IN SETTIMANA IL VOTO ALLA COMMISSIONE AMBIENTE

Appalti, la Camera mette i paletti al correttivo di Salvini. La risoluzione Mazzetti detta le PRIORITA’ al ministro

La Camera accelera improvvisamente per incidere sul testo in preparazione al ministero delle Infrastrutture

5 agosto

05 Ago 2024 di Giorgio Santilli e Gabriella Sparano

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Appalti, la Camera mette i paletti al correttivo di Salvini. La risoluzione Mazzetti detta le PRIORITA’ al ministro

Il Parlamento vuole dire la sua e fissare qualche paletto robusto prima che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, renda noto il suo decreto correttivo al codice degli appalti pubblici, a settembre. Questa è la ragione dell’accelerazione improvvisa, proprio sulla soglia delle ferie estive, che ha avuto l’esame (e poi la votazione) nella commissione Ambiente della Camera delle tre risoluzioni parlamentari sul correttivo presentate e illustrate a maggio. Con tanto di audizioni, per dare più spessore all’operazione, nei primi due giorni di questa settimana. I soggetti più “pesanti” saranno ascoltati domani martedì 6 agosto: Anac, Ance e Rete delle professioni tecniche. Oggi, fra gli altri, interverranno Cgil, Cisl e Uil, Aspi e Assorup.

Gli occhi sono ovviamente puntati sulla risoluzione di maggioranza, la 7/00220 firmata da Erica Mazzetti (Forza Italia) e illustrata dettagliatamente dal Diario dei nuovi appalti (si veda l’articolo del 27 maggio scorso Oggi alla Camera la risoluzione Mazzetti detta la prima traccia per il correttivo al codice 36). Questa è la risoluzione destinata a incidere pesantemente sul testo di Salvini, che non potrà non tenere conto delle priorità della maggioranza, tanto più in un momento come questo, carico di tensioni fra alleati. Il ministro e la sua capo ufficio legislativo, Elena Griglio, che tiene in mano i fili dell’operazione, si faranno forti anche della consultazione digitale con gli stakeholder, conclusa lo scorso 18 luglio. Ma la pressione sul ministro potrebbe salire oggi con la presentazione di una risoluzione Milani (Fratelli d’Italia).

Le altre due risoluzioni in commissione Ambiente sono la 7/00229 proposta da Franco Manes (Misto minoranze linguistiche) e la 7/00234, proposta da Agostino Santillo (Movimento 5 Stelle).

La risoluzione Mazzetti sarà quella che passerà con voto favorevole. Saranno possibili ulteriori integrazioni al testo iniziale della risoluzione che evidenziava nove punti su cui sarà difficile per il ministro non intervenire:

1) Articolo 50 «Procedure per l’affidamento»: implementare forme di pubblicità, preventiva e successiva, con riferimento alla procedura negoziata senza bando di cui al comma 1, lettera c), dell’articolo 50, al fine di evitare possibili abusi dell’istituto, assicurando una maggiore trasparenza delle procedure e riducendo i rischi di contenzioso;

2) Articolo 60 «Revisione prezzi»: prevedere che, per i contratti a esecuzione periodica o continuativa, la revisione dei prezzi sia annuale e sia adottata sulla base di una istruttoria condotta dai dirigenti responsabili della acquisizione di beni e servizi, applicando ai corrispettivi gli indici ISTAT FOI, ovvero assumendo a riferimento altro indice individuato dal ministero di concerto con l’ISTAT per la specifica categoria merceologica. In tale ambito, specificare altresì che il corrispettivo offerto sia aumentato o diminuito applicando le variazioni ISTAT all’indice basato su quello in essere alla data di presentazione dell’offerta;

3) Articolo 100 «Requisiti di ordine speciale»: prevedere che per i servizi di ingegneria e architettura il requisito di capacità tecnica e professionale faccia riferimento al precedente decennio;

4) Articolo 114 «Direzione dei lavori»: prevedere che il direttore dei lavori sia preposto anche al controllo di tutte le specifiche tecniche risultanti dall’esito della gara, così come aggiudicata;

5) Articolo 116 «Collaudo e verifica di conformità»: ridurre da sei mesi a quattro mesi i termini del collaudo finale o di ogni altra verifica prevista, per le opere che non siano di rilevante importanza;

6) Articolo 117 «Garanzie definitive»: prevedere, nelle procedure aventi ad oggetto accordi quadro, la soppressione della garanzia del 2 per cento posta a carico degli operatori economici aggiudicatari in quanto la sottoscrizione del contratto di accordo quadro non conferisce alcun diritto dell’aggiudicatario a vederselo onorato in tutta la sua compiutezza e si è più volte verificata la circostanza in cui alla scadenza dell’accordo quadro, non è stato maturato alcun contratto applicativo;

7) Articolo 119 «Subappalto»: prevedere:
a) che non siano ammessi ulteriori subappalti oltre quelli stabiliti dal primo subappaltatore (c.d. subappalto a cascata);
b) che i contratti non qualificabili come subappalto non possano essere oggetto di ulteriore affidamento da parte del subappaltatore;

8) Articolo 120 «Modifica dei contratti in corso di esecuzione»: prevedere che la possibilità di stabilire un aumento o una diminuzione delle prestazioni nei contratti in corso di esecuzione sia limitata al 10 per cento dell’importo da contratto;

9) Articolo 186 «Affidamenti dei concessionari»: prevedere che per i concessionari autostradali le quote di affidamento esternalizzato siano fissate in una misura variabile tra il 40 per cento e il 60 per cento, da determinarsi anche in ragione delle specificità del singolo rapporto concessorio.

Il dibattito ha già largamente evidenziato che il nuovo codice, dopo un anno di vita, presenta una serie di correzioni, integrazioni ed armonizzazioni con altre disposizioni normative. Dall’equo compenso alla revisione prezzi, dalla concorrenza ai requisiti per partecipare alle gare, dal ruolo ampio (e spesso ambiguo) del progetto di fattibilità economica e finanziaria alla qualificazione delle stazioni appaltanti nella fase esecutiva sono numerosissimi i temi su cui bisogna  urgentemente intervenire.

Risoluzioni, poi tutti in vacanza. Il ritorno, a settembre, sarà di fuoco.

 

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