IN CARICA FINO A FINE 2025

Edilizia carceraria, DOGLIO nuovo commissario straordinario

Secondo il Dl 92, insieme a lui potranno operare fino a cinque esperti. Entro fine gennaio dovrà essere stilato un programma di interventi, a giugno prossimo verrà consegnato lo stato d’attuazione delle cose

 

 

24 Set 2024 di Mauro Giansante

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Il commissario straordinario all’edilizia penitenziaria è Marco Doglio. Ieri la firma del decreto d’incarico.

La nota di Palazzo Chigi

“Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha firmato, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il decreto d’incarico del dott. Marco Doglio quale Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria”, recita la nota ufficiale diffusa intorno a mezzogiorno da Palazzo Chigi. “Il Commissario, nominato ai sensi dell’articolo 4-bis del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 112, dovrà provvedere alla realizzazione delle opere necessarie per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari. Resterà in carica sino al 31 dicembre 2025 e potrà avvalersi, nello svolgimento del proprio compito, di una struttura di supporto composta da un massimo di cinque esperti”.

“Auguro buon lavoro a Marco Doglio, nominato commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria. Dopo anni di incuria finalmente il Governo ha messo mano alle carceri, con una riforma strutturale che consentirà, anche in virtù della nomina di Doglio, di migliorare le condizioni dei nostri istituti di pena, con spazi adeguati per la detenzione, la formazione e il lavoro dei detenuti, e di garantire agli agenti e al personale tutto più sicurezza. Rispedita al mittente la ricetta fallimentare della sinistra che chiedeva un ennesimo svuota carceri”, ha commentato dopo la nomina il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari (Lega).

“La nomina di Doglio come commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria è il completamento di una serie di investimenti per questo piano di edilizia penitenziaria realizzato dal centrodestra. È la dimostrazione che non serviva uno ‘svuotacarceri’, ma un piano di edilizia penitenziaria che solo in seguito possa consentire di assumere provvedimenti clemenziali per scelte e non per necessità come avvenuto fino ad oggi. Sono stati stanziati oltre 250 milioni [per realizzare 7mila posti nuovi, ndr] e c’è la volontà di procedere nella maniera più ampia possibile”. Così, invece, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove (Fdi).

Cosa farà il nuovo commissario

Secondo il decreto carceri approvato in estate, “il commissario straordinario, fatto salvo quanto previsto dal comma 8 e sentiti il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e il capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della giustizia, nel limite delle risorse disponibili compie tutti gli atti necessari per la realizzazione di nuove infrastrutture penitenziarie nonché delle opere di riqualificazione e ristrutturazione delle strutture esistenti, al fine di aumentarne la capienza e di garantire una migliore condizione di vita dei detenuti”. Entro fine gennaio, a quattro mesi dalla nomina, dovrà essere redatto “un programma dettagliato degli interventi necessari, specificandone i tempi e le modalità di realizzazione, tenuto conto delle eventuali localizzazioni decise ai sensi dell’articolo 17-ter del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195”.

Incluso nel programma dovrà essere anche “l’elenco degli interventi programmati e in corso, già integralmente finanziati, sulle infrastrutture penitenziarie, con indicazione, rispetto a ciascuno di essi, delle risorse finalizzate a legislazione vigente, del relativo stato di attuazione e delle attività da porre in essere, nonché le modalità di trasferimento sulla contabilità speciale”. Dove possono confluire sia “le risorse disponibili destinate per ciascuna annualità all’edilizia penitenziaria iscritte nello stato di previsione del Ministero della giustizia”, sia “ulteriori risorse, da destinare all’edilizia penitenziaria, erogate da istituzioni pubbliche, fondazioni, enti e organismi, anche internazionali”.

In sintesi, gli interventi che dovranno essere autorizzati dal commissario saranno: a) interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione, completamento e ampliamento delle strutture penitenziarie esistenti; b) realizzazione di nuovi istituti penitenziari e di alloggi di servizio per la polizia penitenziaria, al di fuori delle aree di notevole interesse pubblico sottoposte a vincolo ai sensi dell’articolo 136 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; c) destinazione e valorizzazione dei beni immobili penitenziari; d) subentro negli interventi sulle infrastrutture programmati o in corso alla data del provvedimento di nomina, se esso non pregiudica la celerità degli interventi medesimi.

Il profilo

Marco Doglio è un esperto del settore immobiliare. Viene dal mondo di Cassa depositi e prestiti, ha ricoperto le cariche di Cfo nel settore delle infrastrutture e reti inerenti, di Ceo nel settore del Real Estate. Già direttore amministrazione, finanza, controllo e patrimonio di Rfi, è stato anche membro dell’european management committee di Ubs Real Estate & Private Markets (Repm) e di Consigliere Delegato al real estate di Ubs Sgr.

La situazione attuale delle carceri italiane

Tornando al lavoro da fare, il sovraffollamento carcerario italiano è (dati Dap aggiornati al 18 agosto 2024) pari al 131,06%. Un anno fa era pari al 120,08%, nel 2022 al 115,36%. Il 78% (cioè 149) degli istituti penitenziari è pieno oltre ogni livello consentito e 50 istituti registrano un eccesso di detenuti del 150%.

 

Report del Garante nazionale dei diritti dei detenuti - agosto 2024

 

San Vittore, a Milano, fa peggio di tutti: +220%. Oggi, in Italia, sono 61.465 le persone in carcere a fronte di 46.898 posti disponibili. La capienza idonea da regolamento, invece, è fissata a 51.282. Oltre 9.300 detenuti sono dietro le sbarre ma attendono ancora di essere giudicati. Il governo in carica, più che puntare su forme alternative e socialmente utili di detenzione, nonché sulla depenalizzazione dei reati, predilige (per ora a parole) la via di nuovi padiglioni.

Quanto alle strutture edilizie adibite a istituti penitenziari, l’associazione Antigone ricorda (nel report annuale pubblicato ad aprile scorso) che “almeno il 20% delle nostre carceri è stato costruito prima dell’inizio del secolo scorso, e si tratta di strutture che hanno spesso bisogno di interventi di riorganizzazione radicale”. Insomma, c’è poco da propagandare nuove carceri se occorre rifunzionalizzare quelle più vecchie. Il totale degli istituti oggi ammonta a 190, ma se “negli ultimi 10 anni la capienza del nostro sistema penitenziario è cambiata assai poco, passando dai 49.635 posti regolamentari del 2014 ai 51.179 del 2023”, allora ecco che i ricorrenti piani per l’edilizia sono “solo bugie”. Quale ricetta proporrà il neo-commissario?

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