LA BOZZA FINALE

Decreto porti in ARRIVO per l’eolico offshore, iter per 6 progetti da 4 GW

Si attende la firma di Giorgetti. Il presidente di AssoAero Mamone Capria: “Un ottimo primo passo. Ora servirà un secondo decreto con le risorse finanziarie necessarie per le Autorità di Sistema Portuale, affinché possano rafforzare le banchine avviando delle gare rapidamente”. Il potenziale del settore è alto: con 20 GW la stima è di 27.000 occupati. E anche il fotovoltaico galleggiante può contribuire allo sviluppo energetico in mare.

09 Mar 2025 di Mauro Giansante

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Un tassello della transizione energetica italiana arriva dall’eolico in mare. Ci siamo, è pronto il decreto sui porti che andrà a normare questo settore ancora fermo nel nostro Paese ma dal grande potenziale. 8,5GW al 2035, 18,5GW nel decennio successivo e una stima di occupati che per 20GW installati si aggira sui 27mila occupati. Grandi sogni, per ora, ma che possono pian piano diventare realtà. La scorsa settimana, alla fiera delle rinnovabili di Rimini, Mario Galea della direzione Fta del Mase durante il convegno “Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in italia”, organizzato dall’associazione di settore Aero, ha detto che “il decreto ministeriale sui porti dedicati all’eolico offshore, già sottoscritto da Mase e Mic è in attesa della firma di concerto da parte del Mef. Il decreto ha individuato le aree di Augusta e Taranto quali siti prioritari, mentre Brindisi e Civitavecchia quali ulteriori siti selezionati, per la gestione delle aree portuali destinate alla cantierizzazione degli hub per la costruzione dei galleggianti dedicati all’eolico offshore ed è di imminente emanazione”. Per il presidente di AssoAero Fulvio Mamone Capria “l’adozione di questo decreto potrà accelerare la sinergia nelle aree portuali di Augusta, Taranto, Brindisi e Civitavecchia in primis, semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un’infrastruttura solida e ben collegata, garantendo non solo l’efficienza operativa, ma anche il pieno sviluppo delle potenzialità di questo settore”. Insomma, aggiunge Mamone Capria a Diario Diac, “è un ottimo primo passo. Ora servirà un secondo decreto con le risorse finanziarie necessarie per le Autorità di Sistema Portuale, affinché possano rafforzare le banchine avviando delle gare rapidamente”.

Allargando il discorso, Mamone Capria ha spiegato a Rimini che “i porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l’installazione e la manutenzione degli impianti. Questi hub sono essenziali non solo per garantire l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche per favorire l’innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. L’adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono, infatti, determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili. Inoltre, una rete portuale moderna e ben attrezzata costituisce un volano per lo sviluppo economico delle comunità costiere e per la creazione di nuovi posti di lavoro, contribuendo così alla transizione verso un modello energetico sostenibile e a basse emissioni di carbonio”.

Intanto, sul decreto ci siamo. Manca solo la firma di Giorgetti. Nel testo, di cui Diario Diac ha preso visione, si legge che l’obiettivo è “promuovere misure finalizzate al raggiungimento dell’autonomia energetica nazionale e di sostenere gli investimenti nelle aree del Mezzogiorno mediante la creazione di un polo strategico nazionale” di progettazione, produzione e assemblaggio di piattaforme galleggianti e infrastrutture elettriche funzionali alla cantieristica navale per l’eolico offhsore. Nella lista delle aree idonee figurano quelle dell’Autorità di Sistema portuale del Mar di Sicilia Orientale in Augusta, dell’Adriatico Meridionale in Brindisi, Civitavecchia e Taranto. Questi siti saranno interessati da interventi di ammodernamento delle banchine, dei pontili e dei fondali.

Quanto ai progetti avviati, ci sono quelli che hanno ottenuto il decreto di Via con le relative potenze: il 7seas med (Sicilia) per una potenza di 250 MW (floating offshore); Energia2020 (Emilia Romagna) per una potenza di 330 MW (fixed bottom); Agnes (Emilia Romagna) per una potenza di 600MW (fixed bottom). Ci sono, poi, quelli che hanno ottenuto il parere positivo della Commissione Via Pnrr-Pniec del Mase e negativo del Mic, trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: Lupiae Maris (Puglia) per una potenza di 525 MW; ​Gargano Sud (Puglia) per una potenza di 1020 MW. Infine, il progetto Barium Bay in Puglia da 1110 MW ha ottenuto il parere positivo della Commissione Via Pnrr-Pniec e del Mic e sono in attesa del decreto finale della Dg Via del Mase. Per Civitavecchia, invece, la Via è attesa per metà/fine marzo. 

Ma in alto mare possono essere installati anche i pannelli fotovoltaici. Venerdì scorso, la stessa AssoAero ha pubblicato un paper sul potenziale di questa frontiera riprendendo il concetto lanciato da Pichetto Fratin al Key Energy di Rimini sul fotovoltaico galleggiante come “una delle risposte più promettenti per affrontare le sfide ambientali che ci attendono”. Nel documento presentato dall’associazione si legge che fino ad 1 GW di fotovoltaico offshore potrà essere installato nei nostri mari nei prossimi 5 anni, sufficienti a soddisfare annualmente la domanda di elettricità di circa mezzo milione di famiglie, contribuendo a raggiungere i target di sostenibilità e decarbonizzazione nazionali. La transizione energetica italiana è in alto mare, basta prendere alla lettera questo concetto per volgerlo in positivo.

 

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