LE IMPRESE FERROVIARIE
Anceferr: SOA per tutti i lavori privati, sanare piccole irregolarità Pnrr
Vito Miceli: il Superbonus ha creato distorsioni ancora oggi presenti. Dalla nascita e morte di migliaia di imprese, ai costi per sostenere gli interventi fino a favorire tanti comportamenti fraudolenti. Irregolarità: quelle piccole devono “avere un monito di tipo prescrittivo; tutto ciò che invece minaccia la sicurezza deve essere sanzionatorio”. Mauro Nori: “Stiamo definendo i decreti attuativi sulla patente a punti” su cui l’Ance chiede premialità. Brunetta: “In autunno la proposta del Cnel sulla sicurezza, serve partecipazione”
IN SINTESI
Estendere la sicurezza del lavoro, senza distinzione tra pubblico e privato né di dimensioni degli appalti, premiare le imprese che operano nel rispetto di tempi e modalità con i propri lavoratori, integrare le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. La ricetta per far ripartire le piccole e medie imprese del mondo ferroviario passa da qui senza scordarsi degli ultimi anni: “La pandemia prima, la guerra in Ucraina insieme alle altre crisi internazionali, insieme al Superbonus hanno determinato una forte criticità nella ricerca dei lavoratori in generale in molti settori, ma nell’edilizia in particolare”. La misura simbolo del M5s, il 110%, per Anceferr ha generato effetti distorsivi ancora oggi in corso: dalla nascita e morte lampo di migliaia di neoimprese, passando per l’incremento eccessivo della spesa e finendo con la diffusione di comportamenti fraudolenti. Gli spazi di manovra, allora, per progredire nel settore edilizio ferroviario sono ampi.
Soa anche per prima e seconda categoria con lavori privati da 70mila euro
Vito Miceli, presidente di Anceferr (Associazione nazionale costruttori edili ferroviari), ha spiegato nella sua relazione al convegno di ieri al Cnel che quella della sicurezza sul lavoro è una sfida “drammatica”. Ecco perché, andando subito al solo, “è urgente una regolamentazione in favore di una impresa qualificata anche per chi opera nei cantieri privati, così come già avviene nel pubblico, con requisiti e step progressivi rispetto alla complessità delle opere”. Capitolo Soa, la certificazione qualficante che autorizza l’impresa del settore delle costruzioni a concorre a pubbliche gare d’appalto indette per categorie e classifiche di importo: “Chiediamo il possesso della prima categoria Soa, pari all’importo di 258mila euro, anche per i lavori privati superiori a 70mila euro, fissando così una soglia di partenza, in linea con quanto già stabilito dal Nuovo Codice Appalti”. L’obiettivo è omologare i requisiti di sicurezza per pubblico e privato, senza distinzioni. “Ance è d’accordo con questa visione? Allora si faccia promotrice di questo cambiamento e noi la sosterremo convintamente”, rilancia Miceli.
I problemi di oggi derivano dal contesto internazionale e dalle distorsioni create da pandemia e conflitti. Ma anche il superbonus porta con sé tante distorsioni, come accennato in apertura. “Se fosse stata applicata questa regola [delle Soa estese anche ai privati, ndr], forse ci sarebbero stati meno problemi, inclusa la nascita e morte lampo di migliaia di neoimprese, che hanno rastrellato manodopera, tecnici, mezzi e materiali, determinando effetti distorsivi a cascata di cui ancora paghiamo le conseguenze”. Ma non solo. Del 110% pesano ancora l’incremento eccessivo della spesa e la diffusione di comportamenti fraudolenti.
Quanto alle mosse del governo, “bene la proposta sulla patente a punti [in vigore da ottobre prossimo], così come l’idea del cosiddetto vendor rating, lanciata qualche tempo fa da Rete Ferroviaria Italiana. Ma alle nuove imprese la patente va data prima di avviare il motore, mentre a chi già opera sul mercato bisogna dare il tempo necessario per mettersi in regola”. Ma se da un lato occorre promuovere la sicurezza estendendo i criteri di controllo (“nel cantiere veramente irregolare, con serie criticità, chiediamo tolleranza zero, e che sia disposto perfino il sequestro” e quelli privati sono i più esposti a problematiche securitarie), dall’altro per Miceli laddove tutto funziona eccetto piccole irregolarità andrebbe adottato un approccio “positivo”, “collaborativo. Insomma, “l’impresa oltre a subire l’eventuale decurtazione dei crediti, se opera correttamente, dovrebbe avere la possibilità di maturarne di nuovi e avere concreti vantaggi nei punteggi di gara e premialità economiche con accantonamenti fiscali o altro (proposte anche dal vicepresidente di Ance Federico Ghella). In questo modo si fa capire alle imprese che la sicurezza conviene da tutti i punti di vista. Le valutazioni sulle attività cantieristiche non devono essere rigide, ma dinamiche”. Per le piccole incongruità basta procedere con metodo prescrittivo.
Un annuncio, in chiusura di relazione: “Proprio qui al Cnel, un anno fa, Anceferr lanciava una richiesta al sistema e alla politica per facilitare l’assunzione di lavoratori immigrati nelle nostre imprese. La ricerca ci ha portato a un bando europeo per ottenere il sostegno del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione per il periodo 2021-2027, attraverso la realizzazione di percorsi di formazione per soggetti rifugiati. Ebbene, è notizia di qualche settimana fa che il nostro progetto, dal titolo quanto mai evocativo “I binari dell’Integrazione”, è stato ammesso al finanziamento di circa 90mila euro, permettendo un percorso di formazione e lavoro per un numero importante di migranti rifugiati da inserire nelle nostre aziende come dipendenti”. Perché la condizione contrattuale sta a monte della posizione più o meno sicura dei lavoratori.
Il punto del governo su patente a crediti, protocollo caldo e IA
Durante la tavola rotonda si sono alternati esponenti di governo e politici, gli istituti previdenziali e i sindacati. Mauro Nori, Capo di gabinetto del Ministero del Lavoro ha ricordato che l’Italia ha una legislazione tra le più avanzate in Europa sulla materia lavoro, eppure persistono problemi culturali e di applicazione normativa. Manca, ad esempio, la formazione di base per gli stranieri e andrebbe incentivato il rapporto con le parti sociali. Con la patente a punti introdotta dall’esecutivo, di cui “sono in fase di definizione i decreti attuativi, è una fase delicata su elementi fondanti”, si passa dalla cultura del ribasso al paradigma della qualificazione delle imprese per promuovere un lavoro rispettoso dei tempi, delle regole e dei parametri di sicurezza. Tutto ciò, per Nori, quando applicato dalle e nelle imprese “deve avere un valore”. Dunque, il Ministero guidato da Marina Calderone vuole mettere in primo piano un approccio positivo e non punitivo. Bene poi, secondo il Capo di gabinetto, l’unità di intenti sindacati-imprese.
Il Senatore e Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, ha spiegato che anche le nuove tecnologie come l’Intelligenza artificiale potranno dare supporto alle imprese per rendersi più sicure. Con l’emendamento approvato in questi giorni nel Dl Agricoltura Inps e Inail indiranno concorsi per assumere 515 nuovi ispettori anti-caporalato. Mentre il tavolo sul protocollo caldo, ha spiegato Durigon, è saltato per le troppe divisioni e il disaccordo di alcune parti.
Brunetta (Cnel): nostra proposta di legge su sicurezza in autunno
Infine, il presidente del Cnel Renato Brunetta ha annunciato per l’autunno (“ottobre-novembre”) una proposta di legge e/o osservazioni del Consiglio nazionale sulla sicurezza. “Serve partecipazione, i corpi intermedi fondamentali per non delegare tutto allo Stato”, mentre per il tasso di incidenti “siamo ancora a livelli inaccettabili”. Occorrono investimenti, ovviamente, ma anche più e migliori controlli dentro le aziende. Anche in questo caso, le risorse Pnrr non dovranno essere sprecate visto che “il grosso va nell’edilizia”. Dai sindacati, sia ieri che lunedì, Alessandro Genovesi (Sg di Fillea-Cgil) ha spiegato che “a fronte della grande mole di investimenti per ammodernare un sistema infrastrutturale fortemente invecchiato, sia in termini ambientali che tecnologici a cui saranno destinati decine e decine di miliardi di euro tra Pnrr, Fondo complementare, Risorse comunitarie e nuovi accordi di Programma FF.SS-Anas” parliamo della necessità “di 34 miliardi di euro solo per i prossimi 4 anni, senza contare i tanti investimenti di concessionarie e municipalizzate” per operazioni di manutenzione.
M.Gia.