ecco iL TESTO DEL PARERE, oggi il voto sia a Montecitorio che al Senato
Correttivo: il Senato con la Camera su revisione prezzi con il 5% solo soglia, contratto, casse edili e accordi quadro
Il parere depositato vemerdì a Palazzo Madama sulle questioni fondamentali fiancheggia il testo già noto di Montecitorio. L’ultimo dubbio riguarda se mantenere la modifica alla revisione prezzi come condizione (e non solo l’osservazione) per il parere favorevole. Le osservazioni della maggioranza alla Camera sono salite a 52, ma non ci sono “condizioni”. Sul meccanismo revisionale in alternativa alla soppressione della franchigia si propone una franchigia al 2% con una rivalutazione aumentata al 90%. Per lo stand still si propone un compromesso a 32 giorni, mentre sugli accordi quadro si propone di “assicurare all’affidatario una congrua percentuale dell’importo complessivo dell’accordo stesso e di indicare il termine di stipula del relativo contratto attuativo”. Proposta anche la soppressione della rilevanza ai fini dell’illecito professionale delle penali di importo pari o superiore del 2%. Accolta anche la richiesta delle imprese sulla possibilità per l’appaltatore di utilizzare i lavori subappaltati ai fini della qualificazione. Tentativo anche su concorrenza e trasparenza con il rafforzamento degli obblighi di pre-informazioni “anche al fine di consentire agli operatori economici di trasmettere alle stazioi appaltanti eventuali manifestazioni di interesse a partecipare alle procedure negoziate senza bando”.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e la capa del suo ufficio legislativo, Elena Griglio
IN SINTESI
Il Senato fiancheggia la Camera per una comune battaglia sul correttivo al codice appalti, in particolare sulle questioni fondamentali della revisione prezzi, del rafforzamento del contratto prevalente e delle tutele da imporre ai contratti alternativi, del sostegno alle casse edili e dell’imposizione sugli accordi quadro che una quota sia obbligatoriamente trasformata in contratto. Sulla revisione prezzi, l’ottava commissione del Senato pensa addirittura di imporre una condizione per dare parere positivo, chiedendo che si torni a considerare il 5% come una soglia per far scattare il meccanismo revisionale, ma non come una franchigia. In altri termini la rivalutazione all’80% si dovrebbe applicare anche sui primi cinque punti percentuali di aumento dei costi.
Il parere depositato al Senato dal presidente dell’ottava commissione e relatore, Claudio Fazzone (Forza Italia), rappresenta la posizione della maggioranza per il voto di oggi. Depositato venerdì scorso in gran segreto, nessuno ha potuto finora leggere il parere integrale, ma DIARIO DIAC ha visto le parti salienti, i punti che scottano, arrivando alla conclusione che “l’unione fa la forza”. L’identità di vedute di Camera e Senato sui punti più controversi del correttivo e del codice non obbliga infatti ancora il governo a recepire le modifiche suggerite ma certamente sul piano politico taglia drasticamente le sue possibilità di opporsi a queste modifiche o di ignorarle. La pressione in questa condizione – considerando anche i rilievi pesantissimi del Consiglio di Stato sulla procedura seguita, quelli della Conferenza unificata e le audizioni estremamente critiche di molti stakeholder – si tradurrà certamente in un avvicinamento delle posizioni. Bisognerà capire di quanto.
Noto, invece, il parere della maggioranza alla Camera, presentato dai relatori Erica Mazzetti (Forza Italia) e Dario Iaia (Fratelli d’Italia). Le osservazioni sono salite a 52, ma non ci sono “condizioni”.
Vediamo nel merito le principali richieste contenute nella proposta di parere depositata dai relatori dell’ottava commissione della Camera.
La revisione prezzi
Sul meccanismo di revisione prezzi previsto dall’articolo 60 del codice, il tema diventato di gran lunga più importante, il parere propone di sopprimere la franchigia del 5% e di considerare quel 5% solo la soglia per far scattare la revisione. In questo caso, la revisione all’80% dell’aumento registrato si applicherebbe anche sui primi cinque punti dell’aumento registrato. In alternativa alla soppressione della franchigia si propone una franchigia al 2% con una rivalutazione aumentata al 90%. Valutazione tecnico-politica: le modifiche apportate dal correttivo “rischiano di sterilizzare, di fatto, l’efficacia del meccanismo stesso”.
La difesa del contratto nazionale
Strenua difesa del contratto nazionale al punto (g) con varie proposte di modifica all’allegato I.01. In particolare si chiede di “chiarire all’articolo 3 le categorie dei contratti collettivi considerate equivalenti nel settore delle costruzioni e dell’edilizia”. Un passaggio molto forte che non è contemplato nel correttivo, il quale lascia aperta proprio questa individuazione dei contratti equivalenti, rinviando a criteri molto parziali e a ulteriori provvedimenti attuativi. Inoltre, questa individuazione deve avvenire “al fine di garantire la specificità delle tutele applicate ai lavoratori del comparto, anche in riferimento agli obblighi di denunzia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa edile, assicurativi e antinfortunistici di cui all’articolo 119, comma 7”. La difesa del sistema delle classi edili è affidata anche al punto successivo (h) dove si propone di valutare la soppressione della lettera d) del comma 1 dell’art. 81 dello schema di decreto, “mantenendo così invariata l’attuale formulazione dell’articolo 18, comma 15, dell’allegato II.12 del codice, che prevede il riferimento alle Casse Edili ai fini dell’individuazione del costo complessivo sostenuto per il personale dipendente”.
Stand still e accordi quadro
Per lo stand still – cioè il termine dilatorio lasciato alla stazione appaltante per stipulare il contratto dopo l’aggiudicazione definitiva – fra i 35 giorni attualmente previsti dal codice e la stretta a 30 giorni fissata dal correttivo, il parere della Camera propone un compromesso a 32 giorni. Anche il Consiglio di Stato aveva criticato la norma del correttivo.
Altro tema caldo gli accordi quadro e il rischio che diventino un modo per aggirare la concorrenza e per le imprese aggiudicatrici un peso in termini di garanzie da prestare e immbolizzazzione di risorse senza che si concretizzino mai i contratti previsti. Per tentare di scongiurare questo rischio, il parere propone, un po’ genericamente, di “assicurare all’affidatario una congrua percentuale dell’importo complessivo dell’accordo stesso e di indicare il termine di stipula del relativo contratto attuativo”.
Accolte le richieste delle imprese su illecito professionale e riconoscimento lavori subappaltati
La maggioaranza propone alla Camera anche la soppressione della rilevanza, ai fini dell’illecito professionale, delle penali di importo pari o superiore del 2% subite dall’impresa aggiudicatrice in precedenti appalti.
Accolta anche la richiesta delle imprese sulla possibilità per l’appaltatore di utilizzare i lavori subappaltati ai fini della qualificazione.
Il tentativo su concorrenza e trasparenza
Resta polemicamento aperto il fronte della concorrenza e della trasparenza su cui il ministero delle Infrastrutture ha già fatto capire che non ci saranno variazioni rispetto al codice (e al correttivo). Il tentativo della commissione prova ad aumentare il tasso di trasparenza con il rafforzamento degli obblighi di pre-informazioni “anche al fine di consentire agli operatori economici di trasmettere alle stazioi appaltanti eventuali manifestazioni di interesse a partecipare alle procedure negoziate senza bando”.