DEMANIO
Bologna, l’ex Boldrini uno spazio per la città
Graazie al progetto “Mezz’aria – Lo spazio tra le cose” affidato dall’Agenzia del Demanio a un aggruppamento di realtà già attive nel campo della rigenerazione urbana. Al centro dell’iniziativa un modello di coabitazione innovativo che offre 16 alloggi in cambio di aiuto a eventi. Costi calmierati a inquilini disponibili ad attività collettive
IN SINTESI
Nel cuore del centro storico di Bologna, riapre con una nuova veste l’ex caserma Boldrini. Dopo anni di abbandono, l’edificio di via Frassinago sarà per 300 giorni un centro temporaneo di vita collettiva e partecipazione attiva, grazie al progetto “Mezz’aria – Lo spazio tra le cose”. Spazi di coabitazione a prezzi calmierati, coworking, laboratori, eventi culturali e pratiche di mutualismo trasformeranno la struttura in un laboratorio urbano aperto alla città.
Il progetto è stato affidato dall’Agenzia del Demanio a un raggruppamento di realtà già attive nel campo della rigenerazione urbana: Coop4Art, Urban Value by Ninetynine e Pessoa Luna Park, che si sono aggiudicate il bando per l’uso temporaneo pubblicato lo scorso aprile.
Il modello di coabitazione
Al centro dell’iniziativa c’è “Mezz’aria Living”, un modello di coabitazione innovativo che offre 16 alloggi a canone calmierato a persone disponibili a contribuire attivamente alla vita della comunità. Gli abitanti non solo vivranno negli spazi, ma parteciperanno alla cura delle aree comuni, all’organizzazione degli eventi e alla promozione di attività culturali aperte al quartiere. Il progetto, curato da Idee in Rete e Cooperativa Spazio Comune, sperimenta una forma di ospitalità collaborativa, basata su assemblee, relazioni di prossimità, rotazione dei ruoli e momenti di socialità condivisa, come pranzi collettivi, feste e laboratori.
Oltre alla componente abitativa, la caserma ospiterà ambienti dedicati allo studio e al lavoro, laboratori artigianali e spazi per la creazione artistica. Il cortile interno, oggi inutilizzato, tornerà a essere uno spazio vivo e accessibile, una piazza aperta alla cittadinanza animata da talk, performance, attività di urbanismo tattico e momenti di relax. Alcuni ambienti saranno riservati alle compagnie teatrali, ai musicisti e agli artisti che avranno a disposizione spazi per le prove e per la residenza temporanea.
Dal 30 ottobre prenderà il via anche un percorso partecipato di co-progettazione per decidere insieme alla cittadinanza come utilizzare le aree ancora libere. Le domande per accedere agli alloggi saranno aperte dal 20 ottobre.

Il piano di valorizzazione immobiliare del Demanio
Il recupero dell’ex caserma si inserisce nel più ampio piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico promosso dall’Agenzia del Demanio, in collaborazione con il Comune di Bologna e il Ministero della Giustizia. L’edificio, che un tempo ospitava l’ospedale San Salvatore, è stato dismesso dal Ministero della Difesa nel 2022. Si tratta un immobile di grande pregio architettonico con impianto a padiglioni su 3.000 metri quadrati di superficie, con cortile interno che sarà utilizzato per eventi. Nei prossimi anni è destinato a diventare la nuova sede del Provveditorato per le Opere Pubbliche. Nel frattempo, però, si sperimenta un uso temporaneo che mira a restituire alla città uno spazio collettivo, vivo e attraversabile.
La prima fase del progetto prevede l’apertura di sei moduli abitativi, l’attivazione del cortile e dello spazio bar. A seguire arriveranno gli spazi per il coworking, le aule studio e altri alloggi temporanei. Un processo graduale, che vuole accompagnare la rigenerazione fisica del luogo con la costruzione di un ecosistema relazionale e culturale.
Secondo Simone Mazzarelli, amministratore delegato di Urban Value, si tratta di un’opportunità concreta per dimostrare come gli spazi dismessi possano tornare a essere risorse per la collettività: “Abbiamo attivato una rete di partner con cui collaboriamo da tempo, e ne abbiamo coinvolti di nuovi per dare vita a un grande contenitore di cultura e social housing, all’interno di un sistema virtuoso”.
Anche il sindaco Matteo Lepore riconosce il valore del progetto come esperimento di rigenerazione urbana non speculativa. “Non risolverà l’emergenza abitativa, ma dimostra che esistono modelli alternativi per restituire alla città gli spazi pubblici. Se ci fosse un sostegno nazionale più strutturato alla rigenerazione del patrimonio demaniale, questi progetti potrebbero davvero fare la differenza”.
Dello stesso avviso Cristian Torretta, direttore regionale dell’Agenzia del Demanio, che inquadra l’iniziativa come un ponte tra la dismissione e la futura rifunzionalizzazione dell’edificio, già destinato a uso istituzionale: “L’Agenzia del Demanio sviluppa su tutto il territorio nazionale le proprie politiche di valorizzazione e rifunzionalizzazione degli immobili pubblici. In particolare questa è un’iniziativa di valorizzazione temporanea e viene collocata tra la dismissione di un bene da parte del ministero della Difesa e la sua rifunzionalizzazione per conto del ministero di Giustizia”, Torretta.
A beneficiarne sarà anche il Comune, visto che il Ministero della Giustizia lascerà otto appartamenti oggi utilizzati come uffici in viale Vicini, che potranno tornare a disposizione della cittadinanza.
Per l’assessore all’Urbanistica Raffaele Laudani, il punto di forza del progetto è la capacità di costruire legami con le realtà culturali del territorio, generando connessioni tra arte, musica, artigianato e nuove forme di abitare.