ISTAT ICT 2024

Imprese italiane più DIGITALI ma indietro nella Ue: 8,2% contro 13,5%

Cresce anche la protezione delle grandi aziende dagli attacchi informatici: dal 28% di tre anni fa al 32,2% del 2024 ma la media europea è al 38,5%. Sul fronte delle pmi mancano ancora esperti di Ict: la percentuale è ancora pari all’11,3% contro il 74,5% delle grandi imprese. Positivi i numeri sull’implementazione dell’intelligenza artificiale, anche tra le imprese di minore dimensione (10-49 addetti) emerge consapevolezza della necessità di rafforzare le competenze informatiche.

19 Gen 2025 di Mauro Giansante

Condividi:

La digitalizzazione nelle imprese italiane avanza. Soprattutto nelle grandi realtà. I dati Istat dell’indice Ict 2024 fotografano una realtà in progresso ma ancora distante dal resto d’Europa. Un progresso che si riferisce sia al ricorso alle tecnologie di Intelligenza Artificiale (un terzo delle grandi imprese è coinvolta) sia all’impiego specifico di addetti in quest’area: 8,2% di aziende con almeno dieci tecnici (erano il 5%) ma, appunto, contro una media Ue del 13,5%. Positivi i numeri sull’implementazione dell’intelligenza artificiale, anche tra le imprese di minore dimensione (10-49 addetti) emerge consapevolezza della necessità di rafforzare le competenze informatiche. Cresce infatti la quota anche delle imprese più piccole che programmano investimenti in questa area nel biennio futuro (40,5%) rispetto al periodo passato (22,3%).

Le imprese italiane sono sempre più attente anche alla sicurezza online e stanno già ottenendo risultati: secondo Istat, il 32,2% delle imprese (28,0% nel 2022) dichiara di utilizzare almeno sette delle 11 misure di sicurezza analizzate (38,5% nell’Ue27). E rispetto al 2022 si riduce la quota di imprese di maggiore dimensione che nell’anno precedente ha subito almeno un attacco informatico con conseguenze gravi: dal 22,1% al 19,8% delle imprese con 50-249 addetti; dal 33,1% al 29,9% di quelle con almeno 250 addetti (da 41,1% a 38,3% nell’Ue27). Sul fronte delle pmi mancano ancora esperti di Ict: la percentuale è ancora pari all’11,3% contro il 74,5% delle grandi imprese.

Le differenze tra grandi e pmi sono per lo più gestionali, organizzative. Basti pensare, tra le altre cose, all’utilizzo di strumenti utili per effettuare riunioni a distanza (47,3% per le pmi e 96,3% per le grandi imprese ovvero quelle con 250 addetti e oltre) e l’adozione di documenti connessi alla sicurezza Ict (35,0% e 83,6%). O, ancora, alla possibilità di effettuare corsi di formazione su questi temi: qui la distanza in punti percentuali è altrettanto alta, pari a 25.

 

Oltre al comparto marketing e vendite, gli altri due ambiti più interessati dall’applicazione di intelligenza artificiale sono l’organizzazione dei processi amministrativi aziendali (28,2%) e attività innovative e di ricerca e sviluppo (24,6%). Rispettivamente, la loro digitalizzazione è in crescita del 142,5 e del 98,7% rispetto al 2023.

 

 

Il futuro sarà sempre più intelligente e artificiale. Secondo l’indice Ict di Istat, tra le imprese che hanno dichiarato di utilizzare IA nel 2024, il 70,3% dichiara di voler investire in questo ambito nel biennio 2025-2026 mentre tale quota scende al 15,0% di quelle che hanno dichiarato di non utilizzare IA.

Uno degli elementi cardine – oltre a sfruttare agevolazioni e finanziamenti pubblici, continuare a investire nella formazione del personale e migliorare la propria dotazione infrastrutturale – sarà lo sviluppo di una strategia di digitalizzazione dell’impresa, importante per il 31,4% delle imprese con almeno 10 addetti e per il 61,6% delle imprese di maggiore dimensione e, l’inserimento di nuove competenze tecnologiche attraverso l’assunzione di personale (22,0%; 55,4% nelle grandi) e la capacità di ‘fare rete’ attuando modelli di collaborazione con altre imprese e centri di ricerca per la digitalizzazione (13,5% e 30,0% nelle grandi).

Argomenti

Accedi