiale facendo così scattare il timer di diciotto mesi per la realizzazione degli interventi. Che saranno a carico esclusivo degli enti beneficiari, cioè i 57 comuni selezionati in graduatoria. Venti al nord, diciannove tra centro e isole, diciotto al meridione.

Come si legge nel testo, “l’importo da assegnare in favore degli enti utilmente collocati nelle graduatorie di cui all’art. 1 è pari a euro 6.670.500,00 per il Nord, a euro 6.787.483,29 per il Centro e Isole, a euro 6.787.893,61 per il Sud, per un importo complessivo pari a euro 20.245.876,90 a fronte di un importo massimo disponibile pari a euro 20.736.429,00”.

 

Secondo il decreto, poi, “la rendicontazione dell’intervento deve essere conclusa entro tre mesi dalla data di conclusione dei lavori riportata nel certificato di ultimazione dei lavori”. Le erogazioni avverranno con un anticipo del 30% su richiesta degli enti dopo trenta giorni dalla pubblicazione del decreto; poi al raggiungimento del 60% dell’importo del contratto lavori, al netto del ribasso di gara; infine a seguito della presentazione del collaudo/del certificato di regolare esecuzione nonché della relativa determina di approvazione della contabilità finale.

L’articolo 5 del decreto disciplina, poi, le modalità di revoca e riassegnazione delle risorse: i casi citati sono quelli di mancato rispetto dei termini sui lavori, concomitanza con altro finanziamento pubblico, per lo stesso lotto funzionale, rinuncia, altra destinazione dell’edificio diversa da quella ad uso scolastico, mancanza di dati giustificativi, esecuzione diversa o anticipata. Quanto all’aggiudicazione dei lavori, secondo l’avviso pubblico del Mim “gli enti beneficiari dei finanziamenti sono tenuti” ad effettuarla “entro e non oltre 6 mesi dalla data di pubblicazione del decreto del Ministero dell’istruzione e del merito di approvazione delle graduatorie definitive”. Dunque, entro metà giugno 2025.

A che punto è la sicurezza degli edifici scolastici

Quello della tenuta dell’edilizia scolastica è un tema sempre aperto in Italia. Secondo i dati del Mim, oltre la metà dell’edilizia scolastica attualmente utilizzata è stata costruita tra il 1950 e il 1992, con un picco tra gli anni ’60 e ’70. Solo un edificio su dieci risulta costruito dopo il 1997.

A fine ottobre, lo stesso dicastero guidato da Giuseppe Valditara e il Ministero per la Protezione civile e le politiche del mare hanno rinnovato la partnership strategica per lavorare insieme su questo dossier delicato. Talmente tanto delicato che, secondo il XXII° Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza scolastica, da settembre 2023 a settembre 2024 si sono registrati 69 crolli nelle scuole, un record per gli ultimi sette anni. Guardando agli ulteriori aggiornamenti dell’osservatorio, da fine settembre a fine novembre sono stati segnalati altri 23 episodi di crolli nelle aule.

Quanto ai certificati di agibilità, secondo Cittadinanzattiva sono 6 su 10 a non possederne, il 58% non ha quello sulla prevenzione incendi, il 41,50% quello del collaudo statico. Piccoli passi in avanti – ma ancora insufficienti se si considera che, su 40.133 edifici scolastici, 2.876 sono collocati in zona a rischio 1 e 14.467 in zona a rischio 2 – si riscontrano rispetto agli interventi di adeguamento e miglioramento sismici, dice ancora il rapporto. Infatti, poco più del 3% ha avuto interventi di questo tipo, e l’11,4% è stato progettato secondo la normativa antisismica.

Altri dati allarmanti li ha forniti Legambiente nel XXIV° rapporto Ecosistema Scuola, registrando che una scuola su due ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti, un dato che nel sud e nelle isole sale al 50%. E questo divario nord-sud si evidenzia anche nel reperimento e uso di fondi (1,4 milioni contro 300mila euro) e nell’avanzamento dei cantieri: 8-10 mesi al settentrione e 24 mesi al meridione. Ma “negli ultimi 5 anni stando ai dati inviati dalle amministrazioni, nella Penisola sono solo 41 le scuole nuove costruite”.

Le scuole nel Pnrr

Cosa c’è invece sul tavolo in termini di investimenti negli edifici scolastici? Secondo il XXXVII° rapporto congiunturale del Cresme, “gli investimenti per le nuove scuole, ad esempio, sono cresciuti del 38,5% nel 2023 e del 58,5% nel 2024, a cui seguirà il +21,2% nel 2025 e il 17,6% nel 2026”. Le scuole di nuova realizzazione rientrano nella missione M2 del Pnrr, “Rivoluzione verde e transizione digitale”, componente 3 (efficienza energetica e riqualificazione degli edifici), investimento 1.1.

Tra questi, ci sono in programma “oltre 200 nuove scuole (da realizzare entro il 2026) finanziate con 1 miliardo di risorse Pnrr, con progetto individuato mediante concorso di progettazione lanciato dal Ministero dell’Istruzione a luglio 2022 e lavori aggiudicati da Invitalia a settembre 2023”. Nella missione M2 “Istruzione e ricerca”, componente 1 (potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università), investimenti: 1.1, c’è invece il piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia da 3,2 miliardi. Nel 2023, ricorda lo stesso rapporto Cresme, le scuole hanno visto aggiudicarsi 8,2 miliardi di importi Pnrr. Infine, nella missione M4 “Istruzione e ricerca”, componente 1 (potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università), l’investimento 3.3 riguarda il piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica e vale 4,4 miliardi. Tutto sta a capire, però, a che punto sono gli interventi di messa a terra di queste risorse. La condizione delle scuole italiane, nel frattempo, resta molto critica.

 

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