La presidente Ance dai Giovani

Brancaccio: “Ora le ELEZIONI sono passate, risposte su casa e dissesto”

Al convegno dei Giovani Ance Brancaccio ha manifestato le preoccupazioni per l’assenza di interventi in manovra sulle priorità poste con forza dall’’associazione. La richiesta forte è quella di un cambio di passo, primi segnali positivi dagli emendamenti alla legge di bilancio ma bisogna attendere il quadro definitivo con i visti della Ragioneria. Intanto, superata la crisi, le imprese del settore sono più solide, meno indebitate e con risultati in crescita.

17 Nov 2024 di Maria Cristina Carlini

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Le tornate elettorali sono passate e ora la politica, finora distratta da questi appuntamenti, deve affrontare le vere emergenze del momento quali la casa e il dissesto idrogeologico, colmando i vuoti della legge di bilancio.  Più che un auspicio è un richiamo forte, e preoccupato,  quello che giunge da Federica Brancaccio,  presidente dell’Ance, che torna a chiedere risposte sui temi più cruciali al centro dell’agenda dell’associazione. L’occasione è stata la convention dei Giovani dell’Ance venerdì scorso a Roma, dal titolo “Pronti, presenza, via”. “Su alcuni punti della manovra –  ha detto  Brancaccio, parlando con i giornalisti a margine dei lavori del convegno – abbiamo dato un giudizio positivo,  come nel caso del taglio del cuneo fiscale, che era una necessità per il Paese rinnovarlo. Ma siamo un po’ preoccupati per tutto quello che riguarda invece la programmazione futura. È tutto spostato al 2027, quindi le risorse messe sugli investimenti sono dal 2027 in poi.  È chiaro che si aggancia alla fine del PNRR, però noi sappiamo che ci vuole tempo per programmare. Non possiamo arrivare al 2027 senza avere le idee chiare e, se non abbiamo le idee chiare, anche le risorse stanziate non è che si riescono a spendere subito. Questa è una preoccupazione”. Segnali positivi arrivano dagli emendamenti presentati in questi giorni, ma Ance aspetta di vedere il quadro definitivo, con i visti della Ragioneria, prima di esprimere un giudizio compiuto.

“Avevamo chiesto risorse per il dissesto idrogeologico, continueremo a batterci”

Il piatto piange sul dissesto idrogeologico. “L’altra cosa che avevamo chiesto in maniera molto forte era di mettere risorse e anche riforme sul tema del dissesto idrogeologico, che costa al Paese 3 miliardi l’anno. Al di là della tragedia delle vite umane,  c’è anche proprio un tema di costo di questo nostro paese fragile, del futuro di nostri giovani. Al di là del cambiamento climatico, al di là  di quanto dipende dall’antropizzazione, abbiamo le tecnologie per intervenire, non possiamo lasciare alle generazioni future non solo un Paese, io direi un mondo in queste condizioni, quindi sul dissesto idrogeologico noi continueremo a battere”, ha assicurato Brancaccio.

“Il tavolo Casa al Mit ha rallentato, da oggi abbiamo di nuovo tutti gli interlocutori politici”

“C’è poi il tema centrale del momento, del presente e del futuro, che è il tema della casa” un problema che pensavamo fosse solo italiano ma è anche europeo. La nuova Commissione si è posta il problema prevedendo addirittura una delega a un commissario. Su questo,  stiamo lavorando insieme a Confindustria con tutta una serie di strumenti per attrarre al di là delle regole e delle agevolazioni, il tanto risparmio privato che c’è in Italia”, ha spiegato Brancaccio. Intanto, il tavolo al Mit sul Piano Casa “ultimamente ha rallentato  tra varie elezioni che ci sono state, europee e regionali, la politica è stata presa da altro. Abbiamo avuto un’interlocuzione costante e continua con le strutture tecniche, con il legislativo e le strutture. Ma  non c’è la chiosa , la sintesi politica, quindi ora speriamo che da lunedì ( da oggi, ndr.) abbiamo di nuovo tutti gli interlocutori politici nei ministeri e speriamo di andare avanti”. Tanto più che in finanziaria prevede una programmazione al giugno prossimo di un nuovo Piano Casa.

L’impegno di Urso:  “Nel maxiemendamento misure per  alloggi sul ‘modello Olivetti’

Sul palco del convegno dei Giovani Ance è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italo Adolfo Urso, che ha assicurato il proprio impegno a intervenire sul tema casa in sede di approvazione della Legge di Bilancio. Nel  maxi emendamento finale al ddl Bilancio “ci auguriamo di inserire, già nella fase parlamentare, una misura per incentivare gli investimenti nel patrimonio abitativo per i lavoratori da parte delle imprese” per realizzare i “piani alloggio modalità comunità Olivetti”. “C’è un tema di costo ovviamente  – ha ammesso Urso – e pensiamo di poterci riuscire. Stiamo lavorando con il ministero dell’Economia e con il ministero del Lavoro”.  Questo impegno  “si affiancherebbe al fringe benefit elevato a 5000 euro per i neo-assunti che si devono trasferire”. “Una terza gamba sarà come mettere a disposizione il demanio incentivando anche i fondi oltre alle imprese”, ha spiegato. Occorre “rendere utilizzabile il patrimonio demaniale incentivando non soltanto le imprese, ma anche i fondi di varia natura. Per questo, è stato fatto negli scorsi mesi un censimento di tutto quello che si può mettere in campo o a disposizione di chi vuole investire nel patrimonio abitativo, cioè in un piano alloggi per i lavori italiani nelle aree in cui questo è necessario”.

Salva-Milano, rigenerazione urbana: le altre priorità dell’agenda Ance

La presidente Brancaccio è tornata sugli altri temi centrali dell’agenda. “C’è il tema della riqualificazione del patrimonio immobiliare. L’Italia, come gli altri Stati membri europei, nel giro di un anno e mezzo circa, dovrà dire all’Europa quali misure metterà in campo per il raggiungimento al 2050 della direttiva Green e anche questo sarà un tema però che dobbiamo  affrontare dal 2025 in poi sperando un confronto serio”. Inoltre, “bisogna agevolare la rigenerazione urbana, sappiamo che di soldi ce ne saranno sempre meno”. E c’è il nodo del Salva Milano. “Dobbiamo sapere qual è la soluzione individuata. C’è il tema specifico su Milano  ma che, in realtà, interessa tutta Italia. Anche questo  è un tema di riforme. Noi andiamo avanti con delle regole così anacronistiche, così obsolete, che poi le stratificazioni di regolamentazione tra Stato, Regioni e Comuni generano queste situazioni, dove l’interpretazione è lasciata un po’ alla libertà di chi interpreta in quel momento, quindi anche questo è fondamentale”, ha incalzato  Brancaccio.

Il messaggio ai giovani: “Noi senior lavoriamo sull’emergenza, voi lavorate a una visione del futuro”

Tutti temi che Brancaccio ha rilanciato nel suo intervento finale ai lavori del convegno. Anche se, ha voluto puntualizzare, “qui non parlo di Governo”. Il cuore del messaggio rivolto ai giovani in platea è stato soprattutto quello di guardare al futuro. “Voi siete la prima generazione dopo anni tanti che si trova in una fase fondamentale, in un momento in cui le nostre imprese  si sono  rafforzate, abbiamo un trend positivo , abbiamo investito. Io ho vissuto la crisi degli anni ‘90 e e del 2008 e i nostri genitori facevano di tutto perché non continuassimo a fare questo lavoro. Voi siete  la prima generazione nell’era giusta che davvero può guardare con slancio a questo settore. Lasciate a noi senior fare il lavoro sull’emergenza, sugli emendamenti, sul Salva Milano, sul decreto Aiuti . Sforzatevi di immaginare l’impresa del futuro ma anche il mondo del futuro. Questo è un paese che deve investire su piano casa, dissesto , città, aree interne ma serve una visione del futuro. Dobbiamo lavorare perché le nostre imprese siano sempre più innovative. Andate e lavorate sempre di più nelle scuole. I vostri genitori non vi  stanno dicendo di fuggire dal settore. Lasciate a noi le nottate sugli emendamenti, voi  lavorate su quella che deve essere la vostra imprese. A noi il compito di lasciarvela il più sana possibile”, ha concluso Brancaccio.

Donati (Giovani Ance) : “se si spengono le costruzioni calano lavoro e Pil”

Di visione aveva parlato la presidente di Giovani di Ance, Angelica Krystle Donati, nella sua relazione.  “La crescita degli ultimi anni è dipesa moltissimo dal nostro settore. Se non creiamo una politica industriale comune e costante, fatta di investimenti a lungo termine con un quadro normativo coerente, avremo un effetto rimbalzo negativo clamoroso”, ha detto.  “Spegnere il nostro settore significa garantire per numerosi trimestri il segno meno davanti all’occupazione. Ed anche al Pil”,

Dopo la crisi imprese più solide e meno indebitate

Al convegno,  il vicepresidente di Ance, Pietro Petrucco, ha presentato un rapporto che fotografa la buona salute delle imprese associate all’Ance: sono ora più solide, meno indebitate, con risultati in crescita. Il 45% delle imprese dell’associazione è presente sul mercato da più di 25 anni. Dopo la crisi le imprese sono tornate a produrre ricchezza e dal 2017 la quota delle imprese in perdita si è dimezzata. Dal 2013 le aziende che avevano un giro di affari superiore ai 5 milioni di euro erano il 15% nel 2013 e nel 2022 si è arrivati a una quota del 28%.

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