Buttieri (Federcasa): “Servono 1,5 miliardi per rimettere in circolo i 60mila alloggi sfitti”

09 Ott 2025 di Mauro Giansante

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Buttieri (Federcasa): “Servono 1,5 miliardi per rimettere in circolo i 60mila alloggi sfitti”

MARCO BUTTIERI PRESIDENTE FEDERCASA

Intervista video (sotto sul canale Youtube di Diario Diac) al presidente di Federcasa, Marco Buttieri (in foto), nella seconda giornata della kermesse Città in scena e Città nel futuro in corso a Roma.

Presidente Butteri, quella in corso al Maxxi è una tre giorni molto importante sul tema della rigenerazione urbana, dove quindi si parla anche di casa. Qual è la situazione generale sul tema abitativo in Italia?

Dobbiamo riflettere su quelle che saranno le politiche del futuro, specialmente quelle europee. La Federcasa riunisce le 85 aziende che amministrano circa 800.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica. Oggi il tema più cogente è quello degli alloggi, perché risulta che quelli sfitti sono circa 60.000 in Italia secondo il nostro censimento come Osservatorio. Abbiamo necessità di nuovi fondi anche per rimettere in circolo gli alloggi che darebbero subito scorrimento alle graduatorie per 60.000 persone. Nuclei familiari. E per farlo servono 1,5 miliardi. 

Per quanto riguarda gli alloggi ERP, invece, che che quadro c’è a livello nazionale?

Gli alloggi ERP ahimè sono in diminuzione, perché erano un milione circa vent’anni fa. Poi, le aziende per poter mantenere in ordine i bilanci hanno dato via i piani vendita e quindi si stanno riducendo. Ma, in controtendenza a quella che dovrebbe essere invece una politica di aumento. Perché i dati delle graduatorie ci dicono che noi abbiamo 250mila nuclei familiari in lista d’attesa.

Con l’Ue, in particolare con la Bei che dialogo c’è?

Noi stiamo interloquendo con la Bei perché, come noto, l’Europa ha deciso di raddoppiare gli stanziamenti sulla casa grazie alla nuova Commissione von der Leyen. E la Banca europea degli investimenti mette a disposizione dei fondi: noi stiamo cercando insieme all’Università Bocconi e ad un partner finanziario nazionale di costruire un modello da poter proporre alle nostre aziende con la collaborazione delle Regioni, determinando un cambio di equilibrio. Cioè, il canone che fa stare in piedi l’operazione finanziaria: quindi, per poter andare a dire alle Regioni e ai Comuni che con quel canone lì noi riusciamo a ristrutturare l’alloggio, assegnarlo e gestirlo utilizzando per la ristrutturazione i fondi Bei, senza gravare sulle casse dello Stato, sulle casse della Regione. Avremo bisogno di un aiuto sul tema degli oneri finanziari.

Le politiche nazionali ed europee sulla casa sono la via giusta?

Noi avevamo chiesto già alla fine del mandato precedente della Commissione Ue di avere un commissario e fortunatamente è arrivato. In più, è stata istituita questa Commissione speciale presieduta dall’onorevole Tinagli, con cui interloquiamo quotidianamente proprio per cercare di affrontare due temi: quello della regolamentazione e quello della uniformità delle regole e soprattutto delle definizioni. Perché in Italia c’è la distinzione tra Erp ed Ers mentre nel resto d’Europa no.

Quindi?

Quindi bisogna coordinare i termini tra tutti gli Stati. Il secondo tema è il fondo perduto o comunque i finanziamenti strutturali, quindi va bene la revisione dei fondi di coesione ma servono fondi rotativi annuali che ci consentono di programmare gli interventi. I finanziamenti spot come il Pnrr sono sicuramente positivi ma non ci consentono una programmazione sul patrimonio.

Insomma, il tema di fondo è sempre ragionare nell’ottica del dopo 2026.

Assolutamente sì. Serve un piano settennale che possa dare alle nostre aziende, attraverso i fondi Por e Fesr, i fondi strutturali come hanno già oggi settori quali l’agricoltura e l’industria. Anche i fondi dedicati alla casa sia per le aziende pubbliche che per il coinvolgimento del mercato privato servono. Lo stiamo vedendo adesso con il coinvolgimento delle Esco: il capitale privato c’è ma noi abbiamo bisogno di un aiuto perché non siamo bancabili come aziende per via della morosità, per via del patrimonio, per via della natura giuridica.

 

 

 

Guarda la videointervista sul canale Youtube di Diac, cliccando qui:

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