IL DL 95 AL SENATO
Caccia ai fondi RFI dopo i 143 milioni per la Diga Foranea tolti all’Adriatica
Passano l’esame di ammissibilità in commissione Bilancio una ventina di emendamenti di maggioranza e opposizione che chiedono di destinare a singole linee ferroviarie gli stanziamenti aggiuntivi dispositi in favore di Rfi dalla legge di bilancio. Richieste anche su fondi Anas. Passano l’ammissibilità anche gli emendamenti presentati da tutti i gruppi che puntano a riconoscere compensazioni in fase di esecuzione alle opere che hanno usufruito del FOI.
Continua l’assalto per via politico-legislativa alla programmazione infrastrutturale. Dopo lo spettacolo poco decoroso del decreto Infrastrutture alla Camera, che ha aperto una corsia preferenziale a cinque nuove bretelle e ha creato tre nuovi commissari straordinari fuori dalla programmazione nazionale che dovrebbe essere gestita dal Mit, è ora la volta del Senato, con una ventina di emendamenti al decreto legge 95, il cosiddetto Omnisbus Economia, che puntano a spartire a linee ferroviarie e raccordi stradali locali i finanziamenti aggiuntivi assegnati dalla legge di bilancio 2025 a Rfi e Anas. Anche qui senza alcun quadro d’insieme.
D’altra parte, lo stesso governo aveva dato l’esempio finanziando una delle sue opere prioritarie, la Diga Foreanea (seconda forse soltanto al Terzo valico per attenzioni governative), con 148,2 milioni sottratti agli stanziamenti per la linea Adriatica ad alta velocità.Un “arraffa-arraffa” che ha ormai perso qualunque filo logico e qualunque schema di gioco accettabile.
Questi emendamenti hanno passato l’esame di ammissibilità in commissione Bilancio, così come i numerosi emendamenti identici presentati dalla maggioranza e dall’opposizione per garantire forme di compensazione degli extracosti emersi nella fase esecutiva anche alle opere precedentemente finanziate con il FOI.
Queste opere – molte sono Pnrr – sono le uniche rimaste senza alcun paracadute per far fronte agli aumenti dei costi dei materiali sopportati dal 2022 in avanti. Gli emendamenti al Senato puntano a superare ora un divieto illogico, visto che lo scopo del FOI era di adeguare i prezzi delle opere prima delle gare (quindi per evitare che le gare andassero deserte dopo i forti aumenti dei costi perché, senza un adeguamento, i prezzi sarebbero risultati troppo bassi) mentre le compensazioni richieste anche da Ance riguardano la fase dell’esecuzione. Non ha quindi alcun senso bloccare le compensazioni per aumenti dei costi che si sono verificati dopo la stipula dei contratti. Maggioranza e opposizioni sono compatti ora sul superamento di questo stallo, decisivo sarà il parere del Mef.