LA TELA DI PENELOPE
All’ULTIMO passaggio della gara, Cdp decide di non vendere più la caserma Guido Reni
Cdp Real Asset Sgr ha deciso di non aggiudicare il bene al prezzo proposto da Coima, unico gruppo ad aver presentato offerta vincolante, e di ripartire a gennaio con una nuova procedura che dovrà individuare un partner privato con cui valorizzare insieme il bene. “Prosegue l’iter di approvazione dei progetti delle opere di urbanizzazione in coerenza con i tempi previsti per la realizzazione del nuovo Museo della Scienza”. Ma la riflessione da avviare è se esiti di questo tipo al termine di una lunga procedura fanno bene a Roma che dice di voler aprire una nuova stagione caratterizzata dall’attrazione di investitori privati. Il silenzio del Comune.

Coima non acquisterà la caserma Guido Reni a Roma e non guiderà l’operazione di rigenerazione urbana che dovrà portare alla nascita del Museo della Scienza. Cdp Real Asset Sgr, proprietaria del bene, ha infatti deciso ieri di non aggiudicare (e annullare di fatto) la gara per la vendita della ex caserma proprio all’ultimo passaggio, quando si trattava di decidere se accettare o meno il prezzo offerto dal gruppo guidato da Manfredi Catella. La gara era stata lanciata esattamente un anno fa, Coima Sgr (per conto del Fondo ESG City Impact) era stato l’unico a presentare l’offerta vincolante dopo che altri quattro gruppi (DeA Capital, Kryalos, Hines, Generali con Luiss, Investire Sgr) selezionati (rispetto a 15 candidature iniziali) si erano ritirati dalla procedura.
Tutto da rifare, quindi: adesso Cdp modifica radicalmente la propria strategia e decide di valorizzare il bene attraverso la scelta di ricercare, mediante nuova gara, un partner privato che avrà una quota (non è ancora deciso di quanto) in un nuovo veicolo (società o fondo) che sarà costituito dal gruppo Cdp.
Il comunicato di Sgr Real Asset Sgr nega che ci saranno ritardi nei tempi. Prosegue, dice il comunicato, “senza alcuna interruzione l’iter di approvazione dei progetti delle opere di urbanizzazione – secondo quanto concordato con il Comune di Roma – in coerenza
con i tempi previsti per la realizzazione del nuovo Museo della Scienza”.
L’ex caserma Guido Reni copre un’area del quartiere Flaminio di Roma di oltre 5 ettari: il progetto di riqualificazione prevede la realizzazione di un comparto pubblico che ospiterà il nuovo Museo della Scienza e di un comparto privato di 45.000 metri quadrati a destinazione residenziale – inclusa una quota di social housing – ricettiva e commerciale, oltre ad aree verdi, a piazze e percorsi pedonali attrezzati, a parcheggi pubblici, a un centro civico e ad una biblioteca di quartiere.
Cdp Real Asset Sgr non fa dichiarazioni ufficiali sulle motivazioni della scelta adottata ieri dal cda di non portare a termine la vendita, ma la ragione sarebbe un prezzo considerato troppo aderente al valore di mercato del bene e poco attento a introiettare il potenziale di sviluppo della zona, oltre che a una scarsa valorizzazione dell’investimento in edilizia sociale. A conferma di questa ultima considerazione il comunicato ufficiale sottolinea, a proposito della nuova fase che si va ad aprire, che Cdp manterrà “il proprio presidio sulla componente sociale dell’operazione”.
Ma la riflessione pubblica che dovrà certamente essere avviata nei giorni prossimi è se esiti di questo tipo al termine di una lunga procedura competitiva, che intendeva mobilitare risorse private, facciano bene a Roma Capitale e alla volontà dichiarata di aprire una nuova stagione caratterizzata dall’attrazione di investitori e investimenti privati. Errori ci sono certamente stati perché un esito di questo tipo non è affatto fisiologico. I dubbi sono più che legittimi.
Il Comune, per ora, tace.