A CAGLIARI

Sant’Elia RINASCE tra inclusione, stadio e cultura per abbattere la marginalità

Venerdì scorso, sui canali social, il sindaco Massimo Zedda ha reso noto il maxi piano di interventi nel quartiere che ospita anche la casa del club rossoblu. L’assessora alle Politiche sociali, Anna Puddu: “Finalmente una visione d’insieme”

11 Dic 2024 di Mauro Giansante

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Sant’Elia RINASCE tra inclusione, stadio e cultura per abbattere la marginalità

Il parco degli Anelli (foto Dietrich Steinmetz)

Nella mezzo del cammin della rigenerazione di Cagliari, passa anche quella del quartiere Sant’Elia. Il piano è stato illustrato venerdì scorso sui canali social dal sindaco Massimo Zedda. “L’ascolto, la partecipazione e la pianificazione sono il metodo di governo dell’amministrazione”, ha scritto Zedda. “Nei prossimi anni il piano di sviluppo della città si articolerà in maniera ampia e complessiva in ogni quartiere di Cagliari, in base alle caratteristiche e alle esigenze, con l’intento di migliorare l’esistente e di introdurre elementi di novità”.

Tutti i progetti

La scaletta della rigenerazione di Sant’Elia, che conta tra i 6.5 e i 7mila abitanti, è vasta: lavori di rigenerazione e riqualificazione urbana; interventi sociali e processi di innovazione diffusa negli ambiti della cultura, dello sport, dell’inclusione, della coesione sociale, del tempo libero; l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate; la sistemazione del sistema fognario e di tutti gli spazi all’aperto; il completamento del parco degli Anelli; il passaggio della metro leggera; la costruzione dei grandi impianti sportivi (palazzetto dello sport e nuovo stadio); la realizzazione della Casa della salute e del Centro di quartiere; il miglioramento della spiaggia della Diga; il completamento del porticciolo per la piccola pesca.

Sant’Elia esce dalla marginalità

“Parliamo di un quartiere caratterizzato da alloggi popolari, cioè di edilizia residenziale pubblica, misti. Una parte è di proprietà dell’amministrazione locale e una parte dell’azienda regionale per l’edilizia abitativa”, racconta a Diario Diac l’assessora alle Politiche sociali Anna Puddu. “E’ un quartiere caratterizzato da un grave tasso di marginalità, cioè di assenza dei servizi essenziali dell’abitare: non c’è un medico generale, un pediatra, non ci sono i servizi minimi. L’obiettivo dell’amministrazione, alla luce dei 20 milioni di fondi Pnrr per la rigenerazione urbana, è stato quello di accordarsi con i proprietari degli alloggi per realizzare i sottoservizi in tutti i complessi residenziali. Dal sistema fognario agli spazi aperti più in generale, una situazione grave datata almeno vent’anni”. Ma non solo: “Creeremo delle piazze, dei nuovi spazi per i bambini, un nuovo sistema di illuminazione. Oltre agli spazi aperti, però, l’azienda regionale per l’edilizia abitativa curerà anche la rigenerazione dei complessi, che sono circa 2mila, quindi delle facciate esterne”.

Un altro milione di euro, poi, è stato investito per la creazione di servizi ai giovani: “Sono stati finanziati dieci progetti che vanno dallo sport ai laboratori musicali passando per sportelli di mediazione sociale”. Nel complesso (cosiddetto Favero, sterrato), aggiunge Puddu, “va aggiunta anche la riqualificazione già completata di un’ex scuola che doterà il quartiere di servizi per risolvere un’altra criticità cardine del quartiere: quella del diritto alla salute”. Verranno così create una casa della salute e un centro di quartiere rivolto a bambini e famiglie.

La rigenerazione del lungomare e l’inserimento dei giovani

Un altro fronte è quello dei lavori per il completamento del grande parco degli Anelli. “Siamo sul lungomare, l’obiettivo anche qui è avere una visione d’insieme per installare passerelle divelte e zone attrezzate che affacciano sul lungomare di Sant’Elia”, spiega l’assessora di Cagliari. I finanziamenti in questo caso si riferiscono alla dotazione da circa 30 milioni del Pon Metro.

Quanto al miglioramento della spiaggia della Diga, “è in conclusione il porticciolo della piccola pesca. Qui, l’obiettivo è – grazie all’interlocuzione con l’assessorato al Lavoro – creare percorsi di formazione mirati per mansioni proprio legate alla gestione porticciolo garantendo così nuovi inserimenti lavorativi ai giovani del quartiere che spesso risultano esclusi”. Nel piano è inserito anche il collegamento con la metro leggera dal centro città a Sant’Elia: “Siamo in fase di pianificazione strategica, l’obiettivo è dare centralità ai quartieri che soffrono un certo tipo di marginalità come questo”.

Lo stadio del Cagliari

Infine, nel cuore di Sant’Elia c’è lo stadio del Cagliari Calcio. Anzi, attualmente ce ne sono due. Il vecchio stadio e l’attuale Unipol Domus (ex Sardegna Arena). Il progetto per la futura Cagliari Arena, che sarà intitolata a Gigi Riva, risale ormai a cinque anni fa, tanto che proprio negli ultimi giorni il presidente del club rossoblu Tommaso Giulini è tornato a bussare alla porta dell’amministrazione per un nuovo sollecito. “L’Unipol Domus ci piace ma non basta. Speriamo che Cagliari abbia presto un impianto con connotati di innovazione, identità, sostenibilità. Abbiamo presentato un progetto ormai cinque anni fa, che rischia di essere già vecchio”, ha detto recentemente il patron.

Lo stesso Giulini ha ripercorso anche gli ultimi anni sul progetto: “Con la giunta regionale guidata da Christian Solinas abbiamo di fatto perso cinque anni, c’è stato anche il Covid di mezzo, e il progetto è cambiato perché, a maggior ragione durante la pandemia, abbiamo deciso di eliminare il centro commerciale evitando di danneggiare i tanti commercianti del quartiere Sant’Elia e dintorni”. E ancora: “La partnership pubblico-privata necessita di un contributo pubblico perché appunto si tratta di un’opera pubblica che resta tale”. La buona notizia, secondo Giulini, “è che sia tornato il sindaco Zedda e che la Regione Sardegna sia guidata da una nuova governatrice, Alessandra Todde, che mi auguro prenda in fretta in mano con priorità la pratica stadio”.

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Il cronoprogramma vede l’apertura dei cantieri a metà del prossimo anno, quando dovrebbe iniziare la demolizione dell’impianto utilizzato fino al 2017. L’impianto, progettato dal consorzio Sportium, avrà 25-30mila posti e vivrà ogni giorno della settimana come i più moderni stadi. Non solo per eventi legati al calcio. Sui costi, il presidente Giulini ha detto: “Pensiamo che fare uno stadio costa non meno di 150 milioni [più probabile si andrà verso i 170mln], recuperare quella somma è difficile, per usare un eufemismo. I potenziali 10/15 milioni annui di introiti aggiuntivi da match day sono l’unico ritorno economico che avrebbe il Cagliari Calcio, tutto il resto, inclusi i diritti di naming dello stadio, è della società di progetto che costruirà lo stadio. La speranza è di avere uno stadio nuovo prima possibile, identitario, innovativo e confortevole e che spinga emotivamente la squadra, e che ci consenta di investire di più anche nella costruzione dell’organico”. 10 milioni arriveranno dal Comune, 50 dalla Regione Sardegna e Unipol sarà sponsor (ad oggi almeno fino al 2031).

A inizio ottobre, intanto, si è tenuta la prima seduta della Conferenza di Servizi per la Valutazione d’Impatto Ambientale relativa al nuovo Stadio di Cagliari, a Sant’Elia. Nel corso della riunione – spiegava la nota comunale – sono stati analizzati tutti i punti relativi ai più dei mille elaborati tecnici del progetto (…) Tutti i tecnici di entrambe le parti sono comunque già al lavoro per gli approfondimenti richiesti per favorire il più possibile un’accelerata dell’iter.

Questo percorso pubblico-privato “è previsto all’interno della prima Legge sugli stadi in cui l’iter prevede purtroppo tanti step di cui l’ultimo step sarà, ci auguriamo nel 2025, il bando internazionale per l’assegnazione al vincitore del bando, che può non essere necessariamente la società con il costruttore partner del Cagliari Calcio”, ha detto ancora Giulini. “La società di progetto (quella che si aggiudicherà il bando, ndr) che avrà la concessione per 50 anni e in questo arco di tempo dovrà ritornare da quello che è un investimento a perdere perché essendo investimenti importanti i ritorni sono molto lunghi”. Intanto, domani sera ci sarà un passaggio formale nelle commissioni sport e urbanistica in seduta congiunta.

Quanto vale questo piano, tempi ed effetti

Tornando alla rigenerazione generale del quartiere, dice in conclusione l’assessora Anna Puddu: “Parliamo di un grande passo in avanti per Sant’Elia perché finalmente la politica riesce a dare nuova vita a un quartiere intero. Il primo accordo di programma con la Regione risale al lontano 2006, l’amministrazione precedente aveva perso circa 7 milioni sull’avvio della prima fase sul quartiere che poi erano stati dirottati su altri Comuni dalla Regione”. A livello concreto, “è una risposta importante nonostante ci siamo insediati da pochi mesi. Di rigenerazione e periferia solitamente ci si occupa in maniera parziale, soprattutto in concomitanza con politiche amministrative regionali”.

In termini di tempi, “i progetti Pnrr apriranno i cantieri a gennaio, la Casa della Salute e il centro di quartiere saranno operativi da febbraio 2025. Invece, i progetti di innovazione sociale proposti dagli abitanti sono già partiti”. Visione d’insieme, visione d’insieme, visione d’insieme. “I progetti di rigenerazione offrono comunque una visione parziale, ogni amministrazione da sola può fare poco mentre occorre una rete con la Regione e lo Stato. Riuscire a sanare situazioni croniche dovute a una cattiva gestione di quartieri e del patrimonio pubblico determina un rischio slogan, di abuso, del termine rigenerazione senza tradursi in nulla di concreto”. La lezione della rinascita di Sant’Elia è tutta qui.

 

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