IL CONCORSO DELLA REGIONE

Architetti contro De Luca: su Napoli est commissione non all’altezza

Il Consiglio nazionale degli Architetti scende in campo con gli ordini provinciali campani, con l’Inarch e con l’Aniai sul concorso promosso dalla Regione sulle aree ferroviarie e contesta in una lettera la nomina di tutti dirigenti e funzionari regionali “di riconosciuta preparazione e capacità professionali come gestori delle procedure ma non, come impone il disciplinare, “esperti nello specifico oggetto del concorso”. Esclusi anche rappresentanti del comune di Napoli. La “preoccupazione” aggiuntiva è che siano così pregiudicati i buoni risultati ottenuti con la “esemplare” legge regionale del 2019 di promozione della qualità dell’architettura.

06 Ott 2024 di Giorgio Santilli

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Scoppia la rivolta degli Architetti contro il governatore della Campania Vincenzo De Luca e si apre un caso destinato a creare tensioni e dibattiti a lungo. Il Consiglio nazionale degli Architetti, insieme ai cinque ordini provinciali campani, all’Inarch e al sindacato professionale Aniai, hanno inviato a De Luca una lettera che contesta duramente la nomina della commissione aggiudicatrice del concorso di Napoli Est.  L’accusa è di aver nominato in commissione solo dirigenti e funzionari regionali, smentendo una prassi che dovrebbe aprire a personalità del mondo dell’architettura di fama nazionale e internazionale.

Sullo sfondo pesa probabilmente anche l’assenza di rappresentanti del comune di Napoli (oltre che delle Ferrovie proprietarie delle aree e promotrici dell’intervento con la società Sviluppo Urbano) in un’operazione di rigenerazione urbana che – dice la lettera inviata a De Luca – rappresenta “uno degli interventi tra i più importanti e costosi almeno dalla seconda metà del Novecento”. Nel dettaglio, “una delle zone urbane più strategiche per l’intera mobilità dell’area metropolitana napoletana sarà notevolmente trasformata, anche e attraverso la necessaria ed attesa ‘riqualificazione di un brano di città ad oggi intercluso e disconnesso, proponendo un modello di trasformazione urbana che risponda ai temi complessi della società contemporanea attraverso l’attuazione di innovative strategie di pianificazione’”.

Il costo dell’intervento non è irrilevante alle critiche degli Architetti, visto che supera i 600 milioni di euro. Inoltre, nella formulazione del bando “ai concorrenti sono stati richiesti elevatissimi requisiti professionali ed economici ed esperienze di progettazione di pari livello”. Poi la contestazione: “Nella formazione della Commissione, invece, il rango e l’importanza del progetto non sembrano compresi nella loro interezza. Sono stati nominati dirigenti e funzionari interni alla Regione, di riconosciuta preparazione e capacità professionali come gestori delle procedure ma non, come impone il disciplinare ‘esperti nello specifico oggetto del concorso’. D’altra parte, è prassi consolidata che i grandi concorsi internazionali abbiano nella commissione giudicatrice personalità di primo piano per conferire prestigio e risonanza al concorso. Eludere questa prassi lascia perplessi”.

Ma la lettera del Cnappc e degli altri firmatari va addirittura oltre la considerazione dello specifico concorso e si allarga fino a diventare una critica a quella che viene considerata una clamorosa retromarcia sulla politica finora “esemplare” seguita dalla Regione Campania sul tema della promozione della qualità dell’architettura. Il riferimento è alla “inedita ed esemplare”, appunto, legge del 2019. La Regione Campania – dice l’Ordine degli architetti –  “da quattro anni promuove e finanzia ricerche, studi e pubblicazioni sull’architettura moderna e contemporanea nella regione”, ma “con la discutibile formazione della Commissione pregiudica il risultato del progetto e appanna un credito culturale ampiamente meritato nell’ambito della promozione della qualità architettonica”. Questo – conclude – “è motivo di preoccupazione”.

Gli scriventi si rendono conto di impattare su una procedura in piena corsa, e lo scrivono, ma nonostante questo chiedono “alla Regione di revisionare le procedure in direzione di una ulteriore e ancora maggiore garanzia che, nell’interesse della collettività, può discendere da giudizi espressi anche da progettisti di riconosciuta esperienza e valore internazionale”.

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