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31 Ott 2025

LA GIORNATA

Ansfisa: lo scorso anno 113 incidenti SIGNIFICATIVI. Dall’Ai un supporto

  • Maltempo, Spagna: sospesi collegamenti Tav Madrid-Valencia
  • TU rinnovabili, parere della Unificata entro il 7 novembre
  • Edison: utile a 9 mesi giù del 17% a 403mln. Crescono le rinnovabili
  • Energy Release, via libera alle nuove regole

30 Ott 2024

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IN SINTESI

  • Trasporto passeggeri su rotaia, nel 2023 429mld di passeggeri pkm
  • Maltempo, Spagna: sospesi collegamenti Tav Madrid-Valencia
  • TU rinnovabili, parere della Unificata entro il 7 novembre.
  • Sospensiva sulle aree idonee, decisione del CdS il 14 novembre
  • Pnrr, Mattarella: “E’ opportunità da cogliere appieno per sintonia in Ue”
  • Cdp libera 300mln per Pmi e cooperazione internazionale
  • Solare, il Comune di Taranto mette a disposizione le aree demaniali offshore
  • Terna ospita l’Innovation Zone Forum a San Francisco
  • Edison: utile a 9 mesi giù del 17% a 403mln. Crescono le rinnovabili
  • De Nora: proseguono i lavori per la gigafactory
  • Elettricità Futura, ecco i tre saggi
  • Energy Release, via libera alle nuove regole
  • Iea: tecnologie pulite oltre i 2 trilioni di dollari nel prossimo decennio
  • I prezzi del pellet tornano ai livelli pre-crisi: 4,55euro per 15Kg

Situazione Ferrovie ancora in primo piano dopo i disagi infrastrutturali e i conseguenti ritardi registrati nelle recenti settimane. Ma accanto rimane anche il tema degli incidenti sui binari. “Nel 2023 abbiamo registrato 113 incidenti significativi, in cui ci sia stato un morto, un ferito grave o interruzioni molto prolungate o danni al materiale rotabile e infrastruttura. Un valore leggermente superiore rispetto alla media degli ultimi anni”. A spiegarlo, Pier Luigi Giovanni Navone, direttore generale per la sicurezza delle ferrovie di Ansfisa, in audizione presso la commissione Trasporti della Camera. “L’andamento decrescente del prodotto tra numero di incidenti e numero vittime va via via migliorando”, ha aggiunto. Ancora sugli incidenti: “Oltre il 90% degli incidenti si verifica – ha spiegato Navona – per indebita presenza di pedoni sulla rete ferroviaria, che mostra un andamento crescente nel corso dell’ultimo quinquennio. Se il problema va aggredito va aggredito soprattutto dal punto di vista di capire perché queste persone si trovano sui binari al passaggio dei treni”. Quanto alle cause: “Il 7% si sviluppa per problematiche in sede di manutenzione – ha aggiunto -, come nel caso delle conseguenze dell’incidente di Brandizzo, poi errata esecuzione di procedure, soprattutto le attività di manovre. Il rischio idrogeologico incide per l’1%, anche l’indebita salita e discesa dai binari incide per percentuali molto piccole. Una situazione che non possiamo dire risolta, ma quasi è l’indebita salita e discesa dai treni” ha continuato Navona, sottolineando come restino da attenzionare sia la presenza indebita dei pedoni sui binari sia le operazioni di manovra”

Passando poi agli scenari, per Navone “nonostante tutti gli ausili tecnologici che oggi ci sono, in Rfi, di 28mila persone che lavorano, 24mila hanno compiti di sicurezza. Quelle persone sono ancora insostituibili e insostituite da macchine, per cui queste persone devono essere messe in grado di svolgere il lavoro in maniera efficace”. Serve, ha aggiunto il Dg di Ansfisa, “una cultura positiva della sicurezza anche dell’utenza ferroviaria e stradale”. Nel suo intervento, Navona ha poi spiegato che è al vaglio dell’Ansfisa l’impiego dell’Ia “per intervenire sui precursori dell’incidente” e per dare “un campanello d’allarme preventivo”.

Sul tema sicurezza, “l’Agenzia da tempo si è espressa sul fatto che, per quanto riguarda la sicurezza della circolazione i treni, quando questi sono ausiliati da sistemi di controllo della marcia e da sistemi di controllo del freno nel caso in cui il macchinista non intervenga, per noi il secondo macchinista è diventato superfluo. “La permanenza del secondo macchinista in Italia – ha detto poi Navone – c’è ancora come fatto unico sulla rete europea per questioni legate alla sicurezza del lavoro, dovuta al fatto di assicurare il soccorso al macchinista in tempi rapidi nel caso in cui avesse un malore”.  Sugli incidenti legati ai macchinisti, per i casi in cui “in quel momento era solo ce ne viene in mente solo uno, quello di Faenza, dove un macchinista non si sa bene per quale motivo ha deciso di arretrare la marcia del proprio treno urtando uno fermo al semaforo. Là ci vuole proprio per qualche strano motivo la volontà”. Se correttamente ausiliato, dal punto di vista della sicurezza, per l’Agenzia, è sufficiente un macchinista. “Negli ultimi trent’anni è stato soppresso il 60% dei passaggi a livello. Il piano di soppressione è andato abbastanza rapidamente nei primi anni, ma negli ultimi anni il ritmo è diminuito per questioni in genere ascrivibili alla situazione in cui quel passaggio a livello si trova. Continuiamo a sopprimerli e dove non è possibile sopprimerli proteggerli” ha aggiunto, spiegando che uno dei temi su cui si lavora è l’innovazione tecnologica, specie rispetto a quelle ferrovie, soprattutto regionali, in cui “non esistono ancora i sistemi di controllo della marcia del treno e dove esistono ancora i passaggi a livello”, per cui è necessario “un piano di upgrade tecnologico. Quando uno guarda uno, due, cento schermi, alla fine non ne guarda nessuno. Se noi avessimo l’intelligenza artificiale che guardasse lei 100 schermi e ne mandasse lei uno in cui ci sia una possibilità di pericolo, poi valutato da una persona, sarebbe un ausilio”.

Un altro impiego su cui l’Agenzia “sta investendo insieme all’Inail” è lo sviluppo “di una telecamera da mettere nella cabina del macchinista che permetta di rilevare dalle questioni facciali la presenza vigile del macchinista in cabina” che si aggiungerebbe a “un ausilio che già c’è in cabina, il pedale ‘uomo morto’, che il macchinista ogni 55 secondi deve attivare”. Infine: “Siamo stufi – ha concluso il Dg di Ansfisa – di filmati diffusi dappertutto di incidenti gravissimi dopo che l’incidente si è verificato. L’Agenzia”sta lavorando perché il sistema non deve dare falsi postivi”. D’altronde, “gli attraversamenti comportano ritardi. Noi ci occupiamo di sicurezza e non di disservizi, ma è vero che ogni incidente significativo genera disservizi. È un rapporto 1 a 1. Non è vero il contrario: non tutti i disservizi hanno problemi di sicurezza”. Anche in questo senso, Navona ha proposto l’installazione di telecamere “in punti critici noti, come Milano Rogoredo, notoria piazza di spaccio, dove il flusso è tale da non permettere soluzioni facilissime” e in grado di rilevare situazioni di criticità su cui intervenire.

Treni storici: “Quando un treno storico si muove sulla rete nazionale si muove insieme alla circolazione di treni normali. A noi dell’Agenzia è sembrato normale pretendere gli stessi livelli di sicurezza e gli stessi standard anche dal treno storico. Diversi sono i treni turistici, che si muovono su linee dedicate a servizi turistici, come la Transiberiana d’Italia da Sulmona a Campo Imperatore, per cui gli strumenti sono diversi. In questo caso dobbiamo fare in modo che le misure messe in campo siano tali da garantire non lo stesso standard ma lo stesso livello di sicurezza”.

Trasporto passeggeri su rotaia, nel 2023 429mld di passeggeri pkm

Restando in tema ferroviario, gli ultimi dati Eurostat mostrano che nel 2023 sono stati registrati 429 miliardi di passeggeri-chilometro (pkm) su rotaia, in aumento rispetto ai 386 miliardi del 2022 (+11,2%). Si tratta del numero più alto segnalato dalle principali imprese ferroviarie dall’inizio della raccolta dati nel 2004. La domanda di trasporto passeggeri è aumentata del 9,4% tra il 2015 e il 2019, quando è stato registrato un picco di 411 miliardi di pkm. Rispetto al 2020, anno che ha registrato la performance più bassa, con 221 miliardi di pkm, il numero di passeggeri-chilometro nel 2023 è quasi raddoppiato.

Le prestazioni dei passeggeri ferroviari, inoltre, sono aumentate in tutti i trimestri del 2023, rispetto agli stessi trimestri del 2022. Il primo trimestre del 2023 ha registrato la variazione più elevata, con 21 miliardi di pkm ferroviari in più rispetto allo stesso trimestre del 2022, con un aumento del 29,1%. Degli 8 miliardi di passeggeri ferroviari registrati nel 2023 nell’Ue, quasi la metà viaggiava in Germania (33,9%) e Francia (15,0%). Il numero di passeggeri che viaggiavano in treno è aumentato di oltre il 25% in Croazia (29,0%), Irlanda (28,7%) e Lussemburgo (25,1%). Al contrario, la Grecia ha registrato la maggiore riduzione del numero di passeggeri ferroviari, il 17,0%.

Considerando il trasporto merci su rotaia dell’Ue per le principali imprese, ha raggiunto i 378 miliardi di tonnellate-chilometro (tkm). Ciò ha rappresentato un calo del 4,9% rispetto al 2022. Se si considerano i dati dell’ultimo decennio, il livello del 2023 è il più basso dal 2015, ad eccezione dell’anno Covid 2020, quando le prestazioni del trasporto merci su rotaia sono scese dell’8,4% a 367 tkm. Le prestazioni del trasporto merci su rotaia sono diminuite in tutti i trimestri del 2023 rispetto agli stessi trimestri del 2022, con il calo maggiore osservato nel secondo (-9,2%) e nel terzo trimestre (-7,5%).

Maltempo, Spagna: sospesi collegamenti Tav Madrid-Valencia

A causa dei forti eventi alluvionali che stanno colpendo la Spagna in queste ore, causando oltre 70 morti nella zona di Valencia e in altre province del Sud-Est, la compagnia ferroviaria di alta velocità Iryo ha annunciato la cancellazione di tutti i servizi di collegamento fra Madrid con Valencia. Stessa decisione presa da Renfe, la compagnia pubblica di gestione dei servizi Tav e ferroviari regionali.

“Desidero esprimere la mia solidarietà e quella del Governo italiano alla comunità spagnola duramente colpita dalle alluvioni che hanno messo in ginocchio interi territori, in particolare la città di Valencia. Rivolgo il mio pensiero di vicinanza ai familiari delle vittime. L’Italia è vicina alla Spagna in questo terribile momento”. Così su X la premier Giorgia Meloni.

TU rinnovabili, parere della Unificata entro il 7 novembre.

TU rinnovabili ancora in alto mare. Si attende la convocazione della Conferenza Unificata, in ritardo rispetto alla iniziale tabella di marcia (deadline a metà ottobre): per questo, la nuova data di scadenza fissata è quella del 7 novembre. Solo dopo si potrà procedere con i voti sui relativi pareri parlamentari. Nel frattempo, però, la maggioranza avrebbe già approntato una bozza di parere.

Sospensiva sulle aree idonee, decisione del CdS il 14 novembre

Intanto, il Consiglio di Stato (sezione quarta) ha fissato una camera di consiglio il 14 novembre per decidere sulla richiesta della Rwe Renewables di sospendere in via cautelare il decreto Mase sulle aree idonee. Il decreto monocratico pronunciato è consultabile qui.

Pnrr, Mattarella: “E’ opportunità da cogliere appieno per sintonia in Ue”

“Alle istituzioni e alle politiche pubbliche competono scelte importanti per colmare ritardi accumulati nel tempo: a cominciare dalla produttivita’, dal funzionamento della pubblica amministrazione, dalle riforme necessarie per far crescere le opportunità”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere dell’Ordine Al Merito del Lavoro ai Cavalieri del Lavoro, al Quirinale. “Il Piano nazionale di Ripresa e resilienza – ha ribadito – è un’occasione straordinaria e, come tale, va colta appieno. Sono progetti propulsori, di integrazione e di fiducia tra i cittadini europei, per porci in sintonia con le scelte cui concorriamo nelle istituzioni comunitarie’. Mattarella ha aggiunto che “anche alle imprese viene chiesto di fare la propria parte, di accompagnare l’impegno comune con investimenti, ricerca, innovazione. L’Italia non e’ seconda ad alcuno se (dato del 2021) si registravano, nelle fabbriche, 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia. Occorre perseverare nella lungimiranza, col coraggio di disegnare il domani. Il domani, non soltanto il presente”.

Cdp libera 300mln per Pmi e cooperazione internazionale

Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), presieduto da Giovanni Gorno Tempini, su proposta dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale Dario Scannapieco ha deliberato nuove operazioni per un valore complessivo di 300 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese italiane e della cooperazione internazionale.

Il CdA ha approvato inoltre una Politica Generale per promuovere il benessere nell’ambiente di lavoro, le tutele e i diritti dei lavoratori a completamento di un percorso che ha connotato tutto il Piano Strategico e che conferma come Cdp riconosca nelle persone un asset fondamentale per raggiungere una crescita sostenibile nel lungo periodo. In linea con il ruolo di Cdp al fianco del tessuto imprenditoriale, il Consiglio di Amministrazione ha autorizzato iniziative a sostegno dell’economia reale attraverso strumenti di finanza alternativa per accelerare i programmi di investimento delle imprese di minori dimensioni sia in Italia sia all’estero.

Per sostenere lo sviluppo delle economie emergenti, è stato dato il via libera a nuove sinergie con istituzioni finanziarie che operano in America Latina per incentivare la crescita delle aziende locali e rafforzare le interazioni commerciali con le imprese italiane. Nella cornice del Piano Mattei, prosegue l’impegno in Africa con nuove operazioni, anche di garanzia, dedicate ad accelerare i programmi d’investimento delle Pmi attive nel Continente. Il Consiglio di Amministrazione di Cdp, nell’ambito del rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Open Fiber, ha inoltre designato come Presidente e Amministratore Delegato gli attuali vertici della società, rispettivamente Paolo Ciocca per il ruolo di Presidente e Giuseppe Gola per l’incarico di Amministratore Delegato.

Solare, il Comune di Taranto mette a disposizione le aree demaniali offshore

L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto (AdSPMI) rende nota la disponibilità di aree demaniali marittime da destinare alla realizzazione di impianti di produzione di energia solare on shore e off shore.

L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto (AdSPMI) rende nota la disponibilità di aree demaniali marittime da destinare alla realizzazione di impianti di produzione di energia solare on shore e off shore. Le citate aree (maps) si riferiscono a porzioni di demanio gestito dall’’AdSPMI, come di seguito identificate:

  • zona demaniale di superficie pari a circa 23 Ha;
  • specchio acqueo di superficie pari a circa 70 Ha, perimetro 3358 m.

Gli interessati – già in possesso dei requisiti previsti dall’art. 35 del vigente “Regolamento Procedure Amministrative in materia di Demanio Marittimo” – dovranno inviare apposita istanza al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), necessaria ai fini dell’autorizzazione alla realizzazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili prevista all’art. 12 del D.Lgs. 387/2003 e ss.mm.ii., nonché acquisire tutti i pareri/autorizzazioni/concessioni e/o permessi a tale scopo indispensabili. Nell’ambito di tale procedimento sarà, inoltre, acquisito il parere di competenza dell’AdSPMI.

Per maggiori informazioni – oggetto dell’istanza, elementi di valutazione, sopralluogo, ecc. – si rimanda al documento di riepilogo disponibile per il download in calce alla presente news. Ulteriori dettagli qui.

Terna ospita l’Innovation Zone Forum a San Francisco

Terna ha organizzato a San Francisco l’Innovation Zone Forum, una serie di eventi volti a promuovere e valorizzare le startup partner del Gruppo e a discutere con player energetici europei e statunitensi e investitori americani delle sfide e delle tecnologie innovative legate al futuro del sistema elettrico. In un settore focalizzato su sostenibilità ed efficienza, Terna affronta una sfida ambiziosa: gestire una rete di trasmissione sempre più complessa, basata su fonti rinnovabili non programmabili e intermittenti, attraverso tecnologie all’avanguardia. Il Gruppo ha la responsabilità di realizzare il sistema elettrico del futuro e abilitare una transizione just twin (energetica e digitale), per rendere il sistema affidabile e accessibile a tutti.

L’Innovation Zone Forum è stata la prima iniziativa di Terna ad affrontare questa sfida globale, mettendo attorno allo stesso tavolo gli attori internazionali dell’innovazione e dell’energia e adottando un approccio di innovazione aperta come strumento per implementare tecnologie all’avanguardia in un futuro decarbonizzato e digitalizzato. Il Forum, organizzato da Terna con il supporto dell’Italian Innovation and Culture Hub (Innovit), del Consolato Generale d’Italia a San Francisco e del partner Mind the Bridge, ha riunito in California investitori clean tech della Silicon Valley, player energetici europei e statunitensi, startup e rappresentanti della ricerca.

La delegazione di Terna è stata guidata dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Giuseppina Di Foggia, che ha commentato: “Terna è sulla buona strada per confermarsi azienda leader nel campo dell’innovazione tecnologica, al servizio di una giusta transizione energetica e digitale. L’Innovation Zone Forum ha consolidato il nostro ruolo di aggregatore di player internazionali dell’innovazione, in particolare nel settore energetico”. L’Amministratore Delegato di Terna ha sottolineato che “San Francisco è il luogo ideale per affrontare insieme le sfide tecnologiche che questa transizione pone: il nostro approccio è quello di lavorare al fianco dei principali attori tecnologici, attraverso le Innovation Zone di Terna, i nostri hub negli ecosistemi globali dell’innovazione”. Poi, Giuseppina Di Foggia ha aggiunto: “Come azienda strategica per il Paese, abbiamo la responsabilità di promuovere all’estero l’eccellenza dell’innovazione italiana. Per questo abbiamo intrapreso un percorso di valorizzazione delle startup, lavorando fianco a fianco con loro per prepararle al mercato statunitense, portandole con noi a San Francisco per farle conoscere a nuovi interlocutori e potenziali investitori nella Bay Area e presentare le loro tecnologie. Il loro obiettivo è trovare nuovi clienti e investitori negli Stati Uniti. Crediamo nelle soluzioni innovative promosse da quelle startup e nella loro capacità di affrontare insieme a noi le sfide tecnologiche poste dalla transizione energetica”.

Edison: utile a 9 mesi giù del 17% a 403mln. Crescono le rinnovabili

Edison chiude i primi nove mesi del 2024 con un utile di 403 milioni di euro, in calo del 17% rispetto ai 486 milioni dello stesso periodo del 2023, , principalmente a seguito di accantonamenti materiali per le attività di rigenerazione territoriale. I ricavi di vendita, spiega una nota, si attestano a 10.936 milioni (14.048 milioni in 2023), a seguito della riduzione dei prezzi medi di vendita delle commodity, nonostante i maggiori volumi di energia elettrica (+1,5%) e gas (+17,9%) venduti. L’ebitda aumenta del 13,3% a 1.395 milioni, mentre l’ebit cala a 600 milioni (700 milioni nel 2023) per l’effetto di ammortamenti e di accantonamenti non ricorrenti legati alle Attività non Energy. Nel dettaglio la società ha accantonato nel corso del tempo oltre 1 miliardo di euro, destinato alla rigenerazione territoriale dei siti industriali ex-Montedison, riducendo così il rischio controversie legato a tale eredita’. In questo contesto e’ stata costituita una società dedicata a questa attività, denominata Edison Regea. L’indebitamento finanziario al 30 settembre registra un saldo a credito di 52 milioni rispetto al saldo a credito di 160 milioni del 31 dicembre 2023 soprattutto in conseguenza degli impegni di lungo termine per le attività di rigenerazione territoriale. Secondo il management, sulla base dei risultati dei primi nove mesi e tenendo conto dell’attuale contesto di mercato cosi’ come di quello regolatorio, il Gruppo Edison prevede un ebitda per l’intero anno 2024 pari ad almeno 1,65 miliardi di euro.

La domanda di energia elettrica in Italia nei primi nove mesi del 2024 registra una crescita del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 235,8 TWh. Crescono nel periodo le rinnovabili che soddisfano circa il 37% della domanda complessiva; in particolare l’idroelettrico mette a segno un incremento del 43,6% a 41,3 TWh, favorito dalle abbondanti precipitazioni, il fotovoltaico del 16,6% a 29,8 TWh, l’eolico dell’1,4% a 16,3 TWh principalmente grazie all’entrata in esercizio di nuova capacita’. Complessivamente la produzione nazionale copre oltre l’84% del fabbisogno. Sul fronte dei prezzi, il prezzo unico nazionale si attesta a un valore medio di 102,1 euro/MWh (-20,4%). La domanda di gas in Italia e’ in flessione del 5,8% a 42,9 miliardi di metri cubi.

De Nora: proseguono i lavori per la gigafactory

Prosegue a ritmo sostenuto il cantiere di realizzazione della Gigafactory, il progetto di De Nora – multinazionale italiana specializzata in elettrochimica, leader nelle tecnologie sostenibili e nella nascente industria dell’idrogeno verde – relativo alla costruzione del più grande polo produttivo di elettrolizzatori sul territorio nazionale, con una capacità che raggiungerà i 2Gw equivalenti entro il 2030. A seguito della Groundbreaking Ceremony avvenuta a giugno 2024, la realizzazione della Gigafactory vede ora un ulteriore importante avanzamento grazie all’individuazione del General Contractor e all’ottenimento di tutte le autorizzazioni burocratiche. In particolare, la scelta è ricaduta come General contractor su Techbau – azienda leader – permettendo di velocizzare l’iter realizzativo del progetto affidandosi ad un unico interlocutore per tutte le fasi.

Queste evoluzioni garantiscono una visibilità sulle tempistiche di realizzazione della Gigafactory, ipotizzando il raggiungimento di un’ulteriore milestone nel primo trimestre 2025. Paolo Dellachà, CEO di De Nora commenta: “Annunciamo con soddisfazione l’individuazione di Techbau quale General Contractor per il progetto Gigafactory, un’ulteriore conferma del nostro impegno per realizzare questo progetto con tempistiche ambiziose, per portare un significativo contributo alla transizione energetica nazionale ed europea. Procede quindi a ritmo sostenuto l’avanzamento del cantiere a Cernusco sul Naviglio, a pochi mesi dalla Groundbreaking Ceremony: ora, lavoriamo con determinazione affinchè sia possibile annunciare un ulteriore avanzamento nel primo trimestre 2025.”

La Gigafactory coprirà un’area di circa 40.000 mq e sarà un edificio innovativo e sostenibile. Alimentata da pannelli fotovoltaici, che produrranno energia elettrica green, la struttura è progettata per ridurre al massimo le emissioni di CO2. Il ridotto impatto ambientale sarà possibile anche grazie all’adozione di soluzioni basate sull’inserimento in ambito urbano di aree di vegetazione (Nature Based Solutions), all’attività di controllo e monitoraggio dell’efficienza energetica attraverso sistemi intelligenti e all’incentivazione della mobilità green. Grande attenzione è posta anche al tema dell’illuminazione, sfruttando il più possibile la luce naturale e adottando sistemi di controllo dinamico, sempre in ottica di efficientamento energetico. Infine, per la costruzione sono stati selezionati materiali sostenibili, tenendo conto anche delle loro caratteristiche di smaltimento, e sono stati previsti sistemi di drenaggio urbano sostenibile. Tutti questi elementi contribuiscono all’ottenimento della certificazione ambientale LEED per gli edifici sostenibili e qualificano la Gigafactory come un progetto che porta benefici concreti alla comunità e allo spazio urbano in cui si inserisce, creando un vero e proprio hub produttivo di avanguardia e pienamente sostenibile.

Elettricità Futura, ecco i tre saggi

Felice Egidi (Esi), Marco Peruzzi (Edison) e Guido Bortoni (Cesi) sono i tre saggi che gestiranno il rinnovo della governance di Elettricità Futura.

Energy Release, via libera alle nuove regole

Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha dato il via libera al decreto Direttoriale, firmato dal dg Alessandro Del Noce, che approva le regole operative del meccanismo di sviluppo di nuova capacità di generazione da fonti rinnovabili da parte delle imprese energivore. Le Regole “forniscono le informazioni necessarie per garantire il rispetto delle previsioni del DM Energy Release 2.0 ai fini di avviare un meccanismo volto allo sviluppo di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili da parte delle imprese, anche in forma aggregata, iscritte nell’elenco delle imprese a forte consumo di energia elettrica, istituito presso la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali”. Tutti i dettagli sulle regole operative, qui.

Iea: tecnologie pulite oltre i 2 trilioni di dollari nel prossimo decennio

Secondo un nuovo rapporto dell’Iea (International energy agency) pubblicato ieri, la rapida diffusione delle tecnologie energetiche pulite offre grandi opportunità ai paesi che intendono produrle e commerciarle, ma pone anche decisioni difficili per i governi, che devono affrontare tensioni e compromessi in base alle politiche industriali e commerciali che scelgono di perseguire.

Sulla base delle attuali impostazioni politiche, il mercato globale per queste tecnologie è destinato a salire da 700 miliardi di $ nel 2023 a oltre 2 trilioni di $ entro il 2035, vicino al valore del mercato mondiale del petrolio greggio negli ultimi anni. Si prevede che anche il commercio di tecnologie pulite aumenterà notevolmente. Nel giro di un decennio, più che triplicherà per raggiungere 575 miliardi di $, oltre il 50% in più rispetto al commercio globale di gas naturale odierno.

“Il mercato delle tecnologie pulite è destinato a moltiplicarsi in valore nel prossimo decennio, raggiungendo sempre di più i mercati dei combustibili fossili. Mentre i paesi cercano di definire il loro ruolo nella nuova economia energetica, tre aree politiche vitali (energia, industria e commercio) stanno diventando sempre più interconnesse. Mentre questo lascia i governi con decisioni difficili e complicate davanti a sé, questo nuovo e rivoluzionario rapporto dell’IEA fornisce una solida base basata sui dati per le loro decisioni”, ha affermato il direttore esecutivo dell’Iea Fatih Birol . “Le transizioni verso l’energia pulita presentano una grande opportunità economica, come abbiamo dimostrato, e i paesi stanno giustamente cercando di capitalizzarla. Tuttavia, i governi dovrebbero sforzarsi di sviluppare misure che favoriscano anche la continua concorrenza, l’innovazione e la riduzione dei costi, nonché i progressi verso i loro obiettivi energetici e climatici”.

I prezzi del pellet tornano ai livelli pre-crisi: 4,55euro per 15Kg

Novità interessanti sul fronte dei prezzi dei combustibili legnosi rilevati da Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali. Secondo i dati rilevati dalle aziende del settore il prezzo del pellet a settembre 2024 registra una significativa diminuzione, attestandosi su valori medi nazionali di 4,55 € per un sacco da 15 kg. Si tratta di una riduzione del 30% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e del 16% rispetto alla rilevazione di aprile 2024. Un andamento insolito per l’inizio della stagione termica, periodo in cui solitamente i prezzi tendono a salire, ma che evidenzia un ritorno ai livelli pre-crisi ucraina. Il mercato del pellet sta dunque mostrando segni inequivocabili di stabilizzazione, offrendo ai consumatori un’opzione di riscaldamento domestico più economica rispetto ai combustibili fossili tradizionali. In termini di costo dell’energia primaria, produrre 1 MWh di energia con il pellet costa 63 €, molto meno rispetto al gas naturale che costa 122 €/MWh (il 94% in più) e al gasolio da riscaldamento che raggiunge i 138 €/MWh (ben il 120% in più).

Anche il pellet venduto con consegna in autobotte evidenzia una tendenza al ribasso. Il prezzo medio nazionale è pari a 311 €/t, IVA inclusa, segnando una diminuzione del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 13% rispetto ad aprile 2024. Rispetto a metano e gasolio da riscaldamento, il pellet consegnato in autobotte si conferma una scelta molto conveniente. Inoltre, le autobotti certificate ENplus® garantiscono la qualità del prodotto e la tracciabilità della filiera, offrendo ai consumatori un servizio affidabile e sostenibile. Sul sito di AIEL è disponibile l’elenco completo delle autobotti certificate operative in Italia.

La legna da ardere a settembre 2024 mostra un leggero aumento di prezzo rispetto ad aprile 2024, dovuto principalmente all’inizio della stagione termica. La legna secca con contenuto idrico tra il 20% e il 25% ha un prezzo di 279,3 €/t, mentre quella da essiccare (M30-35) si attesta sui 215,6 €/t e quella più umida (M40-50) sui 182,4 €/t. Nonostante l’incremento, la legna da ardere rimane una soluzione economica per il riscaldamento.

M.Gia.

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