Nuove proiezioni macroeconomiche

Bankitalia conferma il Pil a +0,6%: crescita trainata dai consumi, investimenti PENALIZZATI dall’incertezza

15 Giu 2025 di Maria Cristina Carlini

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Bankitalia conferma il Pil a +0,6%: crescita trainata dai consumi, investimenti PENALIZZATI dall’incertezza

Fabio Panetta, governatore della Banca d'Italia

La crescita dell’economia italiana potrà contare sulla ripresa dei consumi  e non sugli investimenti penalizzati dall’incertezza dello scenario internazionale. E’ questo il dato che si evince dalle ultime proiezioni macroeconomiche della Banca d’Italia, diffuse venerdì scorso, proprio mentre un nuovo scenario di guerra tra Israele e Iran ha aggiunto un nuovo fattore di pesante rischio per le ripercussioni che potrà avere: nuovi timori hanno preso corpo con l’annuncio  del regime degli ayatollah della possibile chiusura  dello stretto di Hormuz. Un nuovo epicentro di crisi che va ad aggiungersi agli altri “pezzi” dellecons guerre aperte, comprese quelle commerciali. E’ in questo quadro che Bankitalia conferma il passo di crescita dell’economia italiana, previsto ad aprile, quando aveva tagliato le previsioni in linea con le principali istituzioni internazionali. Palazzo Koch stima, dunque, che il Pil italiano aumenti dello 0,6 per cento nel 2025, dello 0,8 nel 2026 e dello 0,7 nel 2027. Al momento, lo scenario di Banikitalka calcola che a causa dell’aumento dei dazi e dell’incertezza vengono sottratti  alla crescita del prodotto circa 0,5 punti percentuali nel triennio 2025-27. Dopo l’aumento dello 0,3% nel primo trimestre di quest’anno, Bankitalia prospetta due trimestri, quello in corso e quello estivo, con un incremento marginale, frenato dagli effetti diretti e indiretti dei dazi, e in misura lievemente più sostenuta in seguito, beneficiando soprattutto dell’andamento favorevole dei consumi”.

“L’incertezza sul quadro previsivo è elevata e deriva principalmente dall’esito dei negoziati tra Stati Uniti e Unione europea e dalla conseguente evoluzione delle politiche commerciali. Un loro ulteriore inasprimento – rileva Bankitalia – potrebbe penalizzare in misura marcata l’attività economica e in particolare le vendite all’estero e gli investimenti, specie se si accompagnasse al permanere di condizioni di elevata incertezza. Qualora il livello dei dazi aumentasse ai valori annunciati il 2 aprile e l’incertezza si mantenesse elevata, la crescita del prodotto potrebbe ridursi rispetto a quella dello scenario di base di circa due decimi di
punto percentuale nell’anno in corso e fino a circa mezzo punto percentuale all’anno nel prossimo biennio”.

Come si è detto, a trainare sono i consumi più che gli investimenti,  “frenati dall’elevata incertezza e dal ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale, ma beneficerebbero dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e della graduale riduzione dei costi di finanziamento”. Difficile, dunque, attendersi quella spinta alla produttività che può innestareuna marcia superiore per la crescita dell’economia. Rispetto alla proiezioni macroeconomiche diffuse ad aprile, le stime di Bankitalia attestano questa frenata. Per gli investimenti fissi lordi, è previsto un incremento dello 0,3% rispetto allo 0,6% delle precedenti stime; un piccolo rimbalzo nel 2026 con +1,1% rispetto al precedente +0.4%; un nuovo ripiegamento nel 2027 a +0,4% rispetto a +0,6%. Gli investimenti in beni strumentali mostrano ora una nuova brusca frenata con una crescita piatta mentre previsioni di aprile stimavano un +1,1%; più sostenuto il passo nel 2026 +2,4% rispetto al precedente +1,8% stimato ad aprile mentre nel 2027 si prevede un rallentamento a +1,1% ma anche in questo caso il dato migliora il +0,7%. Gli investimenti nelle costruzioni mostrano un ulteriore recupero nel biennio 2025-26: le nuove proiezioni mostrano +0.5% nel 2025 rispetto al +0,2% delle stime di aprile; crescita zero nel 2026 rispetto a -0,8%. Ma nel 2027 torna il segno meno: -0,2% rispetto al +0.4%.

Secondo Banitalia, le esportazioni diminuirebbero nell’anno in corso. Tornerebbero a espandersi solo dal prossimo, ma meno della domanda estera ponderata per i mercati di destinazione a causa della perdita di competitività indotta dall’apprezzamento del tasso di cambio. Le importazioni crescerebbero in misura maggiore, in particolare quest’anno, sostenute dalla tenuta della domanda interna. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti si manterrebbe intorno all’1,0 per cento del PIL. L’occupazione continuerebbe a crescere, ma a ritmi inferiori a quelli del prodotto. Ne deriverebbe un leggero recupero della produttività del lavoro. Il tasso di disoccupazione calerebbe marginalmente, portandosi al 6 per cento nel 2027. Le rilevazioni di Bankitalia valutano poi che l’inflazione rimanga contenuta, collocandosi all’1,5 per cento nella media dell’anno in corso e del prossimo e al 2,0 per cento nel 2027. Al netto della componente energetica e alimentare, sarebbe pari all’1,8 per cento nella media di quest’anno e scenderebbe all’1,6 nel prossimo biennio, riflettendo principalmente le minori pressioni derivanti dal costo del lavoro. Le proiezioni, come concordato nell’ambito dell’Eurosistema, sono basate sulle informazioni disponibili al 14 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 20 maggio per i dati congiunturali.

 

 

 

 

 

 

 

 

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