L'INTERVISTA AL SOLE 24 ORE

Donnarumma conferma la strategia Fs dell’in house: sarà solo per realizzare appalti propri “ma non c’è nessuna decisione”. Ancora domande senza risposta

Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato di Fs, ha scelto un’intervista a Celestina Dominelli sul Sole 24 Ore per dare le prime risposte agli interrogativi sollevati da molte parti sulla strategia di Fs di acquisire società industriali per farle operare come soggetti in house rispetto alle commesse del gruppo (in questo articolo i dubbi e le domande di Diario DIAC). Donnarumma ha anzitutto confermato che il Gruppo FS sta valutando diverse possibili acquisizioni “ma – ha chiarito – siamo ancora in fase esplorativa”. Nell’ultimo cda del 16 settembre, dunque, nessuna decisione, neanche preliminare, è stata assunta.

17 Set 2025 di Giorgio Santilli

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Donnarumma non ha smentito nessuno dei nomi che circolano, Mermec, Firema, Pizzarotti; ha tuttavia precisato che l’interesse principale resta la realizzazione efficace degli investimenti, evitando il rischio di cantieri bloccati a causa di difficoltà degli appaltatori. Un riferimento che calza certamente per il caso di Pizzzarotti, uno degli appaltatori più impegnati nei lavori di RFI. “Noi ci occupiamo di mettere in sicurezza il piano strategico di Fs, non operiamo salvataggi di Stato”, ha detto Donnarumma con riferimento a una delle obiezioni che sono state fatte.

Un concetto che Donnarumma ha poi ulteriormente circostanziato. “La nostra intenzione – ha spiegato – è rafforzare il Gruppo dal punto di vista della messa in sicurezza dell’execution dei nostri investimenti. Non vogliamo allargare i nostri interessi commerciali né vendere nuovi servizi o prodotti”.

Un chiarimento, questo ultimo, che conferma l’utilizzo delle eventuali società acquisite per realizzare soltanto gli appalti ferroviari “interni” senza andare a fare concorrenza su altri mercati. Mentre l’ad di Fs non ha mai neanche citato l’ipotesi minimale, che pure era circolata, dell’acquisizione da parte di Fs della sola attività di Pizzarotti di produzione delle traverse ferroviarie.  Un’attività industriale del tutto marginale, limitata a due stabilimenti di dimensioni contenute, con un fatturato non superiore ai 50 milioni, a fronte di lavori ferroviari del gruppo per circa tre miliardi di euro.

Non si può non notare, in conclusione, che la precisazione di Donnarumma sui motivi che spingono Fs verso questa strategia, pur togliendo dalla scena altre ipotesi (salvataggi, costruzione di un polo di imprese che acquisisca appalti anche fuori di Fs), non convince ancora  in sé: se l’execution degli investimenti si mettesse in sicurezza comprandosi gli appaltatori, da una parte si genererebbe un sistema perverso (infatti fisiologicamente non si fa), dall’altra non si vede perché allora non ci siano nella lista altre imprese da acquisire, oltre a Pizzarotti, considerando che una certa difficoltà è presente anche in altri appaltatori.

Ma poi siamo sicuri che un’impresa di costruzioni, messa a l’interno del gruppo Fs, con condizioni di contesto almeno in parte diverse da quelle del settore delle costruzioni, risulterebbe più efficiente rispetto al caso in cui operasse fuori del gruppo Fs?

Per ora Donnarumma – in attesa degli approfondimenti in corso – non risponde all’obiezione principale di Diac: l’execution degli investimenti si mette in sicurezza non acquistando gli appaltatori (cosa che creerà comunque complessità contrattuali non semplici da risolvere) ma con un profondo rafforzamento della propria capacità di committenza (progettazioni più solide, direzioni lavori, permitting, dialogo con i territori per evitare varianti nei progetti, eccetera). Inoltre – e questo è davvero l’argomento numero 1 che smonta molte delle considerazioni attuali di Donnarumma – le difficoltà di una sola impresa non bloccano affatto i lavori se in consorzio ci sono altre imprese che sono corresponsabili e possono garantire l’esecuzione dei lavori. Pizzarotti lavora nella quasi totalità dei lavori ferroviari in consorzio con altre imprese (in molti consorzi con Webuild).

Progetto newco per l’Alta Velocità

Nell’intervista, Donnarumma conferma anche che è in corso la valutazione per la creazione di una nuova società (newco) a cui conferire le tratte in uso esclusivo dell’Alta Velocità e alcune tratte miste: “Il percorso è partito, ma stiamo proseguendo le valutazioni con il Mef”, fa sapere Donnarumma confermando quanto scritto da Diario DIAC nell’articolo di Maria Cristina Carlini pubblicato il 15 settembre (che si può leggere qui). “Il controllo rimarrà a Ferrovie dello Stato – ha aggiunto Donnarumma – e il modello di finanziamento potrebbe prevedere l’applicazione del metodo RAB (Regulatory Asset Base). Noi non vogliamo né privatizzare né quotare la società, stiamo solo strutturando un metodo per finanziare le opere”.

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