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Il coordinamento tra il decreto salva-casa e le leggi regionali, sia a statuto speciale che ordinario, rappresenta una sfida davvero complessa nel panorama legislativo italiano. Il decreto legge 69/2024 mira a fornire soluzioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica, ma il suo recepimento e coordinamento nelle realtà regionali si scontra con una variegata disomogeneità.
Questa disomogeneità emerge chiaramente, ad esempio, nel nuovo procedimento di cui all’art. 36 bis, che contiene un riferimento alle variazioni essenziali, rientranti nel genus delle patologie edilizie. Tali variazioni essenziali, per le quali la normativa nazionale in esame non detta una precisa definizione, non trovano sempre una disciplina omogenea nelle leggi regionali (in taluni casi le leggi sono addirittura assenti), lasciando spazio a contenziosi.
Le regioni a statuto speciale e ordinario sono chiamate a confrontarsi con le disposizioni del decreto senza una differenziazione specifica, il che implica un obbligo di adeguamento alle norme statali, pur mantenendo la possibilità di introdurre semplificazioni normative proprie. Tuttavia, solo alcune regioni, come l’Emilia-Romagna, la Sicilia e da ultimo l’Umbria, hanno finora emanato circolari provvisorie per il recepimento del decreto, evidenziando così la necessità di un approccio più uniforme e coordinato a livello nazionale.
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