SICUREZZA E APPALTI/PERCHé VOTO SI
Dinamica virtuosa con più tutele per lavoratori (e familiari) e più controlli nella filiera degli appalti
Per il settore delle costruzioni – ovvero il settore maggiormente colpito da infortuni e morti sul lavoro – e per le relative organizzazioni sindacali di categoria è di dirimente importanza il quarto quesito, che interviene in materia di salute, sicurezza e che riguarda il 4° comma dell’articolo 26 del Decreto Legislativo 81/2008.
In particolare, il quesito referendario mira ad eliminare la limitazione della responsabilità solidale dell’imprenditore committente prevista oggi in virtù appunto dell’ art. 26, comma 4°, Dlgs 81/08. Il suddetto comma esenta il committente da responsabilità per i danni che siano conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.
La proposta referendaria mira quindi da un lato ad estendere la responsabilità civile del Committente per indurre quest’ultimo a comportamenti di mercato virtuosi ed al tempo stesso è finalizzata a distribuire i rischi e gli oneri su chi ne ha le responsabilità organizzative e le capacità economiche per affrontarli e gestirli.
E’ quindi evidente che la proposta referendaria vuole valorizzare il rispetto delle regole sulla sicurezza coinvolgendo maggiormente in quest’ultime – anche in termini di oneri e responsabilità – il Committente proprio in ragione del suo ruolo nella filiera delle aziende coinvolte nell’appalto.
Ed invero, non può infatti dubitarsi del fatto che, laddove il Committente affidi la realizzazione dell’opera ad un’impresa specializzata ed al giusto costo, ci saranno sicuramente meno infortuni mentre negli appalti a basso valore, costruiti solo per abbattere i costi, i risparmi vengono fatti sui costi per la sicurezza con conseguente aumento degli infortuni – sempre più spesso mortali.
L’abrogazione del 4° comma del citato articolo 26 vuole quindi scardinare questo perverso meccanismo di scarico di responsabilità verso l’ultima azienda della filiera dell’appalto e mira quindi a rendere davvero effettiva la posizione di garanzia del Committente relativamente alla sicurezza dei lavoratori addetti al cantiere, tenuto altresì conto che è proprio il committente a concepire, programmare, progettare, e soprattutto finanziare l’opera, e dunque quest’ultimo rappresenta il fulcro intorno a cui ruotano le scelte tecniche, economiche ed organizzative che determinano la qualità dell’intervento anche attraverso la tutela dei lavoratori.
Visto che è proprio il Committente a finanziare e progettare – anche sotto il profilo della Sicurezza per mezzo dei propri tecnici e professionisti di fiducia – l’opera e che quest’ultima risponde ai suoi interessi, è del tutto ingiustificato – sostanzialmente prima ancora che giuridicamente – che il medesimo Committente vada esente da responsabilità laddove si verifichi un infortunio e che di quest’ultimo debba rispondere solamente l’impresa appaltatrice che, nella stragrande maggioranza delle fattispecie, è priva di qualsivoglia garanzia e solvibilità.
Per effetto quindi dell’abrogazione, si perverrebbe alla responsabilizzazione di tutta la filiera dell’appalto, garantendo maggiore sicurezza proprio per il tramite del richiamo alla responsabilità del Committente (al pari di quanto già avviene in campo retributivo e contributivo per effetto del disposto dell’articolo 29 del Decreto Legislativo 276/2003).
E’ quindi dirimente l’approvazione del quesito referendario e ciò soprattutto in questo contesto storico che vede, con il nuovo codice degli appalti, legittimato il ‘subappalto a cascata’ che sta comportando l’ennesima frammentazione della filiera del cantiere e tutto ciò a danno dei lavoratori e della loro vita e salute.
Basti infatti pensare che per effetto del ‘superbonus’ sono nate ben 25mila società a responsabilità limitata – di cui molte ad oggi di fatto inesistenti – e ciò ha condotto alla rarefazione della responsabilità del Committente.
Votare ‘si’ innescherebbe quindi una dinamica virtuosa per effetto della quale verrebbero tutelati i lavoratori (e loro familiari) ed aumenterebbero i controlli nella filiera dell’appalto.
Antonio Valori è Avvocato, consulente legale della Fillea Cgil