ARRIVANO LE NOMINE
Conferma per Scannapieco alla Cdp. Partita Fs, c’è DONNARUMMA
La partita delle nomine dei vertici delle partecipate è nel vivo. I tempi sono ormai stretti, questione di giorni se non di ore, per Cassa Depositi e Prestiti e Fs Spa, le due grandi macchine del Pnrr. Tra conferme e discontinuità, le decisioni del governo ridisegnano la nuova mappa del potere economico in mano pubblica. Tra cda e collegi sindacali, in ballo quasi 700 poltrone.
IN SINTESI
Per le nomine ai vertici delle società controllate dallo Stato è arrivata l’ora delle decisioni. Come da copione, archiviata la tornata elettorale delle Europee – dalla valenza di test nazionale per misurare i rapporti all’interno della maggioranza anche in relazione a questo dossier- prende forma nelle prossime ore e nei prossimi giorni la grande mappa del potere economico in mano pubblica nell’era meloniana. Basta un numero per indicare la portata di questa tornata di nomine, che, peraltro, segue di un anno i rinnovi dei board delle partecipate pubbliche quotate: tra consigli di amministrazione e collegi sindacali le poltrone da assegnare sfiorano quota 700.
Per Cdp conferme in vista: avanti con il tandem Scannapieco – Gorno Tempini
Ma non solo. Parafrasando la massima di Enrico Cuccia (“le azioni non si contano ma si pesano”), anche in questo caso si può dire che le nomine non solo si contano ma si pesano visto che in cima alla lista ci sono i due grandi motori della macchina per l’attuazione del Pnrr: Fs Spa e Cassa Depositi e Prestiti, i cui cda era stati scelti nel 2021 dal Governo Draghi. Le scelte del Governo dovrebbero confermare le attese della vigilia di un cambio della guardia per la holding di Villa Patrizi e di conferme per l’istituto di via Goito. E sarà proprio Cdp ad aprire le danze. L’assemblea degli azionisti è convocata per oggi (viene riaperta dopo le convocazioni del 13, in prima, e del 24 maggio in seconda), Come ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non sono previsti “grandi scombussolamenti” ai vertici di Cdp. Il sottotesto di queste parole è stato interpretato come un via libera anche della Lega alla riconferma dell’amministratore delegato, Dario Scannapieco, il quale in un primo momento veniva dato in uscita. Conferma in vista anche per la presidenza, la cui indicazione spetta alle fondazioni bancarie, e in questo caso non ci sono dubbi su un nuovo mandato affidato a Giovanni Gorno Tempini. Un tandem all’insegna della continuità, dunque, impegnato in questi anni nell’attuazione del piano strategico 2022-2024. Nel biennio 2022-2023, le risorse impegnate da Cdp hanno superato i 50 miliardi, pari al 78% degli obiettivi dell’intero piano, attivando complessivamente investimenti per 133 miliardi. La ‘mission’ perseguita è stata quella di riorientare il modello operativo e di business verso l’obiettivo della promozione dello sviluppo sostenibile del Paese.
Ricambio per le Fs: esce Ferraris e arriva Donnarumma
Tempi stretti per le nomine anche ai vertici di FS. L’assemblea è convocata in prima convocazione per oggi e in seconda convocazione per il 27 giugno. Anche in questo caso i giochi per la poltrona dell’amministratore delegato sembrano chiusi e verrebbero confermate, salvo sorprese dell’ultim’ora, le attese della vigilia: esce Luigi Ferraris per lasciare il posto a Stefano Donnarumma, il top manager, ora considerato vicino al leader della Lega Matteo Salvini, che l’anno scorso era rimasto escluso dal valzer delle nomine delle quotate. Per l’ex ad di Terna e prima ancora di Acea, si era parlato di un approdo in Enel ma poi le cose sono andate diversamente. Per Ferraris, invece, esperto di reti da quella elettrica a quella ferroviaria, ci sarebbe in serbo un altro incarico e questa volta nelle tlc al vertice della nuova Netco, la società della rete fissa di Tim ceduta a Kkr. Cambio dell’ad ma anche cambio alla casella della presidenza, incarico detenuto nell’ultimo triennio da Nicoletta Giadrossi. I nomi che stanno circolando sono quelli di Stefano Cuzzilla, presidente di Trenitalia e di Federmanager, e di due consiglieri di amministrazione Fs Tommaso Tanzilli, e Paolo Bracco. Ma spunta anche il nome di Teo Luzi, attuale comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Nei mesi scorsi era circolato anche il nome del Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, allora coinvolto nelle recenti polemiche per la presunta mancata previsione del ‘buco’ provocato dal Superbonus nei conti pubblici. Ma ora non sembra più menzionato nel ‘toto nomine’. Come per Cdp, il nuovo vertice è chiamato, tra le altre, alla grande sfida dell’attuazione del Pnrr. Nel 2023, gli investimenti hanno raggiunto il picco storico di 16 miliardi. Un imponente flusso di cassa alimentato dai fondi del Piano, che vede il il gruppo come principale beneficiario di oltre 26 miliardi assegnati. Circa 8 miliardi sono stati effettivamente spesi entro la fine dell’anno, coprendo il 30% delle risorse previste. Nel primo trimestre, il contatore è salito a 8,5 miliardi, come da cronoprogramma.
La carica delle 700 poltrone. A cascata nomine per le controllate
Oltre alle capogruppo, la tornata di nomine, e non di poco conto, riguarda, a cascata, anche le società controllate. Dopo il rinnovo dei vertici di Fs Spa, tocca infatti all’Anas mentre nella galassia di Cassa Depositi e Prestiti dovranno essere rinnovati, tra gli altri, i cda di Fintecna, Open Fiber, Cdp Equity, Cdp Reti. Ma la tragica scomparsa del presidente di Fincantieri, Claudio Graziano, apre la questione della successione. Al momento, l’amministratore delegato Claudio Folgiero ha assunto anche le deleghe del presidente. “Nel dispiacere gigantesco della perdita del presidente, abbiamo fatto nello stesso giorno un comunicato per dare un segnale di continuità e abbiamo preso dei provvedimenti in cda che prevedono una ridistribuzione delle deleghe”, ha detto ieri Folgiero a margine della ceo conference di Mediobanca. “Questo è quello che dobbiamo fare come azienda e come società quotata. I temi di cooptazione sono di competenza dell’azionista Cdp e della sua catena di controllo”.
Se i tasselli delle nomine di ad e presidenti sono cruciali, non sono da meno quelle dei componenti dei consigli di amministrazione per creare il giusto equilibrio tra le diverse anime della maggioranza. Oltre a FS e CDP, come ha indicato l’ultimo rapporto pubblicato dal centro studi CoMar, sono anche da rinnovare, tra gli altri, i vertici delle controllate del Mef, quali, Rai, Gse- Gestore Servizi Elettrici, Invimit, StMicroelectonics.
Complessivamente, per l’esattezza, sono 694, gli incarichi da rinnovare, per 154 organi sociali di 122 partecipate, delle quali 19 sono a controllo diretto e 103 a controllo indiretto. Dei 154 organi sociali, 89 sono consigli di amministrazione e 65 collegi sindacali. Le 694 nomine sono ripartite tra 424 consiglieri e 270 sindaci; in 114 siedono nelle società controllate direttamente dal MEF e 580 nelle indirette.
Intanto, sono stati già rinnovati i cda di Milano-Cortina e di Sogei mentre tra il primo novembre 2022 e il 15 aprile 2024 sono stati nominati 475 componenti di cda, di cui 61 amministratori delegati, sia per partecipate dirette che indirette. Quanto poi ai criteri di nomina, è da ricordare poi che le nomine dovranno rispettare l’equilibrio di genere. Sui 694 componenti degli organi sociali uscenti, le donne sono 226, pari al 32,5% complessivo.
Red. Diac