La giornata

Trump: “Oggi è la liberazione”. Dazi AUTO al 20%, poi tariffe reciproche

  • Von der Leyen parla oggi all’alba in risposta ai dazi di Trump
  • Meloni: “dazi misura sbagliata, faremo di tutto per un accordo”
  • Dissesto idrogeologico, Gava: “quasi 600 mln di euro la per sicurezza del territorio”
  • Collegamenti Italia-Austria, Salvini incontra il vicegovernatore della Carinzi
  • Abi, Anci e Upi: stop di 12 mesi della quota capitale delle rate dei mutui agli enti locali
  • Consip: pubblicate 20 gare per un valore complessivo di 9,9 miliardi di euro

02 Apr 2025

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“Questo è il giorno della liberazione, è uno dei giorni più importanti, nella mia opinione, nella storia americana”. È  questo l’incipit dell’atteso discorso del presidente degli Stati Uniti Donald Trump con il quale, ieri sera alle 22 ora italiana, ha ufficialmente annunciato la guerra commerciale. “Questo è un giorno di indipendenza economica”, ha detto Trump parlando nel giardino delle rose della Casa Bianca, affiancato dall’intero gabinetto, dalla sua squadra economica e dal vicepresidente Larry Vance. Da oggi, 3 aprile,  entrano in vigore dazi al 25% sull’import di auto straniere.  “Tra poco firmerò un ordine esecutivo storico, per tariffe reciproche ai Paesi in tutto il mondo. Reciproco significa che loro fanno questo a noi e noi lo facciamo a loro”, ha spiegato. Il meccanismo prevede un livello minimo del 10% (dal 5 aprile), ma su circa 60 Paesi arrivano (dal 9 aprile) dazi ulteriori. misura. Le misure saranno calcolate singolarmente pari a circa la meta’ rispetto a quello che viene imposto ai prodotti statunitensi. Contro l’Europa le tariffe saranno al 20%, per la Cina si sale al 34 per cento. “Ora è il nostro turno di splendere. Make America Great Again, greater than ever before”, ha dichiarato Trump assicurando che la nuova politica commerciale genererà “trilioni e trilioni di dollari per ridurre le tasse e abbattere il nostro debito nazionale”. Trump ha mostrato un rapporto dell’Ufficio del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti, pubblicato nei giorni scorsi, che elenca barriere tariffarie e non tariffarie imposte ai prodotti americani in vari paesi del mondo, tra cui sussidi, manipolazioni valutarie e furti di proprietà intellettuale. Il presidente Usa ha attaccato l’IVA europea, definita da lui “una tassa esorbitante” e “un’ingiustizia cronica” per le imprese statunitensi. Trump ha fatto alcuni esempi “degli attacchi spietati che i nostri lavoratori hanno subito per tanti anni”. Gli Stati Uniti impongono agli altri paesi solo un dazio del 2,4% sulle motociclette. Mentre altri applicano tariffe molto piu’ alte, come il 60%. L’India applica il 70%. Il Vietnam impone il 75%, e altri paesi arrivano anche oltre. “Fino ad oggi, gli Stati Uniti hanno per decenni imposto solo un dazio del 2,5% sulle automobili prodotte all’estero. L’Unione Europea – ha sottolineato – ci impone oltre il 10% di dazi e ha IVA al 20%. Molto, molto piu’ alta”. A causa di queste “enormi barriere commerciali”, la maggior parte delle automobili in Corea del Sud e’ prodotto in Corea del Sud e lo stesso avviene in Giappone. “Nessuna delle nostre aziende puo’ entrare in altri paesi”. “L’età dell’oro sta tornando”, ha promesso Trump. Gli Stati Uniti non intendono “negoziare” con gli altri Paesi dopo l’annuncio sui dazi fatto oggi da Donald Trump. “E’ un’emergenza nazionale”, ha detto un alto funzionario dell’Amministrazione in un telefonata con un gruppo ristretto di giornalisti, prima dell’annuncio del presidente Usa.  Intanto, sempre prima dell’annuncio di Trump, si era diffusa la notizia secondo la quale Elon Musk avrebbe lasciato a breve il suo incarico nell’Amministrazione Trump. Indiscrezioni bollate come “fake news” da Musk.

Von der Leyen parla oggi all’alba in risposta ai dazi di Trump

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, a quanto reso noto dall’esecutivo comunitario, parlerà alle 5 di mattina di giovedì 3 aprile all’annuncio di Donald Trump sui dazi globali. Von der Leyen parlerà da Samarcanda.

Meloni: “dazi misura sbagliata, faremo di tutto per un accordo”

“L’introduzione da parte degli USA di dazi verso l’Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti”. Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni. apr. – “Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali”.

Dissesto idrogeologico, Gava: “quasi 600 mln di euro la per sicurezza del territorio”

Con una dotazione complessiva iniziale di 589,6 milioni di euro, prende il via il nuovo piano di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico. Lo annuncia il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia Gava. Di questi fondi, quasi 350 milioni sono destinati alle Regioni e alle Province autonome per il 2025. A tal proposito, il viceministro ha già scritto ai presidenti sollecitando un utilizzo rapido ed efficiente delle risorse. La principale novità è l’applicazione delle nuove norme del dl Ambiente, fortemente volute dal viceministro, che introducono procedure semplificate e misure per accelerare la spesa, dando priorità ai progetti già programmati e a quelli in fase avanzata di pianificazione. A questi stanziamenti si aggiungono 240 milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc) 2021-2027, attualmente in fase di definizione con le Autorità di Bacino Distrettuali. Queste risorse saranno destinate alla mitigazione del rischio e a interventi “integrati”, finalizzati a coniugare sicurezza e tutela ambientale.

Collegamenti Italia-Austria, Salvini incontra il vicegovernatore della Carinzia

Incontro tra il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, e il vice governatore della Carinzia Martin Gruber. Oggetto del meeting, riferisce il Mit,il miglioramento dei collegamenti al confine tra Italia e Austria, in particolare tra Friuli Venezia Giulia e Carinzia, facendo il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive future. Salvini ha colto l’occasione per esprimere soddisfazione per l’intervento realizzato da Anas, sotto il coordinamento di Mit e Regione Friuli, che ha permesso di riaprire in tempi record il traffico sul passo di Monte Croce Carnico. Ribadita dal ministro la massima attenzione al tema dei valichi alpini e l’impegno a esaminare, d’intesa con Vienna, tutte le opzioni possibili per favorire la mobilità transfrontaliera tra le due regioni nel medio-lungo periodo.

Abi, Anci e Upi: stop di 12 mesi della quota capitale delle rate dei mutui agli enti locali

Un nuovo accordo quadro sulla sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui agli Enti locali è stato firmato dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, con il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi, e il presidente dell’Unione Province d’Italia, Pasquale Gandolfi. Ad annunciarlo è l’Associazione Bancaria italiana. L’obiettivo è di continuare a sostenere gli Enti Locali in considerazione delle difficoltà generate dall’aumento dei prezzi dell’energia elettrica, del gas e dei carburanti. L’accordo definisce le linee guida sulla base delle quali le banche aderenti possono procedere alla sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui erogati in favore degli Enti Locali, in scadenza dal 21 marzo 2025, data di sottoscrizione dell’intesa, fino al 31 dicembre 2025 incluso. Secondo quanto previsto dall’accordo Abi-Anci-Upi, il periodo di sospensione è di 12 mesi, con conseguente estensione del piano di ammortamento originario per un periodo pari alla durata della moratoria. Per quanto riguarda gli interessi sul capitale sospeso, questi vanno corrisposti alla banca alle scadenze originarie. I finanziamenti oggetto di sospensione devono avere le seguenti caratteristiche: essere stipulati secondo la forma tecnica del mutuo; essere intestati agli Enti locali con oneri di rimborso interamente a proprio carico; il soggetto debitore e il soggetto beneficiario devono essere coincidenti; non devono essere stati concessi in base a leggi speciali; devono essere in corso di ammortamento; non devono presentare rate scadute e non pagate da oltre 90 giorni al momento di presentazione della domanda. Al momento di presentazione della domanda, gli Enti Locali non devono essere sottoposti a procedure di scioglimento per fenomeni di infiltrazione mafiosa o similare. Sono inoltre esclusi dalla misura gli Enti morosi oppure in dissesto privi di ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato approvato al momento della presentazione della domanda. Le domande di sospensione devono pervenire alle banche aderenti entro il 9 maggio 2025. Resta comunque ferma la possibilità per la banca aderente di offrire, nella propria autonomia, condizioni migliorative rispetto a quelle previste dall’Accordo, fermi restando i limiti disposti dal quadro normativo-regolamentare di riferimento. L’elenco delle banche aderenti verrà pubblicato sul sito internet dell’Abi.

Consip: pubblicate 20 gare per un valore complessivo di 9,9 miliardi di euro

Consip al 31 marzo ha pubblicato gare per un valore complessivo di 9,9 miliardi di euro. Tra queste, gare per robot chirurgici con l’obiettivo di soddisfare un fabbisogno emergente e contribuire alla diffusione di nuove tecnologie nel sistema sanitario; ambulatori mobili per rafforzare l’assistenza di prossimità territoriale con screening oncologici, clinici e odontoiatrici, in una logica di prevenzione sanitaria; servizio luce con nuove soluzioni tecnologiche e digitali (sistemi BIM) per una gestione orientata alla trasparenza dei risultati energetici e all’innovazione dei servizi di illuminazione pubblica;  buoni pasto, telefonia mobile, gas naturale, quest’ultima che prevede una attività di promozione dedicata al territorio per favorire l’adesione delle amministrazioni locali che oggi ricorrono alle tariffe di mercato libero; servizi di assistenza specialistica che introduce per la prima volta criteri innovativi di valutazione delle offerte con impegni concreti nella riduzione del gender pay gap e nella promozione della parità di genere. Consip conferma l’impegno del Piano Gare 2025 di 111 iniziative (+35% di pubblicazioni rispetto agli anni precedenti) con un ampliamento del presidio della spesa pubblica e lo sviluppo di modelli innovativi di gara. Nel secondo trimestre 2025 verranno pubblicate ulteriori 36 gare per un valore di oltre 10 mld/€, tra le quali 5 gare in ambito digitalizzazione ripianificate per favorire la programmazione e partecipazione da parte del mercato.

AdR e Hera insieme per sviluppare l’approccio circolare negli scali romani

Aeroporti di Roma e Gruppo Hera uniscono le forze per rendere gli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino sempre più sostenibili, sviluppando ulteriormente l’approccio circolare alla gestione delle risorse che ha portato gli scali romani a inviare a recupero la totalità dei rifiuti prodotti dai passeggeri e a risparmiare oltre un milione e quattrocento mila metri cubi di acqua potabile nel 2024, utilizzando acqua trattata per il riutilizzo per tutti gli usi nei quali non è strettamente indispensabile l’acqua potabile. L’accordo rinnovato per altri due anni dopo un primo protocollo avviato nel 2022, punta a proseguire nel percorso di miglioramento continuo nella gestione dei rifiuti e del ciclo idrico negli aeroporti Leonardo da Vinci di Fiumicino e Giovan Battista Pastine di Ciampino. Questo progetto si inserisce nel piano di sostenibilità di Adr che pone la gestione sostenibile dei processi al centro della strategia aziendale. Nel 2023, grazie alla collaborazione con il Gruppo Hera, è stato possibile mappare con la massima accuratezza quale è stato effettivamente il destino finale dei rifiuti prodotti negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, per sapere, ad esempio, quanti di questi sono stati recuperati come materie e quanti invece sono andati a recupero energetico. Il know-how del Gruppo Hera in quest’ambito è risultato particolarmente prezioso, visto che dal 2012 la multiutility ha sviluppato una reportistica certificata (“Sulle tracce dei rifiuti”) che attesta le effettive percentuali di avvio a recupero dei rifiuti raccolti sui territori in cui gestisce la raccolta urbana. Nel 2024, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino hanno prodotto oltre 13 mila tonnellate di rifiuti. La totalità dei rifiuti prodotti dai passeggeri è stata avviata a recupero, risultato conseguito grazie all’efficace sistema di raccolta differenziata porta a porta. Inoltre, a partire dalla metodologia sviluppata con il Gruppo Hera si prevede, già dal 2025, di migliorare ulteriormente il recupero delle diverse tipologie di rifiuti, con un’attenzione particolare agli imballaggi e ad altre filiere rilevanti, per promuovere prevenzione, riutilizzo e riciclo. Saranno quindi messe in campo azioni concrete, per ciascuna tipologia di rifiuto, per ridurre la
produzione di rifiuti e per massimizzare le forme di recupero più virtuose. E questo grazie anche all’azione di sensibilizzazione e al coinvolgimento proattivo dei punti vendita e delle attività presenti all’interno dell’aeroporto, oltre che dei passeggeri, fornendo precise istruzioni per favorire la riduzione dei rifiuti, l’utilizzo di materiali più facilmente riciclabili e la differenziazione dei rifiuti al termine dell’utilizzo. L’utilizzo sostenibile della risorsa idrica è una priorità strategia per Adr. Nello scalo di Fiumicino, viene utilizzata acqua potabile per meno del 30% degli utilizzi dell’aeroporto. Grazie alla presenza di una rete duale, Adr utilizza l’acqua potabile solo per gli impieghi per i quali è effettivamente indispensabile, negli altri casi impiega acqua “trattata” proveniente da riciclo o captazione. Attraverso sistemi avanzati di monitoraggio basati su tecnologie IoT, il Gruppo Hera e ADR stanno lavorando per minimizzare il rischio di eventuali perdite o anomalie nella rete idrica dei due aeroporti romani, riducendo così ulteriormente il rischio di sprechi. In particolare, è stato sviluppato un progetto per la distrettualizzazione della rete di acqua potabile per permettere la misura real time di portate e pressioni al fine di rilevare tempestivamente eventuali guasti. A partire dall’analisi dei dati storici, è stato avviato un sistema di monitoraggio della rete per contribuire a una gestione più efficiente della risorsa idrica. Inoltre, grazie alla collaborazione con Heratech, la società di ingegneria e analisi laboratoriali della multiutility, potranno essere sviluppate iniziative di monitoraggio qualitativo delle acque con analisi in continuo. Nel prossimo anno e mezzo, poi, il Gruppo Hera condividerà con ADR la propria ventennale esperienza nella gestione delle acque potabili e sarà valutato l’ammodernamento del sistema di disinfezione centralizzato nel sistema di Fiumicino. Nello scalo saranno anche implementate ottimizzazioni di processo all’impianto di trattamento dell’acqua di scarico, per ridurre il consumo idrico e aumentare il riutilizzo in ottica di economia circolare.

“Come Gruppo Hera, siamo il motore dell’economia circolare per l’industria italiana in grado di fornire servizi alle grandi aziende per la gestione sostenibile degli scarti, riducendoli e valorizzandoli con recupero di materia ed energia. Per questo siamo orgogliosi di mettere al servizio anche di Aeroporti di Roma, uno degli operatori più importanti nel settore della gestione aeroportuale europea, le nostre elevate competenze e la pluriennale professionalità nel processo di gestione circolare degli scarti e rigenerazione delle risorse. Forti della nostra esperienza, accompagniamo ADR nel loro percorso di transizione green, per raggiungere i propri target ESG e traguardi sempre più ambiziosi in termini di riciclo, efficienza e riduzione dell’impatto ambientale. Lavorare insieme per rendere più sostenibili i processi di gestione degli scarti e della risorsa idrica significa contribuire concretamente a un nuovo modello di sviluppo, in cui il recupero e la rigenerazione delle risorse creano valore economico, ambientale e sociale”, dichiara Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera. “Sostenibilità e innovazione sono al centro della strategia di Aeroporti di Roma. Ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di azzerare le emissioni dei nostri aeroporti entro il 2030, anticipando di vent’anni i target europei del settore. Abbiamo recentemente inaugurato il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo in un aeroporto europeo, ma il nostro impegno per la transizione green si estende oltre la decarbonizzazione. Riteniamo essenziale un uso responsabile delle risorse e, per questo, abbiamo avviato numerose iniziative e progetti con una particolare attenzione alla riduzione delle esternalità ambientali ed alla gestione circolare delle risorse. La gestione sostenibile dei rifiuti è una delle nostre priorità. Grazie a interventi mirati, come la riconfigurazione dei punti di raccolta e la collaborazione con i sub-concessionari, abbiamo aumentato la raccolta differenziata nei terminal, assicurando che tutti i rifiuti prodotti dai passeggeri vengano destinati a impianti di recupero. Anche l’ottimizzazione della gestione delle risorse idriche è un nostro obiettivo strategico. Abbiamo implementato una rete idrica duale che utilizza acqua trattata da riciclo o captazione, riducendo il consumo di acqua potabile per passeggero del 65% rispetto al 2012. Siamo orgogliosi di proseguire la collaborazione con il gruppo Hera, il cui know-how nel settore ci aiuterà a proseguire sulla strada di un utilizzo sempre più consapevole delle risorse”, commenta Marco Troncone, amministratore delegato Adr.

Aeroporto di Venezia: nuovo impianto pneumatico di raccolta dei rifiuti

L’impegno del Gruppo Save per la sostenibilità e il raggiungimento dell’obiettivo “zero emissioni” entro il 2030 compie un ulteriore importante passo avanti con il nuovo ed innovativo impianto presentato oggi insieme a Envac, azienda leader a livello mondiale nel settore della raccolta automatizzata dei rifiuti, con diversi sistemi aeroportuali installati in Europa. Secondo aeroporto in Europa dopo quello di Oslo-Gardemoen, il Marco Polo si è dotato di un sistema automatico di smaltimento pneumatico dei rifiuti all’avanguardia che serve il lato sud del terminal passeggeri e che sarà progressivamente implementato in tutta l’aerostazione. L’impianto pneumatico realizzato da Envac consiste in una rete iniziale di oltre 500 metri di tubazioni attraverso le quali i rifiuti vengono aspirati e trasportati dai luoghi di produzione, distribuiti all’interno del terminal, alla centrale installata nel piano terra dove, grazie ad un sistema automatizzato, arrivano già separati per essere convogliati in tre container ermeticamente chiusi suddivisi tra secco, vetro plastica e lattine, umido (la carta è gestita con una prassi diversa, dedicata). Da qui, i rifiuti vengono prelevati periodicamente da Veritas per il trasporto ai centri di recupero e trattamento. L’investimento complessivo per l’impianto da parte di Save è stato di 2,1 milioni di euro.

Le più importanti ricadute positive in termini di sostenibilità del sistema, funzionante 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana, sono così riassumibili: la separazione dei diversi materiali di scarto avviene in modo più efficace; la gestione automatizzata del processo di raccolta e stoccaggio elimina errori e commistione dei rifiuti; il sistema gestisce oggi il 33% del totale rifiuti prodotti dall’attività dell’aeroporto; la raccolta effettuata direttamente dai container situati nella centrale ha eliminato l’utilizzo di più veicoli per il trasferimento dei rifiuti all’isola ecologica in aeroporto, con una previsione di risparmio di circa 6 tonnellate di CO2 in un anno; la raccolta centralizzata elimina tutti i depositi intermedi di raccolta dei rifiuti in aeroporto; la raccolta pneumatica comporta una manipolazione dei rifiuti minima, quindi condizioni di lavoro per gli operatori significativamente migliori e più ergonomiche. L’esperienza positiva e l’obiettivo di raggiungere lo “Zero Waste” hanno indotto Save a pianificare nel Master Plan al 2037 l’estensione della rete dell’impianto pneumatico a tutti i principali fabbricati aeroportuali, per un totale finale di 6,5 chilometri di tubature.

Per Monica Scarpa, amministratore delegato del Gruppo Save, “il percorso intrapreso dal nostro aeroporto per raggiungere le zero emissioni entro il 2030 procede con azioni concrete, che applicano le più moderne tecnologie ai diversi contesti ambientali, dalla gestione dell’energia, a quello dell’acqua e dei rifiuti. L’impianto pneumatico costituisce una tappa importante di questa roadmap inserita nel Master Plan 2037, che prevede l’estensione progressiva di questo sistema a tutto l’aeroporto, per un investimento di ulteriori 52 milioni di euro, che rientrano nel totale degli investimenti in sostenibilità ambientale pari a circa 378 milioni di euro. La nostra attenzione si concentra in particolare sull’economia circolare, con progetti che ne favoriscono l’applicabilità tra i quali, oltre all’impianto presentato questa mattina, rientra anche il depuratore di ultima generazione, che già oggi consente un risparmio di acqua potabile del 30% e che sarà ulteriormente implementato nei prossimi anni”. Carlos Bernad, ceo di Envac Emea commenta: “Siamo molto orgogliosi di far parte di questo progetto e di vedere come i sistemi Envac continuino a contribuire a ridefinire il modo in cui i rifiuti vengono gestiti in un ambiente sempre più umano ed ecologicamente consapevole e sostenibile. Con il lancio del sistema dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, Envac torna nel settore aeroportuale più forte e tecnologicamente avanzata che mai, dopo alcuni anni incentrati su progetti residenziali che le hanno permesso di esplorare nuovi modi per ottimizzare la propria R&S e offrire al Gruppo Save un sistema robusto, efficiente e sicuro che promuove l’uso efficiente delle risorse, la drastica riduzione del traffico e dell’inquinamento, contribuendo al contempo alla neutralità delle emissioni di carbonio e all’economia circolare”.

Paesaggio, Alleanza per il Fotovoltaico: ok al silenzio assenso per autorizzazione

Alleanza per il Fotovoltaico in Italia è intervenuta ieri nel corso delle audizioni presso le Commissioni riunite Ambiente e Cultura del Senato nell’ambito dell’esame del Disegno di Legge n. 1372 di delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica. L’Alleanza esprime il proprio supporto al ddl, che introduce misure fondamentali per conciliare la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico con la necessità di accelerare gli investimenti nel fotovoltaico su larga scala e più in generale nelle fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec). Il fotovoltaico utility-scale, infatti, insieme alle altre fer, è essenziale per la sicurezza energetica del Paese e per la transizione ecologica. Secondo i dati di Legambiente, l’Italia ha realizzato 7.477,8 MW di nuova capacità energetica nell’ultimo anno, raggiungendo un totale di 16.109 MW tra il 2021 e il 2024. Tuttavia, quanto installato negli ultimi quattro anni rappresenta solo il 22,1% dell’obiettivo al 2030, che prevede la realizzazione di 62.284 MW. Questo significa che l’Italia deve accelerare significativamente sia nelle autorizzazioni dei progetti che nella realizzazione degli impianti per evitare un ritardo di 8,1 anni. Per quanto riguarda il ddl, dunque, l’Alleanza concorda con l’introduzione del meccanismo di silenzio-assenso di 45 giorni nel procedimento di autorizzazione paesaggistica, previsto dall’articolo 2, con cui si garantirebbe maggiore certezza normativa e stabilità per gli investimenti. Questa misura favorirà la decarbonizzazione del Paese attraverso un incremento dell’adozione di energie rinnovabili, contribuirà alla riduzione dei costi dell’energia per famiglie e imprese e stabilizzerà il mercato. Inoltre, promuoverà lo sviluppo economico e rafforzerà la competitività dell’Italia nel settore delle rinnovabili, rendendo il Paese più attrattivo per gli investitori e migliorando la sicurezza energetica nazionale. L’Alleanza ritiene, inoltre, che l’attuale Disegno di Legge possa essere ulteriormente ampliato con interventi normativi aggiuntivi per accelerare la transizione energetica. Propone, quindi, di recepire nel Codice dei beni culturali la giurisprudenza in materia di “silenzio-assenso orizzontale”, per evitare interpretazioni divergenti e incertezze normative che rallentano il processo autorizzativo. Un altro ambito di miglioramento riguarda l’eliminazione dell’obbligo di parere della Soprintendenza per l’autorizzazione di impianti a fonti rinnovabili in aree già dichiarate idonee. L’attuale normativa prevede infatti che il Ministero della Cultura partecipi già a monte alla definizione dei criteri per la mappatura di tali aree. Un’ulteriore valutazione della Soprintendenza sulle singole istanze di autorizzazione risulta dunque ridondante e causa inutili ritardi amministrativi.

Infine, l’Alleanza propone di rendere più agili le procedure autorizzative per gli impianti fotovoltaici e agrivoltaici, in quanto utilizzano tecnologie che garantiscono un ridotto impatto sui territori. In particolare, si suggerisce di escludere l’autorizzazione paesaggistica per l’installazione di impianti agrivoltaici su aree gravate da usi civici e di introdurre regimi autorizzativi semplificati per le installazioni in prossimità di corpi idrici o in territori di protezione esterna di parchi e riserve. “Il ddl a.s. 1372 può rappresentare un importante passo avanti per il raggiungimento degli obiettivi energetici nazionali. Tuttavia, per garantire una reale accelerazione del settore, sono necessari ulteriori interventi normativi per semplificare e rendere più efficienti i processi autorizzativi, contribuendo così allo sviluppo di un sistema energetico più sostenibile e competitivo”, ha dichiarato Filippo Fontana, portavoce dell’Alleanza per il Fotovoltaico in Italia. “Siamo pronti a collaborare con le istituzioni e gli stakeholder per affinare ulteriormente il quadro normativo, consapevoli che la tutela del paesaggio, naturale e culturale, passa oggi anche attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e, in particolare, del fotovoltaico utility-scale. Senza energia pulita non è possibile raggiungere né l’indipendenza energetica, né promuovere concretamente la sostenibilità a livello locale. Per questo, riteniamo fondamentale superare le attuali barriere burocratiche e accelerare il percorso verso gli obiettivi climatici ed energetici”.

Infrastrutture Spa: Sace e Simest, 7 nuovi impianti fotovoltaici in Cile

Simest, la società del Gruppo Cdp per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e Sace, direttamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e specializzata nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, hanno sostenuto la crescita internazionale di Infrastrutture S.p.A., azienda attiva da oltre 30 anni nel settore delle energie rinnovabili. Simest ha investito 10 milioni di euro – comprensivi delle risorse pubbliche del Fondo 394 – nella società cilena con Garanzia Sace. L’intervento ha fornito un solido sostegno a Infrastrutture S.p.A., facilitandone il consolidamento e l’espansione in Cile. Il progetto, da un valore complessivo di 22,5 milioni di euro, prevede la realizzazione di 7 impianti fotovoltaici per 21 MW di energia prodotta che verrà ceduta sul mercato cileno, il cui governo ha fissato un obiettivo a lungo termine di completa decarbonizzazione del mercato elettrico entro il 2040. Questa iniziativa si inserisce all’interno di un più ampio piano di espansione del Gruppo Infrastrutture, che include una pipeline di progetti fotovoltaici nel Paese per complessivi 166 MW, di cui 45 MW in uno stadio considerato ready to build.

“È molto importante per le imprese Italiane fare sistema all’estero. In questo senso ringrazio Maeci, Simest, Sace e l’Ambasciata Italiana a Santiago per l’eccellente lavoro di squadra. Questo batch è il primo di una pipeline in Cile, sarà gestito da un nostro team locale ed è caratterizzato da innovatività nelle soluzioni e rispetto ambientale. Stiamo inoltre lavorando con il territorio e con le Università locali su programmi di ricerca sulla transizione energetica” dichiara Pier Francesco Rimbotti, ad di Infrastrutture S.p.A.. Secondo Mauro Battocchi, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, “L’approvazione dell’operazione a sostegno dell’attività internazionale di una eccellenza italiana nel settore delle rinnovabili, per di più relativa ad una regione strategica per il nostro Paese come l’America Latina, è frutto di un lavoro coordinato e di “sistema”, un esercizio che sintetizza in modo efficace gli intenti della nostra politica di sostegno all’attività internazionale delle imprese, nucleo essenziale della diplomazia della crescita e della diplomazia dell’innovazione portata avanti dalla Farnesina”.

“Sace dimostra il proprio impegno nel sostenere il percorso di crescita delle imprese italiane in sinergia con il Sistema Paese e in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Simest – ha dichiarato Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di Sace – Siamo orgogliosi di essere al fianco di Infrastrutture S.p.A. per un investimento importante in un settore strategico come quello delle energie rinnovabili. Un progetto che implementerà l’espansione internazionale del Gruppo in Cile e che conferma ancora una volta il supporto di Sace nella promozione e nella competitività del Made in Italy in Sud America”. “Con questa operazione, Simest ribadisce il proprio impegno a supporto della crescita del Made in Italy in Sud America, un’area strategica per lo sviluppo delle nostre imprese. A tal fine, sotto la guida della Farnesina e in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, abbiamo recentemente introdotto due strumenti per un totale di 500 milioni di euro, destinati a investimenti, formazione ed esportazioni in questa Regione. Tali strumenti rientrano nel Piano d’Azione per l’Export, presentato dal Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani” – ha dichiarato Regina Corradini D’Arienzo, Amministratore Delegato di Simest. – “Il progetto che portiamo avanti con Infrastrutture non solo rafforza la presenza italiana nel mercato cileno, ma contribuisce anche agli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione del Paese. Si tratta di un ulteriore esempio virtuoso di cooperazione sistemica tra gli attori del Sistema Italia, guidati dal Ministero degli Esteri, che facilita l’espansione di un’eccellenza italiana in un mercato strategico e ad alto potenziale”.

Saipem, nuovi contratti offshore da circa 720 milioni di dollari

Saipem si è aggiudicata nuovi contratti in Medio Oriente e in Guyana per un importo complessivo di circa 720 milioni di dollari. Il primo contratto comprende le attività di ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione (Epci) per la riparazione di condotte sottomarine danneggiate per un importante cliente in Medio Oriente. Il progetto, che ha una durata prevista di 3 anni, sottolinea la crescente importanza della manutenzione dei giacimenti offshore esistenti, che è parte integrante del portafoglio Saipem a complemento delle attività Epcic (Engineering, Procurement, Construction, Installation & Commissioning) e Eprd (Engineering, Preparatory works, Removal and Disposal). Il secondo contratto è una Limited Notice To Proceed (Lntp) di ExxonMobil Guyana Limited, soggetta alle necessarie approvazioni governative e normative, e comprende l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione e l’installazione (Epci) di strutture sottomarine, ombelicali, riser e flowline (Surf) per l’impianto di produzione e il sistema di esportazione del gas relativo al progetto di sviluppo del giacimento petrolifero Hammerhead, situato nel blocco Stabroek al largo della Guyana a una profondità di circa 1.000 metri. La Lntp consente a Saipem di avviare le attività di lavoro preliminari, ovvero l’ingegneria di dettaglio e l’approvvigionamento, per garantire l’avvio del progetto il prima possibile nel 2029, qualora riceva le necessarie approvazioni governative. L’esecuzione delle restanti attività previste dal contratto (ad esempio la costruzione e l’installazione) è soggetta all’approvazione governativa e normativa nonché a quella del progetto da parte di ExxonMobil Guyana Limited e dei suoi co-venturer del blocco Stabroek. Saipem eseguirà le operazioni utilizzando una varietà di mezzi da costruzione e di supporto, tra cui la Saipem Fds2. La logistica sarà interamente eseguita e gestita in Guyana tramite il cantiere Vreed-en-Hoop Shorebase Inc. (Vehsi), generando occupazione e opportunità per la popolazione guyanese. La durata prevista del progetto è di 4 anni.

La Cna presenta al ministro Zangrillo 100 proposte di semplificazione

Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha ricevuto a Palazzo Vidoni il presidente nazionale della Cna, Dario Costantini, e il segretario generale, Otello Gregorini. Nel corso dell’incontro, che si è svolto in un clima di collaborazione, il vertice della Cna ha presentato al Ministro Zangrillo la sesta edizione dell’Osservatorio burocrazia che contiene 100 proposte di semplificazione per liberare le energie delle piccole imprese. Un pacchetto di misure che possono essere realizzate in tempi rapidi, senza oneri per lo Stato con un risparmio di circa 7 miliardi l’anno per le imprese ma senza pregiudicare il livello e l’efficacia dei necessari controlli. Costantini ha sottolineato la sintonia tra il Ministro Zangrillo e la Cna sull’importanza di semplificare il rapporto tra Pubblica amministrazione e imprese ed ha evidenziato la positiva collaborazione con il Ministro su un terreno fondamentale per rendere il Paese più competitivo.

Edison: in Sicilia in corso cantieri per la realizzazione di 230 Mw di rinnovabili

Edison rende noto di avere in corso cantieri in Sicilia per la realizzazione di 230 MW di nuova capacita’ rinnovabile, in linea con il Piano Strategico del Gruppo che prevede 5 GW di potenza green in Italia, coprendo almeno il 40% del mix di generazione elettrica al 2030. Si tratta di nuovi impianti fotovoltaici in costruzione nelle province di Palermo e Trapani, per un investimento complessivo di oltre 270 milioni di euro. La messa in esercizio dei nuovi impianti e’ prevista tra il 2026 e il 2027. Sono inoltre in corso gli iter autorizzativi per circa 600 MW, tra progetti fotovoltaici (265 MW) ed eolici (330 MW). Di questi, cinque impianti fotovoltaici per 88 MW hanno recentemente ottenuto tutte le autorizzazioni e andranno ad aggiungersi ai cantieri gia’ aperti. Al momento, il Gruppo detiene e gestisce in Sicilia quattro impianti eolici da 104 MW situati nelle province di Trapani, Enna e Messina, e due impianti fotovoltaici per complessivi 46 MW. Inoltre, Edison ha in sviluppo, attraverso la JV Wind Energy Pozzallo, un progetto di eolico offshore al largo di Pozzallo, a oltre 25 km dalla costa, per una potenza installata pari a 975 MW, per cui prevede di avviare la domanda di Valutazione di Impatto Ambientale presso il Mase entro l’estate. L’obiettivo strategico del Gruppo e’ di costruire almeno 500 MW di strumenti di accumulo in Italia.

La Torino-Lione premiata agli IRJ Top Projects Award 2025

Il progetto Nuova linea ferroviaria Torino-Lione: sezione transfrontaliera vince nella categoria New construction – high-speed della prima edizione degli IRJ Top Projects Awards 2025, competizione indetta dall’International Railway Journal, una tra le principali pubblicazioni internazionali dedicate al settore ferroviario. L’obiettivo è quello di premiare progetti infrastrutturali di rilevanza globale, riguardanti ferrovie ad alta velocità, convenzionali, sistemi di trasporto urbano, ponti e stazioni. Italferr, prima società di ingegneria in Italia e parte del Gruppo Fs, già coinvolta nella progettazione della linea Torino-Lione, è attualmente impegnata insieme alle francesi Setec, Systra France e alla svizzera Pini Group/Arx, nella attività delle direzioni lavori per lo scavo del tunnel di base del Moncenisio per conto di Telt, il promotore pubblico binazionale. Oggetto dell’award sono due dei quattro lotti operativi in cui è suddivisa la galleria e su cui il raggruppamento di imprese è attivo: il lotto CO6-7 sul versante francese e il lotto CO3-4 sul versante italiano. Nel complesso, lo sviluppo dei lavori in questi due fondamentali lotti costituisce circa il 60% delle attività necessarie alla realizzazione dell’intera opera e rappresenta un’ambiziosa sfida ingegneristica visto l’assetto geologico ad elevata complessità che contraddistingue l’area, caratterizzato da imponenti coperture rocciose fino a 2.200 metri di altezza. Più che di un singolo tunnel, si tratta di un sistema di gallerie e due tubi paralleli da 12 metri di diametro ciascuno che ospiteranno i binari ferroviari e attraverseranno il confine italo-francese all’interno della rete europea Ten-T, nel cuore del Corridoio Mediterraneo. Il piano di scavo dell’opera prevede l’impiego simultaneo di sette Tbm – di cui la prima è stata battezzata il primo aprile alla presenza delle autorità francesi e italiane – operanti su altrettanti fronti di scavo. I tratti geologicamente più complessi, le caverne tecniche e i by-pass saranno invece scavati con metodi tradizionali, aggiungendo otto ulteriori fronti di scavo da gestire in parallelo. Una volta completata, l’opera sarà la galleria ferroviaria più lunga al mondo. Inoltre, vista la magnitudo e le caratteristiche dell’opera, non esistono esperienze pregresse direttamente comparabili a cui fare riferimento. Per questo motivo, anche la gestione tecnico-amministrativa del progetto rappresenta una sfida senza precedenti. Il premio ricevuto in occasione degli Irj Top Projects Awards 2025 ribadisce il valore dell’alta ingegneria firmata Italferr, Setec, Systra France e Pini Group/Arx, intervenendo su un’opera che parte integrante e fondamentale dei corridoi prioritari che costituiscono l’ossatura portante delle reti di trasporto transeuropee.

Utilitalia: fanghi depurazione di buona qualità, centrali per strategia nazionale Ec

In Italia i fanghi di depurazione delle acque reflue urbane sono di buona qualità e rispettano ampiamente i parametri di legge sia per quanto riguarda l’utilizzo in agricoltura, sia per quanto concerne lo smaltimento in discarica (che comunque deve essere un’opzione residuale). Potranno dunque – a fronte di un contesto normativo e istituzionale stabile e coordinato – contribuire all’attuazione della strategia nazionale per l’economia circolare grazie al recupero di nutrienti, di materia e di energia, favorendo il recupero di materie prime critiche come il fosforo, così riducendo la dipendenza europea da paesi terzi per l’approvvigionamento dei fertilizzanti. A queste conclusioni giunge lo Studio sulla qualità dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane di Utilitalia, giunto alla terza edizione e presentato ieri a Roma, che si basa su un campione di 624 impianti di depurazione gestiti da 61 imprese, per una potenzialità di trattamento di circa 47 milioni di abitanti equivalenti. Come evidenziato da Andrea Massimiliano Lanz di Ispra, la produzione di rifiuti costituiti da fanghi di depurazione delle acque reflue urbane è pari a circa 3,2 milioni di tonnellate, con una produzione annuale media per impianto intorno alle 180 tonnellate. Oltre la metà dei fanghi urbani prodotti è avviata ad operazioni di smaltimento. Con riferimento ai fanghi in generale, si rileva una crescita negli anni della quota gestita da impianti di trattamento biologico della frazione organica (+49,8% tra il 2015 e il 2023): nel 2023 il quantitativo è pari a 1,2 milioni di tonnellate, di cui il 50% è costituito da fanghi di depurazione delle acque reflue urbane.

Dei fanghi avviati a recupero l’utilizzo in agricoltura resta l’opzione prevalente, come emerge anche dalla Relazione annuale di Arera. Dallo Studio di Utilitalia – che ha elaborato circa 53.500 dati – emerge come la quasi totalità dei fanghi prodotti ha evidenziato la matrice organica “naturale” con presenza di car­bonio organico superiore al 33% nel 50% dei fanghi analizzati. Le concentrazioni di azoto e fosforo evidenziano anche l’utilità del recupero dei fanghi in agricoltura con abbondante copertura delle ne­cessità colturali dei due elementi fertilizzanti. Infatti, considerando le concentrazioni dei due elementi nei fanghi e gli apporti massimi di fanghi previsti dalla vigente normativa, in un triennio si apporterebbero al terreno quantità di azoto e fosforo tali da garantire le necessità medie delle colture agricole. Inoltre, dai fanghi è possibile recuperare energia ed efficientare ulteriormente il recupero di fosforo con l’incenerimento: la termovalorizzazione svolge infatti anche per i fanghi di depurazione un ruolo fondamentale quale alternativa alla discarica, come peraltro già avviene in altri paesi europei; a questo proposito in Italia sono in corso di sviluppo vari progetti di impianti di termovalorizzazione dei fanghi, al fine di garantire la massima flessibilità nella gestione degli stessi.

“Con questo studio – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – offriamo il nostro contributo con approccio scientifico per affrontare un tema complesso come quello della gestione dei fanghi di depurazione che, occorre sottolinearlo, sono parte del servizio idrico integrato e su cui peraltro Arera ha previsto un indicatore di qualità. La loro qualità deve guidare le scelte di trattamento, alla luce dell’apporto che i fanghi possono fornire in termini di sostanze utili a garantire la fertilità dei suoli, tutelandone al contempo la salute. L’importanza dei dati è fondamentale per orientare le scelte del legislatore: questa è la terza edizione del nostro Studio e a breve ci attiveremo per aggiornarlo anche sulla base di nuovi parametri, relativi in particolare ai microinquinanti emergenti, secondo le indicazioni che forniranno le istituzioni europee”. “Rispetto a una materia complessa come quella della gestione dei fanghi di depurazione – evidenzia il Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava – l’approccio corretto è partire da studi come quello presentato oggi da Utilitalia, importante per l’ampiezza del campione e per le questioni che pone, più che mai attuali. Come emerge dallo studio, i fanghi prodotti in Italia sono conformi per l’utilizzo in agricoltura, quindi partiamo da una buona base: ma dobbiamo fare ancora di più e ancora meglio. Da un lato il corretto riutilizzo dei fanghi di depurazione può contribuire a ridurre le importazioni di fertilizzanti chimici dall’estero e, al contempo, la loro valorizzazione energetica resta una strada da perseguire con convinzione in alternativa allo smaltimento in discarica. Il PNRR ha fornito un impulso importante, destinando risorse all’ammodernamento delle linee di gestione di questo rifiuto. Ma ora è fondamentale aggiornare la normativa che disciplina la materia, che risale al 1992”.

In particolare, a conclusione dello studio, Utilitalia avanza sette proposte di policy, auspicando la revisione e l’aggiornamento della legislazione nazionale di riferimento, in particolare del D.lgs 99/92, e di quella comunitaria (Direttiva 86/278/CEE) al fine di adeguare la gestione dei fanghi ai principi dell’economia circolare e della gerarchia dei rifiuti, creando una base normativa solida sulla quale impostare la pianificazione della gestione dei fanghi prodotti a livello nazionale; l’individuazione della qualità dei fanghi e del conseguente destino attraverso un approccio scientifico e basato sull’analisi di rischio; la ricerca di metodiche analitiche robuste per l’identificazione dei microinquinanti emergenti; l’istituzione di un tavolo permanente presso il Mase finalizzato alla condivisione delle conoscenze e degli studi innovativi tra istituzioni, enti di ricerca, gestori e stakeholders; la semplificazione normativa finalizzata alla creazione di “hub di trattamento” dei fanghi per favorire la sostenibilità industriale dei processi di recupero energetico e di materia; l’introduzione di norme “end of waste” per i rifiuti, attuabili anche dai gestori negli impianti di depurazione delle acque reflue, e regole per l’individuazione dei sottoprodotti derivanti dai processi di recupero di materia dai fanghi; l’inserimento dei fanghi nelle categorie di materiali costituenti (CMC) individuate nel Reg. (UE)/2019/1009 inerente alle norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti.

 

 

 

Maria Cristina Carlini

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