Cresme Daily

L'ARCHITETTURA VISTA DA LPP / 28

Luigi Prestinenza Puglisi

Contro l’inserimento posticcio e retorico del Verde: Luciano Pia, architetto-artigiano che lo maneggia come materiale di progetto

Se il cemento armato è stato il materiale del Moderno, oggi il verde è diventato il passepartout dell’architettura contemporanea, l’ornamento più gettonato del XXI secolo, spesso abusato fino all’insignificanza. Non c’è progetto che non lo esibisca, ostenti, impacchetti. Alberi sui tetti, cespugli nei balconi, rampicanti nei cortili. Anche se, nella stragrande maggioranza dei casi, l’inserimento è posticcio, decorativo, un camouflage green che promette una fedeltà ai principi dell’ecologia che non mantiene.

Nel frattempo, le amministrazioni comunali vengono bersagliate per ogni albero mancato. A Roma, la sistemazione di Piazza Augusto Imperatore è stata criticata con toni feroci per aver “dimenticato il verde”, ignorando che nel centro storico piantare alberi significa sfidare stratificazioni archeologiche millenarie.

In questo scenario iper-retorico, dove il verde è diventato la nuova cartina di tornasole della buona architettura, c’è chi, invece, riesce ad andare oltre. A maneggiarlo come materiale di progetto.

Come Luciano Pia, una figura appartata e autentica di architetto che il verde lo inserisce perché lo considera un elemento strutturale, esistenziale.

IL LABIRINTO OSCRURO DELL'EDILIZIA / 49

Salvatore Di Bacco

Il Ddl 29, glossario della rigenerazione urbana: guida ai concetti chiave della nuova legge

La nuova legge sulla rigenerazione urbana introduce un vocabolario specifico per un motivo preciso: descrivere un modo completamente nuovo di pensare e agire sulle nostre città. L’obiettivo non è più, come in passato, costruire su nuovi terreni, ma recuperare e migliorare il patrimonio che già esiste. Come sottolinea la legge, lo scopo è rendere i nostri edifici e quartieri più sostenibili, sicuri, efficienti e capaci di promuovere la coesione sociale e la tutela dell’ambiente.

L'INTERVENTO
DIARIO POLITICO

La manovra modesta e lo scontro utile sulla democrazia: ecco perché Meloni e Schlein si scelgono a vicenda

Pol Diac

Non deve sorprendere che all’indomani del varo della manovra a catalizzare l’attenzione sia lo scontro tra Elly Schlein e la premier Giorgia Meloni sui rischi per la democrazia in Italia.

Non sorprende perché tanto la leader dell’opposizione che la stessa Presidente del Consiglio non hanno interesse a incrociare le spade su una manovrina che non offre svolte ma si limita a puntellare il nuovo corso per mantenere solidi i conti pubblici. Difficile, infatti, anche per la segretaria del Pd non tenerne conto. I dem si sono sempre assunti il ruolo di partito attento alla finanza pubblica e certo la risposta a questa manovrina non può essere l’aumento della spesa in deficit.

Soluzione che – al contrario – i partiti della destra a partire da Fdi  ma anche la Lega del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti hanno perorato quando erano all’opposizione. Anzi, nel caso del Carroccio indossando contemporaneamente la camicia di partito di lotta e di governo. Poi, una volta entrati nelle cosiddette stanze dei bottoni, tutto cambia per non cambiare niente secondo quello che è conosciuto come gattopardismo italico.

E così si passa dalla promessa dell’abolizione della Fornero alla sospensione di un mese o due dell’aumento dell’età pensionabile, oppure si cancella Transizione 5.0 dimostratasi un totale fallimento per tornare a misure più efficaci introdotte da governi di segno opposto come Industria 4.0, cercando di recuperare qualche miliardo di euro da banche e assicurazioni per tamponare le coperture senza preoccuparsi ovviamente delle eventuali “rappresaglie” sui correntisti. …

APPALTI ISTRUZIONI PER L'USO / 45

Gabriella Sparano

Le certificazioni e la loro verifica

Nell’ambito dei contratti pubblici, le certificazioni dei sistemi di gestione (qualità, ambiente, sicurezza, parità di genere, ecc.) assumono oggi un ruolo strategico. Non solo consentono agli operatori economici di ottenere riduzioni di garanzie e premialità, ma sono spesso un requisito per la qualificazione SOA. Tuttavia, non tutte le certificazioni sono automaticamente valide. Per essere riconosciute, devono essere autentiche, rilasciate da Organismi di Certificazione accreditati e conformi al quadro giuridico europeo, in particolare al Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, che stabilisce i requisiti per l’accreditamento. In Italia, l’Ente di accreditamento ufficiale è Accredia, ma il mercato globalizzato ha portato alla diffusione di certificazioni estere. Questo impone alle stazioni appaltanti di valutare non solo l’accreditamento dell’organismo estero, ma anche il fatto che l’Ente di accreditamento sia riconosciuto a livello internazionale, attraverso gli Accordi di Mutuo Riconoscimento (MRA). Infatti, una certificazione priva dei requisiti sopra indicati può essere non ammissibile in gara, con conseguenze facilmente immaginabili.

Di seguito, dunque, gli aspetti fondamentali di cui devono tenere conto le stazioni appaltanti nella verifica delle certificazioni.

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