Cresme Daily

CRESME DAILY

Costruire, l’attività economica attraverso la quale si produce l’ambiente in cui viviamo, e ancor più le costruzioni, sono spesso al centro del dibattito, con una immagine spesso negativa e rispetto alla quale si associano temi come la mancanza di innovazione, la corruzione, la scarsa produttività, la speculazione, gli incidenti sul lavoro, il consumo del territorio

18 giugno

PROGETTO CORALE / 17

Maria Cristina Fregni

I Luoghi Comuni di Torino e gli Studentati oltre l’idea di residenza, portatori di cultura, sport, aggregazione

“…servizi, spazi comuni e attività rivolte sia agli abitanti che al quartiere e alla città, per andare oltre alla funzione residenziale e promuovere una nuova cultura dell’abitare.” Se questa frase sembra un Luogo Comune, è perché, per fortuna, a Torino letteralmente lo è.

Luoghi Comuni è infatti un progetto di housing sociale promosso a Torino dal Programma Housing della Compagnia di San Paolo, in collaborazione con l’Ufficio Pio.

Il progetto comprende due strutture, Luoghi Comuni Porta Palazzo (in piazza della Repubblica) e Luoghi Comuni San Salvario (in via San Pio V), entrambe sviluppate intorno a un nucleo centrale rappresentato da una Residenza Temporanea, a cui si affiancano altre attività e servizi.

Il concept del progetto Luoghi Comuni si basa su una spiccata idea di Integrazione, sociale, progettuale, culturale, economica.

Questa modalità di gestire la trasformazione di un immobile, innovativa e sperimentale, ha avuto come obiettivo il raggiungimento dell’equilibrio tra sostenibilità economica e funzione sociale e si è basato su attività di ricerca nella fase istruttoria,  a cui è seguito uno studio di fattibilità, per poi estendersi alla realizzazione di bandi di selezione per i soggetti che a vario titolo sono entrati nel processo realizzativo, e ancora alla co-progettazione tra Programma Housing, gestori e progettisti al fine di integrare gli aspetti architettonici e sociali; a ciò si sono aggiunte le attività di monitoraggio e valutazione  e rivolte sia agli aspetti gestionali e sociali che al commissioning dei sistemi impiantistici e dei consumi energetici.

L'ARCHITETTURA VISTA DA LPP / 28

Luigi Prestinenza Puglisi

Contro l’inserimento posticcio e retorico del Verde: Luciano Pia, architetto-artigiano che lo maneggia come materiale di progetto

Se il cemento armato è stato il materiale del Moderno, oggi il verde è diventato il passepartout dell’architettura contemporanea, l’ornamento più gettonato del XXI secolo, spesso abusato fino all’insignificanza. Non c’è progetto che non lo esibisca, ostenti, impacchetti. Alberi sui tetti, cespugli nei balconi, rampicanti nei cortili. Anche se, nella stragrande maggioranza dei casi, l’inserimento è posticcio, decorativo, un camouflage green che promette una fedeltà ai principi dell’ecologia che non mantiene.

Nel frattempo, le amministrazioni comunali vengono bersagliate per ogni albero mancato. A Roma, la sistemazione di Piazza Augusto Imperatore è stata criticata con toni feroci per aver “dimenticato il verde”, ignorando che nel centro storico piantare alberi significa sfidare stratificazioni archeologiche millenarie.

In questo scenario iper-retorico, dove il verde è diventato la nuova cartina di tornasole della buona architettura, c’è chi, invece, riesce ad andare oltre. A maneggiarlo come materiale di progetto.

Come Luciano Pia, una figura appartata e autentica di architetto che il verde lo inserisce perché lo considera un elemento strutturale, esistenziale.

IL LABIRINTO OSCRURO DELL'EDILIZIA / 49

Salvatore Di Bacco

Il Ddl 29, glossario della rigenerazione urbana: guida ai concetti chiave della nuova legge

La nuova legge sulla rigenerazione urbana introduce un vocabolario specifico per un motivo preciso: descrivere un modo completamente nuovo di pensare e agire sulle nostre città. L’obiettivo non è più, come in passato, costruire su nuovi terreni, ma recuperare e migliorare il patrimonio che già esiste. Come sottolinea la legge, lo scopo è rendere i nostri edifici e quartieri più sostenibili, sicuri, efficienti e capaci di promuovere la coesione sociale e la tutela dell’ambiente.

L'INTERVENTO
DIARIO POLITICO

La manovra modesta e lo scontro utile sulla democrazia: ecco perché Meloni e Schlein si scelgono a vicenda

Pol Diac

Non deve sorprendere che all’indomani del varo della manovra a catalizzare l’attenzione sia lo scontro tra Elly Schlein e la premier Giorgia Meloni sui rischi per la democrazia in Italia.

Non sorprende perché tanto la leader dell’opposizione che la stessa Presidente del Consiglio non hanno interesse a incrociare le spade su una manovrina che non offre svolte ma si limita a puntellare il nuovo corso per mantenere solidi i conti pubblici. Difficile, infatti, anche per la segretaria del Pd non tenerne conto. I dem si sono sempre assunti il ruolo di partito attento alla finanza pubblica e certo la risposta a questa manovrina non può essere l’aumento della spesa in deficit.

Soluzione che – al contrario – i partiti della destra a partire da Fdi  ma anche la Lega del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti hanno perorato quando erano all’opposizione. Anzi, nel caso del Carroccio indossando contemporaneamente la camicia di partito di lotta e di governo. Poi, una volta entrati nelle cosiddette stanze dei bottoni, tutto cambia per non cambiare niente secondo quello che è conosciuto come gattopardismo italico.

E così si passa dalla promessa dell’abolizione della Fornero alla sospensione di un mese o due dell’aumento dell’età pensionabile, oppure si cancella Transizione 5.0 dimostratasi un totale fallimento per tornare a misure più efficaci introdotte da governi di segno opposto come Industria 4.0, cercando di recuperare qualche miliardo di euro da banche e assicurazioni per tamponare le coperture senza preoccuparsi ovviamente delle eventuali “rappresaglie” sui correntisti. …

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