IL CONVEGNO SULLE OPERE PUBBLICHE

Correttivo, Ance attacca sulla concorrenza. Griglio (Mit): le soglie non si toccano

La presidente Ance Brancaccio e il vicepresidente Schiavo chiedono che si allarghino gli spazi di mercato, riducendo le soglie entro cui è possibile affidare appalti senza avviso e imponendo paletti agli appalti dei committenti dei settori speciali. Il sottosegretario Ferrante e la capo ufficio legislativo del ministero delle Infrastrutture Griglio escludono riduzione delle soglie. Il presidente di Anac Busìa e la capogruppo in commissione Ambiente di Forza Italia Mazzetti: si trovino altri strumenti per garantire maggiore trasparenza. Milani (FdI): più concorrenza è necessaria.

28 Set 2024 di Giorgio Santilli

Condividi:
Correttivo, Ance attacca sulla concorrenza. Griglio (Mit): le soglie non si toccano

FORUM IN MASSERIA 2024

La sala sul mare di Vico Equense ha un panorama splendido che indurrebbe a rapporti distesi, ma dentro, durante il convegno annuale dell’Ance sulle opere pubbliche, la tensione sale alle stelle. Il motivo del confronto è la concorrenza negli appalti pubblici: il vicepresidente dei costruttori Luigi Schiavo prima, la presidente Federica Brancaccio poi, attaccano a testa bassa sugli effetti indotti dal codice appalti e chiedono ancora una volta correttivi pesanti, in particolare l’abbassamento delle soglie che oggi consentono alle amministrazioni pubbliche di affidare un appalto fino a 5,4 milioni con una procedura negoziata senza alcun preavviso al mercato. Schierato nettamente con l’Ance è il presidente di Anac, Giuseppe Busìa, che ha denunciato già dall’entrata in vigore del codice il vulnus alla concorrenza.

Il muro del governo sulle soglie

Sull’altro fronte, il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, il vicedirettore vicario della direzione Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, Angelo Vitale, e la capa dell’ufficio legislativo del Mit, Elena Griglio, fanno capire che il governo non ha intenzione di ridurre quelle soglie. Griglio ribadisce ciò che era venuto fuori già chiaramente dall’incontro che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, aveva tenuto con gli stakeholder martedì scorso. La premessa non induce, però, l’Ance a demordere, la platea si fa sentire e lo scontro diventa furioso, con i costruttori che non ci stanno a vedere il 75% del numero dei lavori assegnati con quella che una volta si chiamava trattativa privata a invito diretto senza informazione al mercato, senza contare che il nuovo codice ha di fatto dato mani libere ai committenti dei settori speciali (soprattutto le utilities nazionali e locali di energia e acqua) di appaltare senza passare per un mercato trasparente e senza più nessun obbligo di appaltare a terzi una quota di lavori nonostante spesso le concessioni a monte di questi committenti non siano state acquisite con gare nel rispetto del diritto europeo ma siano derivazione di vecchie concessioni prorogate o trasformate o di in house.

La mediazione di Busìa, Mazzetti e Milani

In mezzo, a tentare una mediazione, anche in vista del voto sulle risoluzioni sul correttivo appalti in commissione Ambiente della Camera, ci sono tre parlamentari, una di opposizione, Chiara Braga (Pd), e due di maggioranza, Erica Mazzetti (Forza Italia) e Massimo Milani (Fratelli d’Italia). Braga annuncia che anche il Pd, la prossima settimana, presenterà una propria risoluzione. “Non chiediamo nessuno stravolgimento del codice – dice – ma correzioni su alcuni aspetti importanti fra cui c’è anche quello di una maggiore concorrenza e trasparenza del mercato”. Più pesante, ovviamente, il ruolo della maggioranza. Erica Mazzetti, che è stata la prima a presentare una risoluzione ed è stata il traino della discussione attuale alla Camera, ribadisce l’importanza della concorrenza, ma indica realisticamente una strada che può portare a un più alto tasso di concorrenza nel mercato degli appalti. “Le soglie delle procedure negoziate non saranno abbassate – conferma – ma potremo comunque lavorare perché si utilizzino altri strumenti capaci di garantire trasparenza al mercato in termini di informazioni sugli appalti che le stazioni appaltanti intendono affidare”. Anche Busìa, che ribadisce “la buona collaborazione che si è creata con il Mit”, manda un segnale nella stessa direzione, rivelando che a questa strada si sta già lavorando, Giocando probabilmente su forme di informazione al mercato che la stazione appaltante deve comunque rilasciare nel momento in cui avvia la procedura. Sulla stessa posizione, ma con un accento più spostato sulla difesa della concorrenza e meno sulla ricerca della mediazione è Milani, che sembra voler riaprire un discorso sulle soglie che ai più sembra chiuso. Mentre Mazzetti e Milani dicono anche di voler lavorare a un testo che unifichi, per quanto possibili, le attuali risoluzioni presenti in commissione Ambiente “di maggioranza e opposizione”, chiarisce Mazzetti, il capogruppo della Lega in commissione Ambiente della Camera, Gianpiero Zinzi, si attesta sulla posizione rigida del governo “le sogli non si toccano”.

La relazione del vicepresidente Schiavo

A Vico Equense non si è parlato solo di concorrenza, ma si è ragionato a tutto campo sulle esigenze di modifica al decreto. Schiavo, nella sua relazione introduttiva, ha ricordato i temi fondamentali per Ance: oltre alla concorrenza, la revisione prezzi (perché la soglia del 5% che fa scattare la revisione non sia poi esclusa dal calcolo della rivalutazione), una maggiore regolazione degli accordi quadro (perché la lavorazione di una quota dell’importo complessivo teorico sia effettivamente garantita all’appaltatore), l’illecito professionale (perché sia superata l’esclusione di un’impresa in assenza di una sentenza passata in giudicato), una maggiore regolamentazione della fase esecutiva (possibilmente con un regolamento unico), l’innalzamento della soglia delle spese generali, ferma da anni a una fascia fra 13 e 15%.

Griglio: le dieci aree di intervento del correttivo

Griglio dal canto suo, rigettando la definizione di “minimale” per il correttivo cui sta lavorando, “anche perché, vi assicuro, richiede una enorme mole di lavoro”, ha ricordato i dieci temi citati da Salvini nell’incontro di martedì scorso come possibile terreno di intervento del provvedimento in arrivo: equo compenso, contratto collettivo nazionale di lavoro, digitalizzazione, revisione prezzi, qualificazione, esecuzione, PMI, consorzi, CCT, project financing.

Argomenti

Argomenti

Accedi