LE CLASSIFICHE DI ALDO NORSA

Conti TOP per le aziende delle costruzioni e progettazioni

I bilanci del 2023 mostrano una crescita a doppia cifra di giro d’affari e redditività. Le top 200 di architettura, ingegneria e costruzioni versano in un florido stato di salute grazie ai benefici effetti del Pnrr e dei bonus fiscali per l’edilizia. Ma è ora che comincia la sfida per queste imprese che devono muoversi in un nuovo scenario carico di incognite sul post Pnrr e bonus, ma anche sul versante internazionale dove le aziende italiane scontano il loro ‘nanismo’, a parte poche eccezioni.

11 Dic 2024 di Maria Cristina Carlini

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Balzo del giro d’affari, forte aumento della redditività e dell’utile netto, rafforzamento patrimoniale: è un eccellente stato di salute quello che mostrano le principali imprese di ingegneria, architettura e costruzioni. Grazie agli effetti benefici dei bonus fiscali nell’edilizia privata, agli investimenti del Pnrr che sostengono il settore pubblico hanno avuto innegabili effetti benefici. Ad attestarlo sono i bilanci delle top 200 di ognuno di questi tre settori. Ma ora queste imprese si trovano di fronte a nuove sfide e a nuove incognite: si tratta ora di mettere a frutto le competenze acquisite e i guadagni ottenuti per rafforzare la propria posizione competitiva anziché rischiare di vanificarla in un contesto di mercato meno favorevole. Il rischio è quello di un brusco risveglio dopo il Pnrr, per di più in un contesto di programmazione carente. A livello internazionale, incombono poi le incertezze legate al perdurare di tensioni sui prezzi e alle minaccce di nuove barriere agli scambi. E, va ricordato, le imprese italiane devono sempre fare i conti con il problema dimensionale, quel ”nanismo” che contraddistingue sia il settore delle costruzioni che della progettazione. E’ uno spaccato decisamente complesso, con tanti punti interrogativi sulle prospettive future,  quello che offre il Report 2024 on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry, edito da Guamari e presentato ieri a Roma nel corso di un incontro-dibattito presso la sede dell’Ance. Il rapporto, che si avvale della direzione scientifica del professor Aldo Norsa e del chief analist Stefano Vecchiarino, comprende le classifiche su dati 2023 delle top 200 società di architettura (e design), top 200 società di ingegneria e le top 200 imprese di costruzioni (generali e specialistiche).

Le top 200 di architettura e design: nel 2023 il giro d’affari sfiora 930 milioni, +21%

Questi i numeri. Le prime 200 società di architettura e design, al cui vertice si trovano Progetto Cmr International (con l’unico bilancio consolidato del lotto che però include attività di contract e cessione di forniture per 16,2 milioni), Lombardini22 e ACPV Architects, sommano nel 2023 una cifra d’affare di 929,5 milioni, in aumento del 21% (limitando il confronto a 198 società con la presenza di due newco, Goodfor e Leonardo Loy Architetti, che sono al primo anno di attività) e per il 12,9% all’estero. Le realtà al vertice incrementano tutti gli indici reddituali: l’ebitda sale infatti del 16% e l’utile netto del 20,5%, migliora la posizione finanziaria netta, storicamente attiva (+13,8%) e il patrimonio netto si arricchisce del 19,2%.

Le top 200 di ingegneria: valore della produzione a 4,5 miliardi, +23,5%

Il  vertice dell’ingegneria, guidato come lo scorso anno dal Italferr del gruppo Fs che consolida il suo primato, Rina Consulting ed EniProgetti, dichiara un valore della produzione di 4,5 miliardi , 4,9 volte maggiore delle omologhe dell’architettura. Anche in questo caso, la crescita è a doppia cifra: +23,5% (il confronto è limitato a 199 società per la presenza di Iqt Consulting che redige nel 2023 il primo bilancio consolidato, non confrontabile con il civilistico del 2022) e con una quota export del 19,1%. Gli altri dati economico finanziari (che riguardano 197 società, poiché altre due, GAD e LC&Partners per il 2023 hanno fornito solamente i fatturati essendo in ritardo nel depositare il bilancio) evidenziano un incremento della redditività sncora più accentuato rispetto al mondo dell’architettura: l’ebitda cresce del 44% e l’utile netto del 41%. La posizione finanziaria netta, anche in questo caso attiva, migliora del 79,7% mentre il patrimonio netto registra un +20%.

Le top 200 delle costruzioni: balzo del fatturato a 40,2 miliardi, ebitda +61,5% ed ebit +93,9%

Le big delle costruzioni, sul cui podio svetta la sola Webuild, seguita a distanza da Itinera e Pizzarotti tra le generali e da Sicim e Bonatti (entrambe attive in pipeline) e Salcef (lavori ferroviari) tra le specialistiche, aggregano nell’esercizio 2023 40,2 miliardi di giro d’affari, +21,3%, con una quota internazionale del 34,8%. I conti economici (di 198 imprese poiché Pizzarotti e Rizzani de Eccher hanno fornito solamente i dati di fatturato essendo forzatamente in ritardo nel depositare i bilanci) esprimono dati reddituali estremamente positivi: l’ebitda cresce del 61,5%, l’ebit del 93,9% e l’utile netto di oltre 10 volte. Gli stati patrimoniali 2023 esprimono una posizione finanziaria netta che da passiva per un miliardo nel 2022 diventa attiva per 1,4 miliardi, oltre a un capitale netto cresciuto del 13,4%.

Insomma, questi numeri parlano da soli. Anche il recente rapporto presentato dall’Ance, evidenziava come la galassia delle 400 mila imprese di costruzioni mostrasse bilanci risanati, una più forte patrimonializzazione, una minore esposizione a breve verso il mondo bancario. Ma, come è emerso nel dibattito organizzato da Guamari a preccupare è la prospettiva. La mancanza di grandi gruppi, sia per dimensioni che per investimenti non solo nelle costruzioni, con l’eccezione di Webuild, ma anche nella progettazione rappresenta un ‘vulnus’. “Abbiamo il problema delle dimensioni delle aziende nella concorrenza internazionale. Il nanismo ci perseguita in questo eccessivo individualismo”, ha commentato Norsa.

C’è, come si è detto, la grande incognita del dopo Pnrr. “Oggi le nostre imprese sono più sane e patrimonializzate perché hanno sfruttato questo periodo per investire. Nonostante ciò, siamo preoccupati per l’assenza di una prospettiva a medio lungo termine per il Paese necessaria per portare avanti questo percorso di crescita”, ha rimarcato la presidente di Ance, Federica Brancaccio. A paventare “un brusco risveglio e una nuova normalità dopo la fiammata del Pnrr”, ha detto il vicepresidente di Ance, Federico Ghella per il quale “ci vorrebbe una programmazione che però facciamo fatica a vedere”. Intanto, i tempi per la realizzazione dei progetti del Pnrr sono stretti: “speriamo di ottenere una proroga ma, se non ci dovesse essere, la colpa dei mancato rispetto dei tempi non venga fatta ricadere sulle imprese che non hanno colpe”, ha puntualizzato. Un appello all’unità per affrontare le sfide comuni, dai temi del dissesto alla rigenerazione urbana, è poi arrivato dal presidente dell’Oice, Giorgio Lupoi: “il divario tra costruzioni e progettisti si è andato riducendo. Non siamo più dall’altra parte della barricata”, ha sottolineato.

 

 

 

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