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Direttiva Case Green: pari dignità fra interventi tecnologici e strutturali

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Sono passati sei mesi dall’approvazione della Direttiva EU  2024/1275 denominata “Case Green”, che prevede che gli Stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Secondo la normativa, il 55% di questa riduzione dovrà essere ottenuta tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori.

In Italia, la situazione è in linea con il resto d’Europa: sui circa 13 milioni di edifici residenziali, il 73% di questi ha una classe energetica inferiore o uguale alla D. Entro la fine del decennio, secondo una ricerca del Cresme, almeno 3,2 milioni di abitazioni dovranno essere riqualificate.

Per i governi rimangono solo 18 mesi per mettere a terra un programma adeguato alla riqualificazione del parco edilizio. Urge dunque la necessità di accelerare i tempi, a fronte di interventi che comportano costi e periodi di realizzazione molto importanti.

Il Bonus 110 erogato dal governo privilegiava interventi di natura strutturale quali cappotti, infissi, sostituzione degli impianti di climatizzazione, ma ci stiamo dimenticando che non sono gli unici interventi possibili.

È importante ricordare che l’efficientamento energetico può passare attraverso l’innovazione delle componenti tecnologiche della casa stessa. Si tratta di soluzioni con evidenti vantaggi, soprattutto se li si considera nel quadro di un Paese, l’Italia, che conta un parco edilizio obsoleto e non sostituibile perché legato al patrimonio storico-artistico. Una riqualificazione poco invasiva, senza stravolgere gli edifici ed il loro valore storico, diventa quindi cruciale.

Già il dl26 del 2015 imponeva i cosiddetti “Building Automation Control Systems”, dei sistemi di gestione e controllo automatico degli impianti di un edificio, in ottica di ottimizzare il consumo energetico complessivo dell’edificio identificando aree di spreco e implementando strategie per ridurre i costi. Queste soluzioni permettono la gestione dell’illuminazione e della temperatura, in base al clima esterno o al numero di persone presenti; oppure, rilevano quando una finestra è aperta oppure no, evitando così dispersioni di calore. Di fatto sono abilitatori dello sviluppo dell’edificio intelligente così come oggi lo intendiamo.

In conclusione, nei prossimi anni sarà cruciale la presa di consapevolezza da parte di tutti, dei cittadini in primis, sulle potenzialità degli edifici intelligenti e sulle soluzioni tecnologiche che permettono di ottenere quei livelli di efficientamento richiesti della Direttiva EU “Case Green, nei tempi stabiliti.

di BTicino

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