LA PROPOSTA INVIATA AL MINISTERO

Aspi, nel nuovo PEF dieci opere-chiave aspettano il via libera del Mit

29 Lug 2024 di Giorgio Santilli

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Aspi, nel nuovo PEF dieci opere-chiave aspettano il via libera del Mit

Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l'Italia

Autostrade per l’Italia ha presentato al Mit, poche ora prima che il Cdm approvasse la riforma delle concessioni, la proposta di aggiornamento del Piano economico-finanziario, in scadenza il 31 dicembre prossimo. Nel Pef ci sono un piano di investimenti di 39 miliardi per l’intero periodo concessorio e una ipotesi di proroga della concessione di 6 anni, dal 2038 al 2044 per compensare i forti incrementi di costi senza gravare eccessivamente sulla tariffa. La presentazione del nuovo Pef entro il 31 luglio è stata disposta dall’articolo 1 del decreto legge infrastrutture in corso di conversione ora al Senato.

La tabella con le 10 opere fondamentali

Nel piano degli investimenti, per 19,3 miliardi destinato alle grandi opere di potenziamento della rete, ci sono le dieci infrastrutture fondamentali. Eccole, con lo stato di avanzamento del processo autorizzativo.

 

LE GRANDI OPERE DEL PIANO ASPI
TRATTA OPERA STATO AUTORIZZATIVO
A1 Riqualifica Barberino-Calenzano Approvata
A11  Firenze-Pistoia (Lotti 1 e 2) Approvazione attesa in estate
A14 Bologna-dir. Ravenna Approvazione attesa in estate
A1  Incisa-Valdarno (Lotti 1 e 2)
A1 Milano Sud-Lodi Approvazione attesa in estate
Gronda di Genova Approvazione tra 2024 e 2025
A14 Passante di Bologna Approvazione tra 2024 e 2025
A13 Bologna-Ferrara
A13 Monselice-Padova
A1 Tangenziale di Modena Approvazione prevista in estate

 

Il tunnel subportuale di Genova

A questo elenco di opere – che per altro avevano già avuto una corsia preferenziale con l’allegato 2 del decreto legge Aiuti quatersi aggiunge la realizzazione del tunnel subportuale di Genova, il primo tunnel sottomarino mai realizzato in Italia e il più grande in Europa, i cui lavori sono stati avviati a marzo di quest’anno. Progettato in ottica di sostenibilità ambientale e sociale, il nuovo tunnel – che è il primo in Italia e il più grande in Europa – rappresenta una svolta per il territorio e per il Paese, migliorando sia i collegamenti cittadini, sia l’accessibilità al porto di Genova

I lotti zero delle dieci opere fondamentali

Già dal 2023 Aspi ha avviato i cosiddetti lotti zero, cioè le attività propedeutiche all’avvio dei cantieri realizzativi, per tutte le principali nuove opere previste dal piano. L’anticipazione punta a ridurre i tempi, fino ad azzerarli quando possibile, fra il momento dell’approvazione delle opere da parte del Mit e l’avvio delle attività centrali delle lavorazioni. Per gli interventi del programma dei lotti zero Aspi ha investito solo nel 2023 circa 250 milioni di euro. Le attività dei lotti zero consiste nella realizzazione dei campi base, nella rimozione delle eventuali interferenze presenti lungo il tracciato della nuova opera (fibra ottica, rete elettrica, etc..), nelle indagini archeologiche, nella bonifica da ordigni bellici. Tutti interventi propdeutici non aggirabili che occupano almeno 12-18 mesi di tempo.

I fondamentali del Pef: confermati gli investimenti

Il piano aggiornamento degli investimenti, a parità di opere e programmi assentiti in concessione, ammonta a 35,9 miliardi di euro, che comprendono, oltre ai 19,3 miliardi già detti per le grandi opere di potenziamento della rete, anche 14,1 miliardi per i piani di ammodernamento e rigenerazione della rete esistente e 2,5 miliardi per i nuovi fabbisogni e gli interventi di ammodernamento tecnologico.

Rispetto al 29 marzo 2022, data di entrata in operatività del Pef che ora va in scadenza, sono notevoli le modifiche di scenario intervenute. A partire dal macigno dell’aumento dei costi per la realizzazione degli interventi che Aspi stima del 40-50% complessivo nel triennio 2021-2023. Inoltre, la pandemia e le recenti crisi geopolitiche hanno condizionato l’evoluzione del traffico, anche se le prospettive di crescita dimostrano la tenuta del trasporto su gomma e una crescente saturazione delle reti, motivo per il quale diventa fondamentale la programmazione di medio-lungo termine dei piani di rigenerazione e potenziamento. Infine, l’impatto della digitalizzazione e dell’elettrificazione di tutto il sistema di trasporto su strada la cui evoluzione implica investimenti non prevedibili solo tre anni fa.

L’incognita della riforma

Sul confronto fra Aspi e Mit per il rinnovo del Pef pesa anche il destino della riforma delle concessioni autostradali che il governo deve portare a termine entro fine 2024 per i vincoli Pnrr. Non c’è ancora un testo definitivo del disegno di legge che dovrà poi essere approvato dal Parlamento. Appare prematuro, quindi, provare a capire se e come le nuove regole impatteranno sul nuovo Pef di Aspi.

Se dovesse passare la riforma tariffaria propugnata da Salvini, che il ministro vorrebbe applicare in gran parte anche ai nuovi Pef delle concessioni esistenti, un elemento decisivo per definire quali investimenti resterebbero nel piano di competenza della concessionaria (finanziati dalla tariffa) e quali confluirebbero invece nel piano del Mit finanziato dal fondo nazionale autostrade sarebbe la preesistenza degli stessi investimenti nel Pef precedente. Con quale grado di approvazione? Dettagli impossibili da definire ora, ma fondamentali nella partita che si sta giocando e che rendono ancora più significativo l’elenco di opere in attesa di approvazione del Mit.

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