le proiezioni macro 2024-2026

Bankitalia: frena il Pil 2024 per bonus e investimenti, accelera nel ’25-26

La Banca centrale conferma le stime di una crescita moderata a +0,6% per il 2024. Rivede invece al rialzo quelle per il prossimo biennio con la previsione di una crescita cumulativa del 2%, grazie all’impatto delle misure espansive contenute nel Piano Strutturale di Bilancio e al calo dei tassi di interesse. Ma avverte: pesa l’incertezza dello scenario internazionale.

11 Ott 2024 di Maria Cristina Carlini

Condividi:

La Banca d’Italia conferma le stime di crescita dello 0,6% del Pil nel 2024 (+0,8% escludendo la correzione per numero di giornate lavorative) ma vede un’accelerazione con una revisione al rialzo per il biennio successivo con  un incremento cumulativo di oltre il 2%. Il Pil per il 2025 è ora previsto in crescita dell’1%, rispetto all’iniziale 0,9% previsto a giugno, mentre quello del 2026 viene ritoccato di un decimale all’1,2%, sospinto dalle misure  espansive del nuovo Piano strutturale di bilancio, che ha appena ricevuto il via libera del Parlamento, e dagli investimenti del Pnrr e favorito dal calo dei tassi di interesse. È lo scenario che tratteggiano le ultime proiezioni  macroeconomiche diffuse dalla Banca centrale, che indicano un passo di crescita moderata in una fase ancora di forte incertezza. Sul 2024, Bankitalia già nei giorni scorsi aveva ‘raggelato’ le previsioni più rosee del Governo avvertendo che la crescita rischiava di fermarsi al +0,8%. Ma ormai all’obiettivo del +1% fissato dal Def non crede più neanche il Governo tant’è vero che, in audizione in Parlamento, martedì scorso lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha detto a chiare lettere che, alle luce della revisione operata dall’Istat, quell’1% non è più alla portata. Bisognerà attendere il 2025 per avere quell’ordine di grandezza, dice ora Bankitalia. Una stima rivista al rialzo rispetto a quella formulata nello scorso giugno e, quindi, ora in linea con quelle dell’Esecutivo per il prossimo biennio.  Secondo Bankitalia, l’attività sarebbe sostenuta principalmente dai consumi, sospinti dal recupero dei redditi reali, e dalle esportazioni, in presenza di un aumento della domanda estera; risentirebbe, invece dell’indebolimento degli investimenti in abitazioni dovuto al ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale.

Crescita moderata nel 2024 per la forte frenata degli investimenti con lo stop degli incentivi all’edilizia e  condizioni ancora restrittive di finanziamento

“In Italia la crescita nei mesi estivi è stata moderata; una nuova espansione dei servizi si è associata alla persistente debolezza della manifattura. La domanda aggregata ha beneficiato soprattutto dell’andamento dei consumi, sostenuti dalla ripresa del reddito disponibile, a fronte di un contributo negativo delle esportazioni nette, in un contesto di fiacchezza delle principali economie dell’area dell’euro”, si legge nel Bollettino economico, diffuso insieme alle proiezioni macroeconomiche”.  E “si stima che la crescita rimanga contenuta nella parte restante di quest’anno e all’inizio del prossimo, per poi riacquistare slancio sostenuta dai consumi e dalle esportazioni, che beneficiano della ripresa del reddito disponibile e del commercio internazionale. Gli investimenti sono previsti in forte rallentamento, principalmente a causa del ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale e delle condizioni di finanziamento ancora restrittive, seppure in miglioramento rispetto alla prima metà del 2024; nelle nostre stime l’impulso negativo di questi fattori è parzialmente compensato dalle misure del PNRR”.

Deludente la crescita nell’area euro

Le informazioni congiunturali più recenti suggeriscono un aumento molto contenuto del PIL dell’area anche nel terzo trimestre. Il ciclo industriale è rimasto debole, come segnalato dal deterioramento della fiducia delle imprese nei principali paesi, ad eccezione della Francia. Il PMI manifatturiero, che si mantiene ben al di sotto della soglia di espansione, ha registrato andamenti particolarmente negativi in Germania,
evidenziando persistenti peggioramenti in tutte le componenti dell’indice. A settembre si sarebbe attenuato anche l’impulso alla crescita fornito dall’attività nei servizi, che nei mesi precedenti aveva beneficiato dei Giochi olimpici in Francia e – come evidenziato dai dati di trasporto aereo – del buon andamento della stagione turistica. Secondo le proiezioni degli esperti della BCE pubblicate in settembre, il prodotto dell’area crescerà dello 0,8% nel 2024, dell’1,3 nel 2025 e dell’1,5 nel 2026. Rispetto allo scorso giugno, le previsioni sono state riviste leggermente al ribasso, di un
decimo di punto percentuale in ciascuno dei tre anni, per effetto di un contributo più debole della domanda interna.

L’inflazione si mantiene bassa: all’1,1% nel 2024, in risalita all’1,6% nei prossimi due anni

L’inflazione al consumo si manterrebbe bassa, all’1,1 per cento nel 2024 e all’1,6 sia nel 2025 sia nel 2026. La discesa rispetto allo scorso anno rifletterebbe in larga misura il ridimensionamento dei prezzi dei beni energetici e dei costi intermedi. Le pressioni derivanti
da un’accelerazione delle retribuzioni sarebbero in larga misura assorbite da una riduzione dei margini di profitto e dal recupero della produttività.
Lo scenario previsivo presuppone che la domanda estera recuperi gradualmente vigore e che – seppure in un contesto di incertezza geopolitica – non si manifestino particolari tensioni sui mercati delle materie prime energetiche e su quelli finanziari. Sulla base dei contratti futures, i prezzi del petrolio diminuirebbero nel corso del triennio e quelli del gas naturale rimarrebbero sostanzialmente stabili. I costi di finanziamento per imprese e famiglie rimarrebbero elevati nell’anno in corso  per ridursi gradualmente nel prossimo biennio.

Nel triennio rallenta l’occupazione, la disoccupazione scende al 6,7% nel 2024

Sul fronte del mercato del lavoro, nel triennio di previsione l’occupazione continuerebbe a crescere a ritmi inferiori a quelli osservati nel 2023. Il tasso di disoccupazione, pari al 7,7 per cento nella media dello scorso anno, scenderebbe al 6,7 per cento nel 2024 e al 6,3 in media nel biennio successivo. Nonostante l’espansione del numero di occupati sia proseguita nei mesi estivi, emergono alcuni segnali di indebolimento della domanda di lavoro: i posti vacanti si sono ridotti e le ore lavorate sono diminuite nel secondo trimestre. La partecipazione è scesa lievemente in estate, contribuendo alla flessione del tasso di disoccupazione. I recenti rinnovi contrattuali stanno favorendo un graduale recupero dei salari reali.

Bankitalia avverte: sulla crescita grava un’incertezza molto elevata a livello globale

Sulle proiezioni di crescita grava un’incertezza a livello globale molto elevata, avvertono gli esperti di Bankitalia. La debolezza
dell’economia cinese, i perduranti conflitti in Ucraina e Medio Oriente e un possibile inasprimento delle tensioni commerciali internazionali potrebbero ostacolare la ripresa del commercio mondiale e tradursi in un deterioramento della fiducia di famiglie e imprese. La domanda interna potrebbe inoltre risentire in misura maggiore di quanto atteso di condizioni monetarie e finanziarie ancora restrittive, nonché del progressivo ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni. Gli elementi di incertezza sul profilo di inflazione derivano dalle tensioni internazionali, dalle quali potrebbero scaturire nuovi rincari delle materie prime e dei beni intermedi e, in direzione opposta, dalla
possibilità di sviluppi meno favorevoli per la domanda interna ed estera, che peserebbero sull’andamento dei salari, dei margini di profitto e dei prezzi al consumo.

 

Argomenti

Argomenti

Accedi