DENTRO IL CERCHIO - La Voce dei Geometri
L’Italia si trova oggi di fronte a una delle sfide più complesse della sua storia contemporanea: la gestione integrata dei rischi naturali in un contesto di accelerazione dei cambiamenti climatici. I dati emersi dalle recenti audizioni parlamentari delineano un quadro di estrema criticità che non può più essere affrontato con approcci frammentari o interventi emergenziali.
Gli scenari internazionali di questi ultimi anni, caratterizzati da guerre, crisi economiche, dazi, hanno indubbiamente contribuito ad un costante e sensibile aumento del costo dell’energia. In Italia, la spesa annua delle famiglie per i consumi energetici ammonta a circa 36 miliardi di euro (ultimo dato disponibile riferito all’anno 2020), dato fortemente caratterizzato da una variabilità regionale legata a fattori climatici, al tipo di fonte di approvvigionamento utilizzata e alla dimensione in termini di popolazione residente.
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Il dibattito sul sistema catastale continua a riemergere ciclicamente nel contesto pubblico ogni volta che si affrontano i temi dell’equità tributaria, della modernizzazione della pubblica amministrazione e della gestione del patrimonio immobiliare. Nonostante numerosi tentativi politici, il sistema di riferimento vigente – datato e stratificato – resta invariato nella sua struttura di base.
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L’accordo Stato-Regioni sulla modulistica unificata e standardizzata in materia edilizia sottoscritto il 27 marzo scorso (e al momento recepito solamente da alcune regioni), rimane ad oggi orfano del modulo SCIA agibilità, che pare essere in dirittura d’arrivo, dopo il necessario passaggio in Conferenza Unificata.
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Siamo a un bivio. Da una parte, un’Italia che costruisce come ha sempre fatto – con logiche del secolo scorso, competenze frammentate, resistenze al cambiamento. Dall’altra, la possibilità di immaginare professionisti tecnici capaci di guidare davvero la trasformazione dell’ambiente costruito. Il geometra di domani non sarà quello di oggi. Non può esserlo.
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Gli infortuni e le morti sul lavoro, continuano purtroppo a rappresentare una ferita profonda per il nostro Paese. Nonostante un quadro normativo in continua evoluzione, caratterizzato dal susseguirsi di leggi, campagne di sensibilizzazione e appelli pubblici, purtroppo i numeri degli infortuni e dei decessi sul lavoro restano ancora tragicamente troppo alti. Il 1° ottobre 2024 è stato introdotto un nuovo strumento mirato ad affrontare questa emergenza: la patente a punti per la sicurezza nei cantieri edili, con l’obiettivo dichiarato di innalzare gli standard di sicurezza in uno dei contesti più a rischio, rappresentato dai cantieri temporanei e mobili. Questo nuovo strumento non sembra però aver prodotto un’auspicata importante inversione di tendenza: i primi dati disponibili, confrontati con i dati del periodo precedente all’ottobre 2024 non confermano un miglioramento. Anzi.
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Si è appena svolta lo scorso 10 giugno, una importante assemblea dei Presidenti dei Collegi dei Geometri e Geometri Laureati delle province e circoscrizioni d’Italia. Ha rappresentato come sempre, un momento di scambio e confronto molto importante, nel quale il Consiglio nazionale condivide ogni sforzo introdotto per fornire scenari che sappiano sempre incrociare la naturale vocazione del geometra ad innovare il proprio contesto professionale nonché porsi interlocutore con il decisore politico nazionale su tematiche di interesse generale.
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La revisione del Testo Unico dell’Edilizia, ormai da anni al centro del dibattito politico, dovrà senza dubbio affrontare con attenzione anche il tema della legislazione concorrente Stato-Regioni fissato dal Titolo V della Costituzione.
Con riguardo al governo del territorio, l’articolo 117 lascia all’autonomia regionale la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservati a quella statale.
Sotto questo profilo uno degli aspetti più dibattuti del Dpr 380/2001 è contenuto all’articolo 32, che tratta la determinazione delle variazioni essenziali.
Attualmente la norma assegna alle Regioni il compito di stabilire quali siano le variazioni essenziali al progetto approvato, limitandosi a disporre che l’essenzialità ricorre esclusivamente quando si verificano specifiche condizioni.
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L’esercitazione Discussion Based Exercise (DBX) tenutasi a Napoli, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida Bacoli il 28 maggio scorso non è stata una semplice simulazione. È stata un banco di prova per un’idea di scuola che va ben oltre l’ordinaria funzione educativa: un ambiente consapevole del proprio ruolo strategico nelle fasi di emergenza, capace di decisioni rapide, fondate e condivise, a tutela della collettività.
Il terremoto del 13 maggio 2025 ha riacceso l’urgenza di dotare i territori – in particolare quelli ad alta vulnerabilità come l’area flegrea – di modelli operativi solidi, capaci di integrare prontezza tecnica e sensibilità gestionale. L’incontro tra la Protezione Civile nazionale, le amministrazioni locali, la Prefettura di Napoli, i dirigenti scolastici e la Struttura Tecnica Nazionale (STN) ha offerto una rara occasione di confronto multilivello.
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Oltre 400mila edifici pubblici italiani dovranno essere sottoposti nei prossimi anni a interventi di miglioramento ed efficientamento energetico. Una sfida che ridisegnerà il settore delle costruzioni e aprirà opportunità senza precedenti per l’intera filiera.
L’Unione Europea ha recentemente approvato la revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), ribattezzata Direttiva Casa Green. Questo strumento legislativo pone le basi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione del parco immobiliare europeo, trasformando radicalmente il modo in cui concepiamo e gestiamo gli edifici, tra i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra.
La Direttiva fissa traguardi precisi e ambiziosi, quali azzeramento delle emissioni per tutti i nuovi edifici pubblici entro il 2028, favorendo l’integrazione di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile; riqualificazione sistematica del patrimonio edilizio esistente attraverso scadenze precise per il miglioramento della prestazione energetica di edifici residenziali e non residenziali.
Le prime scadenze riguardano il settore pubblico con obblighi stringenti: entro il 31 dicembre 2026, sugli edifici pubblici e non residenziali di superficie superiore ai 250 mq dovranno essere installati impianti fotovoltaici. Dal 1° gennaio 2028, gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero mentre entro il 31 dicembre 2030 l’obbligo dell’installazione di pannelli fotovoltaici si estenderà a tutti gli edifici pubblici con superficie superiore a 250 mq. Sempre entro il 2030 è altresi previsto vengano riqualificati almeno il 16% degli edifici pubblici piu energivori, percentuale destinataba a salire al 26 % entro il 2033: un complesso percorso finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni, previsto per il 2050 dell’intero patrimonio edilizio.
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L’operatività di cui possiamo usufruire noi Professionisti ordinistici nell’ambito delle attività tecniche volte alla produzione di atti di aggiornamento catastale usufruisce ormai da quasi un ventennio di una costante attività di investimento e sviluppo da parte prima dell’Agenzia del Territorio, poi dell’Agenzia delle Entrate in cui è stata inglobata.
Siamo di fronte a un chiaro percorso volto, oltre che a uniformare le prassi a livello nazionale, anche a innalzare lo standard qualitativo del dato che viene trattato e introdotto negli atti: percorso richiesto anche da noi Professionisti Geometri per poter dare un nostro contributo alla costruzione di un nuovo modo di operare in ambito catastale.
Sappiamo dove si indirizzano le aspettative del mondo economico e della politica ogni qualvolta si parli di patrimonio immobiliare (sia privato che pubblico); al centro del discorso c’è sempre la necessità puntuale di un sistema archiviale aggiornato, aggiornabile in tempo reale e disponibile alla consultazione con altrettanta tempestività di riscontro.
Si è già trattato, nel precedente intervento del 17 aprile, di come un dato economicamente misurabile senza approssimazioni rappresenti il punto di arrivo di un nuovo sistema estimale catastale che dovrà necessariamente aggiornarsi e costantemente attualizzarsi.
Per realizzarlo non basta, però, attuare rivoluzioni copernicane da fermi. Le politiche delle Agenzie dell’ultimo ventennio hanno giustamente cercato in ogni modo di dotare il sistema, che soprassiede a questo fondamentale traguardo, di ogni operatività utile a guidarne un percorso di avvicinamento.
Gli ultimi provvedimenti direttoriali dell’Agenzia delle Entrate – volti alla liberalizzazione della consultazione del dato catastale – e la migrazione delle funzionalità di aggiornamento al servizio anche dei Cittadini (Volturaweb e a breve Istanzeweb), sul portale istituzionale, quindi fruibili semplicemente tramite le funzionalità di accesso regolato, mostrano una decisa accelerazione che sorprende per efficacia comunicativa e potenzialità in sviluppo anche noi Geometri che ormai da decenni operiamo quotidianamente tramite i servizi di accesso federato della Società Geoweb (partecipata con una quota di maggioranza dal nostro Consiglio Nazionale).
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La sanabilità degli immobili sottoposti a vincolo paesaggistico, prima dell’entrata in vigore del Dl 69/2024, è completamente affidata al Codice dei beni culturali e del paesaggio. In realtà, in un primo momento l’articolo 146 del Dlgs 42/2004 esclude il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria successivamente alla realizzazione, anche parziale, degli interventi. Solo con il Dlgs 157/2006 vengono introdotti fondamentali correttivi al codice, modificando l’articolo 146 e sostituendo l’articolo 167, consentendo così la sanabilità di alcune limitate categorie d’intervento attraverso l’accertamento di compatibilità paesaggistica, sempre e comunque per gli interventi che non abbiano determinato creazione di superficie utili o volumi, o l’aumento di quelli legittimamente realizzati.
L’introduzione dell’articolo 36-bis nel Dpr 380/2001 operata dal decreto salva-casa, determina importanti modifiche all’accertamento di conformità paesaggistica per le parziali difformità e le variazioni essenziali al permesso di costruire o alla SCIA. Lo stesso dicasi per gli interventi soggetti all’articolo 34-ter (regolarizzazione delle parziali difformità per titoli rilasciati prima del 30 gennaio 1977).
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Dietro la fondatezza di ogni decisione politica c’è spesso un dato tecnico. E nel caso di un evento emergenziale, è rappresentato da un rilievo, da una analisi ed una verifica che il professionista mette a disposizione delle autorità istituzionali e, indirettamente, della collettività. Un operato silenzioso e determinante, che si svolge dietro le quinte, quando i riflettori sono ancora puntati sulle conseguenze delle scosse e sul soccorso alla popolazione.
Questo è il cuore della Struttura Tecnica Nazionale (STN), il sistema di supporto alla Protezione Civile costituito dalle professioni tecniche di geometri, ingegneri, architetti e geologi nel 2020 (di recente si sono aggiunti Agronomi e Forestali, Periti agrari e Periti industriali). Un presidio che si caratterizza per la unicità del modello, l’affidabilità del metodo e l’impatto del ruolo svolto.
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Con il progredire dei lavori conseguenti alla realizzazione dei molteplici progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e non solo, si sta facendo sempre più concreta una esigenza strutturata di tecnici “contabilizzatori”, figure professionali oramai essenziali in tutti i cantieri per la corretta computazione, gestione e contabilizzazione dei lavori.
Non si tratta solo di un fabbisogno momentaneo, legato alla straordinaria quantità di opere avviate, ma di una domanda che ormai sembra destinata a stabilizzarsi nel tempo, anche in forza della sempre maggiore necessità di doversi avvalere di un professionista “specializzato” nella computazione dei lavori (con metodologie BIM) e con particolare riguardo alla fase di contabilizzazione e rendicontazione finalizzata alle verifiche del rispetto delle tempistiche e dei budget assegnati, anche mediante l’utilizzo di metodi e strumenti di gestione informativa digitale.
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Per il catasto fabbricati, il sistema estimale catastale italiano nasce e prende forma tra la fine degli anni trenta e il corso degli anni quaranta del secolo scorso e a tutt’oggi è regolato dalle medesime norme costitutive, salvo minime integrazioni di prassi e procedurali (per lo più riconducibili alle naturali implementazioni operativo-funzionali di carattere informatico e digitale).
Nel corso degli ultimi trent’anni, diversi sono stati gli appuntamenti dell’agenda politica che hanno condotto a porsi il quesito, se il sistema così creato potesse rappresentare ancora uno strumento valido considerando la sempre maggior centralità della fiscalità immobiliare rispetto ai processi economici e di bilancio del nostro Paese, in correlazione alla necessità di plasmare un sistema fiscale sempre più efficiente.
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L’accordo sulla modulistica unificata e standardizzata in materia edilizia sottoscritto il 27 marzo in Conferenza unificata, rappresenta un passaggio fondamentale per la corretta applicazione delle norme di modifica del Dpr 380/2001 decretate dal salva-casa.
Alle regioni il compito di adeguare i contenuti alle proprie disposizioni entro il 9 maggio 2025 e ai comuni, in ogni caso, il necessario aggiornamento dei modelli entro il 23 maggio 2025. Nell’inerzia da parte degli enti locali, trascorsi trenta giorni dalla scadenza dei termini previsti dalla Conferenza, i cittadini e le imprese potranno comunque utilizzare la nuova modulistica, ai sensi dell’articolo 24 comma 3 del Dl 90/2014.
IL LABIRINTO OSCURO DELL'EDILIZIA / 42
di Salvatore Di Bacco
L’articolo di questa settimana esplora la gentrificazione a Milano, un fenomeno complesso che si è radicato negli ultimi decenni attraverso percorsi urbanistici di rigenerazione urbana e city branding. Questa trasformazione ha portato ricchezza e attrattiva della città, come dimostrato dall’aumento vertiginoso dei prezzi immobiliari e in particolare degli affitti, parificando la città di Milano a metropoli globali come Parigi e New York. Tuttavia, tale processo ha “condotto” gradualmente ad una esclusione dei residenti originali dei quartieri da tali processi urbanizzativi che causa incremento dei costi e dei prezzi porta a disuguaglianze sociali, evidenziando come la nuova ricchezza non si ridistribuisca equamente.
L'architettura vista da LPP/21
di Luigi Prestinenza Puglisi
È da oltre trenta anni che l’architettura italiana sta vivendo una buona stagione. Probabilmente dal 1992 e grazie a Tangentopoli. Il vasto e inarrestabile fenomeno conosciuto come mani pulite ha messo infatti in crisi il vecchio e consolidato sistema di spartizione politica degli appalti. Mentre la così detta legge dei Sindaci, emanata l’anno successivo, nel 1993, ha stimolato le amministrazioni a puntare sull’architettura con opere significative. Certo, i tempi sono sempre più lunghi, la burocrazia opprimente, le norme sempre più indecifrabili e molti progetti rimangono sulla carta o sono realizzati solo dopo 10-15-20 anni. Ma ogni città bene o male ha promosso un certo numero di concorsi che hanno lanciato giovani architetti i quali, negli anni delle spartizioni fatte col codice Cencelli alla mano, non avrebbero avuto occasioni per emergere.
L'intervento
DIARIO POLITICO
di Pol Diac
Per Giorgia Meloni sarà un agosto di riflessioni e di impegni. L’appuntamento con le Regionali in autunno (si comincia il 28 settembre con le Marche e poi a ottobre Veneto, Toscana, Campania, Puglia e ora anche Calabria) è certamente una scadenza importante, un test per saggiare lo stato di salute del Governo proprio mentre si discuterà della prossima legge di bilancio, ma anche del nuovo quadro finanziario europeo. Con più di un’incognita con cui fare i conti, a partire dall’effetto dazi che peserà non poco sul fronte di un crescita tornata allo zero virgola.
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Iscrizione n°65/2024
ROC numero 41634
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