Il viceministro dell'Economia

Leo CHIAMA Ance e Assoimmobiliare sul piano casa per i giovani: “Dobbiamo muoverci, al Demanio un ruolo di primo piano ma servono sinergie con i privati e con il mercato”

22 Set 2025 di Maria Cristina Carlini

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Leo CHIAMA Ance e Assoimmobiliare sul piano casa per i giovani: “Dobbiamo muoverci, al Demanio un ruolo di primo piano ma servono sinergie con i privati e con il mercato”

L'ITALIA E I SUOI BENI

Una chiamata all’azione, una chiamata ai privati. Un mese fa, dal palco del Meeting di Cl, la premier Giorgia Meloni ha annunciato un grande piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie. Pochi giorni fa, sempre la premier, ha riconfermato questa priorità, dal palco di Fenix, la festa di Gioventu’ nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, non aggiungendo, però, altri elementi rispetto all’annuncio di Rimini. E ieri è sceso in campo anche il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il quale, nel suo intervento alla Camera alla presentazione della Rapporto annuale 2025 dell’Agenzia del Demanio al Parlamento, ha rilanciato questa priorità dell’agenda di Governo. Nell’arco dell’ultimo mese, non sono ancora emersi, però, elementi di maggiore dettaglio di questo nuovo piano. Evidentemente, è un percorso ancora tutto in fieri. Ma c’è un tasto sul quale Leo ha battuto con forza: il ruolo che può rivestire l’Agenzia del Demanio e, soprattutto, il ruolo dei privati. Perchè da solo il pubblico non ce la può fare. “Penso che l’impegno che l’Agenzia del Demanio puo’ mettere in campo e quello del governo puo’ creare le condizioni per realizzare quello che per noi e’ un obiettivo strategico: le case ai giovani. Far avvicinare i giovani, sia per quanto riguarda l’ipotesi dell’acquisto che per la locazione”.

«La casa ai giovani è una linea su cui bisogna muoversi  ma realizzare questo traguardo con il solo impegno dell’Agenzia del Demanio non è possibile. C’è bisogno dell’intervento dei privati che devono credere a questo progetto”, ha sottolineato il viceministro chiamando in causa Assoimmobiliare e Ance. “Credo che le sinergie con Assoimmobiliare o Ance, per esempio, possano portare a questo importante risultato». Ma sui tempi dell’intervento e su possibili misure nella manovra 2026, Leo non si sbilancia. Bisogna vedere, ha detto rispondendo a una domanda di Diac Diario al termine della presentazione del Rapporto, “se riusciamo a utilizzare il canale della sinergia tra pubblico e privato: ci sono aree pubbliche, immobili dismessi, se c’è un interesse privato bisogna vedere di mettere tutti i tasselli per venire incontro alle esigenze dei giovani nell’acquisto della casa, nella locazione. Sono misure su cui si può ragionare. Intanto, bisogna vedere di utilizzare il patrimonio pubblico: se il privato interviene, immette capitali e finanzia un po’ questi interventi si possono mettere a disposizione questi immobili a canoni calmierati”.

C’è, comunque, ha rilevato Leo, “una attenzione degli investitori privati a convergere sulle finalità dello Stato, dobbiamo creare motori di sviluppo, lo snodo su cui ragionareè semplificare le procedure, evitando vincoli nel rispetto delle leggi, ma l’accelerazione delle procedure può fornire un aiuto notevole, ci stiamo lavorando. In attesa, l’annunciato Piano Casa si sostanzi di interventi e misure e in attesa di vedere come il Governo prepari le condizioni per attrarre e realizzare queste “sinergie” con gli operatori privati, c’è una sinergia che si è pienamente dispiegata, quella tra il Governo e il Demanio come “dimostrano i dati” sui risultati dell’attività dell’Agenzia, che ha saputo “interpretare le linee del Governo”, ha detto Leo. Parole, quelle del viceministro, che costituiscono un importante riconoscimento al direttore Alessandra dal Verme, alla guida dell’Agenzia da maggio 2021 e in scadenza a gennaio 2026. “L’agenzia ha dato un segnale di svolta alla gestione del patrimonio”, ha detto Leo.

Se Leo ha parlato di svolta, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha sottolineato il “vero cambio di passo” dell’Agenzia del Demanio in questi due anni. Cambio di passo che emerge dal Rapporto, ha detto, e del quale è stato “personalmente testimone”.  “Si supera la tradizionale gestione conservativa per abbracciare un approccio innovativo, rigenerativo e strategico. Spesso questi progetti strappano i beni all’inutilizzo e al degrado. Fa da esempio su tutti la trasformazione della Città dello Sport di Tor Vergata a Roma, destinata a diventare una Città verde in occasione del Giubileo 2025 e in futuro Città della Conoscenza, mettendo a sistema l’Università degli Studi di Tor Vergata, con i 13 enti di economia e ricerca dislocati nel territorio, con le istituzioni locali, con il Policlinico di Tor Vergata e il Policlinico Casilino”, ha indicato Rampelli. “Una rete straordinaria, unica nella nostra nazione, che può radicalmente trasformare il tessuto urbano di una delle zone più depresse della Capitale e della Nazione dopo la previsione fallimentare di realizzare lì una seconda Città dello sport, lasciando sul campo cattedrali nel deserto e dissipando centinaia di milioni di euro dei cittadini italiani. Un cambio di passo – ha sottolineato ancora – che ha visto fiorire tante opere pubbliche di rilievo e ha lasciato dietro le nostre spalle una certa abitudine all’inedia e alla conservazione dello status quo. Una vera rivoluzione cui occorre dare il tempo per stratificare completi risultati sull’intero patrimonio dello Stato”.

 

 

 

 

 

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