La giornata
Missione europea sul Pnrr. E la Corte dei Conti: i fondi Ue sono DEBITO
- L’Istat conferma: inflazione stabile, +0,8% sull’anno
- Coima: a Porta Nuova completata la riqualificazione di Pirelli 35
- Ok Ue a 570 milioni di aiuti per ridurre le emissioni nei porti
IN SINTESI
Riflettori puntati sul Pnrr: sono arrivati in Italia i rappresentanti dell’Unione Europea che si confronteranno, fino a giovedì prossimo con il governo sullo stato di attuazione del Piano. E, intanto, la Corte dei Conti avverte che ora sui fondi Ue l’Italia ha una responsabilità maggiore perché questi sono debito pubblico. Dall’Istat arriva la conferma che l’inflazione di maggio rimane stabile. Sul fronte della rigenerazione urbana, Coima Sgr ha presentato un nuovo tassello del progetto di Porta Nuova a Milano mentre da Bruxelles è arrivato l’ok ad aiuti di 570 milioni per il taglio delle emissioni nei porti.
L’agenda prevede incontri sullo stato di attuazione del Pnrr fino a metà settimana
Parte la missione della Commissione Europea in Italia sulle prossime tappe dell’attuazione del Pnrr. Da ieri e fino a giovedì prossimo, sono in programma incontri istituzionali e tavoli di lavoro tecnici tra i rappresentati Ue e il governo italiano che avranno un focus dedicato alle misure strategiche del piano, alla missione RePowerEu, allo stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti, alla messa a terra delle risorse finanziarie e agli obiettivi inseriti nella sesta e settima rata. E proprio nel giorno in cui è partito il confronto tra la Ue e l’esecutivo e le istituzioni italiane, è arrivato dalla Corte dei Conti un monito chiaro e netto sulle responsabilità finanziarie dell’Italia nella partita dei fondi europei e delle politiche di coesione, nella Corte dei Conti nella Relazione annuale sui rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione Europea, approvata dalle Sezione affari europei e internazionali, che analizza i flussi finanziari intercorsi tra il nostro Paese e la Ue con riferimento agli andamenti rilevati per il 2022.
Dai magistrati contabili monito sulla responsabilità per i fondi Ue
Attenzione al debito, avverte innanzitutto, la Corte dei Conti: “l’Italia ha ora una responsabilità finanziaria più complessa rispetto al passato nel prelevamento e nell’impiego dei fondi europei, poiché una parte significativa di essi costituisce vero e proprio debito pubblico”. E, per questo, sono necessari un’adeguata flessibilità negli strumenti di bilancio e più coordinamento tra il livello nazionale e quello sovranazionale e uno sforzo virtuoso per legare l’impiego di questi fondi a una dimensione qualitativa della spesa. Non solo: tenendo conto che, nell’ambito di questi rapporti, la politica di coesione riveste un’importanza fondamentale, è cruciale per il suo efficace funzionamento evitare fenomeni di dispersione e parcellizzazione delle risorse così come è cruciale rafforzare la capacità strutturale e organizzativa delle amministrazioni titolari della gestione dei programmi e dell’attuazione dei progetti.
“L’Italia oggi – puntualizza la Corte – non è soltanto un ‘prenditore’ in misura maggiore che in passato, ma impegna, nel prelevamento e nell’impiego di questi fondi, anche una responsabilità finanziaria più complessa e tridimensionale, perché, ancorché in via mediata, una parte significativa di questi fondi costituisce vero e proprio debito pubblico. Un debito pubblico che, quindi, postula un’adeguata flessibilità negli strumenti di bilancio e un maggiore coordinamento fra livello nazionale e sovranazionale per essere ben gestito, ma che va compreso anche nelle sue innovative – ed esigenti – peculiarità, quale quella, in primo luogo, per cui i fondi così alimentati si legano in modo sempre più essenziale e ineludibile, per le regole che ne definiscono l’impiego, a una dimensione qualitativa della spesa; si richiede, quindi, uno sforzo virtuoso che, se da un lato impegna i soggetti attuatori e gestori e l’intero sistema amministrativo, dall’altro può ingenerare processi di rinnovamento, nel segno della responsabilizzazione e della maggiore efficienza delle politiche pubbliche”.
Centrali nei rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea sono politiche strutturali e di coesione socioeconomica, la cui dotazione per il ciclo di programmazione 2014-2020 è di 197,9 miliardi (64,5 a valere sul bilancio europeo e 133,4 su quello nazionale). Per i fondi Fesr e Fse-Iog, la dotazione ammonta (dicembre 2023) a 64,4 miliardi, di cui 14,4 sull’iniziativa React-Eu. A fronte di un totale programmato di 64,4 miliardi (di cui 47,9 di risorse Ue), la spesa certificata alla Commissione europea, sia a fine dicembre 2022 che a dicembre 2023, raggiunge rispettivamente 35 miliardi (di cui 28 cofinanziamento Ue) e 42,5 miliardi (il cofinanziamento Ue è 34,2). Considerando soltanto la quota di risorse unionali, al 31 dicembre 2023 il rapporto tra cofinanziamento certificato e risorse programmate si attesta al 71,4%.
Ma la politica di coesione riveste un’importanza fondamentale, evidenziano i magistrati contabili, non solo per l’entità degli importi ma anche perché “obiettivo primario della politica di coesione è quello di ridurre il divario tra le varie aree dell’Unione, favorendo lo sviluppo di quelle più svantaggiate attraverso l’implementazione di azioni che abbiano come esito una crescita equilibrata e sostenibile degli Stati membri”. Insomma, “l’efficace funzionamento della politica di coesione è cruciale per sostenere uno sviluppo omogeneo e integrato del Paese nella sua interezza geografica. Le risorse europee, nel loro fondamentale rapporto di addizionalità rispetto a quelle nazionali, rappresentano un supporto chiave per promuovere il superamento delle diseguaglianze su base territoriale”. La Corte dei Conti incalza, dunque, sulla necessità di “proseguire nelle riforme strutturali, incluse quelle riguardanti la macchina pubblica”. Serve poi “una governance integrata e una visione strategica capace di essere d’insieme e intrinsecamente coerente al tempo stesso, in una prospettiva di potenziamento strutturale dei fattori chiave per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese nel lungo termine e di stimolo delle aree più svantaggiate”. E’ questo il vero obiettivo delle politiche di coesione che non va mai perso di vista, raccomandano i magistrati contabili. E per perseguirlo È necessaria, invece, una visione strategica, globale e integrata, che sia tradotta in concreti atti gestionali attraverso una programmazione efficace e presidiata da una governance e da un sistema di monitoraggio capaci di svolgere un ruolo proattivo rispetto alla capacità di
raggiungimento dei risultati attesi e di stimolo all’autocorrezione attraverso la pronta individuazione di inefficienze, ritardi e disfunzioni, nonché delle relative cause e modalità di correzione”.
L’Istat conferma: a maggio l’inflazione rimane stabile, +0,2% sul mese e +0,8% sull’anno
La stabilizzazione del ritmo di crescita dell’inflazione è determinata dal venire meno delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari lavorati e di alcune tipologie di servizi – di trasporto e relativi all’abitazione – i cui effetti compensano l’affievolirsi delle spinte deflazionistiche che arrivano dal settore energetico. Traiettoria stabile per l’inflazione nel mese di maggio. Arrivano dall’Istat i dati definitivi che confermano le stime preliminari: nel mese scorso l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come ad aprile. La stabilità dell’inflazione, spiega l’istituto di statistica, sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: mentre rallentano i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +2,5% a +1,8%), dei servizi relativi ai trasporti (da +2,7% a +2,4%) e dei servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,6%), per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -13,9% a -13,5%) e si interrompe quella dei regolamentati (da -1,3% a +0,7%) e accelerano lievemente i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,8% a +4,3%). L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera, così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +2,1% a +2,0%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,6% a -0,9%) e quella dei servizi è stabile (a +2,9%), determinando un aumento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,8 punti percentuali, dai +3,5 di aprile). Continua poi la frenata del ‘carrello della spesa’: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +2,3% a +1,8%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +2,6% di aprile a +2,5%. L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+1,9%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,5%) e dei beni alimentari non lavorati (+1,4%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-1,1%) e dei beni durevoli (-0,5%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 0,2% su base mensile e dello 0,8 su base annua (da +0,9% di aprile), confermando la stima preliminare. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione dello 0,2% su base mensile e di 0,8 su base annua.
Coima: prosegue lo sviluppo di Porta Nuova, completata la riqualificazione di Pirelli 35
Va avanti la rigenerazione urbana di Porta Nuova a Milano. A presentare un nuovo tassello del progetto nel quartiere, primo al mondo ad aver ottenuto la doppia certificazione LEED ® e WELL ® for Community per la sostenibilità ambientale e sociale e tra i principali centri direzionali in Italia, è stata Coima Sgr. Il settore a nord adiacente a Via Melchiorre Gioia vede il completamento di Pirelli 35, ex sede di Telecom Italia interamente riqualificata, e delle strutture della Torre Est dei Portali, terminate in elevazione nel rispetto del cronoprogramma. Entrambi gli edifici sono già locati: in particolare, ad oggi oltre il 60% dei 33 mila mq di superficie commerciale è già stato locato a società leader nei settori dei servizi finanziari ed editoriale, fashion, IT, tra cui Hitachi Zosen Inova, con previsione di raggiungere la piena occupazione dell’immobile entro fine anno. Gli spazi della Torre Est dei Portali sono invece stati locati già dal 2022 a KPMG che, a lavori ultimati, ne farà la propria sede principale a Milano potendovi ospitare fino a 3.500 professionisti. Pirelli 35 e I Portali si inseriscono nel progetto di rigenerazione urbana di Porta Nuova Gioia, soggetto a un masterplan unitario che include gli sviluppi di Pirelli 32, Pirelli 39, Gioia 22 e delle relative aree limitrofe, per le quali il Comune di Milano e Coima Sgr hanno sottoscritto una
convenzione per la riqualificazione delle aree pubbliche e pedonali. Fra questi, si è da poco concluso lo sviluppo di torre Gioia 22, il più grande edificio nazionale nZEB progettato dallo studio americano PCPA e sede per Intesa Sanpaolo della nuova Isybank e delle tre divisioni Private (Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking), Asset Management (Eurizon), Insurance (Intesa Sanpaolo Vita). “Con i contratti di locazione firmati nell’ultimo anno, il quartiere di Porta Nuova raggiunge un’occupancy del 100% degli spazi disponibili e conferma i livelli del prime rent milanese per quanto riguarda il mercato degli uffici: una crescita superiore del 20% rispetto a quella registrata dal prime rent nell’ultimo decennio e del 32% rispetto al 2019 (pre-Covid).Porta Nuova – dichiara Manfredi Catella, founder e ceo di Coima – è un quartiere che contribuendo a collegare Brera, Isola e lo storico centro direzionale della città di Milano è diventato uno dei maggiori hub di mobilità intermodale del Paese. La qualità degli edifici realizzati nel tempo, con un’attenzione particolare alle prestazioni energetiche allineate ai target del trattato di Parigi, unitamente alle attività di servizio e culturali sviluppate con il progetto civico della Biblioteca degli Alberi, ha contribuito a rendere Porta Nuova la destinazione principale per le aziende italiane e internazionali. I contratti di locazione finalizzati post Covid, per oltre 70.000 mq, hanno sostanzialmente completato gli spazi a uso ufficio attualmente disponibili in Porta Nuova, registrando una crescita dei canoni fino ad oltre il 30% rispetto ai livelli Pre Covid.”
Via libera dalla Ue a 570 milioni di euro di aiuti per ridurre le emissioni nei porti
La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 570 milioni di euro per incentivare le navi a utilizzare l’elettricità erogata da reti elettriche terrestri quando sono ormeggiate nei porti marittimi. La misura contribuisce a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento atmosferico e acustico, conformemente agli obiettivi del Green deal europeo. L’Italia aveva notificato alla Commissione l’intenzione di adottare un regime da 570 milioni di euro per incentivare gli operatori navali a collegarsi alle infrastrutture elettriche terrestri quando le navi sono ormeggiate nei porti marittimi per alimentare i servizi, i sistemi e le attrezzature a bordo. Il regime sarà in vigore fino al 31 dicembre 2033. Nel quadro del regime, l’aiuto assume la forma di una riduzione fino al 100% dei cosiddetti “oneri generali di sistema”. Questi oneri sono inclusi nel prezzo dell’energia elettrica per finanziare determinati obiettivi di politica pubblica, tra cui le energie rinnovabili. La riduzione si tradurrà in un calo del prezzo dell’energia elettrica per gli operatori navali quando si riforniscono dell’energia elettrica erogata da reti elettriche terrestri e renderà competitivo il costo di questa energia elettrica rispetto al costo di quella prodotta a bordo utilizzando motori alimentati da combustibili fossili. Riducendo, per le navi, il costo dell’energia elettrica erogata da reti elettriche terrestri, la misura incentiverà gli operatori navali a optare per una fornitura di energia elettrica piu rispettosa dell’ambiente, evitando cosi emissioni significative di gas a effetto serra, inquinanti atmosferici ed emissioni di rumore. Inizialmente la riduzione coprirà il 100% degli oneri generali di sistema. L’Italia si e impegnata a istituire un meccanismo di monitoraggio annuale per verificare la differenza tra i costi effettivi di acquisto di energia elettrica erogata da reti elettriche terrestri e quelli dell’autoproduzione di elettricità alimentata da combustibili fossili a bordo e adeguerà di conseguenza il livello dell’aiuto