RIGENERAZIONE URBANA

Brindisi adesso si annuncia con Paradiso, il quartiere dei murales (40 in tutto) e non più dei contrabbandieri

28 Lug 2025 di Nicola Pini

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Brindisi adesso si annuncia con Paradiso, il quartiere dei murales (40 in tutto) e non più dei contrabbandieri

Arrivando a Brindisi sulla superstrada da Bari, il quartiere Paradiso è l’annuncio della città, il primo gruppo di edifici che interrompe l’orizzonte basso della campagna. Per molto tempo e fino a pochi anni fa era noto come il quartiere dei contrabbandieri per la presenza di alcune famiglie legate alla criminalità, uno stigma di cui ha fatto fatica a liberarsi. Una periferia ultima, poco invitante sul piano sociale e della qualità della vita. Venti palazzine di edilizia popolare, tutte uguali, costruite alla metà degli anni Sessanta, e da allora mal conservate. Insomma tutt’altro che un Paradiso, a dispetto di un nome che suonava come uno sberleffo.

Qualcosa però è cambiato. Da qualche anno l’Arca nord Salento (costola dell’ente regionale che ha sostituto in Puglia gli Iacp), proprietario dell’area, ha intrapreso lavori di riqualificazione edilizia attorno ai quali si sta attivando un più complessivo percorso di rigenerazione urbana. La ristrutturazione degli edifici avanza (pur lentamente, in attesa dei fondi necessari) insieme a nuovi elementi di socialità, di partecipazione e attenzione all’ambiente. E soprattutto, ha trovato nell’espressione artistica un elemento di rilancio al tempo stesso simbolico e concreto. Da quartiere dei contrabbandieri il “Paradiso” sta diventando, anzi è già diventato, il quartiere dei murales, di una street art nata dal basso ma diventata qui elemento espressivo anche di una visione e di una politica pubblica.

Così oggi entrando a Brindisi dalla superstrada il viaggiatore non vede più la batteria di palazzine malmesse ma i primi tre grandi murales, 15 metri di altezza e 11 di larghezza, sulle facciate laterali degli edifici. E se, incuriosito (Google maps segnala qui un punto panoramico) , esce dalla superstrada e si addentra nelle vie del quartiere trova un’altra dozzina di murales della stessa misura e di diversi autori che “decorano” i caseggiati.

ROSK

“Sì, è tutt’altro biglietto da visita oggi, un colpo d’occhio nuovo che esprime bellezza”, sottolinea Daniele Guadalupi, della cooperativa sociale ImmaginAbile, curatore e direttore artistico del progetto PA.ST.A, l’acronimo di Paradiso Street Art: “In quello che era un quartiere fatiscente stiamo costruendo un museo a cielo aperto. E finalmente oggi si parla di questa novità piuttosto che di fatti di criminali o di degrado sociale della zona”.

In tutto alla fine saranno 40 le opere di muralismo che troveranno posto sulle venti palazzine Arca. Un’esperienza della quale si è parlato pochi giorni fa a Brindisi nel convegno nazionale “L’Arte pubblica nella rigenerazione urbana”, organizzato da Mecenate 90 di Ledo Prato e da Federcasa.

Mattia Campo Dell'Orto
Mattia Campo Dell’Orto

Non si tratta infatti di un “contentino”, di un risarcimento di immagine per un quartiere lasciato per il resto a sè stesso, ragiona Guadalupi: quello che rende l’esperienza brindisina importante è l’intervento coordinato sulle strutture, sulla socialità e sulla bellezza in un contesto di coinvolgimento della cittadinanza. “Rispetto ad altre esperienze dove si è realizzato solo l’intervento artistico, che per carità è importante perché da lustro e visibilità, qui l’ambizione è quella di dare un ulteriore valore alla riqualificazione di un quartiere che sta pian piano affrancandosi dal suo passato”.

Ma come si è attivato questo percorso? A raccontarlo è l’architetto Gianluca Tucci, dirigente dell’Ufficio tecnico di Arca nord Salento. “Tutto è nato intorno al 2018 dall’esigenza di una verifica statica delle venti palazzine, costruite tra il 63 e il 67, dove abitano circa 400 famiglie. Poi, strada facendo, abbiamo intercettato un finanziamento Fes che ci ha permesso di affiancare al consolidamento anche anche l’efficientamento energetico e l’abbattimento delle barriere architettoniche, quindi abbiamo inserito nel programma l’installazione degli impianti di fotovoltaico e degli impianti di ascensore. Progetti che hanno portato altri progetti in un approccio che dalla sola riqualificazione edilizia è diventato di rigenerazione urbana”.

KIKI SKIPI
Kiki Skipi

In questo contesto e nel dialogo tra Arca e la cooperativa sociale ImmagiAbile e un collettivo di artisti, è nata l’esperienza di PA.ST.A. Brindisi ha una tradizione nella street art e nelle esperienze legate alla musica hip hop fin dagli anni Novanta (ha giocato un ruolo la presenza di giovani americani della base Nato). Artisti come Andrea Sergio, in arte Mr Wany, e Stefano Phen, autori di due dei murales già realizzati, sono cresciuti a Brindisi e hanno mantenuto vivo il rapporto con la città natale anche quando si sono trasferiti altrove.

La suggestione del progetto nasce da queste relazioni. ”Nel 2020 abbiamo deciso di avviare una sperimentazione con i primi due murales, realizzati vicino ma non sulle palazzine del Paradiso. Poi anche grazie alla Regione e al suo Polo bibliomuseale nel 2022 siamo partiti con la decorazione dei lotti in via ristrutturazione.”, spiega Tucci. “Il coinvolgimento dei residenti ha fatto emergere l’esigenza di dare un’identità non solo all’intero quartiere ma anche alle singole palazzine, perché prima si faceva fatica a distinguere l’una dall’altra, una condizione di anonimato e scarsa sicurezza. Da qui la decisione di dare una differenziazione cromatica agli edifici che avranno, a lavori finiti, oltre ai murales anche colorazioni diverse”.

Allo stato i lavori di riqualificazione “sono in corso su 10 edifici, due dei quali ultimati, altri 5 che attendono il via con fondi già programmati mentre per gli ultimi 5 contiamo che le risorse arrivino con le nuove annualità, con l’obiettivo di chiudere nel 2028. I murales realizzati sono 15 sui 42 totali previsti, compresi i due lavori pilota”. Le opere vengono realizzate sulle facciate laterali cieche, senza finestre, che nella gestione operativa dei cantieri vengono riqualificate per prime lasciando così campo libero agli artisiti. Nel complesso tra fondi ministeriali, regionali ed europei, il progetto sta impegnando circa 24 milioni di euro per il recupero edilizio mentre per i murales del PA.ST.A il costo provvisorio, con coperture diverse, è di 150mila euro per una decina di interventi, chiarisce ancora l’architetto.

La cooperativa sociale cura gli aspetti artistici del progetto e i rapporti con il quartiere e le istituzioni, spiega a sua volta Guadalupi. “Già prima della pandemia covid ci furono i primi contatti con Arca i cui dirigenti hanno mostrato disponibilità e accolto la nostra suggestione di impreziosire la riqualificazione edilizia con l’arte pubblica urbana. Le procedure sono lente ma non appena le facciate rimesse a nuovo sono disponibili affidiamo l’opera. Abbiamo puntato su artisti di livello nazionale e internazionale ma anche a valorizzare quelli cresciuti a Brindisi, senza indicare temi prefissati ma lasciando spazio alla creatività dei singoli. Dopo un’iniziale freddezza la reazione della comunità locale è stata positiva, le persone si attivano e si sentono coinvolte e questa è una delle chiavi più importanti della rigenerazione. Certo, c’è un po’ di malcontento per le tempistiche troppo dilatate e anche per il fatto che il Comune non sempre riesce a tenere il passo del cambiamento riguardo allo stato delle strade e e alle pulizia urbana. Ma nel complesso questa operazione sta generando entusiasmo dopo che per 50 anni quelle palazzine sono state ignorate.

Anche perché passo dopo passo il “Paradiso” intercetta nuovi finanziamenti e allarga le sue prospettive. Dopo l’installazione del fotovoltaico sui tetti si sta lavorando allo step successivo, la realizzazione di una comunità energetica. Un altro obiettivo è il compostaggio di comunità: uno dei locali comuni del comprensorio sarà attrezzato per la produzione di fertilizzanti attraverso la raccolta dei rifiuti locali.

Infine, tornando alla promozione artistica, un altro locale inutilizzato sarà assegnato a ImmagiAbile, dove la cooperativa sociale, oltre ad attivare un punto di ascolto stabile per il rione, organizzerà laboratori di arte urbana e organizzerà tour guidati del quartiere per i croceristi che fanno scalo a Brindisi: dando così opportunità di crescita ai giovani del luogo. “I murales stanno diventando un’attrazione, già oggi facciamo molte visite – racconta ancora Guadalupi – . L’arte e la comunicazione possono innescare un circolo virtuoso di rigenerazione urbana sul piano umano e sociale”.

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