Riattivare la dialettica viva tra casa e suolo per la Rigenerazione delle città
Come noto questa stagione millenaria di sedimentazione della città come organismo compatto che cresce nel tempo si interrompe a causa del fenomeno diffuso dell’espansione urbana che, sempre più sospinta dalle rivoluzioni industriali, cresce in maniera esponenziale in Italia dai decenni centrali del Novecento in avanti. Quello che ne consegue è che lo sviluppo per aggiunte successive modifica completamente la configurazione d’insieme e le regole del vivere civile. Guido Canella alcuni anni fa ci ricordava che dal dopoguerra cambia completamente la logica insediativa passando da una crescita organica ad un sistema di ambiti che ne bloccano le dinamiche: il quartiere calcifica la città fisiologica proponendosi come improvviso discostamento dal concetto incentrico delle città.
Segnando una distanza strutturale da quanto successo prima, le periferie si distaccano quindi dalla struttura storica, si distinguono per logiche insediative e si configurano come quartieri separati. Interrompono, nel loro rapido costruirsi, il legame fisiologico costitutivo precedente, fondato su rapporti di prossimità e misure ravvicinate, sviluppando differenti modalità di relazione di media e lunga distanza tra ambiti lontani e indipendenti.
Al problema di soddisfare il diritto alla casa previsto dalla Costituzione si aggiunge così quello di riaffermare il diritto alla città rivendicato ormai molti anni fa da Henry Lefebvre (e che abbiamo di recente scoperto essere anch’esso costituzionale grazie alla riflessione di Giovanni Maria Flick) perduto in maniera sostanzialmente inconsapevole.
Questa logica di progressivo ampliamento delle città per parti distinte è andata avanti, in un crescendo di ambizioni insediative sempre meno praticabili, fino alla crisi degli anni 2010 che ha portato alla ragionevole cancellazione di molte previsioni di ulteriore allargamento elaborate dalla pianificazione precedente.
Da allora le condizioni di intervento sono radicalmente e velocemente cambiate e, in una generale riflessione sulle nuove esigenze delle città, hanno stimolato un ripensamento ormai condiviso del progetto essenzialmente come costruire nel costruito – ricordando le parole di Vittorio Gregotti – con la finalità di concentrare le trasformazioni nel territorio urbanizzato.
La stagione che stiamo vivendo, basata sul blocco dell’espansione urbana e sul concetto di consumo zero di suolo, riporta quindi anche il tema centrale della casa all’interno della riorganizzazione della struttura esistente, consentendo di immaginare interventi puntuali inseriti in scenari complessivi più ampi.
Nelle strategie integrate di rigenerazione, rinaturazione e innovazione tecnologica che dovranno immaginare la mobilità lenta come occasione di socialità, il sistema insediativo svolgerà in ogni caso un ruolo essenziale. La destinazione residenziale sarà il principale motore di questo riordino dei tessuti periferici delle città italiane che andranno precisamente orientati.
La densificazione che gli interventi abitativi potranno portare intorno a questa strategia di luoghi urbani sarà una componente essenziale per la riorganizzazione e la messa in valore dei suoli pubblici. Quello che dovrà guidare questa azione sarà la visione di una rinnovata idea di città delle relazioni che inverta la rotta dell’espansione urbana per ambiti indipendenti che abbiamo visto affermarsi nella seconda parte del Novecento.
Anche Papa Francesco sottolinea questa condizione attuale fatta di separazioni più che di connessioni: Le case e i quartieri si costruiscono più per isolare e proteggere che per collegare e integrare.
Proprio Francesco segnala invece una direzione di lavoro da sviluppare nel tempo per riordinare il territorio urbanizzato: Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro!
Quella che si apre in questi anni è allora la straordinaria occasione di ripensare le trame periferiche e la città recente ricucendone le parti e recuperando nel tempo quella dimensione urbana originaria, fondata sulla dialettica tra casa e suolo, ovviamente dilatata a nuove più ampie relazioni e pensata per una società molto differente e in continuo mescolamento.
Fonti:
Costi Dario (a cura di), Casa pubblica e città. Esperienze europee, ricerche e sperimentazioni progettuali, MUP Editore, Parma 2009
Sulla città vedi gli approfondimenti sviluppati all’interno dell’esortazione apostolica Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 2013, in particolare Sfide delle culture urbane n. 75 e Avere cura della fragilità n.210
Aymonino Carlo, Origini e sviluppo della città moderna, Marsilio editori, 1965
Costi Dario, Architettura delle Relazioni. Note, LetteraVentidue, Siracusa 2023. Vedi su questi temi in particolare i paragrafi Relazioni labili, Spazio intermedio e Città neonate
Canella Guido, Figura e Funzione nella architettura italiana dal dopoguerra agli anni sessante, in «Hinterlan» n.13-14, gennaio 1980
Lefebrvre Henry, Il diritto alla città, Marsilio editori, Padova 1970
Flick Giovanni Maria, Elogio della città? Dal luogo delle paure alla comunità della gioia, Paoline, Milano 2019.

Architetto, Professore, Progettista
Dario Costi, architetto Phd è professore ordinario in progettazione architettonica e urbana presso l’Università di Parma. Direttore della Serie The City Project per Springer Berlin e di altre collane editoriali, scrive per la Scuola Nazionale di Amministrazione le Linee guida per la Rigenerazione Urbana in Italia, è consulente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per il Piano Casa Italia e Direttore del Laboratorio Smart City 4.0 Sustainable LAB promosso dalla Regione Emilia Romagna. Si occupa dell’integrazione possibile tra progetto urbano, rinaturazione delle città e innovazione tecnologica attraverso l’architettura sia in ambito di ricerca applicata che sul piano professionale grazie allo Studio MC2AA con cui lavora prevalentemente sui temi della rigenerazione, dell’edificio e dello spazio pubblico, del social housing, della transizione degli insediamenti industriali verso il modello degli Smart Eco-District. d.costi@mc2aa.it