ACCORDO AL CONSIGLIO STRAORDINARIO AMBIENTE
Clima, l’Ue conferma il taglio delle emissioni del 90% al 2040. Passa la linea italiana sui crediti al 5%, l’Ets 2 slitta al 2028
Dopo oltre un giorno e una notte intera di trattative, dal Consiglio europeo straordinario sull’ambiente resta salvo il target del taglio del 90%. Decisione raggiunta a maggioranza qualificata, con i no di Slovacchia, Ungheria e Polonia. Astenute (ed è valso voto contrario) la Lettonia, l’Austria e il Belgio. All’ok tanto sudato, però, si aggiunge il modus: cioè, con flessibilità. In concreto, è stata prevista la possibilità per gli Stati membri di utilizzare crediti internazionali di alta qualità per soddisfare fino al 5% dei loro obiettivi e impegni post 2030. Una percentuale, dunque, salita del 2%, peraltro su richiesta dell’Italia. I crediti – di riduzione dell’85% della CO2 al 2040 – saranno conteggiati dal 2036 ma con una fase pilota dal 2031 al 2035. E si potrà stoccare anche fuori dall’Ue.
Un’altra flessibilità concessa riguarda il rinvio di un anno dell’entrata in vigore del meccanismo Ets 2, il sistema di scambio delle quote di emissioni che includerà anche i trasporti e il settore civile. Non sarà più in vigore dal 2027, dunque, ma dal 2028.
Ancora: apartire da un anno dopo l’adozione del regolamento, e poi ogni due anni, la Commssione dovrà valutare e riferire in merito all’attuazione degli obiettivi intermedi e delle traiettorie di decarbonizzazione stabiliti, tenendo conto delle più recenti prove scientifiche, dei progressi tecnologici e delle sfide e opportunità in evoluzione per la competitività globale dell’Ue. La revisione della legge climatica, già prevista attualmente dal regolamento che deve essere fatta entro sei mesi da ogni bilancio globale della Cop, potrà riguardare anche la possibile modifica dell’obiettivo climatico 2040. Inoltre, nella revisione, la Commissione dovrà tenere conto anche degli effetti sull’occupazione e dell’evoluzione dei prezzi dell’energia e dell’impatto sulle industrie europee e sulle famiglie. E bisognerà considerare anche la flessibilità per gli Stati membri di utilizzare crediti internazionali di alta qualità per soddisfare fino al 5% dei loro obiettivi e impegni post 2030. Massima flessibilità prevista, quindi, non solo tra i settori ma anche al loro interno. Prevista, infine, la riduzione degli oneri amministrativi e ribadito il principio di neutralità tecnologica.
“Si è trovato un buon accordo di compromessi”, ha detto il ministro Pichetto Fratin durante un punto stampa, ringranziando anche “i dieci paesi che sono stati uniti con l’Italia nella difficile e lunga trattativa per quasi venti ore”. Mentre il commissario Ue Hoekstra ha precisato che l’uso dei crediti internazionali “è una opzione, quindi pagherai sono se ne farai uso”. E in attesa della proposta europea, i crediti internazionali “dovranno essere verificabili”. Quanto all’entrata in vigore dell’Ets 2, invece, Hoekstra ha specificato che è sufficiente l’entrata in vigore della revisione della legge climatica con il nuovo obiettivo 2040. “Sul cammino verso l’obiettivo 2030 l’impatto diretto sarà onestamente limitato”, ha rassicurato.
Intanto, la Cop30 amazzonica si avvicina. Il nuovo Ndc europeo prevede una riduzione delle emissioni nette di gas serra del 66,25-72,5% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2035 , coprendo tutti i settori dell’economia e tutti i gas serra. Nel solco del taglio del 90% al 2040. Ma, come sempre al netto degli slittamenti previsti per la chiusura del documento, la conferenza sarà realmente decisiva se stabilirà un vero salto nei finanziamenti per il clima. Senza soldi la transizione non si fa.