CODICE APPALTI
Decreto proroghe, il correttivo-bis subito alla prova dell’ammissibilità
L’ipotesi di modificare immediatamente un paio di norme del correttivo di fine anno per evitare che producano effetti distorsivi deve superare lo scoglio della coerenza di materia con il decreto legge all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato: oggi o più probabilmente domani l’ammissibilità solo dopo che i gruppi parlamentari avranno indicato i propri “segnalati”. Il gran numero di emendamenti presentati, 1.266, ha indotto a invertire la prassi. Peserà il parere del ministro delle Infrastrutture Salvini
Tra oggi e domani sapremo se il correttivo appalti è destinato a essere modificato in tempi brevissimi oppure no. Gli emendamenti presentati sulla materia al decreto legge proroghe, all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato, dovranno superare due scogli parlamentari in 24 ore.
Il superamento del primo appare piuttosto scontato: questi emendamenti dovranno entrare fra i “segnalati” (cioè i preferiti) di almeno un gruppo parlamentare (possibilmente di maggioranza) e appare del tutto probabile che almeno Forza Italia confermi questa priorità.
Il superamento del secondo scoglio è molto meno scontato: le proposte emendative dovranno passare l’esame formale di ammissibilità dimostrando di avere il carattere della massima urgenza e di non essere del tutto estranei alla materia del decreto legge. Sul secondo punto, i favorevoli all’emendamento ricordano che il decreto proroghe è di per sé, costitutivamente, un decreto omnibus chiamato a introdurre soluzioni a situazioni di emergenza. Quanto all’urgenza, e anche alla necessità, fa fede la dettagliata memoria consegnata in commissione dall’Ance in relazione, in particolare, alla proposta di modificare il nuovo sistema di attribuzione dei lavori eseguiti, ai fini della qualificazione, in caso di subappalto. Il nuovo articolo 119, comma 20, del codice appalti (modificato dall’articolo 41, comma 1, lettera f del correttivo) prevede infatti che solo i subappaltatori possano utilizzare, in sede di qualificazione, i certificati di esecuzione lavori (CEL) relativi alle prestazioni eseguite. Per Ance questa norma viola le direttive Ue, è incostituzionale, rischia di creare una paralisi dei cantieri (se considerata retroattiva) e introduce un sistema che affievolisce o addirittura annulla il meccanismo della corresponsabilità fra appaltatore e subappaltatore nell’esecuzione dei lavori.
L’altra norma del correttivo che ha sollevato una quantità enorme di critiche è il mantenimento, per i settori dei servizi, della revisione prezzi con la franchigia al 5% e la compensazione all’80% come era in origine nel codice, mentre per i lavori la franchigia è stata ridotta al 3% e la compensazione innalzata al 90%. Proposte di modifiche sono state presentate anche alla nuova disciplina dei consorzi stabili.
Un parere quasi decisivo, ai fini dell’approvazione di un correttivo-bis in sede parlamentare, sarà quello del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, vero padre, ormai, del codice. Se il ministro si convincerà che le correzioni proposte eviteranno danni peggiori ed eviteranno di mettere a rischio pezzi di codice, darà il suo parere positivo. Se, viceversa, si irrigidirà a difesa del correttivo, la modifica-bis risulterà più difficile da portare al traguardo.